One more time
Così
eccomi all'ultimo cappy! Ke tristezza mi ero affezionata a qst breve
storia T.T
Spero
non vi abbia deluso troppo,soprattutto il finale...
L'
ho scritto col cuore ( Già,è il cervello che manca! -.-
NdLight Zitto,tu kon qst ficcy non c'entri niente! è.é
NdMe E menomale! NdLight Se la metti così...rimedio
subito... NdMe O_O
NdLight )
Allora un bacio enorme a tutti coloro che hanno letto e commentato e mi auguro che qst dedika vi abbia fatto piacere fino alla fine!!!!
2027
Le deboli difese del
tramonto stavano per essere sconfitte dalla notte,le cui prime ombre
allungavano dita gelide e silenziose per le vie della città.
Un ragazzo esile e sinuoso
come l'oscurità stessa,correva verso casa.
Sua madre si era
raccomandata espressamente sulla sua puntualità e quella donna
sì che faceva paura!
Non poteva permettersi di
rincasare tardi anche quella sera.
“Cazzo! Questa volta mi
uccide davvero...”
Tutta colpa di quei
deficienti dei suoi amici che senza di lui non riuscivano mai a
cavarsela.
Accelerò le falcate
attraversando la strada senza badare al semaforo.
Si sentì il fremere
delle ruote sull'asfalto,un forte odore di bruciato accompagnato da
una zaffata d'aria fredda.
I due fari di una
moto,rossa come la mela del peccato,l'osservarono con espressione
minacciosa.
Il motociclista,fasciato
in un'aderente tuta di pelle nera,era riuscito a frenare appena in
tempo per evitare di metterlo sul treno diretto verso la sua ultima
fermata (un omaggio ad “Ultimo treno”,scusate non ho saputo
resistere ^^' )
L'uomo senza sprecare
ulteriormente il suo tempo non si tolse il casco né per
chiedergli come stava,né semplicemente per insultarlo ma si
limitò a ripartire con una sgommata decisa.
Karl rimase immobile ad
osservare quell'indomabile pantera addentrarsi nuovamente nella
giungla del traffico.
Un'angosciante
consapevolezza l'aveva colpito al posto della moto.
Avrebbe potuto anche
morire.
Non era mai stato un
vigliacco.
Ogni pericolo,ogni
situazione lui l'affrontava a testa alta,per questo non riusciva a
spiegarsi il brivido che gli aveva percorso la schiena a quell'idea.
No,non voleva,non
poteva,non doveva morire...non ancora...
“Oh porca! ” sobbalzò
ricordandosi improvvisamente di essere in terribile ritardo.
Riprese a correre ancora
più velocemente.
Mentre il respiro gli
condensava in evanescenti nuvole,la sua mente tornò a quel
motociclista...avvertiva una strana sensazione di déjà
vue...
Così,di corsa e
sovrappensiero,svoltò ad un incrocio,travolgendo un passante
che proveniva dalla parte opposta,ritrovandosi infine per terra.
“ Perché non
guardi dove cazzo vai?! ” abbaiò contro l'altro ragazzo che
essendosi appoggiato al muro di un'abitazione era riuscito
prontamente ad evitarsi la caduta.
“Questa sì che è
bella! Tu mi vieni addosso con l'elegante e delicata andatura di un
bisonte e hai ancora il coraggio di lamentarti!” rispose con un
tono più divertito che irritato.
“Tsè,sei
fortunato che non abbia tempo da perdere con uno come te!” si rialzò
Karl.
“Ehi calmati! Mi sembri
un po' troppo nervoso...”
“Senti tu...!” lo
aggredì prendendolo per il bavero di quel ridicolo cappotto
bianco che indossava con disinvoltura.
Quello scatto brusco fece
però cadere gli occhiali da sole di quello strambo tipo e
sciolse contemporaneamente il nastro di lino nero che teneva raccolti
i suoi capelli.
Tutto si fermò,come
impresso in una fotografia.
Un'istante eterno li
racchiuse fuori dal tempo,fuori dalla realtà.
Una forza più
grande di loro li avvolgeva con le proprie nivee ali.
Il ragazzo osservò
i serici biondi capelli,specchiandosi in due sconfinate praterie.
La sua mano corse ad
accarezzare quell'incarnato di porcellana,facendo scorrere il pollice
sulla sua guancia,scoprendola liscia e morbida al tatto...ma era come
se mancasse qualcosa...
Quel gesto intimo e
familiare risvegliò entrambi ed il biondino si spostò
rapidamente da lui,notandone gli occhi dilatati che rivelavano lo
stesso stupore,la stessa confusione.
Percepivano tutti e due di
essere legati da un filo invisibile che li univa indissolubilmente
l'uno all'altro.
Uno strano silenzio calò
fra loro mentre i fari delle auto illuminavano per brevi istanti quei
corpi di adolescenti persi tra le pieghe di ricordi
lontani,sfumati,sfuggevoli.
“Io sono nuovo di queste
parti...mi chiamo Matthew...”
Il primo a parlare,il
primo a riprendersi.
“Karl...”
“Bè adesso dovrei
andare...cercavo via ****.”
“è da quella
parte...” gli indicò sollevando il braccio in una direzione
poco distante.
“Mi spiace ma non posso
accompagnartici...sono già in ritardo...”
“Capisco...grazie...”
Matthew lo superò incamminandosi verso la sua meta.
Fra le villette del
quartiere riecheggiava solo il grigio vuoto di quei passi che
lentamente li stavano dividendo.
Un suono cadenzato,lieve
eppure straziante come il battito di un cuore che si affievolisce
sempre di più.
Karl aveva ora di fronte a
sé la via del ritorno.
Però non si
decideva ad imboccarla.
Era come se fosse
trattenuto da... nemmeno lui capiva da cosa...ma era certo che quella
fosse comunque davvero l'ultima occasione concessagli,anche se non
sapeva a che riguardo...
Strinse i pugni fino a
farsi sbiancare le nocche.
No...questa volta no...non
se la sarebbe lasciata scivolare via dalle mani...
Si voltò su sé
stesso,ritornando su quei passi che stavano segnando il labile
confine fra passato e presente,fra gioia e dolore,fra vita e morte.
“Aspetta...” lo fermò
quando gli fu affianco.
“Credo che sia meglio
che ti accompagni...un imbranato come te finirebbe sicuramente con il
perdersi...”
Lo sguardo stupito
dell'altro fu subito sostituito dal più luminoso dei sorrisi.
Fu allora che
comprese...comprese di aver fatto,forse per la prima volta,la scelta
giusta.
“Bè...mi sa che
anche questa sera farò tardi...”
Insieme ripresero a
camminare,l'uno accanto all'altro.
Trascorsero il tempo a
parlare,a conoscersi,a riscoprirsi,a ritrovarsi.
Una pallida luna piena
osservava compiaciuta due anime che si ricongiungevano mentre cullava
i sogni di coloro che posavano gli occhi sulla sua malinconica
bellezza,affidandole segreti e paure antichi come il mondo.
Insieme ancora una
volta,forse per sempre,forse solo per una notte.
Forse riusciranno a non
perdersi mai più,forse non si sentiranno soli mai più,forse
ricorderanno il loro passato,forse costruiranno insieme il loro
futuro,forse riusciranno finalmente a dirsi quello che
provano,scoprendo l'amore...in tutte le sue sfaccettature,in tutte le
sue debolezze,in tutta la sua devastante potenza...
Ma questa è un'altra storia e solo la vita la potrà raccontare....
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Intanto una moto scarlatta
sfrecciava veloce ed impudente.
Un rubino perso in una
distesa di tenebra,una goccia di sangue immersa nelle arterie della
città che arrestò la sua corsa solo quando giunse sulla
riva del fiume.
“Sei in ritardo.”
Un ragazzo vestito in un
completo di jeans largo e vissuto,lo aspettava appoggiato alla
balaustra che proteggeva e costeggiava le due sponde.
Il motociclista si tolse il
casco con un movimento lento e sensuale.
“Mh...ho quasi investito
un tizio per raggiungerti il prima possibile.”
“Perché la cosa
non mi stupisce affatto?”
“Effettivamente un po'
mi dispiace di averlo mancato! Non lo conoscevo ma già sapevo
di non sopportarlo...strano...”
“Mica tanto,scusa ma chi
è che sopporti tu?” lo prese in giro sorridendo lievemente.
“In effetti...” si
avvicinò scrutando quel volto alabastrino,incorniciato da
un'arruffata chioma corvina.
Rifulgendo sotto il
bagliore delle stelle e delle increspature dei flutti,lo osservavano
cariche di divertimento ed affetto,due gemme nere,due opali cerchiati
alla base.
Gli occhi del centauro
s'irradiarono a loro volta di scarlatte nervature,passionali e
cariche di sfide,quelle piccole finestre si aprivano su di un cuore
di demone,su di un cuore ambizioso e senza pietà ma pur sempre
il cuore di un innamorato perso.
Le due nemesi si
avvicinarono sigillando la loro sfida eterna con un bacio umido e
totalizzante,unendosi nella perfetta immagine dell'amore.
Non vi è nulla che l'amore non possa fare.
Sconfiggere la morte,sfidare il tempo,giustificare ogni scelta,perdonare ogni peccato.
L'amore risorge sempre dalle proprie ceneri,purpurea ed immortale fenice di fuoco.
Fine.