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Autore: Tadako    17/05/2013    4 recensioni
Mi chiamo Sara, una normalissima ragazza che si é trovita ad affrontare una storia che ha dell incredibile. ma a volte le cose non sono come ce le immaginiamo e l impossibile diventa possibile. One piece. siete sicuri sia soltanto un anime?
mi sono immersa in questa fantastica avventura vivendo emozioni stupende di qualsiasi genere. ma ora il problema è tornare indietro, perché so di essere in pericolo lì, in un mondo che non è il mio..
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ragazzo respirava a fatica, qualche goccia di suore gli imperlava la fronte mentre i suoi occhi scuri cercavano il mio viso
-perché l’hai fatto?! non avresti dovuto- gli avevo urlato disperata dopo essermi fiondata da lui.
Rufy, non rispose, trattenne il respiro per il dolore e cercò di alzarsi
-fermo! Sei ferito, non muoverti- lo presi leggermente per le spalle facendolo tornare a terra
-N-Nami.. stai bene?- chiese stordito
-si, io sto bene, a contrario di te che hai un buco nello stomaco!- risposi preoccupata
-non è niente, non mi sento così male.. e poi se non l’avessi fatto, avrebbe colpito te..-
Le sue parole così semplici e dolci mi sorpresero regalandomi un triste sorriso
-ora basta, voi due mi state solo facendo perder tempo! Finiamola qui- disse seccato l’uomo, mentre con le sue mani creava una sfera di veleno che continuava ad ingrandirsi.
-non ci contare!- urlai furiosa alzandomi di scatto, sapevo di non avere molte possibilità di battere un uomo fatto d veleno, ma dovevo proteggere Rufy a tutti i costi, proprio come lui aveva fatto con me. Avrei cercato di distrarlo finché i rinforzi non sarebbero arrivati
-Mirage Tempo!- urlai subito, creando pian piano col mio bastone, miraggi di me e Rufy sfruttando la densità dell’aria
-credi forse di sconfiggermi con questi giochetti da prestigiatore? – l’uomo sogghignò, cominciando a dividere la sua sfera in altre più piccole
*devo sbrigarmi, non ci metterà molto a capire qual è la vera me stessa..* pensai preoccupata mentre continuavo a sprigionare sfere di aria fredda e aria calda in cielo, creando pian piano una nube.
Il nemico cominciò ad attaccare, scagliando due dei suoi attacchi sui nostri miraggi, facendogli dissolvere. Erano rimaste tre copie di me e  altrettante di Rufy, mentre io continuavo con la mia impresa.
Altre sfere si accanirono su di noi, tre colpirono i falsi, una andò a finire di striscio sul mio braccio, facendo sogghignare l’uomo
-eccoti finalmente, hai smesso di giocare-
-infatti, Thunderbolt Tempo!- urlai, lanciando la bolla di elettricità sulla nuvola ormai divenuta gigantesca. Questa divenne minacciosa e dopo pochi secondi sprigionò un potente fulmine sull’uomo
Il sorriso trionfante di Nami svanì dopo essersi trovata davanti l’uomo perfettamente integro senza nemmeno un graffio
-stupida ragazzina, nella mia associazione ogni membro possiede risorse regalateci dal mare, come il potere di controllare l’acqua creando anche bolle di protezione.- mentre parlava, il pericoloso individuo creava un’altra sfera che si preparò ad accanirsi sugli sbalorditi ragazzi.
-m- ma cosa..- l’uomo sembrava sorpreso, con spavento guardava la sua creazione sciogliersi tra le fiamme
-non dovresti prendertela con chi non può combattere, è un gesto da vigliacchi-  disse sicuro un ragazzo presentatosi all’improvviso
-Ace!- urlò Nami felice e sollevata, a quel nome Rufy drizzo le orecchie e cercando di alzarsi in piedi so fissò sbalordito
-Ace?!-
-ciao fratellino! Com’è che ogni volta che ci incontriamo sei in mezzo ai guai?-
 Rufy sorrise, felice di rivedere il fratello ma anche rasserenato dal sapere che ora Nami era al sicuro
-prima spiegami il motivo per il quale capiti sempre nel posto giusto al momento giusto, come hai fatto a rintracciarci?!-
-ne parleremo dopo, ora va via di qui, ferito come sei finiresti solo per ucciderti-
Rufy ascoltò il consiglio del fratello e aiutato da Nami uscirono dalla nave saltando sulla scialuppa di Ace.
-non saresti dovuto intervenire, non hai neanche la minima idea di quello che sono capace di fare!- l’uomo minaccioso rese la sua carnagione di un arancione sempre più intenso, fino a diventare di un rosso vivo.
 
Sara’s POV
Ed eccomi qui. Dopo tutto quello che avevo passato, ora ero lì in quella gabbia, rannicchiata in un angolo ad osservare un punto fisso dell’ambente. Per tutta la vita mi ero illusa, e anche in quei giorni passati in questo mondo, mi ero illusa.. le mie stupide sicurezze erano talmente innescate dentro di me che avevo mentito a me stessa pur di difenderle. Ma ora era tutto crollato, neanche la più grande bugia poteva nascondere l’evidenza. Ora non sapevo più cosa era vero e cosa era falso. Ma il tempo trascorso il quel luogo mi aveva fatto riflettere, mi aveva fatto capire che questo non importava, che c’erano cose ben più importanti della verità. In quel momento mi vennero in mente i miei amici, coloro che mi avevano accolto e che di sicuro in quel momento si stavano battendo per andare a salvarmi, o lo avrebbero fatto presto. Per cui stare lì a impazzire non sarebbe servito a niente, dovevo affrontare la sfida più importante della mia vita, dovevo accettare la situazione e reagire.
Così, dopo ora passate a fare i conti con me stessa, decisi di alzarmi e lottare, come avrebbe fatto Rufy, come avrebbe fatto Ace.. presi un sospiro e cominciai a riflettere su come sarei potuta uscire da quella gabbia.. mi avvicinai alle sbarre e provai a scuoterle per misurarne la resistenza, purtroppo per me erano di agalmatolite, materiale che non mi avrebbe fatto effetto ma che comunque era molto potente e praticamente impossibile da infrangere senza armi speciali..
*ok Sara rifletti, ci dev’essere una chiave da qualche parte..* il mio occhio cadde su una guardia che sonicchiava, la tipica veglia che dovrebbe controllare i carcerati ma che poi cede al sonno.. anche perché l’unica da controllare ero io e gli dovevo esser sembrata una ragazza stordita per lo shock del quale non ci si doveva preoccupare –brutto sbaglio- dissi tra m con un sorriso. Nella stanza c’era un letto di legno sistemato alla buona e nient’altro. Mi accontentai, staccando una gamba del letto da usare come prolunga delle mie braccia. Con quell’aiuto mi mancavano pochi centimetri dalla chiave, ma per quanto mi allungassi non riuscivo a colmare quella piccola distanza.. dopo un po’ di tentativi le braccia cominciavano a farmi male e quel piccolissimo problema che mi separava dalla meta cominciava a irritarmi *e andiamo stupido bastone!* senza accorgermene il mio corpo cominciò ad assumere un colore azzurrino e trasparente e dopo pochi secondi scivolai improvvisamente oltre le sbarre, cadendo per colpa dell’appoggio mancato.
*ma c-che è successo?!* pensai sbalordita dopo essermi alzata, curiosa mi guardai la mano –m-ma
q-questa è acqua, sono diventata acqua!- dissi a basso voce completamente sconvolta.
Respiri profondi, uno dopo l’altro per riacquistare la calma *questo è troppo! Non bastava essere catapultati di un'altra galassia, ora sono pure diventata un fiume! Ma perché a me?!* non era tanto lo spavento o la paura a perseguitarmi, era più la rabbia per le numerose difficoltà che il destino continuava a pormi senza tregua. I lineamenti del corpo e del viso erano ancora bel definiti, erano solo diventati trasparenti e liquidi. Anche i vestiti erano diventati della stessa sostanza, c’era da aspettarselo, la vera domanda era perché era capitate quella trasformazione? Dopo aver ristabilito un po’ la calma tentai di riflettere –potrebbe essere una qualità nascosta di questo nuovo corpo anime.. volevo uscire dalla gabbia e questo potere si è rivelato per venirmi in aiuto e farmi evadere.. quindi, concentrandomi, dovrei riuscire a tornare normale..- infatti, dopo un po’ di tentativi il mio aspetto riassunse sembianze umane.
Avrei voluto indagare meglio su quella nuova scoperta, ma ora non era decisamente il momento di fare esperimenti, dopotutto dovevo ancora capire come uscire.*dai, Sara ce la puoi fare, dopo tutto ti sei guardata mille puntate su One Piece, non sarà la stessa cosa farlo realmente ma almeno ci posso provare..*  Presi il mazzo di chiavi e una mappa della base dalla guardia che dormiva e,  dopo essermi allontanata a sufficienza, cominciai a correre facendo ben attenzione a non incrociare nessuna guardia, spiando ogni corridoio e nascondendomi dietro qualche muro ad ogni rumore. dopo essermi fermata in qualche stanza della base per cambiare vestiti e ricevere più informazioni, ero arrivata alla fine di un lungo corridoio, secondo la cartina oltre la porta si trovava la stanza centrale, quella dove avevo visto quelle agghiaccianti capsule e gli scienziati imprigionati. Presi un grossi respiro di conforto ed unendomi ad una squadra di personaggi del governo mi addentrai nella sala.
*fin ora è andato tutto bene, ma è meglio non cantare vittoria troppo presto..*
Ecco infatti che camminando verso la via della salvezza, si avvicinarono al gruppo quattro persone probabilmente di grado più alto.. volevano esaminarci le carte di identità, avevano scoperto della mia fuga e dovevano trovarmi a tutti i costi. Un groppo mi si fermò in gola e dei brividi freddi mi invasero il corpo *e adesso che faccio?!* il cuore cominciò a battere forte, quando uno di quei personaggi coperti da un cappello scuro, giacca altane occhiali da sole si avvicinò a me
-lei viene con me, signorina- mi ordinò trascinandomi rudemente per un braccio. All’inizio cercai di opporre resistenza, ma quella stretta era immobilizzante e mi ricordò tanto una persona.. i miei sospetti furono confermati quando scrutandogli meglio il viso comparve un ciuffo verde.
 
   
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ho paura di non aver descritto bene la reazione di sata (di nuovo) .. spero almeno di non aver commesso errori di battitura prchè non lo controllata.. vi prego di lasciarmi un commentino per dirmi ke ne pensate un kiss ;D :3
  
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