14/05/2013
5 recensioni*Epilogo*
Non si sente cosi bene da anni.
Le sue labbra... Dio, se le sono mancate quelle labbra. E quelle mani che continuano ad accarezzarle tutto il corpo, le stanno facendo provare emozioni che non prova da tanto, troppo tempo.
Ma poi, all'improvviso, si allontana.
Nathan la guarda confuso, allarmato.
Stana, invece, lo osserva seriamente, provando a calmare il proprio cuore che teme stia per uscirle dal petto.
È sotto l'uomo che ama da quando lui l'ha delicatamente fatta sdraiare sul divano, stendendosi poi sopra di lei, ma stando ben attento a non pesarle addosso, reggendosi con le mani puntate ai lati della sua testa.
Il suo sguardo è dolce, ammaliato dalla donna che gli sta sotto, eccitata e con le labbra gonfie.
"Stana..."
"Non voglio più soffrire", lo interrompe lei. "Non voglio più stare male per te. Ho passato anni tremendi. A pensarti, ad aspettarti... ad odiarti!"
Diverse lacrime le scivolano sulle guance e Nathan gliele asciuga con il palmo della mano sinistra. Nonostante ciò, nessuno dei due distoglie gli occhi, continuano a mantenere il contatto visivo.
"Poi sei tornato e quando mi hanno avvisata, mi sono ripromessa di non cascarci più, di essere fredda e distaccata, per questo non volevo accettare il nuovo incarico. Ma quando ti ho visto nel mio camerino... tutte le mie difese, tutti i muri che ero riuscita a costruirmi intorno... sono praticamente svaniti nel nulla. Puff. E il mio cuore... ha ripreso a battere. Finalmente, dopo sei anni."
Finisce di parlare e si accorge di avere il fiato corto. Incamera ossigeno velocemente, osservando la reazione di Nathan.
Lui è rimasto in silenzio.
Stupito da quell'improvvisa confessione della donna, non sa cosa dire.
La ama. Follemente.
Si abbassa quel poco che occorre per raggiungere le labbra di Stana e vi lascia sopra un tenero bacio.
Le loro bocche si aprono in contemporanea, le loro lingue si sfiorano e i loro sapori tornano a mischiarsi.
Poi, Nathan, riemerge da quel bacio che ha fatto girare la testa ad entrambi per un attimo, la bacia sulla guancia, scende sul collo e continua il suo viaggio. Sale dietro l'orecchio della donna e succhia forte, in un punto che ricorda essere molto sensibile per lei.
Stana geme.
Le prende il lobo tra i denti e tira, piano, poi lecca quel pezzo di pelle prima di fare lo stesso con tutto il profilo del suo orecchio.
Stana non si muove. È in balia delle sue mani, della sua bocca, dei suoi movimenti.
Trattiene per l'ennesima volta il respiro quando lui le sussurra all'orecchio.
"Ti amo più di ogni altra cosa. Sei la mia vita, Stana Katic."
Riesce a stento a trattenere le lacrime mentre Nathan si muove sopra di lei.
Non riesce a capire cosa stia facendo. Forse si sta mettendo più comodo. O forse sta prendendo qualcosa dalla tasca.
Non lo sa.
Sa solo che all'improvviso si ferma.
Adesso lui si sta reggendo con una sola mano. L'altra non sa dove possa essere.
Ancora in tasca, forse.
Poi la vede riemergere, chiusa a pugno. Contiene qualcosa.
Lo vede tornare con la bocca sul suo orecchio e baciarle di nuovo il lobo.
Poi sente quella parola.
E il cuore si ferma all'improvviso.
"Sposami."
La mano di Nathan afferra quella di Stana e le infila un anello al dito.
Lei non riesce a vederlo ma sente il freddo dell'oro bianco sul suo anulare sinistro.
Nathan la sta ancora guardando.
"Sposami", ripete.
Finalmente!
Finalmente è finita, diamine.
Doveva essere sviluppata meglio questa storia, I know, ma ho scelto un brutto periodo per pubblicare, I'm sorry.
Scusate le lunghe attese.
Grazie per le recensioni e per averla seguita.
Alla prossima (non in questa sezione).
Baci,
Pompy.