Fanfic su artisti musicali > Green Day
Segui la storia  |       
Autore: Sashuras    14/05/2013    1 recensioni
Fu così che si addormentò. Tutto ciò su cui si basava la vita di Billie Joe, le sue sicurezze e la sua forza, caddero in un sono catatonico. Ed aveva sottovalutato l'importanza di quella figura, che gli donava tale aiuto, fino a quel momento Non sapeva se mai si fosse risvegliata, non sarebbe bastato un bacio del principe azzurro per riportarla in vita. Ma lui era vivo e sveglio come non mai, e doveva vivere, per il bene di tutti. Così mentre lei dormiva, lui viveva, aspettando il suo risveglio.
E' la storia di una grande amicizia, di una lunga attesa, di rabbia ed invidia e, soprattutto, dell'amore che solo un padre sa donare a suo figlio. Buona Lettura!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Altri, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Secondo Capitolo.

Gli occhi verdastri di Billie si incrociarono con la luce fioca che traspariva dalle diafone persiane. Era in piedi, pietrificato davanti alla finestrella quasi sbarrata della stanza operatoria numero 14. Senza muovere un muscolo, aspettava, non sapendo neanche lui cosa; un segno, una sentenza, una qualcosa che avrebbe deciso il resto della sua intera vita. Segretamente sperava solo di svegliarsi, di ritrovarsi sudato ed ansimante sul letto, in preda ad un orrendo sogno. Ed invece era lì, l’incubo, invece che sognarlo, lo stava vivendo tra quelle lunghe mura sbiadite. La paura di una vita s’era materializzata, ed ora non gli restava che attendere.
D’improvviso un rumore incalzante di passi pesanti ruppe il silenzio dei corridoi del 1° piano. Voltandosi, Billie lo vide. Correva a perdifiato verso di lui, finché non lo raggiunse, stremato.
- Ho fatto … ho fatto in più fretta possibile. – rispose, quando ancora il fiato gli mancava. Era Michael, l’amico di una vita. Colui che c’è sempre stato e, almeno per quando Billie sperasse, sempre ci sarà. Era alto, biondo, muscoloso, con un sorriso mozzafiato, e tutta la sua bellezza raggiungeva il culmine nell’infinito degli occhi suoi azzurro cielo. Billie ne rimaneva affascinato ogni qual volta li vedesse, sin da quando lo acchiappò per puro caso nella caffetteria del loro liceo, dove si erano conosciuti. E cosa era lui in confronto a quella bellezza? Uno sgorbio, ecco cosa si riteneva, uno sgorbio salvato grazie alla musica e a quegli occhi furbetti che si ritrovava
Finalmente il biondo alzò il capo e solo allora capì la disperazione dell’amico, quando finalmente lesse il suo sguardo. Tutta la vivacità di quegli occhietti verdognoli s’era spenta, come se un velo scuro li avesse coperti. Non piangeva, ma si potevano udire le urla della sua anima, straziata. 
A quel punto, Mike non sapeva che fare. Un abbraccio sarebbe stato troppo poco, un sorriso anche. Tutto era niente in confronto a ciò che l’amico provava. Così gli venne spontaneo, gli prese le mani e gliele strinse forte.
- Non so cosa sia successo, ma Adrienne è una donna forte, ce la farà, vedrai. – e gliele strinse talmente forte da colorargliele di rosso. 
Dopo un breve silenzio, Billie esclamò – Mike, dov’è mio figlio? -. La sua voce non aveva tono o accento. Era un suono monotono, dal quale non traspariva alcuna emozione.
- E’ in pediatria. Lo stanno visitando e credo che le infermiere lo terranno a bada mentre il procuratore distrettuale … -
- Il procuratore distrettuale?! – Billie Joe spalancò gli occhi.
- Hanno chiesto di vederti, Billie, vogliono la tua versione dei fatti. – 
Il caro Armstrong non aveva mai provato una grande simpatia per qualunque cose riguardasse la polizia. Magari avrebbero scavato nei loro archivi e avrebbero trovato qualche fascicolo dove spiccavano multe per assunzione di sostanze stupefacenti o per guida in stato di ebbrezza. Ma, d’altro canto, non aveva altra scelta. 
 
Si ritrovò seduto in una fredda stanza d’ospedale, con una forte luce puntata in faccia e tre (o forse quattro) ometti che lo accerchiavano. Pistole ai fianchi. 
Il procuratore distrettuale Devalos era esattamente di fronte a lui, ma poco riusciva a vedere, a causa della luce accecante che si ritrovava schiaffato in volto. Scorse solo un bel paio di baffi che serpeggiavano su di un viso rotondetto e ben in carne. A primo impatto, sembrava fosse vestito bene, giacca e cravatta; come ogni autorità che si rispetti, impeccabile.
- Allora, signor Billie Joe Armstrong, vediamo di far chiarezza su questa vicenda. – Disse, mentre si accomodava dinnanzi all’interrogato.
- Cosa ricorda di quella sera, Billie Joe? – chiese.
- Avevamo litigato, questo ricordo. Ricordo di essere uscito a prendere un boccata d’aria. Succede sempre così, sa, quando vado su di giri. Esco a fumarmi una sigaretta. Sono tornato a casa e … bhe, il resto l’avete visto. –
- Verso che ho ora è rientrato? –
- Circa le undici. – rispose secco e vago. Adesso il suo unico pensiero era lei, rinchiusa in una sala operatoria, in lotta tra la vita e la morte.
- Bene. – conclude Devalos. – E cosa ci dice della scritta ? –
Billie Joe alzò lo sguardo, stupefatto della domanda.
- Quale scritta? – esclamò.
Il procuratore aggrottò la fronte – Strano che non l’abbiate notata. – disse. Si alzò, cominciando a camminare a passi lenti e felini per la stanza. Tutto ciò non faceva che aumentare l’ansia del moro. – In cucina, esattamente sul muro dell’angolo cottura abbiamo trovato la scritta ‘She is not your wife’. Era stata scritta a sangue, ed era ancora fresca quando gli uomini della scientifica sono arrivati sul luogo. Faremo analizzare la scritta per identificarne il DNA e scoprire a chi appartiene. Possibile che non l’abbiate notata? – e così facendo gli porse una foto, scattata poco prima, in cui figurava a caratteri cubitali proprio quella scritta.
- Quando trova sua moglie in fin di vita in una pozza di sangue, signor Devalos, credo che il piano cottura sia l’ultimo dei suoi problemi.- esordì Armstrong.
D’improvviso, con un gesto della mano, Devalos fece segno ai poliziotti presenti nella stanza di uscire e di lasciarlo da solo con l’imputato. Dopo un breve silenzio, il procuratore si sedette e finalmente spense la luce, ch’era diventata ormai insopportabile agli occhi di Billie Joe. Cominciò così a fissarlo. Billie poté distinguerne le forme: era un ometto sulla cinquantina, a giudicare dal colore grigiastro dei suoi radi capelli, gli occhi scuri e stanchi di chi ha visto ogni sfumatura della vita, grandi mani, una bocca piccola nascosta da dei mustacchi neri. 
- Io la conosco, Armstrong, so chi è lei.  – Billie distolse lo sguardo dalle dita che stava martoriando dall’inizio dell’interrogatorio per poi posarlo sull’ometto - So che non è uno stinco di santo e so anche quante volte sia sfuggito alla polizia. Veniamo al dunque: non faccia un passo falso o la sbatto in galera senza pensarci due volte. –
Al suon di quelle parole, il giovane Billie si alzò e, sbattendo i pugni sul tavolo, avvicinò il viso a quello del procuratore.
- Mi sbatta in galera, allora, cosa aspetta? Ma questo non salverà mia moglie, ne aiuterà a risolvere il caso.  – così dicendo, allentò la presa dal tavolo e si avviò verso l’uscio ma, prima di lasciare la stanza, voltandosi, esclamò – Scoprirò quel che è successo a mia moglie, con o senza l’aiuto della polizia. – e sbatté con rabbia la porta.
 
Stava tornando alla sala operatoria numero 14. Sperava solo di vedere gli occhi di Adrienne riprendere vita, e le sue mani accarezzargli il viso, e le sue labbra sorridergli. E invece scrutò solo Mike, il quale era intendo a parlottare col dottore.
Un momento. Il dottore!
Percorse gli ultimi metri che lo dividevano dai due in un baleno, fino a ritrovarvisi quasi spiaccicato. Sperava gli sorridessero, sperava di trovare conforto in uno degli sguardi dell’amico, sperava che fosse tutto apposto. 
Ma prima guardò Michael, poi il medico, poi di nuovo Michael. Un giro frenetico di pupille che lo stava facendo delirare. Poi vide il volto dell’amico abbassarsi e un brivido gelido gli percorse la schiena.
- Signor Armstrong –
- Sì, dottore?! – rispose Billie, il quale pendeva da quelle labbra.
 
- Dobbiamo parlare … 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Green Day / Vai alla pagina dell'autore: Sashuras