Comunque, ecco l'altra one-shot, dedicata al Sergay Wang di Earth.
Amore
Nessuno me ne ha mai chiesto la ragione. Solo una volta negli occhi di Nina vidi quella pietosa domanda, quando decisi di rivelarle la verità. Una domanda che però lei non ebbe il coraggio di farmi. Mi amava troppo per accettare una bugia da me, non l’avrebbe sopportata, e preferì tacere. Anche perché una ragione, in realtà, non c’è mai stata. Mi fa sorridere il pensiero di come tutto questo sia cominciato.
Quando
mi dissero che dall’esercito qualcuno aveva chiesto e ottenuto il
trasferimento nella mia unità non ci feci troppo caso; soldati
e piloti vanno e vengono, ed era considerata una sorta di prova di
coraggio tentare di entrare nelle mie grazie. Ma qualche giorno dopo,
quel novellino fece precipitare uno dei miei jet, centrando in pieno
la torre di controllo, e io giurai che l’avrei rispedito a calci da
dove era venuto. Peccato che, quando invece me lo trovai davanti, con
quell’aria falsamente contrita di ragazzino che ha fatto una
marachella, un braccio al collo e in mano i risultati del test che lo
classificava tra l’uno percento dei sottufficiali più
brillanti, ogni proposito di punirlo evaporò.
Diedi
immediatamente l’ordine di riassegnare Nagi De Artai dal
pattugliamento aereo all’elaborazione dati. Mi dissi che
fisicamente era un disastro ma che aveva un cervello troppo brillante
per sprecarlo tra le trincee di Haruka.
Mi
raccontai che dopotutto era solo un ragazzo e che meritava una
seconda possibilità. Ma ricordo che tornando a casa non
riuscivo a scacciare dalla mia mente le cose che Nagi aveva detto per
scusarsi e per convincermi a farlo rimanere. Erano suonate così
convincenti, ma allo stesso tempo ero cosciente del fatto che fossero
solo bugie, fin troppo palesi, ma ci volevo credere. Perché
era quello che avrei voluto sentirmi dire.
Io,
un militare in carriera con quindici anni di onorato servizio, mi ero
sentito lusingato, e chissà perché la cosa non mi aveva
né disgustato né irritato, come sarebbe stato normale.
Anzi, nei giorni successivi mi trovai a cercare sempre più
spesso la compagnia di Nagi, con il pretesto di controllare quello
che stava combinando. Forse era anche stato vero per qualche ora,
prima di realizzare che l’albino era decisamente geniale
nell’analizzare dati strategici, e che le sue lucide considerazioni
erano di molto superiori a quelle di tutti i miei altri esperti, con
molti più anni di servizio di lui.
E
non parlavamo solo di lavoro. Dopo avermi quasi interrogato su chi
ero e sulla mia famiglia, presto fui io ad ascoltare lui, a bermi
tutto quello che diceva, con quel tono di chi la sa lunga sul resto
del mondo. Era giovane, ma non possedeva l’inadeguatezza di un
ragazzo, solo la cristallina sicurezza di un adulto che ha una
missione da compiere. Anche se, qualunque essa sia, lui non me l’ha
ancora rivelata e a questo punto dubito che lo farà mai.
A
volte però quello che Nagi diceva mi faceva male. Scuoteva le mie certezze
di buon cittadino, e non mi piacevano i commenti acidi che faceva
sulla nostra Presidentessa, e sul Generale Viola. Non ero così
devoto a loro, ma non volevo che a lui accadesse qualcosa. Perché perdere la
sua compagnia sarebbe stato insopportabile.
Parlai
di lui a Nina, e ricordo ancora il suo sguardo ferito. In quel
momento dentro di me risi, ‘è come se lei lo stesse
considerando un rivale’, mi dissi. Però il giorno dopo, tornando alla
base, notai per la prima volta gli sguardi degli altri su di noi, e
le voci dietro le mie spalle. Cominciai a chiedermi se per caso non
mi stessi spingendo troppo oltre. Pettegolezzi incontrollati di quel
genere, anche se totalmente falsi, potevano significare la fine della
mia carriera.
Per
la prima volta evitai Nagi deliberatamente, e così feci anche
nei giorni successivi, incontrandolo solo in compagnia di altre
persone. Lui invece, tutte le volte che ci vedevamo, mi sorrideva in quel
suo modo giocoso ed allo stesso tempo malizioso, come se mi stesse
sfidando a fare quello che non osavo.
Piano
piano, mi accorsi di non riuscire a pensare ad altro. Facevo sul
lavoro errori stupidi, mentre con Nina ero distratto e nervoso.
Un giorno, Nagi entrò nel mio ufficio e buttò un
documento sul tavolo. Era l'autorizzazione al suo trasferimento
all'Intelligence. Ricordo che balzai in piedi, pregandolo di non
andarsene, mentre il suo sorriso diventava più marcato.
'Lo
faccio per te, Sergay, per realizzare i tuoi desideri' ricordo che mi
disse e, in quel momento, mi sentii gelare. Sapeva quello che
provavo, e stava solo giocando con i miei sentimenti. Ma aveva
dannatamente ragione, come sempre. Non poteva esserci nulla tra di
noi mentre entrambi eravamo nella stessa unità.
Firmai
dove dovevo firmare, poi lui si alzò, e scandì bene un
orario e un numero civico in un quartiere della città dove il
numero di telecamere era leggermente inferiore a quello previsto per
legge. Quando uscì, io crollai sulla mia poltroncina. Mi aveva
sempre avuto in pugno, e in quel momento fu come se stessi per
presentarmi davanti al plotone di esecuzione. Ero impaurito, ed
eccitato. E niente mi avrebbe potuto trattenere dall'andare a
quell'appuntamento.
Quella
notte diventammo amanti; io avevo avuto altre esperienze di quel
genere in caserma, dopotutto non si possono mettere dieci ragazzi
sedicenni nella stessa stanza, senza donne per mesi, ed aspettarsi
che non succeda nulla. Ero felice, e anche il pensiero che per Nagi
ero solo un altro 'qualcosa' che andava a posto nel suo grand
design,
non mi disturbava.
Da
subito mi prese la smania di presentarlo a Nina. Volevo che lei lo
conoscesse. Forse inconsciamente volevo che lei addirittura sapesse.
Quando si incontrarono la prima volta ero nervoso, ma feci di tutto
per mascherarlo.
Non
so... forse la cosa può suonare rivoltante e perversa, però desideravo con tutto me stesso che si piacessero. Sono conscio di
quanto sia inspiegabile ma, nel momento in cui li vidi assieme, ebbi
la strana sensazione che tutto quello che avevo fatto fino a quel
momento nella vita, fosse stato solo per arrivare lì. Non
provai nemmeno un fremito di gelosia quando mi accorsi che Nagi stava
affascinando mia moglie esattamente come aveva fatto con me, come non
ne provai quando, alla fine della cena, lei si sporse per dargli un
bacio sulla guancia che si protrasse per qualche attimo più
del necessario.
Dopo
qualche mese Nina acconsentì con quel suo misto di devozione e
rispetto a diventare anche l'amante di Nagi, e quello fu il momento
più bello della mia vita.
Quei
giorni furono così felici che pensai che prima o poi qualcuno
mi avrebbe presentato il conto. Che infatti puntualmente arrivò.
Quando,
qualche giorno fa, Nagi mi raccontò il suo piano, neppure per
un attimo mi venne in mente che potesse essere solo uno scherzo di
cattivo gusto. No, io ero certo che lui avrebbe davvero spedito Nina
a farsi ammazzare su un pianeta straniero, perché tutti noi
fossimo salvi.
Lei
mi prese le mani, cercando di convincermi che quella era la cosa
giusta per tutti e che, con il Garderobe distrutto, anche se il
Generale Viola avesse vinto il suo sarebbe stato un trionfo di breve
durata.
E
come potevo io essere così egoista? Come Nina, anch'io avevo
dei doveri verso la mia nazione. Pregai però Nagi di mandare
me, pur sapendo che sarebbe stato impossibile. Non era quello il mio
posto o il mio ruolo.
Anche se lui mi rassicurò, dicendo che sarebbe andato tutto
bene, che era un bluff che era sicuro di vincere, per una volta lessi
nei suoi occhi un'inquietante esitazione. Gli credetti quando mi
disse che avrebbe fatto di tutto pur di non perdere Nina, perché
nessuno, neppure lui, era così senza cuore, ma il giocare a
sorte con la morte e affidarsi ai capricci del Fato non è una
cosa che come soldato mi è mai piaciuto fare. E Nagi stava
affidando, forse per la prima volta, la riuscita di tutti i suoi
piani a qualcosa che non poteva controllare pienamente. Tutto questo
preoccupava lui, e terrorizzava me.
Ora,
davanti alla porta del mio appartamento, dopo che tutto è
andato bene, non posso fare altro che pensare a quello che succederà
nei prossimi mesi. Si apre un'era di caos e di vuoto di potere, e
probabilmente non avremmo dovuto lasciare andare Natsuki di Earl. Lei
e il suo carisma ci sarebbero potuti tornare utili. Però, in
questo momento, non mi importa. Non quando ciò che amo è
al sicuro.
Appoggio
la guancia alla fredda ceramica della porta scorrevole. Sono entrato
ma mi sono ritirato subito; è giusto che Nina e Nagi stiano un
po' da soli. Avranno cose da dirsi, e da perdonarsi. Quanto a me, io
non so quello che mi succederà in futuro, ma farò di
tutto perché niente li possa dividere; dopotutto, assieme sono
bellissimi, e sono la mia famiglia.