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Autore: Darytia Rani    12/05/2013    3 recensioni
L’uomo era furioso. Prese dal taschino del suo gilet un coltellino che, con un rumore così fastidiosamente metallico da far venire i brividi, uscì dal suo manico.
Si avvicinò pericolosamente a me, puntandomi la punta del coltello sulla gola.
Ancora il suo tic.
< Vedi, non sempre si è disarmati sia a livello figurato che fisico. Per me è così e stai giocando letteralmente con il fuoco, cara. >
< Il fuoco si spegne con un soffio. > risposi soffiandogli in faccia.
Joker scoppiò a ridere aumentando la pressione del coltello sulla gola < A volte, bambolina, non si deve fare resistenza al proprio aggressore, a volte serve solo ballare con il Diavolo per uscire dall’Inferno! >
Non so esattamente cosa dire di questa storia ... essendo comunque la mia prima Fanfiction su Joker. Spero che il mio lavoro vi piaccia! Non abbiate paura di recensire e di illustrarmi tutti gli orrori presenti nella mia storia! xD Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joker aka Jack Napier, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo …
Ora a Gotham c’è un nuovo cattivo in circolazione: Joker.
A quanto dicono, è molto furbo, in quanto sia riuscito a scampare dalla polizia e da Batman.
All’altezza di Bruce.
Io sapevo la vera identità di Batman, in quanto buona osservatrice e buona amica del signor Wayne.
Lui non me lo aveva detto, ma in qualche modo Alfred aveva, potremmo dire, affermato i miei pensieri.
Quel maggiordomo mi stupiva sempre di più … era veramente saggio e, la maggior parte delle volte era un po’ come quello lì … Silente. Quello di Harry Potter, no?
Come conosco silente? Ahahah, semplice: la maggior parte delle mie amiche (2) erano completamente assuefatte di quei libri.
Io personalmente non li avevo mai letti.
Comunque sia, ora mi stavo recando al maniero Wayne. Volevo saperne di più su quel clown.
Non saprei spiegarne il motivo, ma c’era qualcosa in lui che mi spingeva a saperne di più. Forse la sua falsa felicità … non so.
Parcheggiata la mia Mercedes nera, mi avvicinai al cancello d’entrata al grande giardino e suonai il campanello
Una voce leggermente roca di un anziano probabilmente appena svegliato dal mio arrivo rispose al citofono << Chi è? >>
<< Luna. Alfred, dovrei parlare urgentemente con Bruce. >>
<< Prego, signorina, si accomodi. Vado a chiamare il signor Wayne. Le lascio la porta aperta. >>
<< Grazie, Al. >> risposi con confidenza

Una volta aperto lo sfarzoso cancello, ritornai in macchina e mi affrettai ad entrare.
 
 
Bruce era in pigiama e mi aspettava seduto ad una poltrona << Spero sia importante, o questa te la faccio pagare. >> disse serio stropicciandosi gli occhi
Bhè, non che io potessi andare lì e dire – Non so perché, ma dovevo chiederti delle informazioni su joker visto che tu sei Batman!-
Optai per il sembrare il più seria possibile << Joker. >> risposi solo io.
<< Chi? >> rispose lui.
<< Ma come chi, Bruce! Il Clown! >>
<< Ooh, si quello. Allora? >>
<< Voglio saperne di più. >>
Bruce assunse un’espressione divertita << E perché credi che io debba saperne qualcosa? >>
<< Non sei bravo a recitare, Bruce. Allora? Mi accontenti o no? >> dissi con una faccia degna di una bambina che voleva un regalo.
Bruce rise << Ok. Vieni. >> disse portandomi su per le scale in una stanza piena di computer.
<< Ok. E tu dovresti essere quello che non sa niente di nessuno? >> dissi sembrando una ragazza che aveva appena trovato uno scrigno segreto.
Non sentii arrivare la sua risposta, segno che mi aveva lasciata da sola in quella stanza.
Quindi mi sedetti sulla sedia centrale e digitai il nome Joker.
Come mi aspettavo, non c’era molto, solo gli ultimi furti che aveva compiuto e i suoi vari nomi: Mr. Kard (per la mafia) e Jack Napier, il tutto decorato da alcune sue foto.
La cosa che mi colpirono di più furono proprio le sue foto.
Non so cosa in particolare. Probabilmente i suoi occhi.
Rimasi a fissare quell’immagine quasi ammaliata. Non lo so il perché.
Non sapevo da dove provenisse quella reazione da parte mia.
Strinsi l’immagine suoi occhi, così scuri, così cupi.
Ok. Avevo capito cosa mi aveva colpito.
Poi ritornai alla realtà.
“E menomale che non sapeva niente lui …” pensai riferendomi a Bruce.
Presi le mie cose e scesi di corsa salutando Bruce ed Alfred, che rideva,  per poi tornare a casa.
 
 
   
 
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