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Autore: FairyCleo    11/05/2013    8 recensioni
Dal capitolo 1:"Erano trascorse tre settimane dall' ultima volta in cui aveva trascorso una giornata con la propria famiglia al completo. Erano trascorse tre settimane da quando aveva litigato per l' ennesima volta con Chichi.
Erano trascorse tre settimane da quando lei aveva preparato i bagagli, lasciando lui e Gohan soli in quella piccola, silenziosissima casa in cui non sarebbero mai più risuonati i passi leggeri della donna che Goku aveva sposato".
Dal capitolo 3: "Io non so se sei venuto a conoscenza degli avvenimenti che hanno segnato la mia famiglia nelle ultime settimane..."[...]"Vegeta, mio papà non ha preso bene la cosa... è stanco, spento, immotivato.[...]"So che il tuo più grande desiderio è quello di battere mio padre, è per questo che ti chiedo di aiutarlo. Allenati con lui Vegeta. Diventa il suo nuovo stimolo. E sono certo che diventerai anche tu un super sayan. Il super sayan più forte della storia".
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questione di circuiti

 
Non aveva idea di cosa fare o meno. Doveva tornare indietro e cercare di avvertire gli altri che Freezer aveva ucciso i due cagnolini che aveva portato con sé, o avrebbe prima dovuto constatare cosa avesse intenzione di fare e cercare solo in seguito di avvisare gli altri? E se fosse stato troppo tardi? Se lo avesse ucciso e anche gli altri non avrebbero avuto modo di scampare alle sue malefatte?
Perché era evidente che quel viscido non avesse la benché minima intenzione di sottostare agli ordini di Paragas, e lui credeva di sapere cosa volesse realmente fare.
Tenshing era certo che Freezer volesse trovare Goku, sfidarlo e annientarlo definitivamente.  
Non poteva sapere che il loro eroe non c’era più e che si erano ritrovati completamente soli a fronteggiare nemici che non erano minimamente alla loro portata.
Cielo, non voleva nemmeno immaginare quale sarebbe stata la sua reazione nell’istante in cui avrebbe scoperto che Goku era passato a miglior vita. Freezer era scaltro, lo sapeva bene, i loro amici erano partiti solo da poche ore e ci sarebbero voluti giorni prima che potessero arrivare su Neo-Namecc e chiedere al drago di farlo tronare in vita. Se, nel frattempo, avesse portato tutti alla rovina? Se, nel frattempo, avesse trovato il modo di diventare più forte di Broly e di farlo diventare suo alleato nel vero senso della parola?? O meglio, se le parti si fossero invertite e Broly fosse diventato il cagnolino di Freezer?
 
Alla fine di tutto quel ragionamento, Tenshing era arrivato alla conclusione che non potesse perderlo di vista per nessuna ragione al mondo. Avrebbe fatto ancora più attenzione, ma sarebbe divenuto l’ombra di quel mostro spietato. Doveva sapere cosa aveva in mente di combinare, e doveva saperlo subito. Non poteva permettersi di avere rimpianti.
 

*

 
Stavano cadendo. I guerrieri assoldati da Paragas stavano cadendo uno dietro l’altro per via dei precisi e letali attacchi effettuati da Vegeta e dagli altri. Rif era stato il più prolifico: essendo il più piccolo fra loro aveva la possibilità di celare meglio la sua presenza, e silenzioso come un gatto arrivava alle spalle del nemico, ponendo fine alla sua vita senza un briciolo di pietà.
Vegeta doveva ammettere di essere rimasto impressionato dal sangue freddo che tutti stavano dimostrando di avere. Ad ogni metro che guadagnavano, ad ogni scompartimento che assoggettavano, si rendeva sempre più conto di non aver mai avuto accanto qualcuno simile a loro. Quelle persone non stavano lottando per se stesse. Non l’avevano mai fatto, e forse non l’avrebbero mai fatto neppure in futuro. Chi l’avrebbe mai detto che sarebbero stati dei terrestri a formare la squadra che gli sarebbe stata accanto in battaglia? La vita continuava ad essere sempre più bizzarra e carica di eventi inaspettati per quel principe senza corona.
 
“E con questo siamo a cinque” – aveva sussurrato Crilin dopo aver torto il collo all’ennesimo guerriero – “Anche questo scompartimento è nostro”.
“Bene…” – aveva commentato Vegeta, continuando a premere il tasto dello scouter – “Siamo vicini, e Paragas si trova ancora nella sua… Tsk! Accidenti, come non detto!”.
 
Non aveva neanche fatto in tempo a dire che Paragas si trovava ancora nella sua stanza che sul suo rilevatore e su quello degli altri il puntino luminoso con il suo nome che lo raffigurava aveva cominciato a muoversi, portandosi nella stanza accanto alla propria.
 
“Sta andando nella stanza di Broly” – aveva detto Junior, funereo.
“Maledizione!” – Yamcha non riusciva a crederci – “Possibile che non ce ne vada una giusta??”.
 
I presenti non avevano potuto fare altro che rimanere in silenzio, con il fiato sospeso, e osservare come il puntino penetrava all’interno della stanza. Quello complicava le cose, e non di poco.
Avrebbero dovuto aspettare che uscisse dal covo di suo figlio per poterlo attaccare. Non erano talmente folli da raggiungerlo in quella stanza infernale, ma a quel punto cominciavano a temere che potessero accorgersi che una buona parte dei loro soldati non rispondesse alle loro chiamate e che questo potesse allarmarli. No, non potevano permettersi di essere scoperti. Non dopo tutto la fatica che avevano fatto.
 
“Che cosa facciamo?” – aveva chiesto Rif, trepidante.
“Il piano non cambia” – era stata la risposta secca di Vegeta – “E’ inutile arrovellarsi il cervello. Dobbiamo raggiungere la sala comandi e fare così come è stato detto. Se siamo fortunati non si accorgerà che stiamo facendo strage di mezze cartucce. E’ andato tutto bene fino ad ora, mi rifiuto di credere che tutto possa andare in malora una volta arrivati a questo punto”.
 
Incredibile. Era a dir poco incredibile che quella fosse la stessa persona che fino a qualche istante prima voleva consegnarsi spontaneamente a quei folli.
Vegeta era così diverso… Era più sicuro di sé, più determinato. Forse, credeva davvero di avere una possibilità di sconfiggere il nemico, e questo non faceva altro che infondere coraggio anche in coloro che poco prima avevano cercato di fare lo stesso con lui.
 
“Ben detto!” – Crilin era veramente felice di constatare che forse erano riusciti a farlo ragionare – “Dunque, proseguiamo!”.
“Tsk… Certo che procediamo, tesa pelata! Ma dobbiamo essere più veloci. Vi ho già detto che il suo esercito è numerosissimo e che alcuni guerrieri sono molto potenti, no? Bene, dobbiamo fare fuori anche quelli”.
“Dunque, vuoi fare una deviazione del percorso?” – gli aveva chiesto Junior.
“Ma è mai possibile che la tecnologia sia una cosa così sconosciuta per voi?” – si era lamentato, alzando gli occhi al cielo vedendo che Junior continuava a non capire – “Guarda su quella benedetta mappa!”.
 
A quel punto, al namecciano era bastato premere il pulsante dello scouter un paio di volte per rendersi conto che Vegeta aveva calcolato tutto: prima di arrivare alla sala comandi sarebbero dovuti passare necessariamente da un atrio, e si dava il caso che in quest’atrio fossero appena giunti dodici guerrieri con un livello di combattimento simile a quello del capitano Ginyu. Prima che diventasse una rana, ovvio.
 
“Porc… E dimmi, quando avevi intenzione di dirci che avremmo dovuto affrontare questi tizi??” – si era lamentato Yamcha.
“Tsk… Potevo immaginare che non vi sareste accorti di una cosa del genere? E poi che c’è? Hai paura di morire di nuovo?? Guarda che ricordo bene il modo patetico in cui ti sei fatto sconfiggere dal saibaim…”.
“COME OSI?? Tu sei un…”.
“SMETTETELA DI LITIGARE, SUBITO!” – Junior era esasperato – “Ma vi pare il momento?? Vegeta, cerca di frenare quella lingua biforcuta che ti ritrovi e tu Yamcha, cerca di non provocarlo”.
 
Rif e Crilin si erano scambiati una lunga occhiata stanca. Perché Vegeta doveva fare di tutto per farsi odiare non appena sembrava che avessero raggiunto una sorta di equilibrio mentale??
 
“Tsk… Muoviamoci” – aveva proseguito il principe dei saiyan posizionando il guanto sull’apposito schermo – “Non c’è tempo da perdere e non possiamo permetterci di sbagliare”.
 
E avevano dovuto tacere: purtroppo per loro, aveva perfettamente ragione.
 

*

 
 
Era irrequieto. Broly continuava ad agitarsi, andando da una parte all’altra della stanza come un ossesso. Non ne poteva più di stare rinchiuso in quella maledetta astronave, in quella prigione!
Lui voleva uscire e cercare il principino. Lui doveva uscire e mettersi a cercare il principino, o sarebbe presto impazzito.
 
Era vicino. Poteva sentirlo proprio come riusciva ad avvertire il calore del fuoco sulla pelle, o il vento che freddo gela le membra.
Ma non avvertiva la sua aura, no. Lui non era in grado di farlo: al contrario dei terrestri, non era capace di fare quello di cui gli aveva parlato Freezer.
E la sua non era neanche una sensazione, bensì una certezza.
Non avrebbe saputo spiegare a nessuno come potesse essere in grado di dire con tanta sicurezza che lui fosse così vicino. Lo sapeva e basta. Per questo, non avrebbe potuto aspettare un istante di più.
Doveva andare a prenderlo. Ne sentiva un bisogno mentale e fisico.
 
Era per colpa sua se si era trovato solo in quella maledetta gabbia di ferro e motori.
Era colpa sua se aveva perso la ragione, annientando parte dell’equipaggio di suo padre.
Ed era colpa sua se aveva versato lacrime. Lui, quella piccola bestiolina indifesa, quel piccolo essere che aveva distrutto, rotto, mortificato, umiliato, lo aveva fatto piangere. E quelle non erano state solo lacrime di rabbia, no. Erano state lacrime di rabbia, di solitudine e di un’altra marea di sentimenti a cui non avrebbe saputo dare un nome.
E questo era successo solo perché lui si era fidato. Questa era successo solo perché lui era stato così magnanimo da permettergli di rimanere libero nella sua stanza mentre dormiva, perché non gli aveva messo le catene ai polsi! Poteva essere stato così stupido??  
Si era fatto fregare come l’ultimo degli idioti! Quella nullità, quella feccia era ridotta ad un ammasso di ossa rotte e organi spappolati, dove aveva trovato a forza di andare via, di scappare??
 
Ma gliel’avrebbe fatta pagare. Nessuno poteva anche solo lontanamente osare di prendersi gioco di lui a quel modo. E l’avrebbe già fatto. Avrebbe messo a ferro e a fuoco quello stupido pianeta sin dal primo istante se solo suo padre non gli avesse ordinato di non farlo.
 
Suo padre… Già…
Gli piaceva quel pianeta, gli piaceva terribilmente. Da quando lo avevano intravisto dalle profondità dello spazio, era stato fin troppo chiaro che se ne fosse innamorato a prima vista.
Conoscendolo, era certo che il suo unico desiderio, al momento, sarebbe stato quello di uscire e rapire qualche esemplare di femmina a lui congeniale.
Possibile che non si rendesse conto che lui aveva bisogno di ben altro?? Che lui avesse bisogno di riprendere con sé l’unico che aveva osato sfidarlo fino ad allora??
 
Non appena avesse avuto la possibilità di mettergli le mani addosso gli avrebbe fatto capire in ogni modo possibile e immaginabile che da lui non si poteva scappare.
Sì… poteva pregustare già quel momento…
Perché il principe era suo, e non sarebbe mai più andato via.
Vegeta apparteneva a lui e a nessun’altro.
No… Il suo letto non sarebbe mai più stato vuoto, mai più.
 
Ma prima, c’era un’altra cosa che avrebbe dovuto fare, e si trattava di una cosa che riguardava Vegeta molto da vicino. Perché lo aveva sentito. Lui lo aveva sentito più di una volta chiamarlo durante il sonno. Piangeva, il piccolo principe, e continuava a chiamarlo, sperando che forse potesse venire a salvarlo.
Avrebbe eliminato il problema alla radice, e prima che potesse farlo Freezer. Perché se c’era una cosa che aveva voglia di fare, era spargere il suo sangue: voleva spargere il sangue di questo super saiyan chiamato Kaharot.
 

*

 
“Mi sembri teso… Qualcosa non va, figlio mio?”.
 
Paragas era entrato nella sua stanza senza che lui se ne accorgesse. Broly stava facendo una fatica immane per evitare di esplodere e trasformarsi in super saiyan, e cominciava a risentirne, ormai era più che evidente.
 
Suo padre sapeva bene che era suo desiderio riavere il piccolo principe accanto, ma doveva pazientare…
Aveva mandato quel finto leccapiedi in avanscoperta per verificare l’eventuale ‘attacco’ di qualche stupido moscerino, e voleva prima sapere cosa aveva da dirgli.
La verità era che sapeva perfettamente quanto poco gli fosse leale quella specie di cane rognoso, e moriva dalla voglia di scoprire come avrebbe agito, anche se una mezza idea se l’era già fatta. E non si trattava affatto di un’idea di poco conto.
 
“Ancora non capisco perché tu l’abbia fatto andare solo” – aveva detto Broly, serio – “Credo che tu sia stato avventato”.
“Vedo che hai ancora l’uso della parola” – lo aveva schernito suo padre – “Ma, purtroppo, vedo che non sei ancora del tutto lucido… La rabbia ti acceca”.
“Non osare prenderti gioco di me, padre”.
 
La minaccia poco velata di suo figlio aveva fatto storcere in naso ad un Paragas che questa volta aveva fatto fatica a mantenere la calma. Man mano che diventava adulto, quello sbarbatello diventava sempre più sfacciato e impertinente.
Fortuna che lui sapeva perfettamente come tenerlo a bada… Perfettamente, ogni volta che lo desiderava o si rendeva necessario.
 
“Ti ho mai deluso, forse?” – aveva allora chiesto a Broly – “Rispondi… Ti ho mai deluso?”.
 
Il ragazzo si era preso qualche istante prima di parlare. Anche se a malincuore, doveva ammettere che suo padre avesse ragione: non lo aveva mai deluso. Certo, adottava metodi discutibili e spesso lo metteva a fatto compiuto davanti alle cose, ma no, non lo aveva mai deluso.
 
“No, padre. Mai”.
“Bene…” – aveva esclamato, avvicinandosi a lui fino a posargli una mano sulla spalla – “Non vedo perché dovrei cominciare a farlo proprio adesso”.
“Io voglio Vegeta” – aveva ribadito il ragazzo – “E voglio questo Kaharot, quest’altro super saiyan. Voglio strappargli il cuore dal petto e divorarlo sul suo cadavere ancora caldo. Io devo averlo… Devo averlo e rimetterlo al suo posto”.
“E lo avrai”.
“MA TU HAI PERMESSO A FREEZER DI USCIRE E TROVARLO PRIMA DI ME!”.
 
Era balzato in avanti, minaccioso, dando un pugno così forte alla poltrona posta accanto al suo letto da ridurla in mille pezzi.
Era furioso. Furioso e desideroso di vendetta.
 
“A Freezer!” – aveva ripetuto, con la schiuma alla bocca e gli occhi rossi come il fuoco tanto grande e incontrollabile era la sua follia.
 
Paragas si era soffermato a guardalo, in silenzio. Era quello il Broly che conosceva, e non aveva nulla a che fare con il ragazzino che qualche tempo addietro aveva visto piangere e struggersi in preda ad una sorta di depressione romantica. Se non lo avesse visto con i propri occhi avrebbe creduto di averlo sognato.
Ma non era stato così… Suo figlio era vittima delle emozioni, e non c’è mai stato essere più pericoloso di colui che si lascia controllare dalle emozioni, qualunque esse siano.
 
“Freezer ha intenzione di tradirci” – aveva allora asserito, calmo e serio.
“Cosa?” – era fuori di sé dallo sgomento – “Come lo sai?”.
“Credi che sia stupido, figliolo? Continui ad offendermi!” – aveva detto, avvicinandosi ad un tavolino dove vi erano sistemati degli alcolici e versandosi una generosa dose di un liquido denso, scuro, e dall’odore pungente.
“Padre, che hai intenzione di fare??” – era veramente confuso. Confuso e stanco di essere preso in giro in quel modo. Non era più un bambino, quando lo avrebbe capito? Era un uomo! E un uomo prende da solo le proprie decisioni, o partecipa a quelle prese da suo padre.
 
Paragas aveva fatto roteare il liquido nel bicchiere per due volte prima di portarselo alle labbra e berne una piccola dose, chiudendo gli occhi per assaporarne meglio il gusto.
“Padre??” – era veramente sul punto di perdere il controllo.
“Andiamo… Credevi davvero che lo avrei mai fatto uscire da solo con quei due idioti? Pensaci bene… Secondo te, ho pagato profumatamente quegli scienziati solo perché lo rimettessero insieme??”.
 
E, a quel punto, tutto era stato chiaro, esattamente come la luce del sole.
 
“Tu hai fatto impiantare in lui un sistema di localizzazione!” – aveva esclamato, rapito dall’eccitazione della scoperta.
“Colpevole!” – aveva risposto, sedendosi sulla poltrona rimanente.
“E lui… quella lucertola non se n’è accorta?”.
“E come avrebbe potuto? Siamo persone discrete, noi… Fidati, figlio mio. Lui non ha nessuna intenzione di cercare Kaharot, al momento… Lui ha solo un obiettivo in testa, e prova ad indovinare quale sia… Se indovini, prometto di farti uscire appena sarà fatto giorno…”.
 
E Broly aveva ghignato, sadico, perché era certo di aver compreso ogni cosa.
 
“Sfere del drago…” – aveva detto – “Lui sta cercando le sfere del drago”.
 
Il sorriso di suo padre era stato più valido di mille altre risposte.
 
Continua…
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Eccomi qui, stavolta persino in anticipo! ;)
Dunque dunque, mi sono resa conto che “Il trono di spade” mi sta facendo diventare un’esperta di complotti! XD
Non avevo la benché minima intenzione di scrivere quello che ho scritto, e a fine capitolo, dopo averlo riletto, mi sono detta: “E tutto questo da dove è venuto fuori??”.
Dunque, se vi ho confusi da morire – e questa volta per davvero – diciamo che la colpa è in parte di quel benedetto telefilm! XD
 
Alla faccia di Paragas idiota, mi verrebbe da dire, a questo punto!! Lui aveva calcolato tutto!!
Voglio dire, quell’idiota di Freezer ha ancora il suo cervello, ma esso è controllato da Paragas!
Non so se dire che quest’uomo è un genio o se è pazzo. Di certo, ama i complotti.
 
Bene, che ne dite di questa seconda entrata in scena di Broly?? (Mi sono accorta solo ora che lo stavo scrivendo in maniera sbagliata -.-‘).
Mi fa paura… Cioè, non lo sa neanche lui quello che vuole, non sa neanche lui quello che prova! Un po’ è arrabbiato, un po’ è deluso, un po’ è ferito, un po’ e furioso!! E’ come una donna prima del ciclo! U.U
Uguale!
Abbiate paura, uomini! SARANNO DOLORI.
 
Vegeta… tu sei l’essere più adorabile della galassia, è inutile che ti atteggia a yogurt scaduto… E Yamcha… Per favore, taci! XD
 
In ogni caso, spero che il tutto vi sia piaciuto! <3
 
Bene, dopo queste note più lunghe del capitolo, vi lascio!!
Vado a ripetere qualcosa, e poi mi preparo per uscire!! ;)
 
Un bacino cari!!
Buona domenica!!
Cleo
 
Ps: ma siamo al capitolo numero 80!!! Mamma mia… Ne abbiamo fatta di strada, eh?? ;)
Grazie amici… E’ tutto merito vostro!! VI ADORO!!
   
 
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