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Autore: SmartieMiz    12/05/2013    5 recensioni
Cosa potrebbe mai accadere se due migliori amici si innamorassero, si fidanzassero e si lasciassero per poi rincontrarsi cinque anni dopo, ognuno con la propria vita?
La vita di Nick e Jeff e di Thad e Sebastian a New York sulle note di "The Scientist", dal loro primo bacio alla loro nuova famiglia.
Non importa quanto le cose possano andare male, perché il vero amore trionfa sempre.
«Ah, sì, io me le ricordo!», esultò Jeff entusiasta.
«Davvero?», domandò la piccola Luna incuriosita: «Papà mi ha detto che non eri una cima in chimica».
Jeff fulminò lo sguardo di Nick. Quest’ultimo si limitò a ridere.
«Queste cose me le ricordo proprio perché me le spiegò papà», rispose Jeff con un sorriso.
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Tell you I'm sorry


La mattina dopo, Thad era già all’ospedale, puntuale. A causa dell’ansia e della preoccupazione, quella notte non aveva chiuso occhio.
Salutò Nick che stava per tornare a casa, poi chiese al personale dell’ospedale di poter vedere un paziente e gli venne dato il consenso.
Entrò nella sua camera e lo vide, disteso sul lettino.
Sebastian lo accolse accennando un sorriso: «Thad», lo chiamò: «Grazie al cielo stai bene».
«Grazie al cielo stai bene tu!», rispose l’altro chinandosi accanto a lui, con gli occhi che stavano incominciando a riempirsi di lacrime: «Mi dispiace, è tutta colpa mia!».
«Calma, Thad, non è colpa tua, okay?», cercò di rassicurarlo Sebastian: «Non è mai stata colpa tua, la colpa è sempre stata soltanto di quel lurido essere che per anni ti ha reso la vita un tormento».
«La colpa è mia, invece. L’avrei dovuto denunciare già molto tempo fa», Thad chinò il capo, mesto.
«Ora questo non c’entra, questa è un’altra cosa. So che non è stato affatto facile sopportarlo, capisco che avevi paura e che…».
«… non dovevo far arrivare Dylan a tanto», lo fermò Thad: «Non sarei mai dovuto scappare così, inaspettatamente...».
«Convinciti dell’idea che non sei tu che hai fatto arrivare Dylan a fare cose del genere. Se ha provato ad ucciderci, vuol dire che l’ha pensato lui, che l’avrebbe fatto a prescindere dal tuo atteggiamento. Tu non hai fatto niente di sbagliato, okay? È stato proprio Dylan a farti credere di essere sbagliato».
Thad alzò il capo, guardandolo negli occhi: «Sebastian, mi dispiace… mi dispiace tantissimo, mi sento così tremendamente in colpa…».
Sebastian gli prese la mano, stringendola forte e portandosela al cuore: «È tutto finito, Thad. Ora non c’è più niente di cui aver paura, davvero».
Thad si asciugò le lacrime, annuendo lentamente. «Mi hai perdonato, Thad?», chiese inaspettatamente il francese, spaventosamente serio.
«In realtà credo di averti perdonato già da tempo… ci siamo lasciati e, anche se provavo a nasconderlo, credo di non aver mai spesso di pensare a te», svelò l’ispanico.
Sebastian annuì: «E le parole di Dylan? Che cosa ne… pensi?», chiese, imbarazzato.
Thad boccheggiò: «È… è vero?», chiese.
«Sì, ma ho smesso proprio l’altra sera, quando ti ho ospitato a casa mia. Stavo per andare in quel locale, ma fortunatamente sei stato proprio tu ad impedirmelo», spiegò Sebastian, poi con un sorriso disse: «Sei sempre stato come un angelo custode».   
Thad sorrise leggermente. «Mi dispiace averti mentito, io… io mi vergognavo, okay? Non ho mai terminato la facoltà di giurisprudenza, ho interrotto gli studi, senza di te non riuscivo a fare niente, ed era tutta colpa mia. Mi sono meravigliato di quanto l’amore possa avermi condizionato la vita… sai bene che ho sempre pensato che l’amore fosse una cosa patetica, inutile… ti consuma, ti rovina la vita, ma con te è sempre stato diverso, Thad. Alla fine mi sono trasferito a New York, perché sapevo che eri lì, a meno che non avevi cambiato college. Sai che ti dico? Non mi sono mai pentito di tutto questo… al diavolo tutto il resto! Averti ritrovato è stata la cosa più bella del mondo, credimi. Innamorarmi di te è stata la cosa più bella che potessi mai fare. È stato un errore? Bene, sappi che è un errore che rifarei sempre, all’infinito».
Thad, emozionato, gli strinse più forte la mano: «Andrà tutto bene, hai ragione: ora non c’è più niente e nessuno che può fermarci».
 
Nick arrivò a casa per le otto e mezzo del mattino. Aprì lentamente la porta con le chiavi e il buio della stanza lo accolse. Si avvicinò alla finestra, alzando le tende. I raggi del sole entrarono, illuminando la casa. Sul divano, Nick poté distinguere le figure di Harry e Jeff dormire serenamente. Due angeli, pensò intenerito e con il cuore che gli batteva forte.
«Hey, Nick».
Il moro si voltò, sentendosi chiamare. Jeff sbatté le palpebre, issandosi sul divano, con gli occhi ancora assonnati e i capelli arruffati: «Sebastian? Thad?», chiese, immediatamente.
«Tutto bene, Sebastian verrà rilasciato domattina», rispose il moro, avvicinandosi a lui.
«E tu? Tutto bene? Immagino sei stanco», parlò il biondo, premuroso.
«Sì, ma non importa», lo rassicurò il moro, poi bisbigliò: «Harry? Ha dato problemi per dormire?».
«No… andiamo di là? Harry potrebbe svegliarsi», gli suggerì Jeff.
Nick annuì, poi lo condusse nella propria camera. «Ha fatto un incubo e ha voluto dormire con me sul divano. Sai che mi ha detto?», iniziò il biondo.
Il moro scosse il capo. «Mi ha detto che ci vuole bene e che secondo lui sarei un ottimo padre. Gli piacerebbe che io vivessi con voi due…».
«Lo so, me lo disse già», confermò Nick.
«… e mi ha detto che quando tu parli di me, sembri triste e felice allo stesso tempo», continuò il biondo.
Nick sentì le lacrime, silenziose, solcargli le guance.
«Io… scusami, Nick, non pensavo davvero quello che ti ho detto ieri pomeriggio», disse Jeff chinando il capo, mesto: «Ero… sono confuso».
Nick gli si avvicinò: «È tutto okay. Tranquillo, forse hai bisogno dei tuoi tempi. Ti… ti capisco, posso capirti», provò a rasserenarlo.
Jeff avvicinò le sue labbra a quelle di Nick, unendole in un bacio molto breve e appena sfiorato. «Non… non dimentichiamo di nuovo. Smettiamola di fingere. Riproviamoci. Possiamo partire dall’inizio», parlò il biondo.
Nick lo cinse delicatamente per i fianchi: «Neanche io voglio dimenticarti… sappi che per quanto ci abbia provato, non ci sono mai riuscito».
Jeff gli accarezzò la guancia: «Quanto mi sei mancato, Nick… il mio primo ragazzo, ma soprattutto il mio migliore amico».
Le lacrime, più insistenti, continuarono a bagnare il volto del moro. Jeff gli tolse via le lacrime sulle labbra, accarezzandole delicatamente con la lingua: «Non piangere… ti emozioni sempre, tu…», sussurrò, con un sorriso vivace.
«Ah, senti chi parla!», sbottò Nick, poi risero entrambi. «Comunque sono d’accordo. Riproviamoci, partiamo dall’inizio», disse infine, serio.
Jeff annuì. Proprio in quel momento udirono il trillo di un cellulare.
«Ah, è il mio… l’ho lasciato di là, sul tavolino. Speriamo che non abbia svegliato Harry…», asserì il biondo premuroso, uscendo dalla stanza insieme all’altro.
 
 È passato così poco e già mi manchi. Avevo deciso di tagliare completamente i rapporti con te per quello che ho fatto, ma perché è così difficile? Cavolo, ti amo – Brandon
 
Jeff fece leggere l’sms a Nick. «Giusto, alla fine non ti ho spiegato niente…», disse il biondo.
Nick annuì lentamente. «Brandon mi ha tradito perché io… beh… perché io non sono entrato nelle sue grazie, ecco…», iniziò Jeff, diventando porpora.

Nick inarcò un sopracciglio. «Davvero?», gli sfuggì. Quella di Jeff e Brandon gli era sempre sembrata una coppia molto affiatata, gli sembrava difficile pensare che non lo fossero anche in quel senso.
«Sì», rispose il biondo, poi disse: «Sono rimasto... deluso, ma deluso è riduttivo. Non volevo che andasse via… volevo qualche spiegazione in più, qualche chiarimento… avremmo potuto parlarne insieme, ricominciare, non so, fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma lui ha preferito rinunciare, prendendo una pausa. È finita, sai che non credo nelle pause».
Nick annuì, abbassando il capo. «Cosa pensi di fare?», chiese, infine.
«Mi sembrava fosse chiaro», disse Jeff, con uno strano sorriso e posando il cellulare.
Nick lo guardò, perplesso. «Ci siamo finalmente ritrovati, Nick. Non posso perderti di nuovo. Non voglio che accada di nuovo».

 


Angolo Autrice

Buona serata a tutti! :D
Scusatemi per il vergognoso ritardo! Sono stata molto assente durante queste settimane a causa della scuola, ma la settimana che sta per venire sarà ancora peggio, quindi mi sa che mi farò viva soltanto alla fine del mese D: (spero prima).
Che dire... capitolo leggermente di passaggio dal punto di vista Thadastian, anche se abbiamo dei chiarimenti e le parole di Sebbie provenienti dal suo cuoricino <3 *my OTP is perfect *---* * E poi... NIFF! *fangirlizza* Urliamolo: NIFF, NIFF, NIIIFFF! *delira*
E questo è solo l'inizio della Niff... ;) *sghignazza*
Ringrazio angela_s e BrokenRoses che hanno recensito lo scorso capitolo e tutti coloro che leggono!
Al prossimo capitolo :D

   
 
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