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Autore: Symphoniies    19/05/2013    4 recensioni
E se il vostro attore preferito fosse in realtà un vostro professore?
Rosalyn vive con la madre in un piccolo paesino della Pennsylvania e non ha mai conosciuto il padre. La sua vita scorre con lenta monotonia quando,di ritorno dalle vacanze estive,a scuola si presenta un nuovo professore,IAN SOMERHALDER (Soprannominato da Rose e dalla sua migliore amica Cher 'Professor bollore') che le farà perdere la testa e le ruberà il cuore.
Ma lui si lascerà prendere il suo?
Da uno dei capitoli:
- Quindi voi siete la regina Maria Antonietta. Ma chi si cela sotto la maschera veramente?
- Conte Fersen,questa è una festa a tema. Dirvi chi sono,sarebbe andare contro le regole.
'Questa volta Cher gliel'avrebbe pagata cara'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ian Somerhalder
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I’VE GOT THE POWER
-Capitolo quattro-
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Rosalyn si allacciò la stringa della scarpa sinistra e poi raggiunse le sue compagne che stavano correndo intorno al campo da basket.
Era mercoledì mattina e,come prima materia, aveva ginnastica.
“Dove eravamo rimaste?” chiese Cher, “Ah, sì. E niente, l’ho abbracciato e quando mi sono resa conto di quello che stava succedendo me ne sono corsa via”
“Cioè, te ne sei andata senza dire niente?”
“Mh-mh”
“E lui che ha fatto?”
“Niente. Che doveva fare scusa?”
“Che ne so! Poteva inseguirti, fermarti e con la sua voce profonda dirti a fior di labbra: ‘Rose..’..”
“Lui non mi chiama Rose” la interruppe la ragazza.
“Dettagli. Allora, a fior di labbra ti avrebbe detto: ‘ Rose, so che la differenza di età tra noi due è molto grande, ma a me non importa, perché l’amore che provo per te va ben oltre a dei semplici numeri e, vedendoti qua, ho capito che anche tu provi lo stesso per me’ e poi ti avrebbe baciato..”
Rose si mise una mano sul cuore, “Se, magari Cher”
“Chissà, forse in un’altra vita questa scena è successa davvero”
“Bè, allora la ‘me’ di quella dimensione deve essere morta sul colpo”
Le ragazze risero e poi si misero in fila per il salto della cavallina.
Durante ginnastica, la professoressa Jones divideva la classe in due gruppi. Metà della palestra era occupata dalle femmine e l’altra metà dai maschi.
La prof si occupava dei maschi, mentre il professor bollore delle femmine.
La giovane si spostò un po di lato per riuscire a vederlo meglio.
Quel giorno indossava una maglietta a maniche corte bianca e i pantaloni della tuta azzurri.
Si morse il labbro inferiore.
Porca vacca, prima o poi sarebbe di certo finita in ospedale.
Ian alzò gli occhi dalla cartellina che stava compilando e poi soffiò nel fischietto che teneva fra le labbra.
‘Dio, perché non mi hai fatto nascere sotto forma di fischietto? Perché?!’, pensò.
La fila si mosse abbastanza velocemente finchè non arrivò il suo turno.
Rosalyn si piegò leggermente sulle ginocchia, fece un respiro profondo. Alzò gli occhi ed incontrò quelli di Somerhalder che stava aspettando un suo cenno.
La studentessa mimò un ‘Sì’ con la testa e lui fischiò.
Rose iniziò a correre e, arrivata in prossimità della cavallina mise le mani in avanti e le appoggiò su di essa, poi diede lo slancio in avanati, ma, nell’atterrare, la caviglia destra le si piegò di lato.
“Ahio!” urlò, piegandosi per il dolore.
“Tutto bene Rosalyn?” le chiese il professore avvicinandosi e accucciandosi accanto a lei.
“Mi fa male la caviglia”
“Ok” disse, aiutandola ad alzarsi, avvolgendole i fianchi con un braccio, “Appoggiati  a me”
Rose fece come le era stato detto e fece passare il suo braccio sinistro sulle spalle di lui.
Dopo aver incaricato Suzy Mendez di continuare a far saltare le ragazze, il professor bollore, con la giovane avvinghiata a lui, si diresse verso le gradinate, dove la fece sedere.
“Mh, vediamo che ti sei fatta” disse, prendendole la gamba destra, facendola stendere sulle sue gambe. Iniziò a slacciarle le stringhe della scarpa e poi gliela tolse.
“S-scusi, credo di avere il piede un po sudato”
“Non ti preoccupare” disse, sfilandole la calza.
Con movimenti delicati iniziò a massaggiarle il piede.
La studentessa arrossì violentemente.
Era strano. Il piede non era una parte del corpo intima, eppure si sentiva strana. Quasi imbarazzata.
‘Rose, è un piede, smettila!’
“Posso farti una domanda Rosalyn?” le chiese, distogliendola dalle sue fantasie che stavano diventando un po troppo osé.
“Em, certo”
“Perché sei venuta in stazione?”
‘Oddio, Rose! Inventati qualcosa e in fretta!’ pensò,‘Mi trovavo nei paraggi..No, troppo banale. Mi piace l’odore delle stazioni; mi rilassa. No, già ti considera una pazza ritardata maniaca, ci manca solo che ti consideri da C. I .M!’
“Volevo venire a salutarla” rispose, invece, dicendo una mezza verità.
 “E come facevi a sapere che sarei partito sabato?”
“Ho sentito mia mamma che ne parlava con una sua amica al telefono e per l’orario..bè, è stata solo fortuna”
“Comunque, grazie, mi ha fatto piacere” disse lui, guardandola negli occhi.
“Sì, figuri”
Tra i due cadde il silenzio, interrotto dalla ragazza che voleva colmare la sua curiosità, “Ora posso farle io una domanda?”
“Sì, mi sembra giusto”
“Scusi se mi intrometto, ma perché non è partito con la sua fidanzata?”
Ian sospirò, “Nina è sempre stata una ragazza a cui piaceva la vita mondana e, quando mi ha seguito qui ad Harmony, sapevo che sarebbe stato come rinchiudere un uccellino in gabbia. Prima o poi sarebbe morto. Ed è quello che stava succedendo a lei. Lentamente stava morendo, in senso metaforico intendo. Volevo seguirla a New York, davvero. Ma non ce l’ho fatta. Harmony è sempre stata casa mia. Io sono nato per vivere qui e per fare l’insegnate. Non sono un tipo da grande mela. E anche se la amo, l’ho dovuta lasciare andare. Perché, come dice il detto, se ami qualcuno lascialo libero”
“Capisco”
Da come ne parlava sembrava ancora molto legato a lei e, di certo, lasciarla andare non dev’essere stata una decisione molto semplice.
“Bene, prova a muovere il piede ora” le disse Ian.
Rose fece come le era stato detto, “Wow, non sento più nulla! Come ha fatto?”
“Mia madre è massaggiatrice”
“Oh, che bello”
“Già. Comunque, è meglio che per oggi non lo sforzi, quindi vai pure a cambiarti”
“Grazie”
La giovane si alzò e zoppicando si diresse verso gli spogliatoi. Mentre passava davanti al gruppo di ragazzi, decise di attirare l’attenzione di Robert, perciò si slegò i capelli e li mosse leggermente.
“Hey, Rosie Posie” disse Robert, raggiungendola, “Che hai fatto al piede?”
‘Kaboom’, pensò lei, sorridendo soddisfatta senza farsi vedere.
“Ho stortato la caviglia, ma niente di grave” rispose, girandosi verso di lui.
“Ti fa male?”
“Mh, ho provato di peggio”
“Tipo sbucciarti il ginocchio nel mio giardino?”
“Avevo cinque anni e per tua informazione ho sentito davvero male”
Robert rise, “Certo, certo. Ammettilo sei sempre stata una fifona”
“Io almeno non ho dormito fino ai dodici anni con la lucina accesa”
“Sai, se non fossi una ragazza, a quest’ora ti avrei già presa a calci nel sedere”
“Non mi sembra che questo ti abbia fermato quando ti ho rubato la tua figurina preferita dal album dei giocatori di baseball”
Il ragazzo le si avvicinò e con uno scatto la prese in braccio.
“Che bambina cattiva che sei stata” le sussurrò all’orecchio.
“Collins, che stai facendo?” chiese la professoressa Jones.
“Aiuto una compagna in difficoltà”
“Collins, vieni subito qui!”
“Prof, non era stata lei a dire che dovevo iniziare a trattare meglio le ragazze?”
La professoressa sbuffò, “Sbrigati, ti rivoglio in campo fra due minuti”
“Sì, signore! Cioè, signora!”
 
Rosalyn uscì dall’auto e poi si voltò, per salutare i suoi amici.
Era lunedì notte.
Il giorno dopo non ci sarebbe stata scuola per via delle vacanze del primo novembre.
“Grazie per riavermi accompagnata a casa Mathès” disse, “Buona notte Cher”
“Ciao Rose”
La ragazza sorrise, chiuse la portiera e poi si diresse verso casa.
Una volta arrivata davanti alla porta d’entrata, si accorse che questa era aperta.
‘Strano. Mamma è a New York come sempre. Mh, forse però è tornata per prendere qualcosa o magari perché vuole riposarsi’, pensò.
Rose entrò e poggiò il cappotto sul divano.
“Mamma?” chiamò, “Mamma sei tu?”
Si avvicinò al telefono posto non troppo distante dove una spia rossa lampeggiava assiduamente. Schiacciò il bottoncino della segreteria e ascoltò.
 
‘Rose, sono la mamma. Volevo dirti che starò via per due settimane perché devo andare a Hong Kong per una questione importantissima. Ti ho lasciato dei soldi per la spesa o per comprarti qualcosa nel contenitore delle caramelle. Se ti serve altro denaro, la carta di credito è sotto il materasso e il codice lo sai. Ti porterò a casa un souvenir, Bye!’
 
Alla giovane si gelò il sangue nelle vene.
Se sua madre era in viaggio, chi c’era dietro la porta che dava sul corridoio per arrivare nelle stanze?
Si tolse i tacchi e poi corse il cucina dove afferrò una padella.
Con i piedi che le sudavano dalla paura, Rosalyn si diresse verso la porta del corridoio mezza aperta.
“Chi c’è?”
Nessuna risposta, solo rumori.
“Ho un fischietto antistupro e una padella e non ho paura di usarli!”
‘Ok, Ros, è il momenti di mettere in atto tutto quello che hai imparato guardando Tom Raider e gli insegnamenti che Alaric ha dato ad Elena’
Contò fino a tre e poi spalancò la porta. Alzò il braccio che teneva la padella e si apprestò a darlo in testa a chiunque si sarebbe trovata davanti, ma, effettivamente, quello che si trovò davanti non fu proprio quello che si aspettava.
“Prof?” domando, spalancando gli occhi stupita.
“Hey, Rosalyn! Che ci fai con una padella in mano? E’ già ora di colazione?” chiese, barcollando leggermente.
“S-sta bene?”
“Mh, devo dire di sì. Dopo un bottiglia di whisky posso dire di sentirmi bene..”
“E’ ubriaco?!”
“Non lo so, Rosie Posie..” disse, chiamandola come l’aveva chiamata Robert mercoledì scorso in palestra. Li aveva forse sentiti?, “Lo sono?” chiese, avvicinandosi a lei.
“Sì, dall’odore direi che è ubriaco marcio” costatò.
Lui si mise a ridere.
“Come ha fatto ad entrate?”
“Tua madre nasconde ancora le chiavi nel vaso dei fiori. E lo sappiamo entrambi che non sarebbe neanche in grado di far crescere una piantina di fagioli”
“E da quanto è in questo stato?”
Il professor Stranamore alzò la mano, “Una..” disse alzando un dito, “O due ore. O forse cinque”
“Si venga a sedere per favore”
“No, sono in grado di stare in piedi”
“Certo, per questo è poggiato al muro?”
“Che c’è? Un uomo non può essere innamorato di un muro? Poi questo colore è così bello. Che tonalità d’arancio è? Albicocca?” chiese, prima di iniziare a sbaciucchiare la parete.
“Su, venga” insistette Rosalyn, prendendolo per mano, trascinandolo in soggiorno e facendolo sedere sul divano. Poi si chinò e iniziò a slacciargli le stringhe delle scarpe.
“Che stai facendo?” chiese lui.
“Non può tornare a casa in queste condizioni, non arriverebbe neanche alla fine del vialetto di casa mia, perciò resterà qui a dormire”
“E che diranno i vicini?” chiese, sussurrando.
“Niente, i signori Potter sono già a dormire da un pezzo” rispose, per poi alzarsi e aiutarlo a togliere il giubbino.
“Sai, questa cosa è un po pervertita. Nel senso, abbiamo sedici anni di differenza”
Rose rise, “Domani si sarà già dimenticato tutto”
“Io non credo” disse Ian, prendendole il polso della mano destra, obbligandola così a chinarsi verso di lui.
“Sei così diversa da tua madre”
“Lo prendo come un complimento” replicò la giovane, deglutendo rumorosamente.
Il volto del professore si fece sempre più vicino al suo.
Il corpo di Rosalyn si era fatto di pietra  elei non riusciva a muoversi, mentre il cuore stava accelerando i battiti.
‘Oh,cribbiolina’
“C- che sta facendo?” chiese, con un filo di voce.
“Shh, ferma” le sussurrò facendo sfiorare il naso con il suo.
La ragazza sentì le labbra di lui sfiorare le sue, poi il professore cadde all’indietro, a addormentato.
‘Cazzo, mi stava per baciare!’
 
Rose si svegliò di colpo e girò il viso verso la sveglia.
Le dieci e mezza.
‘Oddio, sono in ritradissimo per la scuola!’
Si mise a sedere e, allungando una mano in un cassetto li vicino, prese un paio di calzini puliti. Iniziò ad infilarseli quando si rese conto che quel giorno non vi era scuola e che poteva stare tranquilla.
La giovane si lasciò cadere all’indietro, chiudendo gli occhi e facendosi accarezzare la pelle da dei tenui raggi del sole di novembre che penetravano dalle finestre.
Quello stato di quiete comunque non durò a lungo, in quanto Rosalyn si rimise a  sedere dopo neanche cinque secondi.
‘Oddio!’, pensò, ‘Il professor bollore è in soggiorno!’
Rosalyn si alzò, uscì dalla sua stanza e si diresse in salotto, dove, però, non trovò nessuno.
Il divano era in ordine e la coperta che aveva utilizzato per coprirlo era piegata perfettamente su di esso.
La ragazza buttò un’occhiata verso la porta d’entrata, dove la sera prima aveva sistemato le scarpe del suo professore che ora non vi erano più.
Se n’era andato senza salutarla e senza lasciarle un bigliettino.
Sospirò abbattuta.
Aveva urgente bisogno di un po di power e di Tom Cruise.
Rose tornò in stanza, dove si tolse il pigiama e indossò dei pantaloncini corti e una maglia bianca fin troppo grande per lei.
Prese il cellulare e ci inserì le cuffiette, poi fece scorrere il pollice per trovare la canzone.
‘Eccola!’
“I’VE GOT THE POWEEER!” urlò, scivolando in soggiorno grazie ai calzini, “I’VE GOT THE POWEEER!” ripetè, urlando a squarciagola, iniziando poi a muoversi in modo alquanto imbarazzante.
Continuò così per un altro minuto, poi iniziò a ballare all’indietro, muovendo un po il culo, andando a scontrarsi contro qualcosa.
Si girò di scatto, con il terrore di aver colpito la lampada preferita di sua madre, ma, no, quella contro a cui era andata addosso non era una lampada, bensì il suo professore, che stava sfoderando il più bel sorriso a trentadue denti che avesse mai visto.
“Oh, mio Dio” sussurrò la giovane, togliendosi le cuffiette.
“Buongiorno Rosalyn. Ho interrotto qualcosa?”
“E-eh? No,no, è..è che avevo bisogno di muovermi un po..”
“Capisco. Sono uscito a comprare delle ciambelle. Hai già fatto colazione?”
Lei scosse la testa.
“Bene, neanche io” disse, dirigendosi in cucina.
Rosalyn lo seguì, ancora un po intontita dalla figura di merda appena fatta.
‘Ma era possibile che lui dovesse sempre vederla in strane situazioni o in abbigliamenti ambigui?!’
“Hai del succo di frutta?” le chiese il professore.
“Sì, è in frigo” rispose, sedendosi.
“I bicchieri?”
“Secondo sportello a destra”
“Grazie”
Ian le posò davanti un bicchiere e ci versò un po di succo, poi si sedette di fronte  a lei e le passò una ciambella.
“Hai dormito bene?” le chiese.
“Sì, grazie”
“Sei sicura?”
“Sì,sì”
‘Oddio, perché me lo chiede?!’
“L-lei? Come ha dormito lei?”
“Oh, per aver dormito, ho dormito bene. E’ il risveglio che è stato un po..doloroso”
Rosalyn trattenne una risata e sorrise.
“Rosalyn, volevo scusarmi con te”
La studentessa sgranò gli occhi sorpresa, “Per cosa?”
“Per la figuraccia fatta questa notte. Ero completamente ubriaco e non ragionavo”
“Ma no, non si preoccupi”
“E…e che non sono abituato a stare senza Nina e non sto passando un bel periodo e non so perché ti sto raccontando tutto. Probabilmente ora mi trovi patetico”
“Senta, io non la trovo patetico, anzi. N- non sono mai stata innamorata, quindi non so cosa prova ora, posso solo immaginarlo. So che non è facile e che probabilmente non sono io che glielo devo dire, ma, affogare i suoi dispiaceri nell’alcol non l’aiuterà, perché il giorno seguente, finita la sbronza, saranno ancora lì. Li affoghi nella nutella che sì, farà ingrassare, ma almeno evita il mal di testa”
“Ed evita di farti scordare le cose” aggiunse lui, ridendo.
“Già..”
‘Quindi lui non si ricorda del tentato bacio. Fantastico. Davvero fantastico’
“Va bè, ora è meglio che vada, prima che mia nonna sguinzagli i cani per trovarmi” disse il professor bollore, alzandosi.
La ragazza fece per alzarsi, per accompagnarlo alla porta, ma lui le fece segno di non scomodarsi.
“Salutami tua madre”
“E lei sua nonna”
“Sarà fatto”
E così, se ne andò.
Rose si alzò e corse verso la finestra che dava sul vialetto e senza farsi vedere lo osservò incamminarsi.
‘Se questo è un sogno, non svegliatemi’
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autore:
Salve girls!
Eccomi con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto:)
Ps. Nella scene in cui Rose si “scatena” in soggiorno, ho voluto riprendere un po il film, di cui ora non ricordo il nome, in cui vi era Tom Cruise che ballava in camicia e mutante, solo che la canzone non è quella di Elvis, ma ‘The power’, quella di “Una settimana da Dio”
Aspetto con ansia un vostro parere.
Grazie mille per le recensioni  i complimenti, siete magnifiche!
   
 
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