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Autore: TheNaiker    16/05/2013    1 recensioni
Lungo il suo lungo viaggio, Rika ha affrontato decine di mondi, oltre a quelli raccontati nella storia. Mondi tristi, mondi tragici, mondi privi di un qualsiasi lieto fine. Con questa raccolta di one-shot, ripercorriamone alcuni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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VI – Akane Sonozaki


I suoi occhi provati si erano appena riaperti, ma non sapeva se era mattina, pomeriggio o notte inoltrata.

In quello stanzino era sempre notte fonda, l'unica finestra che si trovava su quelle quattro pareti disgraziate era sempre chiusa, e la luce non poteva filtrare in alcun modo all'interno di quelle mura spesse. Era sempre stato così, quella saletta era stata costruita proprio per lasciare al buio chiunque si trovasse lì dentro, e tutti la consideravano al pari di un piccolo tempietto votivo. Infatti, da decine di generazioni i primogeniti della famiglia Sonozaki nascevano in quel piccolo tugurio, illuminato solo da una flebile candela.

Akane fece per alzarsi, cosa che non le riuscì subito. Il ventre le doleva, i parti gemellari sono particolarmente probanti per chi li deve sostenere, e la levatrice che l'aveva accudita durante il travaglio le aveva consigliato un paio di giorni di riposo assoluto. Ma lei non poteva farlo, non aveva tempo da perdere. Il fatto che non ci fosse più nessuno ad assisterla in quel bugigattolo era un chiaro segnale, tutti erano andati nella grotta per prendere una decisione importante. Una decisione di vita o di morte, che riguardava le sue due bambine.

Una secolare tradizione di famiglia imponeva infatti che, nel caso di nascita di due gemelli, il più giovane dovesse essere ucciso subito, prima ancora di dargli un nome. Le leggende di casa Sonozaki riportavano di infauste maledizioni e sciagure sanguinarie che avevano luogo nel caso questo precetto non fosse osservato, ma più concretamente questa prassi era seguita in modo da evitare in futuro lotte intestine all'interno del clan, per la successione ed il potere che ne conseguiva. Così, durante il travaglio la primogenita, Mion, era stata identificata tramite un nastro rosso che le era stato annodato attorno al polso sinistro, ma che sarebbe accaduto di Shion, sua sorella?

Akane era decisa ad unirsi a quel raduno ad ogni costo, ma sapeva bene che l'accoglienza in serbo per lei non sarebbe stata calorosa. Non molto tempo prima, avendo sposato un uomo non gradito a sua madre Oryou, lei era stata disconosciuta come erede e le era stato proibito di parlare ad ogni incontro ufficiale del clan. Era stato per quello che si era presa la decisione di nominare come erede del casato Mion, e non lei, anche se al momento della decisione la piccola doveva ancora venire al mondo. Tutto era stato predisposto affinché quella futura bambina prendesse un giorno le redini di quella grande famiglia, pure il suo nome era stato scelto appositamente. Prima ancora di nascere il suo destino era stato marchiato a caratteri di fuoco, ed Akane era conscia di non poter fare nulla per cambiarlo.

Ma forse poteva ancora far sì che il fato di Shion non fosse quello di morire in fasce, stroncata da una tradizione di morte. Era una cosa che forse la donna poteva ancora scongiurare, anche se si preannunciava un'impresa ardua; per di più, nel suo stato attuale non era in grado di correre, il parto era avvenuto poco tempo prima e lei era stremata per lo sforzo, ma non poteva permettersi il lusso di riposare. Prese in prestito il bastone di sua madre, lasciato chissà come in quello stanzino, e raggiunse prima l'ingresso della casa e poi quello della grotta che conduceva ai sotterranei, ed alla sala delle torture. Spinse con fatica il pesante cancello, e quindi camminò ciondolante verso la stanza.

Una volta dentro la caverna, sentiva delle voci. Non era effetto di suggestioni o illusioni, quelle erano reali, erano i membri del clan che stavano discutendo animatamente. Volavano insulti, accuse, parole grosse. Evidentemente non erano tutti d'accordo sul da farsi, il che era un buon segno: Akane temeva che tutti concordassero sull'obbedire a quello che la tradizione prescriveva, temeva di essere arrivata tardi. Invece quell'incontro non era ancora terminato, c'era qualcuno con un briciolo di coscienza tra di loro, e lei poteva raggiungerli e dire la sua in proposito. Oryou non glielo avrebbe perdonato, forse, ma per la salvezza di Shion era pronta a questo ed altro.

Prese quindi la maniglia della porta che l'avrebbe condotta dove stavano gli altri, e la tirò.

Due dozzine di occhi glaciali si voltarono verso di lei, squadrandola da cima a fondo e non provando alcuna pietà per la sua pietosa condizione. Oryou la matriarca, appena rimasta vedova del vecchio capofamiglia, i fratelli minori del suo defunto marito, nonché tutti i più importanti elementi del clan. Tutti erano lì, a discutere se quella bambina avesse diritto ad esistere o meno, e facendolo stavano ignorando l'opinione di colei che avrebbe dovuto avere più voce in capitolo, ovvero sua madre.

Akane.” le disse allora Oryou, prima che la figlia potesse prendere la parola “La tua presenza non è gradita in questo posto. Ti prego di lasciarci immediatamente e di non disturbarci oltre.”

E voi pensante che io accetti una cosa simile?” replicò Akane orgogliosa.

Akane, ti ho detto di farti da parte, fuori dai piedi!” gridò allora la madre. Oryou aveva già perso la pazienza. Il suo volto si era contratto in spaventose espressioni, le sue lunghe rughe contribuivano a donarle un'atmosfera intimidatoria a chiunque si permettesse di parlare con lei. Era la più piccola della sala, ma al tempo stesso era quella che incuteva più timore tra tutti i presenti. Tutti erano al corrente delle leggende che giravano sul suo conto, delle indicibili torture con cui quell'aguzzina si era liberata di coloro che la osteggiavano, dentro e fuori del casato. Alcune voci, sparse non si sa da chi, insinuavano che avesse anche eliminato suo marito, per concentrare il potere nelle proprie mani. e nessuno si era fatto avanti per smentirle esplicitamente, neppure la diretta interessata. Lo faceva per circondarsi di dicerie maligne, al fine di guadagnarsi il rispetto ed il timore altrui? Oppure vi era un fondo di verità? Erano pensieri orribili da farsi, ma alla vista di quella donna sorgevano spontanei.

Però Akane non si poteva fermare di fronte a lei, e neanche di fronte a qualcun altro, fosse uomo, dio o demone. Aveva una vita innocente da salvare, quella della sua bambina. Tuttavia, avendo fatto irruzione nella sala in maniera così irruente, non aveva sentito chi era dalla sua parte e chi l'avrebbe ostacolata. A quale fronte apparteneva Oryou, per esempio? Lei non poteva capirlo, poteva farsi un'idea solo vedendo la freddezza mostrata da sua madre nei suoi confronti, ma non aveva tempo per tirare ad indovinare. Raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo, e dichiarò solennemente: “Posso sapere che cosa avete deciso per mia figlia?”

Non sei autorizzata a saperlo.” rispose Oryou, sprezzante.

Storie. Io ho il diritto di conoscere il destino di Shion.”

Ma davvero?”

Certo! Shion è sangue del mio sangue, ed è anche sangue del tuo sangue, quindi trattala come merita un membro della famiglia Sonozaki.”

Shion, uhm? Allora sarebbe questo il nome dell'altra poppante, quello che hai scelto?”

Già. Lei non ha colpe per quello che sta accadendo qui, lasciala in pace.”

Sciocchezze. I figli portano sempre su di sé il peso di ciò che compiono i loro padri, od in questo caso le loro madri... Tu sai bene i peccati che hai commesso. Sposare quel degenerato... Non c'è da sorprendersi che siano nate due gemelle, a causa della tua unione impura. È colpa tua, questa infausta nascita è un segno della collera di Oyashiro-sama nei nostri confronti, avremmo dovuto fermarti prima che fosse troppo tardi. Ed ora vi è solo un possibile rimedio. Sai bene che il Watanagashi, una volta, consisteva nello sventrare una persona reale, al posto di un insulso materasso. Sarebbe bene tornare alle origini, e qui ci è stato offerto un agnello sacrificale ideale da sgozzare.”

Non ti azzardare a torcere un capello a Shion, altrimenti...” Akane alzò la mano chiudendola a pugno, come se tenesse in mano una spada e la stesse puntando alla giugulare di sua madre.

Altrimenti cosa? Non sei nella posizione di fare minacce che puoi mantenere. Qui sei di troppo, sta al tuo posto, Akane.”

La donna non aveva mai odiato sua madre come in quel momento, se avesse avuto un'arma con sé l'avrebbe assalita in men che non si dica. Ma ora vi erano altri assilli che occupavano la sua mente. Dove potevano trovarsi le sue adorate bambine, adesso? Le erano state sottratte non appena le aveva partorite, e in quella sala buia e tetra non c'erano da nessuna parte. Dove le avevano portate? Erano ancora vive, senza dubbio, ma dove le avevano nascoste? Finché quella discussione continuava erano al sicuro, ma sarebbe bastato un cenno di Oryou, affinché i suoi sicari entrassero in azione e la povera Shion cessasse di esistere.

Akane si sentiva da sola, contro quella muraglia di demoni. Le sembrava di non avere alleati in quella stanza buia, poteva contare solo sulle sue forze. Non vi era nessuno che fosse dalla sua parte, né alla destra né alla sinistra di Oryou... A quei vegliardi non importava di ammazzare i parenti a sangue freddo, a loro bastava salvaguardare usi e costumi di famiglia... Come uscirne? Inutile cercare di convincere quelle teste dure. Ma forse sua madre le aveva dato un'idea, inconsapevolmente, parlando di Watanagashi.

Senti un po', tu.” disse quindi con voce tonante “Allora quello che vuoi è un sacrificio, un atto riparatore, non è vero?”

Oryou non rispose.

Allora ce l'ho io una proposta. Non c'è bisogno che tu sfoghi la tua ira su Shion, prenditela con qualcuno di più grande. Prenditela con me.”

Un sorriso apparve sul sorriso dell'anziana, che sussurrò: “Allettante come suggerimento. In fondo la nostra famiglia ha sempre dato una notevole importanza al senso di distinzione, alla capacità di prendersi delle responsabilità. Però, così facendo, ti stai assumendo le colpe di tre persone.”

Tre persone?”

Mi sembra ovvio. È chiaro che tu voglia prendere il posto di tua figlia, prendendo su di tè il suo peccato di essere venuta al mondo. Tuttavia, è lampante che quella scellerata non sarebbe mai venuta alla luce senza di te e senza quel perdigiorno di tuo marito. Quindi, vi sono tre responsabili, per questo atto ignobile.”

Akane l'avrebbe volentieri strozzata per quegli insulti ai membri della sua famiglia, ma non poteva concedersi di perdere il lume della ragione. Quindi sibilò solo: “Continua.”

E' molto semplice. C'è un'alternativa alla morte della tua pupilla. In questo momento è come se tu stessi affermando che se in futuro accadrà qualcosa a causa di Shion, o come cavolo si chiama, sarà solo per colpa tua. E per suggellare questa dichiarazione, c'è un prezzo da pagare.” Oryou fece una pausa “Tre unghie. Tre unghie per tre vite. L'indice destro per te, il medio destro per tuo marito, l'anulare destro per tua figlia. Mostraci la tua capacità di distinguerti dalla massa, e strappati a viva forze quelle tre unghie dalle dita della tua mano destra.”

Ah sì?” Subito, senza neanche pensarci, Akane afferrò il piccolo strumento di tortura che avrebbe dovuto compiere quel lavoro. Lo conosceva bene, sapeva come funzionava, l'aveva già visto all'opera. Infilò quindi il dito indice sotto lo strumento e premette la leva prima che qualcuno potesse dire alcunché.

Il dolore che sentì fu indescrivibile. Era molto peggio di quanto avesse mai ritenuto, mentre la levetta si abbassava le era parso che l'intero dito le venisse tranciato via dall'arto, e gli schizzi di sangue si sprecavano lungo le venature del vecchio tavolo su cui si trovava lo strumento. L'unghia divelta aveva provocato una fitta lancinante, costringendo Akane ad inginocchiarsi ed a chiudere il dolore per il tormento che percepiva alla mano. Così accovacciata, non era un'immagine molto dignitosa per lei, ma aveva altro a cui pensare. Si rialzò lentamente serrando i denti, e posizionò l'unghia del medio, affinché facesse la stessa fine di quella precedente.

Ebbe un'esitazione, questa volta, ma alla fine premette la leva con la mano sinistra, ed un nuovo terribile dolore la raggiunse, mentre anche la seconda unghia volava via. La candida pelle della sua mano veniva man mano lordata del suo sangue vermiglio, e la sua stessa carne si mostrava agli occhi di tutti, privata delle unghie che fino a pochi secondi prima la ricoprivano, proteggendola dalle intemperie. Akane stava patendo una sofferenza mai vissuta, la sua mano stava come bruciando dalla sofferenza, ma non era ancora finita. Lei e suo marito erano stati perdonati, ma mancava ancora un'unghia.

Shion... devo farlo per lei...” disse stentatamente la donna. Era il punto più arduo di tutta l'operazione. Il suo stesso organismo si stava rivoltando contro la sua volontà, stanco di quell'orribile supplizio. La sua mano sinistra si rifiutava di premere la leva che avrebbe sradicato l'ultima unghia, la destra cercava in tutti i modi di non stare ferma e di uscire da quell'aggeggio infernale. Il suo corpo non voleva più soffrire in quel modo, ma il suo spirito non se lo sarebbe mai perdonato.

Shion...” pianse Akane, facendosi forza un'ultima volta. Un colpo secco, e anche il terzo dito era rovinato. Tutto era compiuto.

Due ore dopo, Akane era ancora dolorante, ma orgogliosa di sé. La sua mano non sarebbe guarita del tutto prima di diversi mesi, due delle tre dita si erano infettate gravemente, e per un po' non avrebbe potuto utilizzare la propria katana; ma Shion era viva e vegeta, e in quel momento la stava allattando al lontano da ogni pericolo. Era questo, quello che contava.

Alla fine il resto del clan aveva storto il naso, ma Oryou aveva dato ad intendere che era stufa di questa storia, ed aveva scacciato dalla grotta la figlia e le due gemelline, troncando il raduno senza una spiegazione. Probabilmente in un secondo momento sarebbe venuto qualcuno della famiglia, oppure uno degli inservienti, per parlarle dei dettagli della cosa: la secondogenita avrebbe dovuto vivere seguendo precise condizioni, isolata e lontana da ogni incontro formale del casato Sonozaki. Per il ramo principale del clan Shion era come morta, non l'avrebbero mai degnata di un vero sguardo, ma perlomeno ora era viva, Akane sentiva di aver fatto quanto era in suo potere per salvarla.

Però la donna si chiedeva una cosa. Quando era entrata nella caverna, aveva udito delle voci che litigavano, il che voleva dire che vi era un dibattito reale tra due opposti schieramenti. Qualcuno si era evidentemente pronunciato contro la morte della più giovane delle due bambine. Chi mai era? Di chi si trattava? Quando lei si era presentata, quando lei si era offerta di strapparsi le unghie, quando se le era effettivamente recise... nessuno aveva preso le sue difese.

Ma poi vide sua madre che passava accanto alla porta della stanza, cercando di non farsi scorgere, ed Akane ne guardò di soppiatto il volto che era diretto verso le nipotine. L'anziana signora si curava di entrambe, era chiaro. E, realizzando come lei fosse sollevata del fatto che stavano bene, Akane capì chi era stata la sua alleata nascosta.

Dietro quella maschera crudele, sua madre le aveva permesso di comprare per Shion il diritto ad esistere. Non poteva dirlo esplicitamente, non aveva il coraggio per farlo, ma anche Oryou si era fatta in quattro per salvare la piccola, nonostante le veementi resistenze del resto del clan, e lo aveva fatto sempre nel suo stile taciturno e un po' scorbutico. Akane lo sapeva, lei era fatta così.

Certe volte sei proprio strana, mamma...

  
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