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Autore: L_Fy    03/12/2007    19 recensioni
Una ragazza nuova e i due fratelli più contesi della scuola: Verena, Teo e Dieci. Cos’altro se non il classico triangolo? Ma non dimentichiamo Oleana, la nuova, frizzante amica di Verena: quindi, un insolito rettangolo. E il cattivo di turno, Scaturro il Terribile, non lo consideriamo come vertice? Vediamo, così dovrebbe essere un pentagono: ma se ci aggiungiamo anche una pseudo-fidanzata pseudo-aristocratica, una madre finlandese, un cane formato roditore, un diario segreto e un bel po’ di fantasia, che figura geometrica salta fuori? Forse una così articolata che può calzarle un solo nome: adolescenza!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Recensione di chocolate fairy girl, fatta il 01/12/2007 - 03:18PM sul capitolo 6: Capitolo 5 : Moi äiti - Firmata

Capitolo 6 : Amici?

 

Per pranzo c’era pizza con sopra l’ananas. Nel tempo che Oleana e Verena impiegarono per capire che non era tutto uno scherzetto di quella sagoma di mamma Ferri, Teo e Dieci si erano già spazzolati due pizze e si litigavano la terza, con Otello a fare da contralto legato allo schienale della sedia di Teo.

“Buonni, ragazzi” chiocciò mamma Ferri traboccante orgoglio materno “Di pizza ce n’è finke volette.”

“Sulla mia c’è un frutto tropicale.” informò Verena, leggermente vergognosa di evidenziare l’ovvio.

“E’ una specialità finlandese” spiegò Teo a metà della seconda pizza “Provala, è buona.”

Verena la provò: faceva schifo.

“Mmmm.” sorrise però masticando a fatica il bolo agrodolce e beccandosi il radioso tiro incrociato di sorrisi di mamma Ferri e Teo. Oleana intanto la stava coraggiosamente imitando, forse a quel punto rimpiangendo la Simmenthal della madre.

“Ti piace davvero!” tubò Dieci serafico “Se vuoi ti vado a prendere anche una papaia da spalmare sopra alla mozzarella.”

Verena gli lanciò uno sguardo che poteva incendiare un armadio ignifugo.

“No, ma grazie per il pensiero” rispose il più gentilmente possibile “Se avrò bisogno di una papaia per la mia maschera di bellezza saprò a chi rivolgermi.”

“Maschera di bellezza?” sghignazzò Dieci incapace di contenersi “Non ti servirebbe di più la malta da muratore?”

“Potrebbe essere” approvò Verena imperturbabile “Mi hanno detto che ne posso trovare una fornitura industriale nella tua scatola cranica.”

“La mia è un altro tipo di materia grigia.” spiegò Dieci altezzoso.

“Già” sentenziò Teo rabbuiato “E’ muffa. Piantala di offendere i miei ospiti. Sei scortese con Verena solo perchè non ti fila.”

“Teo, Lukka, basta con kuesti diskorsi!” si intromise mamma Ferri notando il leggero color mattone che stava invadendo le orecchie di Verena “Oh, prima ke dimentiko: vostro padre ha kiamatto e vi salutta.”

“Non viene a pranzo?” si informò Verena tentennando sul secondo boccone: domanda indiscreta? Forse papà Ferri era scappato a furia di doversi sorbire pizze con l’ananas?

Mamma Ferri partì in quarta in quel suo italiano pieno di “T” e “K” tipicamente scandinave spiegando che papà Ferri era via per lavoro. Teo e Dieci, deposte le asce bipenne, intervennero nel suo monologo con battute ben piazzate, mostrando un’ironica e invidiabile armonia familiare. Nonostante i continui battibecchi, i due gemelli erano evidentemente uno il prolungamento dell’altro. Verena li beccò in un paio di occasioni mentre uno iniziava una frase e l’altro la finiva: Cip e Ciop fatti e finiti, pensò maligna archiviando il felice paragone in qualche angolo oscuro della propria mente.

Mamma Ferri, si scoprì in seguito, si chiamava Tellu, veniva da Saariselka in Lapponia e, pensò Verena quasi a malincuore, era una donna simpatica: alla mano, moderna, bellissima e in imperitura adorazione dei figli. Come darle torto, d’altronde: Oleana non centrava nemmeno la bocca con la forchetta se alzava gli occhi a guardare Teo o Dieci che si scambiavano piacevolezze. A Verena invece era passata completamente la fame, e non solo per il fattore ananas: c’era Teo che la guardava e sorrideva, Tellu che la guardava e sorrideva e Dieci che non la guardava e non sorrideva: tutte cose che le riempivano lo stomaco di locuste impazzite e il sedere di spilli. Senza contare il costante ringhio di Otello pieno di sacro odio come a dirle, aspetta che mi sleghino e vedi che fine fa quel tuo stronzo stivale! Fortuna che il pranzo era quasi finito, meditò Verena quando le arrivò nel piatto un composto grigiastro e bugnoso che aveva tutta l’aria di essere cervello centrifugato di babbuino.

“Mangiatte purre con kalma il dolce” decise Tellu con un sorriso “Poi Teo e Verenna lavano i piatti e Lukka e Oleanna sparekkiano e spazzano per terra.”

Oleana e Verena non fiatarono, certe di stare subendo qualche nebulosa par condicio finlandese: in realtà avrebbero volentieri pulito il pavimento con lo spazzolino da denti pur di non dover ingoiare un solo boccone gelatinoso di budino. Risolse il problema alla radice Teo, facendo sparire le porzioni di budino di entrambe le ragazze mentre la madre era girata a zittire l’indomito Otello.

“Non so ke gli è preso a kuesto kanne” sospirò Tellu contrita “Forse è agitatto perkè sente ke sta kambiando il tempo.”

“O forse ha sentito odore di vipera” sghignazzò Dieci “Verena, avvicinati ancora un po’: se siamo fortunati gli viene un colpo secco e ce ne liberiamo una volta per tutte.”

Teo trascinò Verena in cucina subito prima che la ragazza iniziasse a sparare parabellum in risposta.

“Devi scusarlo” le disse poi con un sorriso radioso porgendole un grembiulone a righe bianche e blu “Luca è abituato a essere sempre al centro dell’attenzione, fa così solo perché è uno stronzo megalomane egocentrico.”

“Guarda che ti ho sentito, fata turchina!” ruggì la voce di Dieci dalla sala da pranzo, seguita da una nuova scarica di feroci “waff!” di Otello “Parla quello che si crede la reincarnazione del meridiano di Greenwich!”  

“Questo si che è amore fraterno.” commentò Verena posizionandosi con Teo davanti al lavello pieno di schiuma e piatti sporchi: dalla sala da pranzo intanto arrivavano attutiti i commenti di Dieci (“Cane di merda”, “Spazza qui, schiava” e piacevolezze affini) e le conseguenti risatine di Oleana (prontamente fornita di scopa e paletta).

“In realtà adoro Luca” confessò Teo a voce bassa strizzandole l’occhio “E non è solo una questione di DNA.”

“Già” commentò Verena ironica “Dieci è davvero una personcina amabile sotto sotto… più o meno a livello del nucleo terrestre.”

“Dici così perché non lo conosci” ribatté Teo stranamente serio “Molti pensano che lui sia il più fortunato dei due per il fatto che ha più successo di me con la gente. In realtà quello che vive meglio sono io: mio fratello viene preceduto da una fama che forse nemmeno gli appartiene. Lui è Dieci, non è Luca. Tutti pensano di sapere chi è, ma in realtà nessuno lo conosce. A parte me e mamma, si intende.”

“Stai tentando di farmi credere che sotto lo strato di amianto Dieci è un essere umano?” buttò lì Verena concentrandosi sul piatto che Teo le passava da sciacquare.

“Più o meno” temporeggiò Teo ilare “Luca è uno stronzo sciupafemmine, ma in fondo ha davvero un cuore d’oro.”

“Cuore d’oro?” domandò Verena scettica “Che fa, lo custodisce alla Banca d’Italia?”

“Non dire così” sorrise Teo passandole un bicchiere scivoloso di schiuma “Luca è fatto a modo suo, è vero, ma è anche una delle pochissime persone che mi conosce e mi accetta per quello che sono.”

E cioè bellissimo, adorabile e irrimediabilmente gay?, si domandò Verena con una punta di rimpianto.

“Non deve essere male avere qualcuno così vicino” mormorò quasi a se stessa “A volte è stancante odiare tutto e tutti.”

Fece una smorfia buffa e stranamente fragile, subito ricambiata dal sorriso radioso di Teo.

“Non saprei” rispose poi Teo con leggerezza “Io amo sempre tutto e tutti e sono così sereno!”

“E’ perché la camomilla che ti rifila tua madre tutte le sere è tagliata con cannabis colombiana.” spiegò leziosa Verena sciacquando un piatto.

“E’ veroooo… come sono serenoooo!” esalò Teo con espressione persa.

Verena scoppiò a ridere piegandosi in due; quando però si accorse che Teo la fissava vagamente perplesso smise di colpo.

“Che c’è?” chiese vagamente imbarazzata “Ho uno spicchio di ananas in mezzo ai denti?”

“Quando ridi ti vengono le fossette.” la informò Teo con aria svagata.

“Oh” fece Verena rigida rigida: le era venuto un caldo, d’un tratto… “Ed è grave?”

“Verena, perchè ieri mi hai baciato?” domandò Teo di punto in bianco con estrema calma.

Verena arrossì di colpo e per poco non mollò il piatto che aveva in mano.

“Che cazzo di domande…?” pensò tra sé e sé, fulminata.

“Perché avevi bisogno di aiuto” rispose in fretta sentendo le orecchie arrivare a bollore “Mi sembrava una lotta impari, tra un canarino come te e un Panzer corazzato come Scaturro.”

“Quindi non c’erano sotto intenzioni romantiche.” continuò Teo con gli occhi azzurri ben sgranati e piantati nei suoi.

Verena per un attimo boccheggiò.

“Certo che no” si decise a rispondere con insospettabile presenza di spirito “Scaturro non è decisamente il mio tipo.”

Teo rise alla battuta arricciando il nasetto dritto e risultando così mortalmente carino che a Verena mancò il fiato: intenzioni romantiche per questo biondino appetitoso come una coppetta di fragole con cioccolato e panna montata, figurarsi…

“Sono contento di saperlo” sentenziò alla fine Teo ammiccando “Tu mi piaci parecchio: sei intelligente, ironica e molto bella, il che non guasta affatto.”

“Adesso non esagerare.” lo fermò Verena con la gola secca.

“Sei la persona perfetta per… un certo tipo di ragazzo. Insomma, mi piacerebbe davvero essere tuo amico.”

Verena non ci stava capendo molto: che diavolo di intenzioni aveva Teo? Doveva intendere che tutta quell’aria con le mani non fosse vera…? Il suo cuore batté più forte, a dispetto dell’espressione neutra del viso.

“Amico?” domandò incerta: le avevano detto che ripetere l’ultima parola detta dal proprio interlocutore era sempre un’ottima tecnica in caso di buio completo.

“Amico” confermò Teo con enfasi “Senza ormoni di mezzo, che alla fine rovinano sempre tutto. Vorrei conoscerti di più senza le solite intenzioni romantiche. Ti va?”

Le sventolò sotto il naso una mano nervosa e leggera come l’ala di un uccello. Ah, ecco. Senza ormoni, ma certo!! Verena lo guardò dubbiosa: la domanda era, le andava? Di regola non diventava amica di nessuno, quando arrivava in un posto nuovo: avere amici significava avere intorno persone che si impicciavano della sua vita e aveva sempre ritenuto quella cosa come una fastidiosa violazione alla propria privacy. C’era già Oleana che si era accaparrata l’ambito posto di ficcanaso ufficiale impicciandosi in lungo e in largo dei suoi affari e Verena riteneva che una impicciona fosse più che sufficiente per una vita e mezzo. Eppure si stupì di pensare che l’idea di avere intorno gli occhi azzurri e le mani sventolanti di Teo non fosse poi così malvagia. Teo le offriva la possibilità di avere un amico maschio (si fa per dire) che non aveva nessuna intenzione di ripetere la performance dello scambio di fluidi del giorno prima, né per finta né per davvero. Un ragazzo bello e divertente come un cacatua ammaestrato. Forte. Poteva anche risultare un’esperienza formativa.

Anzi, poteva essere divertente.

“Anzi, poteva essere… necessario?”

“Ok.” si affrettò a dire Verena con una convinzione nella voce che non era esattamente granitica.

“Molto bene!” cinguettò Teo radioso “Allora siamo amici!”

La abbracciò con entusiasmo proprio mentre qualcuno suonava alla porta.

“Vado io!” strillò Teo staccandosi rapidamente da Verena senza accorgersi di quanto lei fosse frastornata.

“E che cazzo” stava pensando col cuore modello motofalciatrice: essere amica di Teo senza ormoni le andava benissimo, ma come doveva metterla con quel profumino di more delizioso che Teo emanava e che le faceva venire l’acquolina in bocca?

Teo intanto aveva raggiunto la porta sgambettando, seguito dai rauchi “Waff! Waff!” di Otello ancora legato in sala da pranzo e aveva aperto l’uscio.

“Oh, sei tu.” borbottò con la classica voce da condoglianze sentite.

Incuriosite, spuntarono le teste di mamma Ferri dal bagno, di Dieci e Oleana dalla sala da pranzo e di Verena dalla cucina: sulla soglia di casa, svettante come il Kilimangiaro e bella come la copertina di Vogue, una ragazza bionda fece passare sulla piccola folla uno stupefatto sguardo di porcellana azzurra.

“Mi sono persa un festino?” domandò con una bella voce leggermente afona.

“Non eri invitata.” rispose immediatamente Teo con aria insolitamente malevola.

“Entra.” sbuffò Dieci di rimando dopo un’occhiataccia al fratello.

La ragazza obbedì con l’incedere regale di una baronessa al cospetto dell’imperatore: pur non essendo un’esperta, Verena valutò che a occhio e croce doveva avere addosso una millata di euro tra foulard di Hermes, giacchettina Fendi e scarpina di Prada; eppure quel naso per aria e quell’aria vagamente attonita dicevano chiaramente che la proprietaria era inconsapevole di avere addosso lo stipendio medio di un metalmeccanico. Con sublime indifferenza, la potenziale principessa non chiese chi era la gente intorno, non si degnò nemmeno di salutare i padroni di casa: guardò Dieci come se fosse ricoperto d’oro e Verena la trovò immediatamente odiosa. Dieci non fece una piega, limitandosi al suo solito sorrisetto storto e Verena odiò anche lui. A metterci in mezzo anche Otello, che continuava a waffeggiare salla sala da pranzo, poteva davvero dire di aver fatto giornata.

“Ciao Mariakarla” si decise a sospirare mamma Ferri con evidente sforzo “Verenna, Oleanna, questa è… ehm….”

“Mariacarla della Mirandola Santogiacomo” recuperò all’improvviso la favella la ragazza “La fidanzata di Dieci.”

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

 

Chocolate fairy girl: Se  volevi farti odiare, non potevi scegliere una via migliore… una magra che non riesce a ingrassare!! Qui ti parla una in carne che non riesce a dimagrire (se non sotto cilicio chiodato, è così che mi mantengo a pelo dei sessanta chili). Te lo sogni il ragazzo moro occhi verdi!! Almeno finchè non dimagrisco anche io di un paio di etti…

Londonlilyt: Necessito urgentemente consulenza londinese per gli abiti da far indossare a Verena… dopo il vestito di gomma, non so più cosa inventarmi!! Tu hai qualche suggerimento fescion? Ah, mamma e papà Ferri guardavano la TV finlandese… ne voglio una anche io!!! Che hai l nome di Oleana che non va? Rendimi edotta, mia carissima! Un bacione, a presto!!

Krisma: Graziegraziegrazie, sono davvero felice che quello che scrivo possa piacere a qualcuno!! Anche tu vuoi un biondo a casa? A parte il fatto che mi costerebbe un patrimonio in spese di spedizione… se facessimo un pullman per la Finlandia, dite che risparmiamo?! Alla prossima, mi raccomando!!

Kiss: Ciao!! Eh, magari esistesse davvero una famiglia così… d’altronde, se non si scrive con la fantasia, con che diavolo dovrei scrivere? Sono davvero lusingatta (alla Tellu!)  dei complimenti, immeritati ma sempre graditissimi!! Per non diventare sarago, eccomi qua, puntuale al lunedì! Spero di mantenere la media di uno a settimana… concesso?!?

Greta91: Cederti uno dei fratelli Ferri? Non saprei. Qui per sopperire la richiesta di mercato dovrei mettere su un allevamento!! Oh, tesoro mio, davvero hai letto The Runners? Sono davvero contenta!! E’ stato uno dei miei primi lavori, ci sono particolarmente affezionata… sappimi dire cosa ne hai pensato, eh? Un bessitos!!

Ellemyr: Noooo, dai, quando mi fanno i complimenti arrossisco e mi impappino… che bell’aggettivo, rilucente. Mi ha fatto un sacco piacere, come dire che la robazza che scrivo fa luce, e questa è una delle cose più carine che mi abbiano betto! Zob, adesso mi commuovo!! Ora ti propino la Lista della spesa (vera, originale, datata 05/11/07): “Sigma; pelati in offerta; patate col selenio; aglio; molto aglio; devi baciare qualcuno? No. Allora, ancora aglio. Peperoni; pancetta, ma non sabato che domenica vai a donare il sangue e poi i trigligeridi schizzano su come fuochi d’artificio; ah, dentifricio; hamburger di pollo; anzi, facciamo un pollo intero. Freezer pieno; ok, solo mezzo pollo. Fanculo, fai pollo intero, inviterai qualcuno a cena…”. Che ne pensi?

April: Direi che abbiamo finito i Ferri biondi e belli da infarto… anche se con un enorme sforzo di fantasia ho messo su i tre evangelisti (Teo, Marco, Luca… manca Giovanni!!). Dici che sarebbe doveroso far saltare fuori il quarto fratello figone e darlo in pasto a lle recensitici? Ah, Teo e Tellu si dicono: Ciao, mamma e Ciao, caro. Ho cercato su Internet, ovviamente, io parlo solo reggiano stretto!!!

Armonia: Amore mio, non ci siamo capite. Teo è tonto (che deliziosa ridondanza!!) ma in senso buono! Lui è perfetto: carino da schiattare, cervello, fantasia, mente subdola e calcolatrice E tonto in maniera autolesiva. Nel senso, è tonto se le cose riguardano lui, ma come faccio a spiegarti senza spoilerare? Insomma, fidati di me. Non farti scendere la catena (si dice anche qui a Reggio!!) per così poco, dai! Oleana ricambia appassionatamente i complimenti, ti manda il pesce in omaggio per ringraziarti!!

Aurora: Rito sciamanico, uhm… ti confesso che mi fa subito venire in mente la sciatalgia, posso portarmi un Voltaren? Anche tu ce l’hai con Marco? Ha fatto più strage di cuori lui in due secondi di apparizione che Johnny Depp in cento film. Dovrò rivalutare il personaggio!!! Ci lavorerò sopra, intanto prepara il fuoco per lo sciamano…

Teo: Due su tre, è una buona media!! Com’è l’occhio allora? Se non è azzurro cielo, accettiamo anche il verde mare, il nero pece, il grigio perla, il giallo limone, il rosa confetto… non mi dire che ce l’hai MARRONE!!! Un baccio da Tellu!!

ReaderNotViewer: Oddio, quel neologismo… elfici allo stato puro… zono gomozza (per dirla alla Trevor CH). Vada per la piece teatrale; posso sceglierli io i biondi che servono per fare i fratelli?!?! Certo che posso, sono l’autrice… he he he! Dei bei ragazzi nordici tutti per me!! Dio, quanto amo scrivere queste storie!!!!! Adesso che so qual è il tuo tallone di Achille (la geografia!!!!) mi documenterò per poterti mettere in difficoltà! In senso buono: è che sono un po’ invidiosa della tua cultura generale, provo a ripristinare il PH con questa mossa…. He he he!!! Comunque avevi ragione, Verena non si pettina, ma tuo figlio è scusato, ha tutto il tempo del mondo per ignorare l’acconciatura!

Roby: Oddio, che ridere!! Otello e il vaffa day, mitico!!! Effettivamente, l’idea che volevo dare era proprio questa… poveretto, quanto lo odio quel cane! Fatto su misura scopiazzato da Bruno, lo yorkshire di una mia amica che francamente odio con tutto il cuore!! Cardinale mi sa che non è accessibile, ma posso tenere impegnato Garrie per un po’ (coff, coff!! Non mi dispiacerebbe!!!!). Un bacione, grazie come sempre di tutto, sei troppo generoso con i complimenti!!

Saraj: Tesoro mio, spero che tu si sia accampata per bene, ci terrei a sentirti in giro fino alla fine!! Se vuoi ti mando un materasso ortopedico, così sta ipiù comoda. Per Marco però mi sa che ti devi mettere in fila… Doveva essere solo una special guest, ma mi sa a sto punto che lo ritirerò fuori!!!

Rik Bisini: Devo ancora finire di presentare tutti i personaggi… oddio, quanta carne al fuoco che ho messo!! Chi mi aiuterà con questo popò di grigliata? Tesoro mio, aspetto sempre da te un preziosissimo contributo, fatto di suggerimenti, annotazioni, sensazioni… tutto quello che mi spacci alla fine fa brodo! Comunque sia… hai notato che hai scritto “Ruggeri” invece di “Lazzari”? era una svista voluta o hai proprio toppato di brutto? E’ stata Romina a dirmi di infierire, non è colpa mia…he he he!! Non ricordavo il fattore boiler, ora sì che mi tuffo tranquilla!!!

Un bacio e un abbraccio sincero, mio adorato!!

  
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