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Autore: lamialadradilibri    09/05/2013    1 recensioni
( TITOLO PRECEDENTE : KILLER PER AMORE )
Emily Parker.
Jake Frost.
Kate Blanco.
Tre ragazzi , storie diverse , diverse fini.
E' che , se nella vita inizi male , finisci peggio.
Non sempre , però ...
DALLA STORIA :
Uccisi solo una guardia. Jake non abbatté più nessuno, e mi passò la pistola. Ma non posso dire d'averlo ucciso io sola, quell'uomo, perché fu Jake, abbracciandomi da dietro, a premere con me il grilletto.
Fu magico, non per la morte, ma l'abbraccio. La fedeltà, la fiducia.
Un intreccio di amore , morte , indecisione , paura ... Questo è "in the end"
( AVVISO : In questa storia sono presenti descrizioni più o meno crude di omicidi / cadaveri / suicidi )
♥Detto ciò, vi auguro BUONA LETTURA : )
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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CAPITOLO 8;

Arriverà”

 

Allora, cos'era l'amicizia? Un volersi bene, sì, finché è tutto okay, finché non c'è pericolo... Finchè si rischia solo, al massimo, di fare una brutta figura.

Ma , appena si rischia di più, l'amicizia – puff – sparisce.

Sono un mostro.”

Non mi guardai più indietro, tanto non c'era nulla da vedere. “Sono un mostro!”

Non mi voltai , non cercai di salvare la persona alla quale volevo più bene: più della mia famiglia, perché lei sì, mi comprendeva davvero.

Ed è morta! Mostro!”

Non potevo continuare così. La notte, sempre più scura, mi cadde addosso. Ed io ero un mostro là in mezzo; non c'era d'aver paura – se non di me stessa.

Mi fermai, di nuovo, ancora. Ma non con sicurezza, bensì con la voglia di correre via, lontano, al riparo. “A casa!”, pensai, nostalgica. Il cellulare non prendeva più.

Mi guardai indietro; lì c'era Jake, chino sul corpo della mia amica che non osavo sfiorare con lo sguardo; la stava alzando, e se la caricò sulle spalle. Quindi mi guardò, e sembrò sfidarmi. Eravamo a poche centinaia di metri di distanza, e non sapevo ciò che volevo fare.

Tornare indietro, rischiare, ma avere un po' di gloria, e un peso meno duro da sopportare sulle spalle?

O andare, vivere, magari mentendo a tutti – di nuovo – e finendo per restare più sola che mai?”

Io non ero una perdente, io non avrei mollato così. Il gioco non è finito, mi dissi; e cominciai a correre verso Jake.

-Jake! Aspetta, aspettami!-

Jake si voltò, con Kate sulle spalle. -Sì? Che c'è?-, domandò, spostando un po' il peso morto del corpo.

-Verrò, con te. E ucciderò Alex. Lui morirà!-

Lui è la causa di tutto!” pensai. “Se non avesse ucciso Michele, non sarei mai stata sola con Kate, oggi.” E probabilmente, quell'oggi era già un ''ieri''. Chissà s'era già passata la mezzanotte?

-Ne avrai il coraggio?-, mi sfidò.

-Sì,- dissi a denti stretti, perché in realtà pensavo tutt'altro: avevo già paura, ma volevo giustizia.

-Bene,- sospirò, il tono piatto, mentre soccombeva sotto il peso del corpo. Io, non sapendo cosa fare, mi offrii d'aiutarlo, ed insieme trasportammo il cadavere della mia migliore amica.

L'amicizia,” pensai, mentre c'avvicinavamo alla Baracca; in realtà non avevamo corso più di tanto, e probabilmente in tondo, perché ci giungemmo presto. “è restare assieme fino alla fine. E così è andata, tutto sommato.”

Non potevo crederci; stavo davvero pensando ciò!? Non avrei dovuto avere paura, il terrore di finire anch'io così!?

E no, invece! Ero così pazza, da fare stupide considerazioni – insensate – su una cosa che, probabilmente, nemmeno esisteva!!

-Ecco, mettiamola qui!-, sibilò Jake stremato, indicando un fosso molto stretto. Non pensai: allungai le braccia, le tesi come Kate aveva fatto con me, i muscoli sembrarono cedere, e così lanciai giù il cadavere. Cadde con un tonfo sordo sul terreno quasi gelato, ma io non provavo freddo, e Jake lo spinse più giù nella fossa, così che nessuno vedesse.

Senza più controllo, il corpo diventò un insieme di braccia, e gambe, e non lo riuscii più a guardare; una lacrima solitaria mi solcò il viso.

-Andiamo.- disse solo Jake.

Entrammo nella Baracca, lì c'era più caldo. Lui guardò l'ora: erano le tre.

-Bene,- sospirò, ma non capivo cos'era che andasse bene, io! -Ora, aspettiamo.-

-Come, aspettiamo?-

-Sì,- ruggì, -e basta. Taci!- mi ordinò, burbero, e io mi feci piccola nel mio sedile. -Quel bastardo dovrà pur uscire, no?!- si domandò poi, retoricamente, guardando il bar.

Non ne potevo già più.

 

POV ALEX.

Uscii dal bar che non sapevo nemmeno l'ora. “Al diavolo!” continuavo a dirmi, “Come ho potuto essere così idiota?!”

Non potevo crederci: mi ero fatto truffare da Jake! Grazie a dio, non aveva colpito forte, solo un lieve taglio che mi ero fatto sistemare.

La domanda era: Perché? Perché non mi aveva colpito a morte – o ucciso quand'ero stordito?

C'era qualcosa che non quadrava.

E chi erano quelle due che aveva difeso?

Non si era mai esposto così per un estraneo.

La risposta, l'unica, era che le conoscesse.

Perché?”, mi chiesi. Non pensavo affatto che le avesse portare lì per vedere il locale, ma allora cos'era che non afferravo?

Il freddo mi lambì la pelle, e mi dissi che non c'era d'aver paura. Giocavo in casa, io, ero più forte.

Alzai lo sguardo verso il rifugio che, una volta, avevo sentito nominare da Jake – origliando, ovviamente – come la “baracca”.

E vidi un movimento all'interno.

Cazzo!

 

FINE CAPITOLO

  
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