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Autore: Misuzu    09/05/2013    2 recensioni
"Sai... se metti dello zucchero in un contenitore dove c'è scritto sale, non diventa sale."
Ayame, normalissima studentessa della Day Class, si ritrova a convivere con il segreto dei vampiri. Tuttavia, ben presto, diventerà l'oggetto principale di un grandissimo cambiamento.
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabusa Aido, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Takuma Ichijo, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando Ayame si svegliò si trovava in una enorme stanza. Si sentiva molto indebolita, e la spalla le bruciava in una maniera davvero assurda
“Ayame! Stai bene?!” chiese Takuma veramente preoccupato
“Sì, non preoccuparti... mi sono solo addormentata!” rispose la ragazza sorridendo e mettendosi seduta, cercando di sdrammatizzare la storia
“Ayame! Attentare alla vita di un purosangue è il più grave reato nella società dei vampiri!” rispose il ragazzo, ora estremamente infuriato. Non sapeva ancora chi fosse l’attentatore, ma provava una rabbia verso di esso chiunque avesse fatto del male alle sua Ayame
“Guarda che non hanno attentato alla mia vita, ma alla tua. Quindi, in teoria, non hanno commesso un reato gravissimo” rispose la ragazza
“Detto così mi fai sentire in colpa, Aya-chan” rispose Takuma mentre una strana aria depressa lo avvolgeva
“Non voglio farti sentire in colpa, ma voglio farti capire la colpa della mia ferita è soltanto la mia! Non bisogna farne una questione di stato. A proposito... qualche ospite se ne è accorto?” chiese, preoccupato che fosse successo il putiferio
“No, non preoccuparti. Stranamente l’odore del tuo sangue non si è sentito all’interno dell’edificio” rispose il ragazzo.
All’improvviso qualcuno bussò alla porta
“Ayame! Sono felice che ti sia ripreso” disse Hanabusa estremamente sollevato
“Sì! Non è tanto facile mettermi fuori combattimento! Sono una Guardian!” rispose la ragazza
“Takuma, potresti uscire un attimo?” chiese Hanabusa
“Sì”gli rispose il ragazzo, per poi dire ad Ayame
“Tu rimani qui buona buona...  torno fra poco”. Poi uscì dalla stanza.


“Allora? Come è andata?” chiese Takuma quando fu uscito dalla stanza e fu certo che la ragazza non lo potesse sentire
“Quello che ha sparato era un hunter trasformato in vampiro... le ceneri che ho trovato erano indubbiamente di uno trasformato da poco. Inoltre, chi ha ordinato dove sparare sapeva senza dubbio cosa sarebbe successo... se fossi stato colpito tu non saresti stato tanto male, mentre lei ha rischiato seriamente la sua vita. Sarà stato senza dubbio un purosangue, ma non riesco a immaginare chi possa essere” disse Hanabusa
“Togliendo il nobile Ouri e i nobili Hanadagi, rimangono una trentina di purosangue. Inoltre toglierei anche il casato Kuran: con i Sora hanno sempre avuto una solida amicizia” disse Takuma.
“Mh... dovremmo trovare un nemico dei Sora” disse Hanabusa
“Già... e indagare fra i purosangue non sarà facile... comunque...” disse Takuma, e qui porse la mano al ragazzo
“Scusami per la mia reazione. Ho esagerato”
“Anche io...” disse Takuma, stringendogli la mano
“Ma ora pensiamo a scoprire chi ha fatto del male ad Ayame” disse Hanabusa.
“La riporterò nel dormitorio.” Disse Takuma, rientrando in camera e andando dalla ragazza.



“Bene, Aya-chan! Credo che sia meglio che tu torni nel dormitorio! Non vorremmo far allarmare gli altri vampiri” disse Takuma, con fare allegro, sperando che  la ragazza non si opponesse a quella scelta
“D’accordo!” rispose lei allegra, alzandosi e prendendo la giacca che era vicino al suo letto
“Aspetta, Aya-chan! Faccio io” disse Takuma, avvicinandosi
“No! Se facessi tu sospetterebbero qualcosa! E poi io sto bene!” rispose la ragazza mettendosi la giacca e ignorando il forte dolore che le pervase la spalla appena osò muovere il braccio. Non voleva far preoccupare Takuma.


Takuma accompagnò la ragazza fuori dall’edificio fino alla grossa macchina. Aprì lo sportello e fece salire la ragazza, poi salì anche lui.
“Non c’è bisogno che ti rovini la festa a causa mia! Puoi rimanere qui se vuoi” disse la ragazza, vedendolo
“Non riuscirei a godermi la festa senza di te” rispose Takuma, sorridendo, mentre la vettura si avviava verso il dormitorio.


Nel tragitto la ragazza si addormentò e poggiò la testa sulla spalla di Ichijo. Sorrise vedendola tanto indifesa nonostante fosse uno dei membri più forti della società dei vampiri; le accarezzò delicatamente la guancia, e notandola leggermente più calda, controllò le febbre: ce l’aveva alta.
Appena giunti all’accademia, Takuma prese la ragazza, cercando di stare molto attento alle sue ferite, e la portò nella propria camera. Sarebbe stato indubbiamente meglio se fosse riuscito a portarla in camera sua, ma il dormitorio sole era vietato a tutti gli studenti della Night Class e poi, in quello femminile, si sarebbe scatenato un putiferio se fosse stato visto.
Appena giunto in camera, poggiò la ragazza delicatamente sul letto; era tranquillo dato che sapeva che Shiki non sarebbe tornato quella notte.
“Allora... la prima cosa da fare se uno ha la febbre è togliere i vestiti” disse, diventando improvvisamente rosso: non aveva alcuna esperienza in quel campo, e certamente mantenere la calma sarebbe risultato difficile. Iniziò a sbottonarle la giacca, molto delicatamente, cercando di evitare di svegliarla. Dopo esserci faticosamente riuscito, passò alla camicia, che era certamente la parte più imbarazzante per lui. Non ebbe difficoltà per i primi bottoni, ma quando iniziò a vedere la forma del seno della ragazza, arrossì. Non trovava proprio la forza di spogliarla.
Chiuse gli occhi e cercò di farlo alla cieca, riuscendoci. Ma sentendo che qualcosa era cambiato aprì gli occhi: Ayame aveva iniziato a respirare affannosamente e il viso le era diventato ancora più rosso. Takuma toccò vicino al cuore, temendo che ci fosse qualcosa di più oltre alla pallottola. E, infatti, sentendolo bruciare, capì che la ragazza era stata avvelenata.  Mise una sua mano sul fianco della ragazza, facendo abbastanza pressione per evitare che potesse muoversi. Con l’altra mano immobilizzò le braccia della ragazza poco sopra la sua testa
“Scusami, Aya-chan” disse, prima di morderla. Nonostante fosse debole, la ragazza si dimenò per qualche secondo, per poi cadere incosciente a causa della febbre alta. Quando Takuma smise di succhiarle il sangue, leccò il segno dei canini che le era rimasto.



Ayame si svegliò un’ora dopo. Si sentiva indebolita e stranamente assetata. Si mise seduta, stropicciandosi gli occhi prima di capire dove fosse
“Ben svegliata, Aya-chan” disse Takuma, gioviale
“Sono in camera tua?” chiese, vedendo un sacco di oggetti
“Già” rispose lui, sorridendo, per poi continuare
“Hai sete? Sai, se bevi del sangue ti riprendi più in fretta!” le disse.
“No, non importa... sto bene” disse la ragazza, rimettendosi in piedi ma cadendo fra le braccia di Takuma
“Non mentire, Ayame. E poi te l’ho detto... è nella nostra natura” disse il ragazzo, facendo avvicinare le labbra della ragazza al suo collo, aspettando che lo mordesse
“Non posso! Non ci riesco!” disse la ragazza allontanandosi ; non riusciva ancora ad accettare, totalmente, di essere un vampiro. Il ragazzo la prese e la buttò sul letto, poi si mise sopra di lei bloccandole le braccia e le gambe e la fissò negli occhi
“Ayame, non sei una bambina e non voglio mentirti. Chi ha cercato di ucciderti era un seguace di un purosangue e se non ti nutri adesso risulterai debole se venissi attaccata di nuovo. Per quanto lo vorrei, non posso proteggerti sempre” disse il ragazzo guardandola fisso negli occhi
“Quindi, o adesso ti nutri di me, o farò qualcosa che potrebbe non piacerti” disse, determinato.
“Sono sicura che te ne pentiresti anche tu” disse Ayame, cercando di mantenere la calma
“Lo so, però sarebbe una cosa con la quale potrei convivere” disse il ragazzo, per iniziare a baciarla. Le sbottonò la camicia e, con una mano, percorse il corpo della ragazza fino ad arrivare alla gonna. Qui, trovò dapprima la cerniera, e iniziò a scendergliela in modo molto piano. La ragazza iniziò a divincolarsi, comprendendo quello che stava per accadere. Cercava di liberare le gambe, in modo tale da poterlo almeno allontanare, ma queste erano immobili sotto la presa del ragazzo.
Quando la cerniera fu scesa totalmente, la ragazza si arrese all’idea e iniziò a bere il sangue di Takuma il quale la risistemò esattamente come prima.
“Brava, Aya-chan” le disse, accarezzandole leggermente la testa. Ayame si staccò solo quando ebbe totalmente saziato la sua sete di sangue.
“Mi dispiace...” disse la ragazza, sedendosi sul letto
“Non c’è bisogno che mi chiedi scusa... non c’è nulla di male a saziare la propria sete, specialmente dopo quello che ti è capitato... se posso farti stare meglio, farei di tutto” le disse sorridendo
“Takuma... grazie” disse la ragazza, imbarazzata “Di nulla” rispose lui, accarezzandole la testa.


La ragazza arrossì leggermente
“Takuma - chan... vorrei dirti una cosa” disse la ragazza, stringendosi l’orlo della gonna
“Dimmi!” le rispose il ragazzo, sorridendo
“Io volevo dirti che...tu...  forse sarebbe meglio se tu non mi stessi vicino. Oggi hai rischiato davvero tanto a causa mia e non voglio che accada più” disse la ragazza
“Cosa? Non mi consideri abbastanza forte per stare al tuo fianco?” chiese il ragazzo, leggermente deluso e arrabbiato
“No, non è quello” rispose Ayame
“E cosa?!” chiese Takuma
“E’ che... tu mi piaci davvero tanto, Takuma - chan! Ma...” disse la ragazza, prima che la sua bocca venisse tappata dalle labbra del ragazzo.
“Ti ci voleva tanto a dire che ti piacevo?”  le chiese, prima di continuare a baciarla più appassionatamente. 
“Takuma - chan... devo andare a studiare!” disse la ragazza, cercando di staccarsi
“Ti aiuterò io... domani” disse, continuando a baciarla
“Non posso... rimandare” rispose lei, staccandosi.
“Uffa, Aya-chan! Sei crudele!” si lamentò  Takuma
“Quando avrò recuperato tutto ti prometto che resterò più tempo con te!” rispose la ragazza, sorridendo, per poi uscire dalla camera del ragazzo e tornare nella sua.


La mattina seguente la ragazza si svegliò alla buon ora e iniziò a studiare, anche se la sua mente era rivolta al motivo di quell’attentato. Certo, era un purosangue e per di più era pericolosa solo per gli umani, ma per l’intera razza dei vampiri ora che avrebbe potuto annullare tutti i livelli E dei quali si servivano e non solo, dato che i purosangue avevano la facoltà di rendere umano un qualsiasi vampiro, anche se a costo della loro vita. Ma lei questa clausola avrebbe anche potuto non rispettarla.
Insomma, dell’Ayame Harada che era fino a qualche settimane prima, ovvero una ragazzina in cerca di salvare la sua media scolastica e cercare di divenire il prima possibile adulta e indipendente, non era rimasto nulla. Al posto suo si trovava Ayame Sora, un vampiro di sangue puro tanto pericoloso come nemico quanto forte come alleato, un essere delle tenebre che ora avrebbe dovuto lavorare sodo per non farsi uccidere e guadagnare il rispetto da parte di tutta la comunità di vampiri.
Certamente, non una cosa facile.
Il suo studio fu interrotto da qualcosa, o meglio qualcuno che bussò alla porta. Incuriosita da chi potesse essere, si alzò e andò ad aprire. Era già pronta a mandare via Takuma, anche in malo modo, se avesse insistito oppure ad avere una coincisa conversazione con Zero, il quale, la cosa più bella che le avrebbe potuto dire era “Hai preso due centesimi in geografia”. Ma, quando aprì la porta, vide una donna dai capelli corti e neri, con indosso una lunga tunica scura
“Nobile Ayame!” disse,inchinandosi immediatamente
“Questa lettera è per voi. Il mio nobile signore Hanadagi mi ha chiesto di consegnarvela” disse la donna, porgendole una busta dorata ben sigillata con il simbolo del clan Hanadagi
“Vi prego di scusarmi per questa mia visita a quest’ora. Ora tolgo il disturbo” disse la donna, alzandosi e avviandosi all’uscita
“Aspetta!” rispose Ayame
“Mi dica, nobile Ayame” rispose la donna
“Per caso, questa lettera l’hanno anche ricevuta i membri dei Kuran?” chiese
“Sì. E ora, se volete scusarmi” disse, andandosene.



La ragazza aprì la busta e lesse attentamente quello che vi era scritto. Ogni parola, ogni singola lettera posta in quel modo la rendeva incredula e sbigottita.
Appena ebbe finito di leggere tutto quello che vi era scritto, corse a più non posso verso il dormitorio luna, incurante che, a quell’ora, tutti quelli che erano presenti nel dormitorio stavano sicuramente dormendo. Aprì la porta del dormitorio e la richiuse, per evitare di far entrare la luce del sole, poi salì le scale e corsa e andò nella stanza più lontana e grossa dell’edificio. E qui, bussò vigorosamente.
Quando Kaname Kuran aprì la porta non sembrò affatto stupito della sua visita
“Che cosa significa questo?!” chiese la ragazza,  sventolando la lettera.



Angolo dell’autrice: Rieccomi dopo pochissimo! Sono stata fortunata perché in questi ultimi due giorni non ho avuto gran che da fare! Ma ora non so come andranno le cose, in quanto sto alla dine dell’anno e devo impegnarmi un sacco!
Ringrazio usuk_fan e Heart per le loro precedenti recensioni!
Allora, in questo capitolo, come avete letto, sono successe un sacco di cose: innanzi tutto Ayame si è ripresa, anche se non proprio al massimo! ^_^
Il proiettile, probabilmente, era anche avvelenato e Takuma ha fatto il delfino curioso (Non si fa!)
Ayame ha scelto Takuma, anche se potrebbe cambiare idea, chi lo sa...
Mentre la lettera... è una cosa che spero che voi non possiate nemmeno immaginare!
Spero di pubblicare di nuovo e sentirvi presto!

  
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