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Autore: SarcasticColdDade    13/05/2013    1 recensioni
Brian, Matt, Zacky, Jhonny e Amy hanno appena perso il loro migliore amico, e ora si ritrovano a dover affrontare la situazione, cercando di farsi forza tra di loro.
Tutto cambia però quando Brian decide di rimanere da solo, cosa succederà allora? E se tutto cambiasse per sempre?
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Un'altra settimana, altro tempo, speso a non fare niente: mi alzavo la mattina, andavo a fare colazione ed ero costretto a guardare Amy scendere e comportarsi come ormai faceva solitamente, dopo l'incidente e dopo la perdita della memoria.
La piccola intanto sembrava crescere a vista d'occhio, ormai gattonava come un razzo per tutta casa e se non la mettevi giù cominciava a piangere.
Stavo perdendo, man mano, la voglia di fare tutto, ormai dimenticavo persino di radermi, cosa che di solito facevo almeno una volta ogni paio di giorni e dovevo avere davvero un aspetto orribile. Nemmeno dormivo più bene, e quando ci riuscivo avevo degli incubi che mi facevano svegliare nel pieno della notte, sudato e con i brividi.
Quando c'era Amy accanto a me la cosa era diversa, se avevo un incubo e mi svegliavo lei era lì per me, era lì con me. Ora ero solo, nella stanza degli ospiti, dove ormai dormivo da un po', costretto ad alzarmi in piena notte a causa della continua insonnia.
- Sai..il sonnifero fa miracoli -, mi sentii sussurrare una notte, mentre ero in cucina per bere un po' d'acqua.
Sobbalzai, ovviamente, prima di voltarmi a guardarla. - Già, ma odio i farmaci.. -, dissi, tornando a bere.
- No, la verità è che vuoi farcela da solo -, disse, con le braccia stretta al petto, - Ho ragione? -, mi domandò, poco dopo.
Annuii, stringendomi poi nelle spalle. - Sì, hai ragione -, dissi, - Prima o poi riuscirò a dormire di nuovo -, aggiunsi poco dopo, - Come..come mai sei sveglia a quest'ora? -, le domandai, poi.
- Avevo sete...e poi il mal di testa è tornato di nuovo -, mi spiegò, avvicinandosi poi al lavandino, facendo il giro opposto al mio.
- Ci sono le aspirine di là.. -, le ricordai.
- Già presa, ma ha perso l'effetto e sinceramente ci tengo al mio stomaco -, ammise, sorridendo, prima di allungarsi a prendere un bicchiere, riempiendolo così d'acqua.
Dio, quanto avrei voluto avvicinarmi velocemente e baciarla come avevo sempre fatto da un anno a quella parte, fino a poco tempo prima: avrei voluto dirle quanto l'amavo, quanto mi mancava averla nel letto accanto a me la notte, quanto mi mancava guardarla dormire, poco prima che anche io crollassi, soprattutto.
Quanto ero stato stupido a pensare che quella situazione sarebbe passata facilmente. Non sarebbe mai passata facilmente e forse era arrivato il momento di farmene una ragione.
- Mi dispiace.. -, la sentii sussurrare all'improvviso.
Mi destai così subito dai miei pensieri, alzando lo sguardo verso di lei. - Mh? -.
- Mi dispiace -, ripeté solamente, con tono deciso, mentre mi dava ancora le spalle e posando poco dopo il bicchiere ormai di nuovo vuoto nel lavabo, - ..è..è colpa mia se tu ora stai così -, aggiunsi.
- Così? Amy, io sto bene -, dissi, scrollando poi lievemente il capo e mentendo a me stesso.
- Non ti credo -, rispose, voltandosi allora a guardarmi, puntando i suoi grandi occhi verdi nei miei, - Lo vedo e vorrei solo che finisse, vorrei che tutto passasse -, aggiunse.
- Non puoi farti una colpa di questo, okay? -, le dissi, avvicinandomi poi a lei, ma fermandomi comunque ad una certa distanza.
Solo allora mi abbracciò, gesto che mi lasciò perplesso per qualche secondo. - Sei una splendida persona, Brian...anche se tecnicamente ti conosco solo da poco.. -.
- ..in teoria mi conosci da sempre -, proseguii io, al posto suo, mentre ricambiavo, seppur appena, quel suo abbraccio.
- Esatto.. -, convenne, allontanandosi poi per guardarmi di nuovo in viso, - Torna a prenderti di nuovo cura di te stesso...non credo che la tua Amy voglia vederti così quando tornerà -, aggiunse poco dopo, con un sorriso sulle labbra.
Di rimando, sorrisi a mia volta, quasi senza volerlo. - D'accordo, mi preparerò ogni giorno per il suo ritorno, allora -, le promisi.
Continuai a sostenere il suo sguardo per un po', finché lei non lo abbassò per allontanarsi di nuovo, per tornare in camera, camera che ormai divideva con sua sorella Maggie.
Bevvi poi l'ultimo sorso d'acqua, tornando nella mia stanza, dove dormivo fino a poco prima, ripensando più e più volte a quelle sue parole: forse aveva ragione, forse dovevo davvero ricominciare a prendermi cura di me stesso. Mi domandavo quando avessi smesso di farlo, sinceramente.
Ma doveva essere successo, dato che quando mi guardavo allo specchio, di recente, quasi non mi riconoscevo più.
Mi chiusi poco dopo la porta alle spalle, stendendomi senza indugio sul letto e crollando addormentato più velocemente di quanto non riuscissi a fare da settimane.

***

Salii velocemente le scale, cercando di capire dove diavolo avessi trovato la forza per dirgli quelle cose: a beh, sapevo solamente che c'ero riuscita e quello bastava. Speravo che mi avesse ascoltato, per lo meno, speravo che seguisse il mio consiglio.
Cercai di fare il più piano possibile mentre rientravo in camera, ma comunque mi prese un colpo quando la voce di mia sorella interruppe il silenzio. - Tutto okay? -, mi domandò.
Mi avvicinai con nonchalance al letto, facendo cenno di sì con la testa, seppur impercettibilmente. - Sì, tutto okay, ero solo di sotto a prendere un bicchiere d'acqua -.
- C'era anche Brian? -, mi chiese, come se mi avesse letto nel pensiero. Come sempre.
- In effetti sì -, risposi, stendendomi di nuovo sul letto, lasciandomi andare ad un piccolo sbadiglio.
- Ed è successo qualcosa? Con lui intendo? -.
- No, Maggie..solo...solo gli ho detto che secondo me deve ricominciare a prendersi cura di se stesso, è cambiato molto da..dalla prima volta che l'ho visto -, ammisi apertamente.
- Su questo non posso darti torto...ma tu pensi che ti darà retta? -.
Istintivamente mi misi di nuovo a sedere, portando le ginocchia al petto. - Hai detto che mi ama...e tanto...quindi spero di sì -, sussurrai.
- Credimi, che ti ama è più che scontato, e Brian non è mai stato il tipo che si innamora...voleva sempre essere quello duro, forte, che non si faceva sopraffare dai sentimenti, ed ha continuato così per tanto tempo -, mi disse.
Risi, anche piuttosto spontaneamente. - Davvero? -.
- Oh sì! -, mi assicurò, - Ma tu gli hai decisamente cambiato la vita, non ci credevo quando mi hai detto che stavate insieme, te lo assicuro...né tanto meno quando ti ha chiesto di sposarlo -, ammise.
- E il matrimonio come è stato? -, le domandai, ormai curiosa di sapere qualcosa di più sul mio “passato”.
- Stupendo.. -, disse, facendo una pausa prima di continuare a raccontare, - L'avete celebrato nel grande parco di Huntington, organizzato quasi completamente dalla madre di Brian, Suzy...gli invitati erano pochi, lo volevate piuttosto intimo, ma è stato comunque bellissimo e lo era anche il tuo vestito -, aggiunse, poco dopo.
- Il mio vestito? Com'era? -, domandai, ancora.
- E' nell'armadio, se vuoi vederlo -, mi disse, indicandolo al lato della parete.
Senza neanche pensarci mi alzai, diretta verso quest'ultimo: aprii così entrambe le ante, cominciando a cercare, finché non trovai sia uno smoking che un vestito bianco, stile impero. Lo tirai fuori e lo osservai per parecchio tempo, tornando poi vicino al letto per posarcelo delicatamente sopra. - E mi stava bene? -, chiesi, sorridendo.
- Mai visto vestito più perfetto per te -, rispose, solamente.
- E lui? -.
- Lui è rimasto a bocca aperta, come io ti avevo anche anticipato, prima della cerimonia -.
Sorrisi ancora, prima di riporlo di nuovo nell'armadio e di tornare al letto. - Vorrei tanto ricordare, sai.. -, ammisi, in un sussurro, mentre mi stendevo di nuovo, per rimanere questa volta in posizione supina.
- Ricorderai, sorellina...e sappi che domani abbiamo anche la visita in ospedale, per i vari controlli -, mi ricordò.
- Oddio...davvero? -, chiesi, dal momento che me ne ero completamente scordata.
- Già, ma è alle 11:00, quindi hai tutto il tempo di dormire, almeno fino alle 10:30 -, mi assicurò, visto che, per quanto ricordavo, l'ospedale di Huntington Beach distava neanche 10 minuti da casa “nostra”.
- Oh bene, allora va anche bene -, fu l'ultima cosa che dissi, sbadigliando di nuovo, - E adesso è meglio dormire..io ho un certo sonno.. -, ammisi, poco dopo, prima di chiudere in definitiva gli occhi.

***

- Oh, mia piccola Amy...presto ricorderai, io lo so -, sussurrai, sedendomi accanto a lei, su una sedia nell'angolo della stanza, - Ma non ancora, non per adesso -, aggiunsi, nonostante stessi parlando da solo. La dura vita di un fantasma...che bel gioco di parole, tra l'altro.
Riconobbi, ovviamente, sua sorella, stesa e addormentata proprio come Amy, accanto a lei: era arrivata ad Huntington non appena aveva saputo del suo incidente e soprattutto, delle conseguenze di quest'ultimo. Era sempre stata premurosa nei suoi confronti, nonostante fosse la minore ed era una qualità che tutti avevamo sempre apprezzato, soprattutto io.
Era lei a darmi i consigli per quanto riguardava Amy, quando eravamo ragazzi ed io ero follemente innamorato di lei: mi aveva salvato parecchie volte da delle situazioni imbarazzanti e mi aveva sempre aiutato a capire dove sbagliavo con lei, finché non ero riuscito ad imparare anche la più piccola cosa su di lei, da quelle che le davano fastidio a quelle che adorava.
Non avrei mai smesso di ringraziarla per questo, mi aveva fatto conquistare l'amore della mia vita, in un certo senso.
Sorrisi di quel pensiero e poi smisi di osservarle, preferendo piuttosto spostarmi nella camera accanto, dove si trovava Caroline: mi stupivo ancora di quanto somigliasse a suo padre, lo vedevo anche nelle cose più piccole, come il taglio degli occhi e le labbra. Da Amy invece aveva preso gli occhi, o almeno, io già sapevo che sarebbero diventati di un bel verde smeraldo, ma anche per loro non sarebbe stata una sorpresa, in fondo.
Era la copia sputata dei suoi genitori e la più bella nipotina che potessi desiderare: era intelligente, sveglia e per la sua età sapeva già fare moltissimo.
Per quello che ne sapevo, anche Willow era sempre stata così: sempre sveglia, attenta, furba, finché crescendo non era diventata la bellissima figlia che un qualsiasi padre avrebbe voluto avere. E io non avevo neanche la possibilità di abbracciarla, nonostante fosse l'unica cosa che avrei voluto fare, in quel momento, come in qualsiasi altro della mia piccola vita, che era tra l'altro durata assai poco.
Decisi di dare un veloce bacio sulla guancia della piccola, prima di spostarmi in un'altra stanza ancora, quella in cui dormiva, finalmente sereno, il mio migliore amico, che in quel periodo non era il massimo della felicità. E come dargli torto, del resto?
Se solo avessi potuto dirgli che non l'aveva persa, sapevo che sarebbe stato meglio, che si sarebbe aggrappato a quella speranza...ma per fortuna anche Amy sembrava cercare di fargli capire che in fondo quella era l'unica verità, come se persino lei, dentro di sé, sapesse che la sua memoria sarebbe tornata, prima o poi.
- Hai un aspetto orribile, amico...e neanche poco -, sussurrai, osservando il viso, dove ormai cresceva una barba ispida e incolta, - Ma ti riprenderai anche da questa situazione, in fondo l'hai sempre fatto? Vedi di non mollare, fallo per me -, aggiunsi.
Lo vidi muoversi solo allora, stendendosi su un fianco e tornando nuovamente tranquillo. 

  
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