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Autore: SilviaSilvia_LuciaDom    20/05/2013    16 recensioni
Usagi sta per realizzare il sogno più grande della sua vita: diventare maestra d'asilo.
Ha una vita perfetta, una famiglia perfetta, e un amore da fiaba, nulla potrebbe incrinare la sua felicità, nulla fino a quel fatidico incontro che cambierà inesorabilmente tutta la sua vita…
AGGIUNTO NUOVO CAPITOLO!!!
>>> Ti prego tesoro, non morire! Non posso perderti ora che ti ho trovata!
Non puoi morire per un mio maledettissimo errore! Ti prego piccola apri gli occhi, non lasciarmi, non abbandonarmi!!!Tu devi saperlo, io devo dirtelo … Usagi credo davvero di essere lo stupido che si è … AMORE MIO, devi svegliarti, perché io ... io ti A … -
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Un po' tutti, Usagi/Bunny
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Ebbene si, sono passati sette mesi, ma noi siamo tornate!!! Pesavate di non vederci più, ma quando ormai avete perso ogni speranza eccoci magicamente
spuntare come i funghi!Ricordate dove vi avevamo lasciate? Ve lo ricordate:

>>> Ti prego  tesoro, non morire! Non posso perderti ora che ti ho trovata! Non puoi morire per un mio maledettissimo errore! Ti prego piccola apri gli occhi, non lasciarmi, non abbandonarmi!!! Tu devi saperlo, io devo dirtelo … Usagi credo davvero di essere lo stupido che si è … AMORE MIO, devi svegliarti, perché io ... io ti A … -

Dite la verità siete curiose eh? Ce la farà Mamoru a dichiararsi alla nostra Usagi? E state tranquilli che se non vi ricordate la storia, cosa del tutto normale dopo sette mesi, per voi è in arrivo un bel riassunto.
Prima di lasciarvi alla lettura però, desideriamo ringraziare, oltre a tutti voi, quattro  persone che ultimamente stanno leggendo con impegno e costanza la nostra storia dall’inizio:
 KITRI. SHELLY2010. PRINCESS_MARS e SHAYLA.
Grazie ragazze, la nostra conoscenza al di fuori di EFP seppur virtuale, si sta approfondendo, e noi ne siamo orgogliose e felici.
GRAZIE ANCHE A TUTTO IL POPOLO DI EFP per il calore che ci state dando e l’affetto che leggiamo in ogni vostra recensione.
Silvia e Lucia Vi ringraziano infinitamente.



Riassunto:

Usagi è una normalissima ragazza di vent’anni, che sta per iniziare un nuovo capitolo della sua vita: l’università.
Spera infatti insieme alle sue amiche del cuore Ami e Makoto di diventare una bravissima maestra d’asilo.
Vive a Tokyo insieme a sua madre Ikuko, suo padre Kenji famoso giornalista, sua sorella maggiore Haruka istruttrice di arti marziali, e suo fratello minore Shingo di soli quattordici anni.
Ha un ottimo rapporto con sua sorella ed è molto legata a lei, nonostante Haruka sia più grande di otto anni.
Vive una vita molto tranquilla e felice, senza nessun problema economico, e frequenta l’università della sua città insieme al suo ragazzo, Seiya Kou, di tre anni più grande di lei, studente di facoltà “Lingue e letterature straniere”.
Finito il primo giorno di lezione e dopo essersi congedati dagli amici, Usagi e Seiya si ritrovano a fare un giro per negozi, e tutto procede bene, finché Usagi non si scontra con un tizio camminando all’indietro e di faccia a Seiya.
Tutto sarebbe “quasi normale” se non fosse per gli sguardi di odio profondo che Seiya e il tizio venuto dal nulla si scambiano.
Usagi capisce che i due si conoscono, e che tra loro deve essere successo qualcosa di grosso per guardarsi così in malo modo.
Senza dire una parola Seiya aiuta Usagi a rialzarsi, e stingendola a sé con forza, si allontana da quel tipo misterioso, destando dei sospetti nella ragazza,
che saluta il suo fidanzato sotto casa, dandosi appuntamento per la sera stessa, appuntamento che lui rimanderà con una scusa.
Con grande stupore Usagi,  il giorno dopo, scoprirà che il ragazzo non è andato in facoltà, e correrà a cercarlo al bar dove lavora part-time, il “Crown”, gestito da Motoki fidanzato di Haruka, ma lì con sua grande sorpresa troverà seduto al bancone a consumare un caffè proprio il tizio contro il quale lei si è scontrata il giorno prima.
Le sorprese per lei però, non sono finite perché scoprirà poi che anche Haruka e Motoki conoscono il ragazzo in questione, e che sono legati a lui insieme a Seiya, da un passato misterioso risalente a cinque anni prima.
Il nome del ragazzo è Mamoru Chiba.
Sempre più preoccupata Usagi correrà a cercare Seiya a casa, ma per strada incontrerà Michiru, sorella di Seiya e violinista di successo, che dopo aver saputo tutto e soprattutto il nome dell’uomo misterioso deciderà di accompagnarla.
Anche Michiru conosce Mamoru,  ed è per questo che Usagi è sempre più confusa.
A casa entrambe troveranno la camera di Seiya completamente ribaltata con il portatile mancante,  Michiru capirà che Seiya è nella loro casa in campagna.
Una volta giunte sul posto lo troveranno completamente ubriaco.
Usagi presa dalla foga di capire, accenderà il computer che Seiya ha portato con sé, e dentro vi troverà una cartella con delle foto risalenti all’estate di cinque anni prima, dove il ragazzo, abbraccia e bacia una bellissima ragazza dai capelli corvini, e dove lo vede anche in compagnia di Mamoru Chiba, con il quale sembrava essere all’epoca grande amico.
Ne rimane sconvolta.
Seiya per farsi perdonare porterà Usagi a cena fuori in un locale di conoscenza, dove si deciderà a raccontarle tutto, ma proprio mentre lo starà per fare i due vedranno entrare nel locale proprio Mamoru con un giovane donna, che si rivelerà poi essere la ragazza delle foto nel PC di Seiya.
Nascerà una violenta discussione tra i due ex amici, tanto che finiranno tutti in centrale. Ormai è chiaro ad Usagi, che Rei è stata la ragazza di Seiya, e che lui all’ epoca sembra che l’abbia tradita baciando un'altra ragazza bionda di cui Usagi sa solo il nome: Minako.
Questa accusa verrà rinnegata con forza dal ragazzo che addosserà la colpa di tutto a Mamoru.
Alla centrale Usagi accuserà un malore dovuto alla pressione bassa, la ragazza infatti soffre di ipoglicemia.
Verrà immediatamente soccorsa da Mamoru, che si rivelerà essere un ottimo medico, e che lei ritroverà poi anche come professore nella sua università.
Scoprirà anche che la sorella di Mamoru, Setsuna, è implicata come tutti nella losca faccenda che avvolge la vita di Seiya, infittendo il mistero sempre di più.
A complicare le cose giungeranno anche i genitori del ragazzo, rientrati dall’Italia dove gestiscono una famosissima casa di moda, apparentemente per trovare i propri figli, ma in realtà per uno scopo ben preciso.
Usagi infatti assisterà per caso ad un conversazione tra la madre di Seiya, Setsuna e una giovane ragazza bionda che si rivelerà essere Minako, e allora capirà che anche i suoceri sono coinvolti in quella che per lei è una losca storia.
I Kou organizzeranno poi una sfilata voluta da un esponente molto in vista nel campo della moda, sfilata in cui la modella di punta si rivelerà essere proprio Minako, espressamente richiesta dal Signor D., il committente della serata, in quanto innamorato di lei.
Nonostante la suocera per suoi motivi, chiederà ad Usagi di uscire con Seiya proprio quella sera, e di andare a cena fuori, lei deciderà di presentarsi lo stesso con il ragazzo all’evento, e quando Seiya vedrà Minako scoppierà il finimondo.
E’ chiaro a tutti ormai, e soprattutto ad Usagi, che i suoi suoceri hanno organizzato un complotto alla vita di Seiya.
La verità verrà a galla:
Rei e Seiya erano felicemente fidanzati, Rei rimase incinta a diciotto anni, ma non poté dirlo a Seiya, essendo costretta dai genitori di lui, persone molto influenti nell’alta borghesia, ad abortire con un ricatto.
Se lei non avesse interrotto la gravidanza, le avrebbero tolto l’affidamento di sua sorella Hotaru, appena ottenuto dopo tanta fatica con la maggiore età.
Una ragazza orfana con problemi economici, non sarebbe stata un’ottima madre e soprattutto un ottimo partito per Seiya, che meritava molto di più.
Fu allora che Rei trovò conforto tra le braccia di Mamoru, dopo aver visto Seiya baciare Minako, credendo nell’ effettivo tradimento del ragazzo, tradimento che in realtà era stato organizzato a tavolino dai genitori di lui con la complicità della giovane modella bionda.
Usagi non reggerà la notizia, e sverrà tra le braccia di Mamoru prontamente accorso per sorreggerla. In ospedale scoprirà di essere affetta dal DIA, ( difetto del setto interatriale ), una malformazione congenita al cuore, e di doversi operare, operazione che sarà costretto ad effettuare Mamoru stesso dopo essere diventato il suo dottore.
Affronterà diverse crisi cardiache che supererà con l’aiuto del giovane medico, il quale  nel frattempo si avvicinerà sempre di più a lei, arrivando persino a baciarla ricambiato, ma solo in un’ attimo di debolezza della ragazza.
Usagi verrà poi abbandonata da Seiya, senza motivo, il ragazzo infatti smetterà di  andarla a trovare in ospedale, restando assente anche il giorno dell’intervento.
Il bacio di Usagi e Mamoru, verrà però visto proprio da Seiya, succederà così il finimondo e la verità verrà a galla ancora una volta.
Il giorno dell’intervento, Seiya era a letto con Rei preso dall’impeto di una passione ritrovata, passione tanto forte al punto tale da far dimenticare al ragazzo una cosa importante come l’operazione di Usagi.
Per Usagi sarà il baratro, verrà lasciata definitivamente da Seiya e firmerà il foglio di dimissioni dall’ospedale all’insaputa di Mamoru, che nel frattempo verrà sospeso per una rissa avvenuta in ospedale,nella quale tentava di difendere proprio la ragazza dall’aggressione di un giornalista.
Una volta a casa, Usagi tenterà il tutto per tutto scappando per andare da Seiya dopo aver ricevuto un suo messaggio, che le dava la benedizione per iniziare un rapporto con Mamoru.
Proprio lungo il tragitto incontrerà però il giovane medico, che da prima tenterà di riportarla a casa, poi la accompagnerà invece a destinazione con l’intento di farle aprire gli occhi.
Lì Usagi, scoprirà però che il suo ex-ragazzo è in procinto di partire con Rei per una nuova vita.
Distrutta dal dolore, e dopo un confronto massacrante con Seiya, che si rivelerà alquanto privo di tatto, Usagi tornerà a casa accompagnata da Mamoru, dove affronterà le ire della madre per il suo gesto irresponsabile.
Ne nascerà una violenta lite, e nel tentativo di chiederle scusa, dopo aver abbandonato la conversazione con lei, Usagi inciamperà a causa di un violento capogiro che la farà cadere a terra rovinosamente, ferendosi il braccio per colpa di un vaso rotto nell’urto.
La ferità verrà medicata da Mamoru che deciderà di iniziare subito la terapia post-operatoria, avendo già tutto l’occorrente a casa sua.
Usagi rimarrà impressionata da tante attenzioni nei suoi confronti, e arriverà persino a chiedersi, se il ragazzo sia realmente innamorato di lei.
Il suo braccio però è a rischio di infezione, e questo farà aumentare le preoccupazioni di Mamoru, che la medicherà di nuovo somministrandole pure l’antibiotico, e dopo la terapia fisica, la riaccompagnerà a casa.
Una volta in procinto di lasciare l’appartamento però, il Dottor Chiba si troverà davanti niente meno che sua sorella Setsuna, venuta a chiedergli perdono.
Questo manderà in panico Usagi che fuggirà dall’ appartamento seminuda sotto una pioggia battente. Verrà raggiunta poco dopo da Mamoru che la riporterà in casa e le toglierà i punti al petto, essendo stato nel frattempo riabilitato dall’ospedale nella sua professione.
Durante la permanenza a casa del ragazzo Usagi, scoprirà il perché del ritorno di Setsuna: lei è lì per impedire che Seiya parta ed abbia la vita che ha sempre voluto con Rei, lei è lì per ordine dei genitori del ragazzo, persone per le quali lei lavora. La storia si ripete ancora …
Dopo aver superato un’ altra crisi e dopo aver schiaffeggiato Setsuna, Usagi tornerà a casa con Haruka, ma non prima di aver riportato a galla, un’altra amara e tremenda verità.
La malattia congenita da cui era affetta, seppur guarita, non cancellerà mai la grave aritmia di cui il suo cuore soffre e che le impedirà per tutta la vita di vivere cose belle e semplici come quella di avere un figlio.
Usagi sarà più distrutta, ed è in questo contesto, che riceverà un sms da parte di un amico in comune con Seiya, il quale le chiederà di fermarlo e di non farlo partire, perché è lei la persona giusta per lui, lei che nonostante tutto,
sperava ardentemente di avere un figlio dal ragazzo.
E’ in nome di questo ricordo e dell’amore che prova per lui, che si recherà all’aeroporto il giorno della partenza, in preda ad una febbre altissima e senza sensibilità al braccio ferito. Qui sverrà inerme tra le braccia di Seiya e verrà soccorsa da Mamoru, anche lui all’aeroporto, rientrato anticipatamente da un convegno, e allarmato dalla telefonata dei genitori di Usagi per le sua febbre.
Si scoprirà infatti che la ragazza è a rischio setticemia e rischia la vita.



18) SUL FILO DEL RASOIO

>>> Ti prego  tesoro, non morire! Non posso perderti ora che ti ho trovata! Non puoi morire per un mio maledettissimo errore! Ti prego piccola apri gli occhi, non lasciarmi, non abbandonarmi!!! Tu devi saperlo, io devo dirtelo… Usagi credo davvero di essere lo stupido che si è … AMORE MIO, devi svegliarti, perché io ... io ti A … -

  -Ma … Ma … Ma… mo … ru  … - 

Apro gli occhi, una luce bianca mi acceca, tutto intorno a me è sfuocato. 
La mia voce è bassissima, flebile, ho la bocca impastata e mi sento debolissima.
Mi tolgo qualcosa dalla bocca e mi accorgo di avere tra le mani una mascherina di gomma trasparente.
Sembra ossigeno, credo... È questa che mi sono tolta dal viso? Volto il viso a sinistra, Mamoru è seduto qui, vicino a me, ha la testa china e forse non ha sentito subito il mio sussurro.
Provo ad alzare una mano in sua direzione ma persino muovere le dita mi costa un’immane fatica.
Muovo allora ancora la testa per cercare di ambientarmi, ma non riconosco nulla.
Non che riesca a distinguere chissà quanto, le uniche cose che riesco a vedere sono vetrate, macchinari ovunque, e dei separé ospedalieri. 
Sento che sono attaccata a flebo e a vari fili, e sotto le coperte devo essere nuda, o indossare qualcosa di molto leggero, a giudicare dal contatto della mia pelle col materasso.
Sento tutto il mio corpo come in preda ad un profondo torpore, non riesco a muovermi, mentre il braccio mi sembra ancora tanto pesante.                                                         

Dove sono?
Dove sono? Cosa mi è successo?                                                                                                                 Come sono arrivata qui?
I ricordi sembrano ancora confusi… o forse no?                                                                                             Cerco di ricordare disperatamente qualcosa, qualcosa, o meglio … qualcuno che mi turba, poi … 

Seiya… 

Allora ricordo ed improvvisamente è panico: 

La corsa disperata all’aeroporto …
Il malore …
Le sue braccia a farmi da paracadute …
Le grida disperate di Mamoru …
Il nulla … 

Cerco di alzarmi e di muovermi, ma è come se fossi paralizzata, la sensazione di impotenza che provo è dilaniante. Come è possibile se un attimo prima sono riuscita a togliermi la mascherina? 

-NO!!! NO!!! SEIYA!- 

Le urla escono strozzate, la mia voce è quasi inesistente, ma è sufficiente a far destare Mamoru che alza la testa di scatto. 

-Usagi!- 

Quasi urla il mio nome alzandosi in piedi. Lo osservo a fatica. Ha il volto coperto da una mascherina, ed è completamente in camice sterile. Nonostante sia stordita e in preda ad una fremente agitazione, realizzo di essere di nuovo in una camera asettica, anche se non ne capisco il motivo. 

-Seiya, lui … - 

-Calmati, ora non è il momento di pensare a Seiya, ora… - 

-No … lui … lui … -  

Strizzo gli occhi per reprimere il dolore e cercare di stabilizzare la vista, quando improvvisamente sento per la seconda volta da quando sono malata, la sua fronte poggiare delicatamente sulla mia.
Solo allora li riapro e mi accorgo di trattenere sempre per la seconda volta a questo gesto, quel poco di respiro che ho. Mamoru mi guarda confuso e con degli occhi indescrivibili.
Sembrano lucidi come se avesse… pianto ….

-Basta Usagi … ti prego … basta … - 

La vista sta iniziando a stabilizzarsi e posso vederlo sempre più chiaramente. Riconoscerei ovunque quello sguardo difficile da dimenticare. 

Triste … apprensivo … preoccupato e… Colpevole … ? 

Ho una strana sensazione, perché mi guarda con quello sguardo pieno di rimorsi? La voce gli si spezza in più punti, e gli occhi ora sembrano tradire sempre di più, ogni sua emozione.
Nello stesso istante in cui me ne rendo conto, mi dimentico di tutto, persino di Seiya. 

- Mamoru tu … stai … piangendo? - 

Improvvisamente lui si rialza di scatto allontanandosi dal mio viso e tornando in posizione eretta, forse incapace di trattenersi, portando istintivamente una mano sopra la bocca coperta dalla mascherina.
Sento un brivido alla base della schiena, mentre lo vedo strizzare gli occhi con forza.
Allora è proprio vero! Mamoru stava piangendo, e stava piangendo per me! 

- Mamoru … - 

-Shhh … non parlare … non parlare! Grazie al Cielo ti sei svegliata! Usagi io … ho avuto paura … tanta paura …- 

-Pa…ura? Co…cosa è successo? Perché pia..ngi?- 

Riapre gli occhi mente torna a sedere accanto a me sulla sedia, prendendomi una mano tra le sue. 

-Sono solo molto felice che tu ti sia svegliata! Sei in sala di rianimazione Usagi, ma ti prego sta tranquilla, non agitarti. È solo per precauzione, ed è la prassi. Hai avuto un malore, hai la febbre alta e la ferita al braccio, ti ha dato più problemi di quelli che credevamo. Adesso devi stare a riposo assoluto e … - 

Mamoru si interrompe sospirando pesantemente, lo guardo meglio ed ho come l’impressione che si stia trattenendo dal dirmi dell’altro. Cosa mi nasconde? 

- … E adesso hai bisogno di assoluto riposo e di seguire ciò che ti indicheremo di fare. Hai rischiato tanto Usagi, troppo, ma adesso non è il caso di approfondire questo discorso, quando starai meglio ne parleremo. Adesso voglio solo che tu ti riprenda.- 

I suoi lineamenti sembrano distendersi e adesso pare sorridere, ma se ormai lo conosco bene, direi che lo sta facendo quasi forzatamente. Mi accarezza di nuovo la fronte, questa volta con una mano, scompigliandomi la frangia. 

-Ci hai fatto prendere uno bello spavento sai, piccola?- 

Un improvviso senso di deja-vu mi assale.
È come se avessi sentito questo nomignolo dalle sue labbra da poco, pochissimo tempo.
Prima quando ho aperto gli occhi, l’ho sentito dire qualcosa, ma non ho distinto le parole, sentivo solo la sua voce e le sue … lacrime …                                                                        

- … Mamoru?-

-Hm?-

Lui si fa più attento, e non si muove dalla sua posizione, continuando a tenermi la mano. 

-Pri…prima… mentre stavo per svegliarmi, stavi dicendo qualcosa? Mi parlavi? Sentivo solo la tua voce ma… non sono riuscita a distinguere quello che hai detto … Cos’era...?-

Improvvisamente lui interrompe di colpo le sue carezze, e sembra quasi irrigidirsi. Mi guarda senza dire nulla per interminabili secondi, poi finalmente sorride. 

-Nulla Usagi… solo ti esortavo a… svegliarti! Speravo che la mia voce ti aiutasse a riprenderti, tutto qui!-

-Ma … io … ho … - 

-Shhh… non ti affaticare! Parleremo d tutto, te l’ho già detto, ma non adesso, l’unica cosa che conta ora, è che tu ti riprenda.- 

È vero sono a pezzi, ma sto sempre più prendendo confidenza con ciò che mi circonda. So già di cosa vorrà parlarmi, e so anche che non mi sarà possibile fuggire dall’argomento.                                                           Sicuramente non varrà sentire le mie ragioni, ma io non potevo darmi per vinta, anche se alla fine, l’unica ad avere avuto la peggio sono stata sempre e comunque io. 
L’ho fatta grossa e chissà cosa avrà pensato la mia famiglia di questa mia uscita, saranno sicuramente furiosi e preoccupati, e forse, non posso biasimarli.

>>> Usagi … ehi!- 

Vengo destata dai miei pensieri, la voce di Mamoru, leggermente apprensiva, mi riporta alla realtà. 

-Sì … - 

Mi scruta apprensivo, poi sento la sua mano posarsi sulla mia fronte seguita da un grosso e pesante sospiro. 

-Non va bene. - 

- Co … cosa non va bene? – 

Sono in apprensione, l’espressione di Mamoru non mi piace. 

-Sei ancora molto calda Usagi.- 

Senza perdere tempo si alza in piedi e preme il pulsante vicino a letto per chiamare qualcuno, e quasi immediatamente entra un’infermiera, anche lei vestita totalmente in abiti sterili. 

-Mi dica Dottore … - 

-Le misuri la temperatura per favore. – 

Con un cenno del capo l’infermiera esce dalla stanza, per rientrare subito dopo con in mano un termometro a sensore avvolto in una bustina che mi posiziona nell’orecchio. Passano pochi secondi, poi al suono bip bip, l’infermiera lo ritrae rivolgendosi a Mamoru. 

-38,5 Dottore!- 

-Continuate il ciclo di antibiotici! Se a fine ciclo non ci sono miglioramenti, aumentiamo il dosaggio! La febbre è costante da troppo tempo, l’infezione è estesa, ed è profonda, se non riusciamo ad abbassarle la temperatura è un problema! 

-Sì Dottore!- 

L’infermiera esce dopo essersi congedata, mentre io guardo Mamoru senza capire. 

- In … Infezione?- 

-Sì purtroppo! Usagi, il tuo braccio si è infettato. Le tue difese immunitarie sono carenti, inoltre tu sei uscita sotto la pioggia seminuda, e poi … - 

Mamoru si interrompe ancora, rivolgendo lo sguardo al pavimento. 

-Poi?- 

Lo esorto a continuare, devo sapere, voglio sapere! 

-Il dosaggio antibiotico che ti ho fatto prendere per bocca, era sbagliato. Usagi io … È anche colpa mia se tu … 
tu … hai rischiato di … - 

Senza ormai fare più caso a nulla, si allontana leggermente, girandosi di scatto e dandomi la schiena. Lo vedo portare una mano al viso come se volesse reprimere le lacrime, dilaniato da sensi di colpa che devono avergli corroso l’anima fino a consumarla. 

Ecco perché aveva quello sguardo prima …
Ma cosa sta succedendo a Mamoru?
Mi si spezza il cuore a vederlo così …
Adesso capisco tutto, ma non me ne importa niente …
Non voglio sapere cosa ho rischiato, non mi interessa. 

Qualsiasi cosa possa dire Mamoru, per me non ha colpe significative. 

Mi ha sempre protetto, sempre, da tutto e da tutti.
Mi è sempre stato accanto, anche quando non era tenuto a farlo.
Mi ha guarito da un DIA che nessuno aveva diagnosticato.
Ha fatto notti in bianco.
Ha trascurato l’insegnamento universitario.
Ha fatto tutto questo per me … 

Ma allora … quali sono le sue colpe? 

Io me la sono cercata. La responsabilità di tutto questo è solo mia, quindi la mia colpa è infinitamente più grande di un’ipotetica sua. 

- Mamo-C… Chan … - 

Subito sobbalzo stringendo le labbra nel momento stesso in cui pronuncio quel nomignolo.
Cosa mi è saltato in mente? Sono forse impazzita? Ma cosa mi prende adesso? Perché l’ho chiamato così?
Avverto una strana sensazione come di farfalle alla base dello stomaco, nello stesso istante in cui istintivamente lui si gira. Ha gli occhi lucidi e un misto di incredulità impressa sul volto, ma da sotto la mascherina sembra sorridere compiaciuto. 

- Usako … - 

Il modo confidenziale con cui in risposta, pronuncia il mio nome, fa sì che il mio cuore inizi a battere sempre più velocemente, e questa volta la mia grave aritmia non c’entra.
Lui mi aveva già chiamato così, ma ora …Mi sento piacevolmente strana …
Sarà forse per la situazione e per la febbre che mi assale, ma sento che le cose ci stanno piano piano sfuggendo di mano. Cerco di alzare con fatica ed inutilmente il braccio sano, perché ho ancora bisogno di sentire il suo contatto. 
Mi sento protetta quando posso sentirlo, sento che potrei affrontare tutto senza paura, Mamoru sembra subito capire la mia intenzione e senza farmi attendere oltre, si riavvicina a me e appoggia la sua mano sotto la mia.
Non riesco ad alzarla del tutto, è troppo faticoso ed estenuante.
Emetto una smorfia di disappunto per lo sforzo, mentre faccio un respiro profondo. Non credevo che un semplice gesto mi costasse tanto, allora è vero, l’infezione deve essere davvero grave. 

-È ancora troppo presto! Sei ancora troppo debole, non muoverti, non devi farlo.- 

-Ma appena sveglia sono riuscita a togliermi la mascherina, perché adesso … - 

-È stato un gesto involontario Usagi, dettato dal tuo subconscio, sentivi fastidio e non eri ancora del tutto cosciente, può capitare … - 

Chiudo gli occhi come se questo mi aiutasse ad alle alleviare la fatica, e sempre ad occhi chiusi mi accingo a parlargli:

-Non sento niente, Mamoru  il mio corpo … non sento niente … - 

- È normale Usagi, è a causa dell’infezione! Tutto il tuo corpo è intorpidito dalle medicine e della febbre, non puoi muoverti, ed è meglio così, perché assolutamente non devi farlo.- 

Poi lui sospira di nuovo, così riapro occhi, e ancora una volta lo vedo guardare in terra. 

- Mamoru … - 

- Se solo fossi stato più attento, forse adesso … - 

Torna a guardami, ma la voce gli trema ancora, ed io non posso sopportarlo. 

- Mamoru ti prego … - 

Sento il respiro farsi corto, ma devo comunque parlargli. 

- Usagi non affaticarti! - 

- Ti prego … non … non piangere, non è colpa tua! Non infliggerti più colpe di quelle che hai. Io me la sono cercata, quindi non permettere a te stesso di auto-commiserarti così. Te ne prego … per … favore … - 

Alla mia affermazione lo sento deglutire. 

- Sì, però Usagi io … - 

- No aspetta, fammi finire …  Tu sei la mia roccia, senza il tuo sostegno io sono perduta, ed è per questo che ti prego di dimenticare. Dimenticati di questa storia, perché l’unica colpevole qui sono io! - 

-Io … Io … non posso … io devo prendermi le mie … - 

-NO, TU NON DEVI NIEN … -
 

Alzo di scatto la voce, ma per lo sforzo quasi mi strozzo.
So già cosa vuole dirmi, e anche se sono in un lettino di rianimazione con una brutta infezione al braccio e con più di 38 di febbre, riesco ancora a capire. Un forte colpo di tosse mi impedisce però di continuare a parlare. 

-Calma Usagi, calma. Respira! Respira profondamente!- 

Mamoru fa per avvicinarmi la mascherina dell’ossigeno, ma io scuoto energicamente la testa continuando a tossire a tratti. Riesco a fatica e con dolore a fare qualche respiro più profondo, e solo dopo un po’ riesco a stabilizzarmi. 

-Prometti … me … lo … Mamo … ru … per … favore …  -        

Lo sguardo che mi rivolge è dolcissimo anche se preoccupato.

-Va bene Usagi, te lo prometto, ma ora per favore calmati ok? Respira … - 

Annuisco flebilmente facendo come dice.                                                                                                     

-Ok, brava così! Ascolta, gli infermieri qui si prenderanno cura di te quando io non ci sarò, è molto importante che tu rimanga immobile per almeno ventiquattro ore, siamo intesi?-

-Ve … ventiquattro ore?- 

-Sì Usagi come minimo! Dobbiamo tenere sotto controllo la ferita e dobbiamo regolarizzare la tua temperatura. Mi dispiace ma dovrai avere tanta pazienza adesso e tanta forza.- 

Lo vedo allungare la mano verso un macchinario e sento dei bip… bip… bip… veloci, suoni di qualcosa che non riesco a capire. 

- Mamoru non ce la faccio, ho bisogno di muovermi!- 

- Usagi non puoi, per lo meno non da sola! Ti chiamo un’infermiera ok? Ti aiuterà a rinfrescarti! Lei penserà a tutto, magari ti darà sollievo! Te lo ripeto ancora, non devi assolutamente muoverti.- 

Sento gli occhi ricominciare a pizzicarmi, non può dire sul serio, non ci riuscirò mai. 

-Ehi no! Non piangere! So che ti può sembrare un’eternità, ma tu sei forte e  ce la farai! Ce la faremo insieme, ok bimba?- 

… Bimba … 

Inizio a singhiozzare, le sue parole dolcissime mi scaldano il cuore.
In questo momento sono totalmente rapita da lui, che sembra esistere solo per me.
Questi nomi affettivi nei miei confronti, detti con la semplicità di un respiro, hanno per me un suono melodioso che mi completa l’anima e mi rendono felice. Non mi dispiacciono, ed ora sono tutto quello di cui ho bisogno.
Sì, perché non posso più negare a me stessa che per quanto io ami immensamente Seiya, ora ho solo bisogno di Mamoru.
Gli devo la vita, gli devo tutto, in poco tempo è diventato per me indispensabile.
È come se impersonasse tutto quello che ho perso all’improvviso, tutta quella che era la mia vita, e di cui ora ho bisogno.
Mi limito ad annuire alla sua affermazione, mentre non riesco a trattenere alcune lacrime che scendono libere sulle mie guance. 

-Aspetta qui! - 

Mamoru che non si è mai distratto un secondo, senza darmi il tempo di replicare, esce dalla stanza e subito dopo rientra con delle garze sterili.
Ne apre un pacchetto e dopo averne presa una, me la porge sulle guance tamponando le mie lacrime.
I miei occhi vengono asciugati da delle lievi carezze sul mio viso, mentre i nostri sguardi si incrociano più di una volta. 
Più volte mi ritrovo ad abbassare gli occhi in questa situazione, forse mi vergogno, o forse ho paura dell’effetto che mi fanno.
Perché il mio cuore batte a mille e mi sento improvvisamente accaldata?
I suoi gesti sono così dolci e delicati, lui è così vicino, lo sono i suoi occhi, le sue labbra, che tante volte mi hanno rassicurato, ed io … io … 

- Usagi tutto bene?- 

Il disagio sul mio volto deve essere palese, Mamoru mi desta dai miei assurdi pensieri. 

-Sì scusa … - 

-A che pensavi così intensamente?- 

Sobbalzo impercettibilmente.
Non posso dirgli che stavo pensando a lui, non posso dirgli che per un secondo ho totalmente perso il lume della ragione, che pensavo di…

Baciarlo?
Ma che mi succede ancora?

 
-Nulla, ti guardavo e pensavo a tutto quello che hai fatto per me. Pensavo che sono stata davvero fortunata ad averti incontrato. - 

- Lo sono stato anche io, anche se era diverso tempo che nessuno mi dava da fare nello stesso modo in cui mi stai dando da fare tu! Diciamo che con te non ci si annoia! - 

Subito sorride, senza darmi il tempo di rispondere, riprendendo le sue coccole, mentre io sospiro.
Effettivamente ha ragione. 

- Mamo io …  - 

-Non ora, adesso riprendi fiato ok? Io chiamo l’infermiera!- 

È proprio deciso a non parlare di quello che è accaduto, ma anche se sono debolissima gli devo una spiegazione, e gliela devo adesso. 

-Aspetta io … - 

-Ho detto non ora Usa! - 

Ora l’espressione tranquilla sul suo viso se ne è andata, ora non scherza più.
Fa per andarsene, ma io istintivamente lo blocco lasciando cadere la conversazione che non è disposto ad ascoltare.
Adesso ho troppa paura che lui se ne vada, anche se ancora una volta non ne capisco il motivo.   

- Mamoru aspetta! Dove vai? - 

-Devo fare un salto in reparto, hanno bisogno di me! Tu fatti lavare e cerca di riposare, va bene?- 

-Non mi lasci vero? - 

A questa mia affermazione, lo vedo tornare a sorridere, mentre compiaciuto si risiede accanto a me e riprende ad accarezzarmi la nuca. 

-No, non ti lascio, tranquilla! Io sono la tua roccia ricordi? Le rocce non si spostano da sole, a meno che qualcuno o qualcosa non le muova, ed io non ho nessuna intenzione di spostarmi o farmi spostare. Io rimango qui, con … te!- 

Sorrido di rimando, poi lui senza aggiungere altro si rialza subito e sposta lo sguardo da me ad una direzione che io non riesco a vedere e lo vedo annuire vigorosamente, indicando la mia direzione.
Subito si avvicina un’ altra infermiera che ha uno sguardo molto dolce e che mi incute tenerezza e tranquillità. 

-Salve signorina, le va se mi occupò un po’ della sua pulizia? Farò piano, servirà a rilassarla, e sarò anche presente qui per qualsiasi fastidio o necessità. Se questa posizione le è scomoda posso aiutarla a stare su un fianco se vuole, l’importante è che lei stia ferma, poi quanto più comoda starà, più potrà riposare.- 

Mi sento così debole che in verità non ho proprio la forza di fare niente, ma annuisco. Se Mamoru si fida di lei, visto che mi ha affidata a lei, allora mi fido anche io. 

-S … Sì, va bene … - 

Tossisco di nuovo, e l’irritazione e forse anche la vergogna mi assalgono quando mi rendo davvero conto che non posso usare le mani, per metterle d’avanti alla bocca. Mamoru, come se mi avesse letto la mente, mi porge qualcosa sul cuscino, vicino al viso: è un'altra garza sterile, che mi mette in mano aiutandomi a portare il braccio sano al petto, molto cautamente.

-Ecco, piano … tieni.-

Mentre vengo aiutata da Mamoru l’infermiera resta in disparte, forse in attesa che mi stabilizzi o di qualche ordine da parte del mio medico. 

-Vada a prendere il necessario, per favore.- 

Lei annuisce alla richiesta di Mamoru e si allontana mentre io torno a guardarlo, e mentre lui di contro fissa un orologio appeso su una parete proprio di fronte a me.
Ora che ci faccio caso, è una delle poche cose che posso vedere dalla mia posizione, anche se non riesco a leggere l’ora. Come mai non l’ho notato prima? 
Subito mi viene in mente la domanda più ovvia che forse avrei dovuto fargli dall’inizio. 

-Quanto tempo sono stata incosciente?- 

-Abbastanza Usagi … - 

-Quanto, Mamoru?- 

-Parecchio … Hai una brutta febbre te l’ho detto, e ti stiamo somministrando dosi di medicinali tali da non farti debilitare ancora di più, per curare l’infezione e la temperatura. La tua famiglia è qui fuori, ma non è possibile fare entrare nessuno, se non per poco tempo. Ti hanno vista priva di sensi ma sono dovuti uscire subito. Purtroppo è la prassi. Quando starai meglio e sarai trasferita in una stanza in reparto firmeremo i permessi per farli stare vicino a te uno alla volta. Questo fino a quando non sarai di nuovo autonoma.-

Faccio un respiro profondo, poi la voce dell’infermiera non mi permette di formulare altri pensieri. 

>>>Eccomi Signorina, se vuole possiamo cominciare adesso.- 

Delicatamente si avvicina, mentre la vedo armata di un guanto quadrato e di una scodella di alluminio che emana un piacevole profumo di fiori, quindi sicuramente ci sono dell’ acqua e del sapone dentro. 

-Sì, provveda ora, io intanto mi allontano e torno quando avrà finito. Nel frattempo vado a riferire alla famiglia che la Signorina Tsukino si è svegliata.- 

-Va bene Dottore … -

- Ciao Usagi! -

- Ciao Mamoru! - 

Mamoru esce, e subito l’infermiera mi scopre delicatamente, ed è così che mi rendo conto di indossare solo un camice ospedaliero.Intinge la spugnetta nella scodella e mi alza piano il braccio sano iniziando a massaggiarmelo. Subito un piacevole e schiumoso calore mi invade e mi rilassa.
La donna passa dal braccio alla mano, poi alle gambe, al petto e al viso, laddove le macchine lo permettono, sempre delicatissimamente e senza provocarmi fastidio o dolore.    
Mi lava e mi asciuga, e anche se di certo non posso paragonare questo servizio ad una delle mie provvidenziali docce, devo dire che mi ha fatto bene. Si allontana il tempo necessario per posare i suoi arnesi e torna subito vicino a me.

-C’è ancora qualcosa che posso fare? Vuole provare una posizione diversa?-

-Sì per favore! Stare stesa così mi da fastidio alla schiena, vorrei girarmi su un fianco per favore!- 

- Certo, come desidera!-

Dolcemente mi sorride e poi sposta lo sguardo verso qualcuno, o qualcosa.

-Ehi, mi dai una mano qui? Bisogna girarla di lato!-

>>>Sì, arrivo subito.-

Una voce, stavolta maschile, preannuncia l’arrivo di un uomo di mezza età. Affianca la sua collega e subito entrambi portano le mani sotto il letto muovendo con maestria il lenzuolo. Vengo girata sul fianco in pochi secondi, con uno scatto deciso e rapido. Sento una lieve fitta al braccio ma sembra passare presto. 
Subito avverto qualcosa di morbido comprimermi la schiena e la donna fare il giro del letto e venirmi d’avanti.
Controlla tutto ciò cui sono attaccata continuando a sorridermi. 

-Bene. I fili e la flebo sono a posto, e le ho messo una coperta dietro la schiena per darle sostegno ed evitarle dolore. Sta meglio così?- 

-Molto meglio, grazie … grazie per tutto!- 

-Ma non lo dica assolutamente! È il mio lavoro e lo faccio con piacere.- 

Annuisco compiaciuta, sono tutti così gentili …
Dalle vetrate verso cui ora sono girata dirimpetto vedo ricomparire Mamoru, che si avvicina e riprende a coccolarmi. 

-Va meglio?- 

Annuisco, accoccolandomi sul cuscino, mi sento così debole e stanca… 

-Hai… tranquillizzato i miei?- 

-Sì, sono qui fuori … li ho rassicurati, ho detto loro che sei sveglia, e vigile, ma non posso farli entrare Usagi mi dispiace. Vorrebbero passare la notte qui sulle sedie, ma io vorrei mandarli a casa, ci resto io qua.- 

-Co … come la notte?- 

Cosa sta dicendo Mamoru? Possibile che? 

-Sì, vogliono dormire qui.- 

-Ma…- 

Volto molto lentamente la testa verso sinistra e mi accorgo di non poter vedere bene l’orologio. Se prima ne distinguevo la sagoma ma non i numeri, ora non posso proprio vedere nulla, faccio troppa fatica.

                                                                                        

-Ma che ore sono?- 

-Sono… quasi le 8.00h di sera Usagi.- 

Sobbalzo e faccio per alzarmi d’istinto, ma subito mi blocco ricordandomi delle mie condizioni e provocandomi di nuovo questa terribile tosse.

È bruttissima, e sembra voglia squarciarmi il petto, quasi subito però, avverto il materasso inarcarsi leggermente verso l’alto e Mamoru parlarmi.

-Calma Usagi!- 

Ho di nuovo bisogno di qualche secondo per riprendermi, ma poi sembra che la tosse mi dia un po’ di tregua. Stremata, mi sistemo sul cuscino e ripenso alle sue parole.
Sono state priva di sensi per più di dodici ore?
Mamoru riprende la sedia e si accomoda vicino a me.
Avvicina il suo viso al mio e mi fa un buffetto sul naso, sorridendo malinconico.                                                                             

-Io non riesco a darmi pace per il mio errore, ma anche tu, sei stata una sciocca Usagi.  Se… solo ti fosse successo qualcosa… Che cosa avremmo fatto senza di te?- 

La sua grande mano prende di nuovo ad accarezzarmi dolcemente e a massaggiarmi la nuca, mentre la sua voce sembra avere un misto di tenerezza, e preoccupazione che mi provocano una strana sensazione nel petto.
Cerco di replicare ma non ci riesco, per un momento la voce sembra non volere uscire.

-Io … - 

-Sei molto stanca, devi riposare.-

Improvvisamente lo vedo corrugare le sopracciglia e farsi scuro in volto. 

-Che … che c’è?- 

-Nulla.- 

Si alza e controlla credo la flebo o uno dei macchinari cui sono attaccata, poi lo vedo gesticolare qualcosa verso qualcuno e poi risedersi. 

-È tutto a posto, volevo solo controllare lo stato della flebo. Cerca di dormire un altro po’ ok?- 

-Ma no, io non voglio … non voglio dormire!- 

-Devi, Usagi.- 

-Voglio vedere la … la … -

-No Usagi, non puoi vedere la tua famiglia ora, se è quello che volevi dirmi, te l’ho già detto!- 

-Io … non ci riesco … - 

-E va bene!- 

Mamoru sospira di nuovo e si alza. Armeggia ancora con la flebo credo, e con qualcosa che deve trovarsi qua vicino. Lo sento allontanarsi, percepisco dei rumori che non riesco ad identificare, si avvicina di nuovo ai macchinari e poi si risiede.  

Ma che succede?

-Che cosa hai fatto?- 

-Voglio aiutarti a riposare! Ora non hai scuse, rilassati, chiudi gli occhi, lasciati andare… Ricordi l’esperienza di rilassamento? Forza, fidati di me … Lasciati andare … lasciati andare Usagi … - 

-No, Mamoru … io … - 

-Shhh…- 

Mi zittisce con un indice sulle mie labbra secche. 

-Non dire nulla, ora riposa … -

Mi ripete queste parole, sussurrandole dolcemente. Mi accoccolo come posso ed improvvisamente mi sento come di nuovo estraniata dal mondo. Chiudo gli occhi, e cullata da lui mi addormento inerme.

 

***

 

>>>No! Ti prego … Usagi, ti prego … ti prego …!- 

Qualcosa mi sveglia, costringendomi a lasciare il torpore in cui sono.  
Devo essere ancora in uno stato di dormiveglia perché anche se percepisco ciò che mi accade attorno, non riesco bene ad aprire gli occhi.    
Sbatto più volte le palpebre e mi ritrovo qui, stesa su un fianco in un lettino scomodissimo.
Ora ricordo, sono in rianimazione.              
Ruoto gli occhi e mi vedo illuminata da luci stavolta più chiare, quasi fioche.

-…Resisti…! Non lasciarmi solo!- 

Con un movimento impercettibile della testa vedo che Mamoru è ancora qui vicino a me, come mi aveva promesso. Ha la testa appoggiata sulle braccia, ed è chinato sul mio letto, ma sembra scuotersi e blaterare frasi che non capisco. Un brivido mi attraversa la schiena, mentre nella mia mente confusa si fa strada ancora uno strano senso di de-ja-vù.
Ancora una volta ho come l’impressione che Mamoru abbia già detto queste parole, però non riesco a collegare bene gli eventi. Sono ancora troppo stanca e stordita per sforzarmi di ricordare più di quanto già non riesca a fare. Cercando vanamente di trovare una posizione congeniale, -chissà a quanta roba sono attaccata- respiro profondamente.
Mi sento quasi più debole di prima ed ho molto caldo.
Devono avere alzato la dose dei medicinali, perché sono letteralmente ko. Strofino la testa sul cuscino e continuo a guardare Mamoru che dorme profondamente.       

-Ti prego … ti prego … - 

Riprende a parlare nel sonno. Se solo sapessi che sta sognando… 

>>>Si è svegliata Signorina?- 

Una donna mi sussurra così all’orecchio ma non riesco a vederla, il mio sguardo è fisso su Mamoru.     

>>> Il Dottor Chiba non l’ha lasciata un attimo, le è sempre stato accanto, ed ha vegliato sempre di lei. Non mi ero accorta che si fosse appisolato.-

-Oh…-

Qualcuno fa il giro del lettino e vedo avvicinarsi una nuova infermiera molto silenziosamente.
Poggia delicatamente una coperta sulla schiena di Mamoru, controlla qualcosa che non riesco a vedere, e poi si china per guardarmi in viso.                          

-Ha bisogno di qualcosa? Qui la temperatura deve essere tenuta più bassa. Se ha freddo, posso aggiungerle un’altra coperta.- 

- No, veramente ho caldo!- 

-Come desidera Signorina!- 

Lei mi sorride, poi sento di nuovo quei bip bip bip dei macchinari cui ormai sto cominciando a fare l’abitudine, mentre continuo a guardare Mamoru. 

-Da…davvero non si è mai mosso?- 

-No Signorina mai … Anzi! Si è caldamente raccomandato di prenderci cura di lei in sua assenza. Il Dottore deve prendere molto a cura i suoi pazienti, si vede subito! O forse lei è una sua amica?- 

Ancora una volta questa domanda, anche se da un’infermiera diversa.
La prima volta fu l’infermiera Akane a porgermela quando mi trasferirono in una camera privata, e adesso lei.
Mi rendo conto che il comportamento di Mamoru nei miei confronti, non passa certo inosservato, non so se vergognarmene o sentirmene fiera, ma fa uno strano effetto tutto questo. 

-Beh… veramente entrambe le cose … - 

-Allora deve ritenersi davvero fortunata!- 

-Già, lo sono!-

Non so che altro rispondere.
La mia sottilissima voce e la mia eccessiva debolezza non mi danno tutta la forza di cui ho bisogno adesso per esprimere tutta la gioia, la gratitudine, le sensazioni indescrivibili che provo a vedere che Mamoru ha ancora una volta mantenuto la promessa che mi ha fatto. 

-Oh, Mamo…-
 

Un nuovo colpo di tosse mi assale all’improvviso, violento, inaspettato.
L’infermiera scatta vicino a me, mentre io continuo a dimenarmi stringendo gli occhi per lo sforzo e per l’impossibilità di muovermi. 

-Ma co… USAGI, NO!- 

Mamoru si sveglia all’improvviso, apro così gli occhi, e sento che lo sforzo me li sta facendo lacrimare.

                                                   

-Ma… Mamo…- 

Non posso proprio pronunciarlo il suo nome, perché i conati non mi lasciano respiro.
Vengo adagiata ancora meglio sul fianco, mentre l’infermiera alza ancora lo schienale del lettino, e Mamoru è in piedi davanti a me che mi massaggia la schiena e mi parla. 

-Respira Usagi! Forza, non mollare! Respira piccola! Come ti ho insegnato, ricordi? Ti prego! Respira, respira!- 

Il panico mi assale, il respiro si fa sempre più accelerato e spezzato, la tosse non smette e temo di strozzarmi da un momento all’altro. 

-La respirazione Usagi! Forza, io credo in te! Ti supplico reagisci!- 

Vengo ancora leggermente sollevata e cerco di seguire la voce di Mamoru, gonfiando e sgonfiando il petto nel tentativo disperato di fare grossi respiri. 
Piano piano, e gradualmente, la tosse diminuisce, ma non così tanto da darmi ancora tregua.
Passano forse dei secondi o dei minuti che mi sembrano interminabili, poi finalmente dopo un ennesimo sospiro credo di poter considerare la crisi passata.                                                                                                                                     

-Usako… ti prego, dimmi che stai bene… ma non sforzarti, mi basta anche un cenno della testa … - 

Continuo a respirare profondamente e mi limito ad annuire. Mi sento malissimo, accaldata, dolorante, stanchissima. Mamoru mi posa ancora una mano sulla fronte, e istintivamente lo sento irrigidirsi. 

-Accidenti!!! Infermiera, controlli la cartella! Le inietti la stessa dose che le abbiamo dato qualche ora fa, presto!-

 

-Ma … co … cosa dici?- 

Si avvicina e si china tanto da guardarmi in viso. 

-Nulla Usa, tranquilla. Sono i medicinali che ti stiamo dando, e che ti aiuteranno sempre anche a riposarti… Tranquilla… non commetterò di nuovo lo stesso errore! Te lo giuro! Io… io ti…-

Si interrompe di colpo, di nuovo… Ma perché? 

-Ma … - 

-Shhh… No Usagi, non affaticarti…- 

Dei rumori soffusi attorno a me mi fanno forse capire che l’infermiera ha seguito l’ordine di Mamoru.
Non passa molto tempo infatti che mi addormento di nuovo senza quasi poter opporre resistenza.

 

***

 

>>>No … No … Mamoru … perché? Dov’è Seiya?-

>>>Usa tesoro cosa dici tu … Oh mio Dio, bruci di febbre!- 

>>> Mamoru … Seiya, lui mi ama vero?- 

>>> Usako calmati amore, stai delirando! Adesso ti farò stare meglio, te lo prometto!- 

>>> Mi ama non è cosi? MAMORU!- 

>>>Sì … ma ora stai buona piccolina, non agitarti!- 

>>>Lo voglio … il mio bambino … lo voglio … tu me lo hai promesso! Mamoru, Voglio il mio bambino, facciamo un bambino!- 

>>>AUMENTATE IL DOSAGGIO!!!-

 

***

 

Apro gli occhi, stancamente.
Devo essermi svegliata dopo quella che credo essere un’eternità.
Sento tutto il corpo ancora intorpidito, mentre a mano a mano che riesco a mettere a fuoco ciò che mi sta attorno sembro riconoscere… una stanza diversa?
Non sono più in rianimazione?
Sbatto le palpebre più volte per verificare se effettivamente mi trovo altrove e confermo i miei dubbi. 

-Usagi!- 

Mi sento chiamare.
Questa voce così dolce e calda, la riconoscerei tra mille.
Volto lo sguardo da un lato e vedo mamma che mi sorride, e subito allunga una mano ad accarezzarmi la testa. 

-Ben risvegliata bambina mia.- 

Mi accorgo di trovarmi già con la schiena leggermente sollevata, non sono completamente supina, per cui riesco a vederla meglio e sento che questa posizione è sicuramente più comoda. 

- … Ma … mamma?- 

-Ciao tesoro…- 

Come ormai d’abitudine, mi accorgo che sono attaccata a non so quanta roba, sicuramente la flebo che vedo partire dal braccio sano e la macchinetta della pressione, assieme agli elettrodi sul mio petto.
Di nuovo … Sbuffo impercettibilmente.
Continuando a guardarmi intorno, riconosco questa stanza come quella dove sono stata per giorni, prima che uscissi da qui di testa mia, firmando il foglio di dimissioni.
Sì è così, è la stanza privata che Papà ha preso per me, dove sono successe tante di quelle cose da sconvolgermi l’anima. 

-Per… perché sono qui?- 

Mamma sorride ancora, con gli occhi lucidi. 

-Sei stata portata qui quando la febbre è finalmente scesa, ma sei stata molto male tesoro. Abbiamo vissuto giorni interi nell’angoscia, sei arrivata addirittura a delirare! Ora… non sai quanto sono felice che tu ti sia finalmente svegliata!- 

Mi volto stranita verso di lei.
Cosa vuole dire?
Cos’è successo veramente?
Io … mi sento ancora tanto confusa…
Io … Devo capire! 

-Come?-

Il suo sguardo si fa per un attimo spento, triste, mentre i suoi occhi sembrano velarsi dalle lacrime. 

-Sei stata… sei stata sedata e priva di conoscenza per tre giorni… la febbre era davvero troppo alta e hanno dovuto agire di conseguenza.-

-COSA?- 

Mi porto istintivamente più avanti, alzandomi leggermente. Delle fitte dovute alle mie condizioni mi fanno tornare come prima, ma la mia sorpresa non se ne è andata.

 Sono … Sono stata davvero così male?- 

-Sì. Oh tesoro… mi dispiace… mi dispiace tanto!- 

Mamma continua ad accarezzarmi trattenendo a stento le lacrime.
Come volevasi dimostrare, devo averli fatti preoccupare davvero tanto con la mia idea di seguire Seiya, ma dentro continuo a credere che fosse la cosa giusta, nonostante quelle che sono state le conseguenze. 

-E adesso… qual è la mia situazione?-
 
-La febbre è quasi completamente sparita, hai pochi decimi ma devi restare ancora sotto osservazione. La ferita al braccio è molto brutta, il Dottor Chiba vuole accertarsi che tu ti sia totalmente ristabilita prima di fare qualsiasi altra cosa.- 

Mamoru… 

Già, è sempre lui che si prende così tanta cura di me.
Anche se ora mi sento come se mi fosse passato sopra un tir, ogni fibra del mio essere adesso chiede di lui, non può non pensare a lui. 
Avere mia madre vicino è molto rassicurante, e per quanto bene io le voglia, ora ho bisogno di vedere lui.
So che posso sembrare egoista, ma svegliarmi senza trovarlo accanto mi provoca un senso di solitudine. 

- Dov’è lui ora?- 

Mamma guarda l’orologio alla parete e poi torna a guardare me. 

-Adesso dovrebbe essere all’università, perché aveva un impegno di lavoro in facoltà mi pare che abbia detto… Non appena avrà finito tornerà qui.- 

Una punta di delusione mi attraversa il petto, mentre il respiro mi muore in gola. Il pensiero di lui lontano mi fa male, perché? 

-Io… io voglio vederlo!- 

-Non ora tesoro! Ha detto che ci raggiungerà presto, sta tranquilla ok? Ti senti forse male, vuoi che chiami l’infermiera? Di cosa hai bisogno?- 

Si alza e si sporge verso di me sfiorandomi la fronte, poi scende ad accarezzarmi il viso. 

-È di lui che ho bisogno!- 

-Tesoro, per favore…- 

-No, Voglio lui!- 

Per quanto competenti possano essere tutti gli altri non mi sento veramente sicura se non con lui. 

-Usagi, per favore, cerca di avere un po’ di pazienza adesso, ok? Verrà più tardi ti ho detto. Per favore piccola, per una volta, fa come ti diciamo intesi?- 

Prima molto seria, poi tornando a sorridere, non si è ancora riportata a sedere. Poggia la sua fronte sulla mia e la strofina leggermente, come quando ero piccola. Facendo così riesce a strapparmi un leggero sorriso. 

-Vado a chiamare l’infermiera e poi faccio entrare gli altri, poco per volta, se te la senti ovviamente. Sono tutti qui, Papà, Shingo, Haruka… Michiru e anche Ami e Makoto!- 

A quanto pare sono in molti fuori, ma non ne ha menzionato uno.
Sembrano forse esserci tutti, tutti tranne uno, lui, la causa del mio dolore … Seiya
Ho rischiato tutto per lui, ho sacrificato tutto, la sua assenza mi ferisce, ma di contro non riesco a smettere di pensare a Mamoru.
Mamma mi posa un bacio sulla fronte ed esce.
Lascia la porta socchiusa e la sento bisbigliare qualcosa.
Ecco che vedo quindi comparire sulla soglia mio fratello e mia sorella, che subito raggiungono il letto. 

-Ciao Usa-Chan, ben svegliata piccola!- 

-Ciao Usagi! Ci hai fatto preoccupare tanto tanto lo sai?- 

Mia sorella prima e mio fratello poi mi sorridono e mi trasmettono dolcezza.
Restano con me non so quanto tempo a chiacchierare, coccolarmi, cercando di farmi distrarre sicuramente da tutti i pensieri negativi.
Poi è la volta di Papà, che allo stesso modo di mia madre mi dà tutto il calore che in vent’anni non mi è mai mancato, e che se possibile, negli ultimi mesi sembra essersi ingigantito ancora di più.
Nessuno mi rimprovera, nessuno dice una parola riguardo le mie azioni, adesso pensano tutti solo ad amarmi, e la cosa mi rincuora, perché ora non avrei la forza di discutere.
Non so quanto tempo passi piacevolmente in loro compagnia, ma ad un tratto comincio a sentirmi un po’ affaticata e sento costantemente la mancanza di Mamoru.
Per ultime entrano Michiru prima, e le mie più care amiche poi. 

-Usa!- 

Makoto corre verso di me velocissima, mentre Ami e Michiru si avvicinano più discretamente.
Nonostante il diverso esordio però, hanno tutte e tre un’espressione dolcissima e commossa, tanto che mi si scioglie il cuore a vederle così!
Ami e Makoto si siedono con cautela sul letto, e Mako mi prende una mano. Michiru invece si è seduta sulla sedia che prima a turno era occupata dai miei genitori.
Guardando Michiru ho una grande voglia di chiederle se davvero suo fratello non è qui, se è davvero partito verso una vita nuova, in cui non c’è posto per me. Sto per aprire la bocca, ma poi mi manca il coraggio, la mia lingua e le mie labbra sono come incollate.
Forse Mamoru ha ragione, mi farei solo e ancora del male, e forse per il momento è meglio lasciar perdere.
Michiru che però ha capito da addito ai miei pensieri. 

-Conosco quello sguardo… e non chiedermi di lui Usagi. Seiya non è qui fuori, e forse è meglio così! Ha causato già fin troppi danni e troppa sofferenza, e adesso è meglio per lui che non faccia del male a nessun’altro e non faccia nessun’altra avventatezza. So che ti farà stare peggio quello che sto per dirti, ma non gli permetteremo di avvicinarsi a te, ti ha fatto già soffrire abbastanza!- 

Parla decisa e sicura. il suo sguardo è fermo e per un attimo tutta la dolcezza che mi aveva riservato pochi secondi fa, ha lasciato spazio ad una ferrea serietà. In due anni raramente l’ho vista così, e so bene che quando si comporta in questo modo, non torna mai su ciò che fa o su ciò che dice. Ne è sempre fermamente convinta e sicuramente vale anche per questa situazione. 

-Anche se è mio fratello, e anche se mi è molto caro, non gli perdonerò tutto questo.- 

Sì, è confermato, Michiru non sta scherzando.Abbasso lo sguardo mordendomi  il labbro inferiore.
Sento ancora quella maledetta sensazione nel petto, di dolore e angoscia, anche e ancora per Seiya.
È come se dentro me ci fossero due sentimenti simili e allo stesso tempo contrastanti, mi sento come se il dolore per Seiya continuasse a lacerarmi, ma allo stesso tempo anche la mancanza di Mamoru non mi dà pace. 

-Usa-Chan…- 

La dolcissima e delicata voce di Ami, accompagnata dalla sua mano calda che si poggia sulla mia, mi fanno di nuovo alzare gli occhi verso di loro. 

-Devi pensare solo a guarire adesso … Dimenticati di lui, tu devi tornare con noi! Dobbiamo fare le nostre passeggiate, dobbiamo mangiare i nostri mega gelati, e devi tornare a lezione, o per te poi sarà impossibile recuperare!- 

Conclude facendomi l’occhiolino e capiamo tutte che ha usato il suo solito atteggiamento da studentessa modello qual è, ironicamente, solo per sdrammatizzare e per tirarmi su.

-Esatto, e poi ricordati che ci siamo noi a difenderti dai mascalzoni!- 

Makoto annuisce e porta a stringere i pugni in una dimostrazione di forza.
Anche lei, mi sta vicina con i suoi scherzi, ma io so che sta anche sottolineando il fatto che loro sarebbero veramente sempre pronte ad aiutarmi, in ogni evenienza.
Dopo tutto, è sempre stata lei, la più forte e decisa del nostro trio, non solo fisicamente.
Sorrido apertamente, mentre sento gli occhi pizzicarmi.

Le mie amiche… Cosa farei anche senza di loro?

Non posso credere di averle avute lontane in tutto questo periodo e di non averle potute vedere… anche se ammetto che in alcuni giorni, sono stata io stessa ad isolarmi, allontanandomi da tutto e tutti, volendo cacciare chiunque mi si avvicinasse. La colpa è mia, anche per questo.
Loro d’altro canto anche ora che sono qui, si limitano solo a starmi vicino, e proprio come ha fatto la mia famiglia, non mi fanno domande sull’accaduto, anche se ne avrebbero il diritto. 

-Grazie, amiche mie!- 

Mi sorridono e subito si avvicinano ancora di più, facendomi sentire tutto il loro calore.
Il tempo passa, sono stanca ma felice.
Restano tutti fino all’ultimo secondo, ma poi sono costretti ad andarsene esortati anche dalle infermiere.
Saluto ancora ognuno di loro, sempre riempita da tutto il loro affetto e resto sola per quella che deve approssimarsi essere la sera.
Le infermiere mi hanno lavata e controllato tutto e sono andate via, ma la mia solitudine, con cui credevo di dover convivere tutta la notte, non dura al lungo.
La porta della mia stanza si apre, e vedo illuminarsi quello che sto iniziando a ritenere, uno dei più bei sorrisi che abbia mai visto. 

-Ciao Usagi!- 

-Mamoru!- 

Finalmente è qui! Sento improvvisamente il cuore far capriole nel petto.
È davvero così grande la gioia che ho di vederlo?
Lui si avvicina velocemente e si mi siede accanto.
Continua a sorridere e ha una luce negli occhi che non riesco a decifrare… ma è… bellissima! 

-Sono stato tutto il giorno fuori. All’università c’era lezione, poi ricevimento studenti … e il mio referente mi ha tenuto bloccato per non poco tempo! Purtroppo non ho potuto esimermi, avrei tanto voluto venire prima da te, ma non ce l’ho fatta! Scusami!- 

Non si è ancora tolto quel sorriso dalla faccia e parla senza neanche prendere fiato. Anche io, come lui, non riesco a smettere di sorridere. 

-Non fa niente, sono stata tutto il tempo con la mia famiglia e le mie amiche!- 

-Ti ho pensata tanto e chiamato più volte in reparto per avere tue notizie! Quando mi è stato riferito del tuo risveglio ho cercato di accelerare i tempi. Ho pensato più volte di scappare ma proprio non mi è stato possibile! Ad ogni modo… ora l’importante, è che sono qui!- 

-Sì… sì… certo. Come sempre. Tu ci sei sempre!- 

Lui annuisce e mi prende una mano. 

-Come ti senti?- 

-Bene, credo! A parte il fastidio di tutta questa roba attaccata. Mi sento solo debole ma… credo di stare molto meglio rispetto a prima, no? Anche il braccio, non mi fa poi più così tanto male.- 

-Sì!- 

Mi sfiora la fronte con una mano e poi dà una rapida occhiata a monitor e flebo.

-È stata dura… ma ce l’hai fatta anche questa volta! Sei una ragazza forte, Usa!- 

Faccio una piccola smorfia a questa sua affermazione, se lo dice lui … 

-I parametri sono nella norma. Devi riprenderti totalmente ma sei sulla buona strada, devi solo metterci l’impegno ed essere molto più prudente nelle tue azioni, mi hai capito?-

Pronuncia le ultime parole lanciandomi occhiatine eloquenti, che mi fanno chiaramente capire che il suo è quasi un ordine mascherato. 

-Sì sì… va bene Dottore!- 

Lui alza gli occhi al cielo ma poi mi sorride. Non ribatte più e questo la dice lunga, forse vorrà parlare di tutto più in là. Sì, probabile …
Un sonoro sbadiglio arriva alla mia bocca, cerco di bloccarlo con la mano illesa, e chiudo gli occhi ciondolando un po’ il collo. Comincio a sentirmi davvero stanca tutto d’un tratto. 

-Ti senti male?- 

La voce allarmata di Mamoru mi costringe a guardarlo. 

-No, sto bene, sono solo esausta.-

Lui sembra sospirare sollevato e riprende a sorridermi. 

-È normale! Ti sei svegliata oggi dopo tre giorni di stasi, ti stiamo dando medicine molto potenti e forse ti sei strapazzata un po’ troppo con le visite…!  Ma in tutto questo l’astenia è molto usuale, per cui ora cerca di riposare.- 

Annuisco distrattamente, sbadigliando ancora. Gli occhi iniziano a chiudersi quasi da soli, ma io non voglio dormire adesso, voglio stare ancora con lui. 

-Sì, però…- 

Cerco di protestare ma lui prontamente mi abbassa il lettino portandomi in posizione supina, mi copre e si siede di nuovo iniziando a coccolarmi la testa. 

-No. Riposa adesso…- 

Le sue carezze e i suoi sussurri hanno come sempre il potere di conciliarmi ancora di più questo sonno improvviso. 

-Dormi Usagi… dormi…- 

Mi abbandono totalmente al sonno e a questo nuovo tepore che ho provato soltanto con lui.

***

Sono passati quattro giorni…
Pian piano mi hanno liberata da quegli odiosi macchinari, e dalla flebo.
Adesso grazie a Dio posso mangiare cose solide, e da oggi posso finalmente camminare da sola.
Finalmente, mi sembra una liberazione!
Fin’ora non sono mai stata autonoma, nemmeno per andare in bagno.
La ripresa è stata graduale.

Prima ho iniziato a spostarmi con la sedia a rotelle, poi con l’asta porta flebo, e infine con l’aiuto degli altri.
Mamoru aveva ragione, è stata dura, ma ce l’ho fatta, anzi, ce l’abbiamo fatta!
Se sarà d’accordo, tempo pochi giorni terminerò le ultime cose e potrò chiedergli di tornare a casa.
Forse …
Non vedo l’ora, non ne posso più di quest’ospedale!
Sono seduta al tavolo sfogliando una rivista, quando bussano alla porta. 

-Sì?- 

Invito ad entrare la persona fuori dalla porta, e vedo la testa corvina di Mamoru, e i suoi grandi occhi blu fare capolino. 

-Ciao Usagi, posso?- 

-Ciao, certo!- 

Mi alzo e lo raggiungo, ma qualcosa nel suo viso, mi blocca sul posto, sembra strano.
È come se fosse il Mamoru serio e forse impassibile dei primissimi tempi, e questo, non mi rende per niente tranquilla. 

-Mamoru… c’è qualcosa che devi dirmi? Cos’è quella faccia?- 

Lui mi guarda serissimo, poi sospira, passandosi una mano tra i capelli.
Fa sempre così quando è nervoso, mi è capitato di notarlo in più di un’occasione.
Mi prende delicatamente per una mano e mi accompagna a sedere a letto, affiancandomi. 

-Sì Usagi, è arrivato il momento di parlare! Ho aspettato una settimana, ed ora che ti sei ripresa, non intendo più rimandare!-
 

Deglutisco amaramente. 
Anche se io per prima volevo spiegargli tutto, ora che ne ho la possibilità e che di tempo ne è passato, non è facile. 

- Mamoru hai ragione, io ho sbagliato ma … - 

Non mi lascia finire di parlare. È come se questa conversazione servisse a liberarlo da un grosso peso, tanto che infatti mi interrompe subito.
 

-Usagi… perché l’hai fatto ancora?- 

Ecco, come volevasi dimostrare! 

-Sai benissimo il perché! - 

-Smettila! Non ho intenzione di sentire altre inutili scuse, non te la caverai così, non questa volta, sono stato chiaro? - 

Rimango interdetta, il suo tono è perentorio ed io stento a riconoscere che la persona che ho davanti sia proprio Mamoru. 

-Ti rendi conto di quello che hai rischiato di nuovo? Sei… entrata in setticemia!- 

Rabbrividisco a quanto mi dice.
In fondo dovevo immaginarmelo, ma ad averne conferma così provo una morsa al cuore, e rimango in silenzio senza più il coraggio di parlare. Volto il viso dalla parte opposta. 

-Con cose di questo genere non si scherza! L’infezione era molto grave! Ancora mi maledico per l’errore che ho commesso, ma anche tu dovevi comportarti più responsabilmente! Non… non appena hai avvertito i primi sintomi di fastidio dovevi venire qui, o quanto meno chiamare me! Dovevi avvertirmi Usagi e non l’hai fatto! Hai voluto fare di testa tua invece che ascoltare i miei consigli! Come sempre d'altronde, da quando ti conosco! Andando all’aeroporto non hai fatto che altro che peggiorare la situazione che già si era creata! Ti abbiamo salvata giusto in tempo Usagi, davvero per poco! Se fosse passato altro tempo io… non voglio neanche lontanamente pensare a quello che ti sarebbe potuto succedere!-

Mamoru continua a parlarmi a raffica, con voce serissima, carica di preoccupazione e ammonimento, ma anche se credo di essere davvero consapevole del fatto che sarei potuta … morire, non riesco a pentirmi del mio gesto. Ascolto ogni sua parola attentamente, ma senza guardalo in faccia, continuando a fissare la finestra.
Nonostante tutto però, e nonostante il suo tono duro, io avevo già programmato di rifarlo dopo l’ultima volta a casa di Seiya. Non mi sarei mai tirata indietro anche se … non è valso comunque a nulla.

 

Setticemia… 

A questo è arrivato il mio amore per Seiya? Amore, che non è bastato per entrambi, sebbene io lo considerassi puro e immenso.

-Usagi? Hai capito quello ti sto dicendo?- 

 
Il suo tono è sempre durissimo.


- … Io … dovevo riprovarci ancora.-

- Ma cosa diavolo stai dicendo, sei impazzita? Conosci il significato di quella parola? – 

Non gli rispondo più e stringo le labbra per non lasciarmi andare ancora di più al dolore, perché ormai l’unica cosa che sono in grado di fare è piangere. Me ne sto sempre ferma a fissare nella direzione opposta alla sua, ma lui, ancora più cocciuto di me, non si dà per vinto.
Mi prende per il mento e mi gira il viso, sono così costretta a guardalo negli occhi. Davvero non capisce le mie ragioni?

-Come fai a non capire tu Mamoru!?-

Lui si alza di scatto, perdendo le staffe.

-Capire cosa? Cosa dovrei capire Usagi? Qui l’unica che deve capire sei tu! Pensi che io non stia male? Pensi che mi sia buttato tutto alle spalle? Che abbia davvero dimenticato tutto così facilmente? Beh ti sbagli! Dentro sono pieno di rabbia, dolore e rancore proprio come te, posso comprendere il tuo stato d’animo ma non è facendo così che staremo meglio! Tabula rasa Usagi! Ecco quello che deve essere Seiya per te da adesso in poi, lui e tutto ciò che lo riguarda, Rei compresa, e questo vale anche per me! Grida, piangi, insultami, maledicimi, fai quello che ti pare, ma questa volta non osare mai più pensare di raggiungerlo, o sarò IO in persona ad impedirtelo! Ci siamo intesi una buona volta? Devi pensare solo a te da adesso in poi, devi volerti più bene! Non smetterò mai di ripeterti sempre le stesse cose, finché avrò ossigeno nei polmoni!-

Resto totalmente senza parole. 
Mamoru ha parlato, anzi urlato, così forte e così velocemente che adesso è rosso in viso e ha il fiatone.

Aveva davvero tutte quelle emozioni da esternare?

-Forse hai ragione tu…- 

Finalmente inizio a parlare. 

-Sai che ti dico Mamoru? Sì, ok, forse hai ragione tu… ma se davvero hai tutta questa tensione dentro vuol dire che dimenticare tutta questa storia, è troppo difficile anche per te! E allora perché? Perché anche tu non pensi a te stesso invece che alle mie pene? Le tue non sono già abbastanza, unite alle tue grosse responsabilità?-

Lui rimane per un attimo fermo a guardarmi sempre con quell’espressione che non riesco a descrivere, poi sospira e scuote la testa.

-Non vuoi capirlo? Non ci arrivi o proprio non ti interessa?-

-Arrivare a cosa? Cos’è che non mi interessa Mamoru?-

-Io ti voglio bene Usagi, e tanto anche! Te l’ho già detto, ma tu sembra che non voglia accettarlo, anche se dovresti sapere che se qualcuno tiene ad un’altra persona, così come io tengo a te, la prima cosa che vuole è la sua felicità. Tiene alla sua sicurezza, alla sua pace interiore, al… suo completo benessere. Non è questo che vuoi anche tu per chi ami? È così difficile da capire?-

Come sempre Mamoru riesce a destabilizzarmi.
Ha sempre la risposta pronta, come piace fare anche a me del resto, ma a volte capita che debba prima riflettere per bene, per rispondergli.

-Io…- 

Ma non posso continuare non so nemmeno quale pensiero che stavo per formulare, perché il suo cercapersone suona. Maledetto aggeggio, sempre nei momenti meno opportuni!
Mamoru lo controlla e sgrana gli occhi.

-È tutto a posto?-

-Accidenti! No, per niente!-
 

Per un attimo sembra quasi sbiancare, non devono davvero essergli arrivate buone notizie! 

-Un’ emergenza in Pronto Soccorso! È grave anche!-

-Ah allora è meglio che tu vada!-

-Certo! Devo andare assolutamente! Tornerò quanto prima, e riprenderemo il nostro discorso!-

-Sì, ma ora corri, c’è bisogno di te!-
 

È tutto quello che mi limito a dire, adesso non è il caso di aggiungere altro.

Lui annuisce e si avvia veloce verso la soglia.

-Rifletti su quello che ti ho detto!-


È l’ultima cosa che mi dice, prima di sparire chiudendo la porta.

 

***

 

È tardo pomeriggio.
Sono ore che fuori diluvia e che sento anche le sirene delle ambulanze sia in lontananza che qui, e ciò vuol dire che la pioggia deve aver causato degli incidenti.
Sicuramente è stata richiesta anche la presenza di Mamoru, forse è questo il motivo per cui prima è scappato via… Speriamo solo che qualsiasi cosa sia successa si possa risolvere.
Sono inquieta, la discussione con Mamoru mi ha lasciato dell’amaro in bocca, e non faccio che pensarci.
Sto male, malissimo al solo pensiero di lui così arrabbiato con me, ed è un’ eternità che questo pensiero mi logora.
D’ istinto guardo l’orologio e mi rendo conto che nessuno della mia famiglia è ancora venuto a farmi visita, chissà come mai…
È molto strano, avvertirebbero sicuramente se non potessero venire, anzi, non si assenterebbero mai tutti e quattro assieme.
Forse hanno trovato traffico, questa è l’unica spiegazione che riesco a darmi.
Stanca di aspettare e visibilmente annoiata, scendo dal letto e indosso la vestaglia, uscendo dalla stanza in cerca di un ambiente diverso da questa monotonia, ma ciò che vedo mi paralizza.
Mamoru sta parlando proprio con i miei, e pare quasi che lo faccia avendo paura di essere sentito.
Mi nascondo nella piccola anticamera della mia stanza che da sul corridoio, tengo la porta socchiusa e ascolto.
Non capisco assolutamente nulla di quello che dicono, il chiasso dei corridoio e la loro voce bassissima di certo non mi aiuta. Poi ciò che percepisco da Mamoru mi fa scattare. 

>>>Shhh…! Fate attenzione! Non parlatene qui o quanto meno non parlate così forte! Usagi non deve sapere, non ora! Non deve sentirci!- 

Che cosa ha detto? Cos’è che non devo sentire?
Cosa mi stanno nascondendo ancora?

Infischiandomene di quello che ha appena detto, esco fuori e guardo tutti con sguardo serio e interrogativo.

-Non devo sentire cosa?-

Li vedo sobbalzare ed irrigidirsi, e nello stesso tempo in cui me ne rendo conto, un brivido di paura, mi percorre la schiena.

-Nulla Usagi! Vai a letto non ti sei ancora ripresa del tutto!- 

Mamoru si rivolge a me cercando di essere più naturale possibile, ma ormai lo conosco e non me la bevo.

-Mamoru io sto benissimo! Voi piuttosto… mi state per caso nascondendo qualcosa?-

Squadro tutti ad uno ad uno fino a quando non mi accorgo che manca qualcuno.
Haruka … Lei dov’è?

Guardo meglio i miei e noto che non hanno una bella cera, hanno un’espressione così … sofferente … Non credo sia per me, non solo almeno.
È vero potevo morire, non ho problemi a dirlo ormai, ma adesso va molto meglio, e allora perché quelle facce cosi preoccupate?


-Haruka dov’è? È a lavoro? È soltanto impegnata ecco perché non è qui, vero?-

Ho una brutta sensazione. 

Perché improvvisamente ho come l’impressione che potrebbe di nuovo crollarmi il mondo addosso da un momento all’altro? Non ricevo risposta e mi inquieto sempre più.

-Veeerooo???-

 
Alzo il tono della voce e guardo tutti allarmata. 

Shingo inizia a piangere e scappa a sedersi su una panchina poco lontana da noi, nascondendosi il viso tra le mani.Mamma lo guarda fuggire e poi torna a fissare me.

Si porta una mano alla bocca, sta quasi per parlare ma poi vedo che anche dai suoi occhi iniziano a scendere le lacrime.

-Usagi… piccola…- 

Papà prende la parola forse a nome di tutti e accoglie Mamma nel suo abbraccio, poi sospira cercando di capire come parlarmi. Ma che cosa sta succedendo? Ma allora… non ci sono più dubbi!
Si tratta proprio di Haruka!

-Ma insomma! Volete dirmi che è successo?-

Mi volto verso Mamoru e sento che potrei cedere da un momento all’altro. Sento i battiti del mio cuore aumentare sempre più e le ginocchia tremarmi.

-Che sta succedendo qui? Dov’è Haruka? Mamoru dimmelo e dimmelo ora!-

Mi aggrappo al suo camice e lo guardo negli occhi cercando di scorgervi la verità, non è più tanto difficile per me ormai …

-Cosa … cosa le è successo?-

Inizio a piangere anche io, Mamoru non mi ha ancora risposto, ma quello sguardo addolorato, vale più di mille parole.

-Allora è così… ad Haruka è successo qualcosa e… deve essere anche qualcosa di… di terribile non è vero?-

Mamoru mi abbraccia immediatamente, stringendomi in una maniera tale da non permettermi né di muovermi né di scappare. Anche se ora vorrei solo correre da lei, ovunque si trovi, sinceramente ho anche bisogno di calore.
Con una mano mi cinge le spalle e con l’altra mi accarezza la schiena.

-Mi dispiace Usagi… mi dispiace davvero tanto…-

Anche la sua voce è rotta, deve sospirare per continuare a parlare.

-Tua sorella… ha avuto un incidente, con la moto e…-

Si interrompe notando che ho alzato di scatto il capo, e che lo sto di nuovo guardando negli occhi terrorizzata.

Comincio a scuotere la testa incredula.

-No… no…-

Lui continua a tenermi stretta, quasi abbia paura che cada.
 

-Usagi….- 

-NO! Non può essere! Non deve essere vero!- 

-Mi dispiace Usagi… è la verità. Haruka ora…-
 

-NOOOOOO!!!- 

Comincio a scuotere la testa istericamente.
Mi rifiuto di credere ad una simile realtà! Forse è solo un incubo!
Sì deve essere così! Tra poco mi sveglierò e troverò Haruka sana e salva accanto a me!
Mamoru continua a cercare di rassicurarmi ma con scarso successo.


- … Usagi ascolta… Lei ora è qui, in questo ospedale, e ti prometto che ci prenderemo cura di lei e che faremo tutto il possibile perché guarisca, perché non se ne vada e perché ritorni da tutti noi! La riporterò indietro!-

Cosa? Che vuol dire che la riporterà indietro? Che… che lei è…

-MAMORU MA COSA STAI DICENDO? Vuoi dire che … -

Lui mi attira nuovamente a sé mi bacia la testa, incurante della presenza dei miei genitori che ora hanno altro a cui pensare.
Sospira un paio di volta e poi riprende a parlare.

-Prima o poi… l’avresti saputo comunque… È in coma Usagi… mi dispiace tanto, mi dispiace davvero tanto piccola!-

Sento un duro colpo al cuore, se dovessero trafiggermelo in questo momento forse farebbe meno male.

Le ginocchia mi cedono ma solo grazie alle forti braccia di Mamoru non collasso a terra. Il mio pianto si fa disperato e sfogo tutta la mia frustrazione nel suo petto, prendendo a pugni il suo torace.

-No! No non è giusto! Non può essere! Lei è… è… tutto! Lei è il mio punto fermo… lo è di tutti noi! Non può lasciarci, NON PUO’!!!!-

- Usagi … piccola …- 

Sento la voce di mia madre ma non fermo la mia follia, continuo imperterrita a sfogare la mia cieca disperazione.

-Usagi! Usagi! Adesso calmati però! Respira! Mi senti? Controlla il tuo respiro o sarà peggio!-

Mamoru mi scuote per le spalle cercando di farmi tornare in me, ma non ce la faccio, i singhiozzi sono così forti da non permettermi né di respirare né di parlare.
 

-I … Io… -

-Shhh….- 

Mamoru mi coccola tra le sue braccia, in quell’abbraccio che mi sta tanto aiutando ultimamente e che io non riesco mai a respingere.

-Io… voglio vederla!-

-No non puoi… non è possibile…-

-Posso eccome invece!-

-No Usagi! Adesso non è il momento, non per te! Quando lo riterrò necessario allora…-

-HO DETTO CHE VOGLIO VEDERLA E VOGLIO VEDERLA ADESSO!-

-Ma Usagi …-

-PORTAMI DA LEI, ADESSO! ORA! SUBITO!!!-

Urlo fuori di me, incurante delle ripercussioni sulla mia salute, Mamoru è spaventatissimo e non dice altro.
Mi guarda tristemente e lancia un’occhiata verso i miei genitori, alle mie spalle. 

-E va bene Usagi, come vuoi! Per ora è meglio se andiamo noi due soli. Signori me ne occupo io, se volete raggiungerci, sapete già dove venire…-

-…Sì…-

Sento dei mormorii ma non mi volto, continuo a guardare lui in attesa che mi porti dove pretendo.

Subito mi prende per mano pronto a farmi da guida.

-Ce la fai a camminare? Vuoi che vada a prenderti una carrozzella?-

-Ti ho già detto che mi sento benissimo! Voglio solo andare da mia sorella!-

Lui annuisce cingendomi la vita come sostegno, e così cominciamo a camminare verso gli ascensori.

-Da quanto tempo è…-

-…Da quando oggi ho ricevuto quella chiamata sul mio cercapersone, mentre stavo parlando con te.-
 

Annuisco e cerco di ingoiare il magone che ho in gola. Quindi quelle ambulanze che ho sentito prima…
Oddio! Non posso credere che una trasportasse proprio mia sorella.

No, no, mi rifiuto!

Seguo Mamoru meccanicamente per percorsi e corridoi che forse non saprei ripercorrere da sola, fino a quando non mi ritrovo in un ambiente familiare.
Mi ritrovo di fronte le grandi vetrate della sala di rianimazione, dove io stessa sono stata ricoverata appena una settimana fa.
Mamoru mi conduce alla veranda e si allontana un attimo, promettendomi di tornare subito e dicendomi che va praticamente nell’altra stanza, solo per qualche minuto.
Lo ascolto e annuisco, dando poco peso a dove lui possa andare adesso.
Ora la mia priorità è un’altra.

Guardo Haruka attraverso il vetro e contemporaneamente mi ritrovo a vedere il mio riflesso.
Ho un aspetto orribile, ma non me ne stupisco data la situazione.
I miei codini sono spettinati, ho gli occhi gonfi e arrossati, e ho le occhiaie. 

Sto tremando…

Mi stringo nelle spalle, fa incredibilmente freddo, ma i miei brividi non sono dovuti solo a quest’inverno tanto gelido, ma anche a tutti i tormenti che deve ancora sopportare il mio cuore. Ormai sembra diventato un pezzo di ghiaccio per via di tutto questo dolore.

 -Anche Haruka no… lei no… non può lasciarmi anche lei, non sarebbe giusto…- 

>>>Non lo farà. Lei è forte, e sta lottando! Io lo so, e lo sai anche tu Usagi.- 

Sento dietro di me una voce dolce e confortevole, e qualcosa di morbido e caldo posarsi sulle mie spalle: una coperta. Proprio come aveva detto, Mamoru è tornato subito.
Mi volto e stringo forte denti e labbra, fino al punto queste di farle sbiancare, per cercare di non piangere ma non ci riesco, le lacrime hanno la meglio. 

-Non può lasciarmi anche lei Mamoru, Haruka no!- 

Lui mi accarezza con delicatezza le spalle da sopra la coperta, e mi guarda ancora tristemente. 

-Te l’ho già detto Usagi, non lo farà… È una ragazza forte, e sa quanto l’amate… non vi abbandonerà!- 

-Io ho paura…- 

-So anche questo, ma tu devi essere forte anche per lei. Devi resistere, devi farcela… se lei potesse, sono certo che ti direbbe lo stesso…- 

Sospira e mi accarezza delicatamente una guancia, asciugandomi le lacrime con il palmo della mano. 

-Usagi non voglio vederti così, ti prego! Non abbatterti… soprattutto non devi affaticarti! Ricordati del tuo cuore…- 

Così dicendo mi fa scivolare la mano dalla guancia al collo fino al petto. 

-Mi hai capito?- 

Tiro su col naso e mi asciugo le nuove lacrime con un lembo della coperta. 

-Mamoru io… a volte ho paura di non avercelo più un cuore … Sto troppo male, sai benissimo cosa ho passato in tutto questo periodo, e ora anche questo! Il vostro passato, la mia malattia, Seiya che mi ha tradita e lasciata, e che adesso è chissà dove, e ora mia sorella è lì, che lotta tra la vita e la morte… Io non ce la faccio più! Mi sento vuota, non mi sento più di provare nulla, né sentimenti, né emozioni… Non mi riconosco nemmeno più, non sono più io! Mamoru io… non chiedo altro che un po’ di pace, solo questo, non voglio soffrire più!!! Sento un dolore qui nel petto che mi sta uccidendo, e nessuna medicina potrà guarirlo…!- 

Scuoto la testa e continuo a piangere. Mi volto per un attimo verso mia sorella e poi torno a guardare lui. 

-Mi sento così sola…- 

Mamoru mi prende per le spalle e mi attira ancora una volta verso il suo petto, abbracciandomi e stringendomi forte. 

-No Usagi, non sei sola… Hai la tua famiglia, le tue amiche… hai me… Tutti noi saremo sempre pronti ad aiutarti e a starti vicino lo sai… So che deve essere straziante vedere una persona che si ama, nelle condizioni in cui si trova adesso Haruka, sono un medico, e in più… in più l’ho provato anch’io, quando ho perso i miei genitori nell’incidente che ha cambiato la mia vita … Credimi Usagi, posso capirti benissimo e so che stai soffrendo, ma non dire che sei sola, perché non lo sarai mai finché ci saremo noi con te!-

Alzo la testa per guardarlo negli occhi, leggermente confortata dalle sue parole, ma non immaginavo di trovare il suo viso così incredibilmente vicino al mio. Per un attimo ho come l’impressione di essermi totalmente bloccata, riesco a stento a respirare. 

-Mamoru, non…- 

-No Usagi, non dire niente, ti prego…- 

Senza essere capace di fare più nulla mi perdo nei suoi occhi.
Adesso sembrano ancora più scuri e profondi, sono davvero bellissimi.
Sento il mio cuore battere come un tamburo, così come sento il suo, ho le mani appoggiate al suo petto, quindi posso sentirlo chiaramente. 
È tutto così magico … Tutto così bello …
Piano piano i nostri visi si avvicinano sempre più, magneticamente, quasi come due calamite, i nostri occhi si chiudono lentamente, e di nuovo, senza che la ragione possa far nulla, le nostre labbra si rincontrano come quando è accaduto nella mia camera d’ospedale.
Mi abbandono totalmente a lui adesso, e nonostante la disperazione del mio cuore, per un attimo, il mondo intorno a me non esiste più.
Mi sento improvvisamente leggera, e anche più tranquilla, più serena…
Adesso qui ci siamo solo io e lui, il resto, non esiste.
Il bacio si approfondisce sempre più, la coperta mi cade dalle spalle e tocca terra, ma non ce ne curiamo.
Porto le mani ad intrecciarle con i suoi capelli scuri, mentre lui mi accarezza la schiena.
Ci stacchiamo quando il bisogno d’aria inizia ad essere impellente per entrambi e ci guardiamo negli occhi.
Ora ne ho la conferma: Mamoru è l’unico in grado di alleviare tutti i dolori, anche quelli più atroci del mio cuore.
Se non sono totalmente impazzita alla notizia di Haruka, se non ne sono letteralmente morta, è solo grazie a lui.
Restiamo in silenzio tutti e due, ancora arrossati e affannati, fino a quando non è lui a riprendere la parola, accarezzandomi dolcemente una guancia. 

- Usagi, ascolta… so che non è il momento adatto, ma sento di dovertelo dire lo stesso, non posso e non voglio più tenertelo nascosto…- 

È così serio mentre parla, ma allo stesso tempo i suoi occhi esprimono così tanta tenerezza … io sono completamente in trance, e allo stesso tempo ho paura di quelle che potrebbero essere le sue parole adesso.

Cos’altro sta per dirmi?

Provo a parlare, ma la voce non esce, mi limito solo a deglutire pesantemente, mentre le sue mani appoggiate ora sulle mie spalle si stringono quasi ad infondersi coraggio. 

- Io… io ti amo Usagi! Mi sono maledettamente innamorato di te! -


NDA: Volevamo solo dirvi che la scena della dichiarazione d’amore di Mamoru, è stata scritta nel 2010, praticamente sono 3 anni che ce la coviamo. Abbiamo scritto prima quella e poi tutto il resto, diteci, siamo pazze? :D

 

 

 





  
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