Capita. Fin troppe volte nella vita,
a volte gli amori
vengono stroncati sul nascere per evitare squilibri, complicazioni.
Altri amori
nemmeno vengono riconosciuti, ancor prima che si scopra che
è amore ci si
separa. Ogni amore ha la sua fine, ma tutti hanno una fine.
Dopo quella loro prima volta Zelo e
SeungRi non si rividero
più. Fecero coppia nel programma e nulla più,
mesi e mesi senza vedersi né
sentirsi.
Quella mattina di Maggio Seung era
uscito per prendere al
suo ragazzo uno splendido anello, a dir la verità voleva
prenderne due, due
fedine per rendere saldo il loro rapporto.
la strada per la gioielleria non era affatto lunga, doveva giusto
girare
l’angolo e se non fosse stato per quella scarpa slacciata non
si sarebbe
nemmeno fermato, ma dovette inginocchiarsi lungo il marciapiede proprio
per allacciarla.
-centoventiquattro messaggi.-
Una voce fin troppo familiare
costrinse Seung a distrarsi da
ciò che stava facendo, a terra era proiettata un ombra
maschile, snella e
slanciata. Nel momento in cui alzò lo sguardo un gancio
destro lo colpì dritto sul
naso e, accompagnato dai respiri mozzati e lo stupore della folla,
cadde a
terra coprendosi il viso che già grondava di sangue,
attraverso gli spazi tra
le dita riuscì a riconoscere la sagoma di un viso dipinto da
un’espressione
furiosa, i capelli azzurri-bluastri gli ricadevano lisci sulla fronte,
spinti
verso il basso da un cappello bianco. Il misterioso ragazzo corse via
senza
aggiungere altro.
SeungRi dovette rinunciare
all’idea di comprare quelle
fantomatiche fedine e se ne tornò a casa con il viso
imbrattato di sangue, il
dormitorio era vuoto e lui ne approfittò per spogliarsi
lanciando la maglietta
macchiata a terra e dirigendosi verso il bagno per pulirsi, in passato
aveva
visto qualche film americano dove i ragazzi bullizzati si infilavano
pezzi di
cotone nel naso per raccogliere il sangue, così prese un
cilindro di cotone e
lo infilò nella narice destra sperando che uno bastasse a
bloccare tutto. Si
guardò allo specchio digrignando i denti e lanciando una
maledizione a bassa
voce, altra traccia del pugno era un brutto livido violaceo a un lato
del naso.
L’aveva sfigurato, per un po’ non sarebbe potuto
apparire in tv.
All’improvviso qualcuno
suonò alla porta e pensando che
fosse un membro del gruppo il povero maknae non si fece problemi a
dirigersi
verso l’ingresso in quelle condizioni aprendo poi la porta
con un mezzo
sorriso, ma ciò che ricevette fu una spinta tale che lo fece
indietreggiare
dentro casa e così la misteriosa persona ebbe il tempo e il
modo di entrare a
sua volta sbattendosi la porta alle spalle.
-centoventiquattro messaggi,
bastardo! Non ti sei degnato di
rispondere nemmeno a uno!- Zelo prese a battergli l’indice
sul petto in segno
di colpevolezza e lo colse tanto di sorpresa con quella comparsa e quei
gesti
da farlo cadere sul divano di schiena
-Non volevo complicare le cose..-
-Ma quali cose e quali cose? Tu mi
hai usato!-
-Non è così! Io
ci tenevo a te..-
-E poi hai smesso! Vaffanculo,
SeungRi, vaffanculo davvero.-
Zelo non sembrava volersi decidere ad
abbassare la voce
nonostante i vari segni che il maggiore gli faceva con le mani
invitandolo a
diminuire di qualche tacca il volume, ma per dispetto
l’adolescente gli
schiaffeggiava le mani, preso coraggio il maknae dei bigbang lo
tirò dal polso
facendolo ricadere su di sé, ma il ragazzino
iniziò a dimenarsi e infine tanta
era l’agitazione che scoppiò in un pianto isterico.
-Tu lo sapevi che ci sarei rimasto
male e l’hai fatto
apposta!-
-Jun, non ti avrei mai lasciato,
credimi-
-Ma guarda un po’
l’hai fatto! Non ti perdonerò mai.-
-L’ho fatto
perché dentro di me sentivo crescere un certo
sentimento quella volta nel camerino..-
-Seung, quel sentimento di cui
parli…- Jun, campione di
recitazione, abbassò lo sguardo serio, quasi fosse tornato
tutto normale e
fingendo un sorriso tornò a guardarlo portandosi le mani
accanto al viso. –Al
paese mio si chiama eccitazione!!- urlò rabbiosamente
tirandogli uno schiaffo
tale da costringerlo a coprirsi il viso con entrambe le braccia.
-Oddio, scusami
Seung….scusami, scusami. Fammi dare un’occhiata.
Ti ho fatto tanto male?-
-No no, è tutto ok..-
-E ma vai al diavolo! Ti devo fare
male!-
Andarono avanti così per
circa dieci minuti, JunHong non
faceva altro che tirargli sberle su sberle e Seung era sul punto di
piangere, e
non per il dolore ma per l’umiliazione, per la sofferenza
dell’animo, Dio solo
sapeva quanto gli era mancato quel ragazzo.
Ad un certo punto però il più piccolo, stanco di
sbraitare, si lasciò andare
solo a quello stesso pianto schiacciando la testa contro il suo petto.
-Lo so che è difficile
credermi, ma io davvero non avrei mai
voluto abbandonarti..-
-Invece l’hai fatto e hai
tradito la mia fiducia. Sei una
delusione. Non ti perdonerò.-
-E allora che senso aveva venire qui
per dirmi cose che già
so?-
-Cosa? Beh…non lo
so…volevo…volevo..-
-Vedermi..- Seung gli prese il viso
con due dita tirandolo
leggermente verso di sé e incatenando i loro sguardi
ipnotici alla stessa
maniera
-Cosa dici! Sei solo un bastardo
imbroglione..-
-Eppure sei qui. Non sai quanto io
sia felice di vederti.-
A quelle parole il più
piccolo storse le labbra abbassando
lo sguardo per fargli percorrere le intersezioni fra una mattonella e
l’altra
del pavimento. Ci furono almeno venti secondi di silenzio, trascorsi
questi
Seung fece il primo passo e tirando ancora di più il suo
visetto finì per
imprimere sulle sue labbra esangui un bacio struggente, di quelli da
film. Jun
con trasporto si lasciò andare prendendo a muovere la bocca
su quella affilata
del compagno, talvolta dei mugolii lievi spezzavano il silenzio
imbarazzante,
ad accompagnarli il suono del tessuto dei loro indumenti che si
sfregavano fra
loro ogni qualvolta finivano per stringersi.
Chissà come e
perché era finita così, nessuno dei due sapeva
dire se quello era un bacio di addio o un bacio che avrebbe segnato un
inizio,
ma entrambi si sentivano privi di forza per separarsi.
Era una cotta strana quella, si sarebbero ripresi sempre, il famoso
filo rosso
che legava i loro mignoli li avrebbe costretti a rincontrarsi anche
dopo
quarant’anni. Era struggente. Vederli così,
avvinghiati l’uno all’altro come
non ci fosse un domani o una ragione abbastanza valida per scendere da
quel
divano. Erano un insieme di spigoli e angoli aguzzi, nocche con
capelli, gomiti
con anche, ginocchia con cosce, due profumi differenti,
un’acqua di colonia che
sapeva di lusso e una spruzzata volante di giovanile One Million, il
primo dato
con cura, servendosi di tutto il tempo di cui si aveva bisogno e il
secondo
dato di fretta in un attimo svolazzante che sarebbe stato catturato
meglio da
una farfalla piuttosto che da un ragazzino meticoloso. Un intreccio
sadico di
lingue e lacrime che continuavano a mischiarsi insieme a sapori e
ricordi
mancati.
-Seung io voglio…-
[Ancora una volta vi devo
chiedere le mie scuse più sentite per
quest’assenza prolungata, la scuola in
quest’ultimo period mi sta uccidendo e capirete bene che
è alquanto dura
pensare di portare Avanti una ff in condizioni simili ;; comunque le
acque si
sono calmate /anche se poco/ quindi vedrò di portare Avanti
questa storia. Fatemi
sapere se la trovate ancora interessante!]