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Autore: RembLem    11/05/2013    5 recensioni
"Ciao, sono Cassie e la mia vita sta per cambiare totalmente. Non so chi siano i miei genitori, non so dove andrò a vivere e con chi ci andrò. In poche parole non so chi sono. Bello, vero?"
[FF SOSPESA CAUSA ESAMI]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-CAPITOLO TRE- 

Il viaggio.








 

Sono passati un po' di giorni da quando ho parlato con Jane e Mark.

Quella discussione con loro mi ha fatto bene.

Appena ho scoperto di essere stata adottata sono rimasta sconvolta e mi sono terribilmente innervosita.

Ma dopo aver parlato con loro mi sono sentita meglio, mi sono sentita tranquillizzata.

Alla fine abbiamo deciso insieme, tra due giorni partirò per la California.

E' lì che vivono mia madre e mio fratello. Quelli veri.


Non ho il problema della scuola, fortunatamente è finita tre settimane fa.

E poi ho sedici anni, quindi non c'è nessun problema.

Non so per quanto tempo rimarrò lì. Forse una settimana, forse due, forse per sempre.

Adesso dovrei parlare a telfono con mia madre e chiederle il permesso di tornare a casa.

Mark mi ha dato il numero, ma lui non vuole parlarci.

Non sono nei migliori rapporti ultimamente, a causa mia.



Sono le quattro del pomeriggio, ho appena finito di mangiare. Un panino al volo, non avevo molta fame.


Jane viene da me e mi saluta dicendo che deve andare a lavoro.

«Ciao Cassie! Ricordati di telefonare Kathryn, mi raccomando.» e mi stampa un bacio sulla guancia.

«Certo! A stasera!» rispondo sorridendo.


Jane mi fa sempre sorridere, è una donna così solare. Solo a guardarla viene il buon umore.


Mi ha fatto effetto vederla piangere, di solito è sempre sorridente e scherzosa.

Nonostante l'età e qualche ruga, Jane è sempre in movimento, sembra una ventenne.

E in più ha degli occhi bellissimi, sono di un verde stupendo.


Adesso sono sola in casa, di nuovo. Mark è a lavoro come sempre. Quei due si danno daffare.


Sono sola a casa, di nuovo. Non so come sia stare in casa con il proprio fratello, dato che sono l'unica "figlia" di Jane e Mark.

Rimango pensierosa seduta sul divano, decidendo il da farsi.


Chiamo adesso? O chiamo più tardi?


Più tardi.

Accendo la TV e faccio zapping tra i canali. Niente di interessante.


Possibile che non ci sia niente di interessante?

Sì, possibile.

Spengo la TV e accendo la radio, ascolto un po' di musica e vado in cucina a sgranocchiare qualcosa.

Alla fine, decido di chiamare mia madre.


Prendo il telefono in mano e seleziono il numero che Mark ha scritto con la sua orribile calligrafia su un foglietto di carta.

Rimango a fissare per un po' il numero e mi accorgo di essere ansiosa. Chiamo e appoggio il telefono all'orecchio.

Aspetto in linea ma finalmente qualcuno risponde.

«Pronto?»

Una voce maschile, non ho idea di chi sia, forse ho persino sbagliato numero, probabile dato che è un'impresa decifrare la scrittura di Mark.

«Ehm...»

Sto balbettando, non ci voleva.

Faccio un respiro profondo e trovo, non so dove, il coraggio di parlare.

«Ciao! Mi chiamo Cassie, posso parlare con Kathryn?»

«Cassie, sei tu?!»

«...»

«Cassie! Sono io! Drew, tuo fratello!»

«Oddio, ciao Drew!»

«Cassie! Che bello sentirti! Mi sei mancata tantissimo!»

Sento che sto per piangere, è contentissimo di sentirmi, si capisce dalla sua voce.

«E' bello anche sentire te!»

«Come stai? Dove sei?»

«Sto bene, sono a casa mia, la casa di Jane e Mark, te ne ha parlato la mamma?»

«Certo che me l'ha detto! Ricevute le lettere?»

«Sì, ricevute in un modo particolare, ma ricevute.»

«Mi devi raccontare tutto un giorno! Ti passo la mamma?»

«Certo! Sì, grazie! E' stato bello sentirti!»

«Te la passo subito!»


E' emozionatissimo e lo sono anche io, il cuore mi batte all'impazzzata, sto tremando e ho gli occhi lucidi.

Riesco a sentire Drew che chiama mia madre dicendo che 'Cassie è al telefono'.


«Cassie!»

«Mamma!»

Riesco a dire solo quello che le lacrime mi riempiono la faccia.

«Piccola mia! Mi sei mancata tantissmo! Ti penso ogni giorno!»

Scoppio in lacrime dalla commozione e non riesco a parlare. Riesco solo ora a capire quanto sia mancata a mia madre.

Parlo con mia madre per un po' di tempo, anche lei come Drew e me è contentissima.

Mi chiede della casa e di Mark e Jane, di come mi trovo qui, della scuola, degli amici.

Alla fine devo dare la bella notizia, quella per cui ho chiamato.

«Mamma, ho chiamato per dirti una cosa: io tornerò in California da voi.»

«Che bella notizia! Quando? Noi siamo pronti a riaccoglierti a casa a braccia aperte!»

«Credo di partire Mercoledì alle sette del mattino!»

«Che notizia fantastica! Tra due giorni potrò riabbracciarti! Non ci credo ancora!»

«Già... non vedo l'ora!»

Ancora pianti di gioia e frasi dolci ma infine devo attaccare e salutarla.


Io ancora non ci credo, le loro voci, le loro parole, mi sono sentita a casa.

Erano emozionati quanto me, tantissimo.

Nonostante la mia assenza, loro hanno continuato a volermi bene e a pensarmi.



La sera racconto tutto e Jane e Mark che sembrano contenti per me.

Dovrò prendere l'aereo New York - Los Angeles, all'aereoporto di Los Angeles mi aspetterà Kathryn che mi porterà a casa.

Partirò alle sette e arriverò alle dieci.

Vado a letto ma mille pensieri camminano per la mia testa.



 

- - - - - - - - - - -






I due giorni prima della partenza sono passati in fretta, sono stata occupata a fare le valigie.

Mi ha aiutata Jane. Senza di lei avrei fatto un disastro.




Sono le cinque del mattino e non riesco davvero a riposare, quindi decido di alzarmi e prepararmi per il viaggio.

Mi faccio una doccia calda per rilassarmi e dopo essermi asciugata, mi vesto con dei jeans e una canottiera, devo star comoda.

Jane entra in camera mentre mi infilo le scarpe.

«Oh! Sei già sveglia! Dai, facciamo in fretta, l'aereo è alle sette!»

Mentre mi pettino i capelli, desidero di averli più corti, è noioso pettinarli quando sono così lunghi.

Guardo l'orologio e vedo che sono le sei.

Esco dal bagno e aiuto Jane a mettere le valigie in macchina. Mi accompagnerà lei in aereoporto, dato che Mark dorme ancora.

Saliamo in auto alle sei e un quarto e arriviamo lì alle sei e mezza.


Ho salutato Mark ieri sera, anche se mi sarebbe piaciuto salutarlo anche prima di partire.

Ieri mi ha detto
 «Ricordati che ti vorrò sempre bene» piangendo.

Vado a fare il check-in e lascio le valigie

Io e Jane ci sediamo aspettando l'aereo. Da una parte mi dispiace lasciarli.

Lei inizia a parlare.

«Mi macherai, sappi che se vorrai tornare, noi saremo qui per te.»

«Anche tu mi mancherai, Jane.»

Ci abbracciamo a lungo ma poi viene annunciato l'arrivo dell'aereo. Ci stacchiamo e ci salutiamo.

«Preso tutto?» «Preso tutto.»

Prendo le borsa e mi dirigo verso l'aereo. Mi giro per guardare Jane che mi saluta e le sorrido, poi salgo.

Cerco il mio posto, sono seduta da sola e spero di esserlo per tutto il viaggio, sinceramente.

Alla fine finalmente trovo il mio posto e mi siedo.

Le persone arrivano pian piano. Poi arriva una ragazza, anche lei sola come me, e mi si avvicina.

«Ehi, Ciao! Anche tu sei sola?»

«Eh sì!»

«Ti dispiace se mi siedo vicino a te?»

«Per niente, figurati!»

La ragazza si siede al posto accanto al mio, forse non mi dispiace tanto, forse sì.

«Mi chiamo Abbie! Piacere!»

«Il mio nome è Cassie!» rispondo sorridendo.

Non ho mai visto questa ragazza prima d'ora ma ha un'aria simpatica.

«Anche tu a Los Angeles?» continua a sorridermi.

E' una ragazza con i capelli biondi e gli occhi marroni e non è tanto alta.

Dovrebbe avere più o meno la mia età.

«Esatto, tu che ci fai a Los Angeles?» le domando.

«Oh... vado a casa di mio zio Patrick per le vacanze! Tu?»

«Vado a conoscere mia madre, non la vedo da anni.»

«Ma come?!»

«Beh, abbiamo sei ore di viaggio da fare, ho tutto il tempo di spiegarti!»








Ciao a tutti! c:
Il terzo capitolo si conclude qui, grazie per aver letto.
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@survivefxrhaz (Letizia)
@ddrewswg (Rebecca)
Grazie mille! c;

  
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