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Autore: Sylvia Ruth    20/05/2013    0 recensioni
Il cuore di Dave Gahan si è fermato per tre minuti... Questa è cronaca...
Ma se non fosse tutto qui?
Se la sua morte fosse stato solo un nuovo inizio?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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"Avete già iniziato." Jafar si alza, imitato da Mata Hari e da Mozart. "Vi lasciamo soli."

"Ci salutiamo qui." Maggie abbraccia Jenny.

"Piacere di aver fatto la conoscenza di un collega." Mozart stringe la mano di Martin. "Non vivere solo per la musica. E' una musa esigente. Non permetterle di dominarti." Gli consiglia.

"Dove andrete?" Chiede Dave. Gli mancheranno.

"Jafar dice che il Marocco è cambiato da quando io mi fingevo una danzatrice. Vado a controllare con i miei occhi." Mata Hari infila la mano sotto il braccio del medico.

"Ho avuto un offerta da una casa discografica. Mi piace il suo nome: Virgin. Mi trasferisco in California..."

"Niente Las Vegas." Gli impongono, guardandolo severi, Kit e Dave, allo stesso tempo.

"Cos'ho fatto di male nelle mie vite?" Geme. "DUE. Adesso ne ho due tra i piedi."

Maggie lo trascina via e richiude la porta.

"Credete che la California abbia qualche speranza di sopravvivere al passaggio di Mozart?" Domanda Martin.

"Tra qualche mese si saranno calmati. Ha scelto bene. La California è un bel posto per viverci. Ci sono angoli stupendi e pieni di pace. Se ne hai occasione visita le colline intorno a Santa Barbara." Gli raccomanda Kit. "E' cambiata poco da quando l'ho scoperta."


"Santa Barbara? Il nome mi piace... E'... musicale." Si volta verso Dave. "A che stai pensando? Hai una faccia!!"

"Anton... Margareth non mi ha detto come mi vuol combinare nel prossimo video. Sei lei non c'è..." Si gratta la testa.

"Anton è rimasto in Marocco." Gli ricorda. *Vanitoso!*

"Mi ha lasciato una videocassetta e ti raccomanda di seguire i suoi insegnamenti." Jennifer gliela mostra.

"La mia povera schiena." Si lamenta. "Mi tocca, giusto?" Interroga Kit.

"E' duro essere un Angelo. Ginnastica, cibi sani e vita regolata... Sei in ballo e devi ballare."

"Vita regolare... Come la tua, papà?" Dave appoggia la testa sulla sua spalla e lo sguarda sbattendo le ciglia.

"Gli occhi da cucciolo triste funzioneranno con loro, non con me." Lo colpisce alla nuca. "Torniamo alle cose concrete." Li invita ad accomodarsi. "Anche tu Dave. Ci sono aspetti che ancora non sai. Martin ha posto una domanda fondamentale... Come potete aiutarlo..."

"Esatto. Tu chiedi e noi lo faremo."

"Dovrete diluire i vostri impegni professionali. Deve essere libero di muoversi il più possibile, per la maggior parte del tempo." Aspetta la risposta dell'altro.

"Non è un problema. Andrew mi ha chiesto di rallentare. Vuole occuparsi della sua famiglia. Ed io... Ho dimenticato spesso che ho moglie e due figlie. Dave mi ha chiesto di esaminare il mio rapporto con Susy. Non sono il marito ideale ma mi sforzerò di tenere in piedi il mio matrimonio." Risponde con franchezza.

"Conta su di me." Si limita a dire Jenny.

"Dave dovrai modificare il tuo abbigliamento, taglio di capelli eccetera. Ti insegnerò dei trucchi. Con poco riuscirai a passare quasi inosservato. Basterà tenere coperti i tatuaggi."

"Posso?" Jenny alza la mano. "Tutti sanno che li hai. Mettili in bella mostra sul palco. Esibiscili..."

"Ehhh?" Dave si gira sbigottito. "Cosaaa??"

"Spogliati. Canta a torso nudo. Nel Devotional lo facevi."

"Ero drogato marcio." Si giustifica.

"Il pubblico impazziva e tu... Ci godi."Gli accarezza la guancia. "Torna ad essere il Dave Gahan che sorride, con occhi che brillano di felicità quando agitano le mani nel...come si chiama? Campo di grano?"

"Volevo cancellarlo. Per te."

Lei scuote i lunghi capelli. "Io sono innamorata di David Gahan, con cui voglio dividere parte del cammino. Dave Gahan, cantante dei Depeche Mode, lo lascio al suo pubblico e a... Martin."

"A... me?" Martin cerca di calmare il batticuore. "Jennifer io... io non so che dire..."

"E' più semplice di quanto sembri. Vedi... il cantante dei Depeche Mode, che manda in visibilio migliaia di spettatori, non l'ho mai visto e non so chi sia. Io conosco David... Dilaniato dai rimorsi... Che riesce a sorridere dopo una telefonata a suo figlio o a sua madre... Che è capace di fare a gara a chi fa più smorfie con mio figlio..." Lo bacia leggera sulla guancia. "...o di regalarmi un ridicolo pigiama di flanella con buffi coniglietti rossi e blu perchè, una volta, gli ho confidato di essere freddolosa e di dormire con i calzini. Mi sono innamorata di quel David. L'altro lo cedo a te... Non mi guardate a bocca aperta!"

"Io... io... avevo deciso... di rinunciare..." Balbetta Martin.

"Ehi!! Nessuno dei due si chiede quello che voglio io??" Dave è balzato in piedi.

"NO!! SEDUTO!!" Gli gridano.

La risata di Kit riempie la stanza. "Che bella quest'atmosfera piena d'amore!"

"Ma cosa sono? Una torta... una fetta a me... una a te...?" Brontola.

"Ti consiglio di rassegnarti. Quei due hanno deciso e tu... Sei un semplice Immortale." Si asciuga una lacrima. "Erano anni che non ridevo così di cuore. La parte fondamentale ve l'ho spiegata... ora l'ultima fase." Si avvicina alla cassaforte. Quando si volta ha in mano due fiale. "La decisione adesso spetta a Jennifer e a Martin." Alza la prima, piena di un liquido trasparente. "Bevendo questa vi sarà impossibile svelare il nostro segreto. A chiunque." Mostra la seconda. Il liquido è ambrato. "Questa vi cancellerà dalla memoria quello che è successo questa sera. Ne conserverete una vaga traccia, un ombra che vi aiuterà a superare il dolore se Dave dovesse..."

"Sparire dalla vostra vita." Continua Dave a bassa voce. "Un incidente è sempre possibile. Per quanta prudenza possa usare."

"Scelgo la prima." Martin si fa avanti. "Mi spiace solo per Fletch."

"Anche a me."

"Il vostro amico è uscito da una brutta depressione. Studiatelo con cautela, con attenzione e, se e quando lo riterrete opportuno, avete il mio permesso. Credo che sceglierà la seconda." Prevede. "Jen?"

"La prima." Dice senza esitare.

Kit la versa in due bicchierini. "Alla vita. Al futuro. *Un piccolo sotterfugio che vi impedirà di farvi e fargli domande a cui non sa o non può rispondere. Un altro mio regalo a tutti voi. Non vi starò sempre tra i piedi a calmare le acque.*

"Alla vita. Al futuro." Ripetono.

"Però! Brucia..."
Jenny tossisce due volte.

Dave nota che le loro idiri, per un breve istante,  cambiano colore. "State bene?" Domanda preoccupato.

"Mai sentito meglio." Risponde Martin.

"Leggermente... euforica."

"Le sorprese, per questa sera, sono finite. Suggerisco a me stesso una lunga dormita. Se volete... le camere non mancano. Buonanotte." Augura loro prima di ritirarsi.

I tre si guardano a lungo, in un pesante silenzio rotto, alla fine, da Martin. "Esco a cercare un taxi... Domani... Ci vediamo domani."

Jenny lo ferma. "Se vuoi restare..."

Lui scuote la testa. "Ci sei tu. Hai già fatto talmente tanto per me... Torno ad essere l'amico, il collega... Prima però... Posso?"

"Vi lascio soli. Vado a controllare Jimmy..."

Martin si avvicina a Dave. "Immortale, eh?"

"Semi... Arrabbiato?" Gli sistema un ricciolo ribelle.

"Stranamente no. Ho pure pareggiato il conto con Kit." Lui scosta la testa. "Mi ha nascosto per questo là dentro. Per farmi scontare quel pugno."

"Il pugno!" Si picchia la mano sulla fronte. "Mi toccherà imparare a memoria un altro lunghissimo capitolo di un noiosissimo libro." Geme.

"Ecco cosa stavi facendo quella sera... Studiavi!" Cerca, senza riuscirci, di trattenere una risatina. Pensare che Dave possa...

"Approfondivo." Ammette l'altro di malavoglia. "Ci sono concetti... complicati da afferrare alla prima lettura. Almeno per uno come me."

"Ci riuscirai... Se ti serve una mano..." Gli fa scivolare il palmo lungo il braccio. Ha frenato troppo a lungo la necessità di toccarlo.

"Beh... Ci sarebbe il tedesco... Mi confondo sempre con le particelle... Gli aggettivi... Dativo, accusativo..." Segue il contorno delle sue labbra con l'indice.

"Mmm... Pignoli i tedeschi." Martin le chiude intorno alla punta, succhiandola. "Ho l'idea precisa sul come aiutarti... Ad ogni risposta azzeccata, una giusta e degna ricompensa..."

"Non vedo l'ora di incominciare." Gli sussurra, coprendo la sua bocca con la propria.

Martin mugola, appena le lingue si incontrano. Una vampata di calore gli cancella ogni forma di pensiero razionale dalla mente. Inpreca tra sè, ma riesce a governare il desiderio che si è impossessato di lui. Si ritrae e riapre gli occhi. "E' stata una pessima idea."

Dave si allontana con riluttanza. "Il momento è sbagliato."

"Accompagnami alla porta e vai da Jennifer." Dirgli questo lo fa sentire meno vuoto, meno triste. Non vuole andarsene, ma nemmeno restare. Sono arrivati alla porta. La apre deciso. "Domani..." Gli concede un sorriso. "Domani... è un altro giorno."

"Francamente... Mi importa. Ci conto." Lo vede alzare il braccio per richiamare il taxi che sta passando, salire e voltarsi per lanciargli un altro sorriso di commiato.

"In che razza di imbroglio vi ho cacciato?" Sale a fatica i gradini. Trova Jennifer che lo aspetta seduta sull' ultimo.

"Lo hai lasciato andare via?"

"Difficile smuovere Martin quando prende una decisione... Jen, sei stata molto comprensiva..."

"La parola giusta è... scioccata. Avevo l'impressione che mi nascondessi qualcosa, ma mai..." Lo colpisce con i pugni. ".. che tu..." Dave, d'istinto, le blocca i polsi. "Ho mandato giù che tu ti sia... accoppiato... con il tuo maestro. Non è dipeso da voi, l'istinto e bla bla bla...Ma come hai potuto tradirmi CON MARTIN?? CON MARTIN!"

"Ecco io..." Comincia Dave, dubbioso come risponderle senza ferirla ulteriormente o rinnegare quello che c'è tra lui e Martin. "E' complicato..."

"Tze!" Si divincola.

"Per favore, non discutiamone qui." Si affretta ad aggiungere. "Rischi di svegliare Jimmy. Entra." Vederla esitare gli provoca una fitta al cuore. E' naturale. Come può fidarsi ancora? "Solo per parlare." Tiene la porta spalancata. "Ti prego."

Sul volto di Jenny appare una strana espressione, che scompare subito e che lui non riesce ad interpretare.
"Tu pretendi delle risposte. Risposte che, purtroppo, non ho.  Solo adesso mi rendo conto  di quanto sono cambiato in così poco tempo... Penso, faccio cose impensabili fino al giorno prima. Azioni, pensieri di cui una volta mi sarei vergognato o colpevolizzato. Come posso spiegarti quello che è incomprensibile anche per me?"

"Ami Martin?" Chiede appoggiandosi al bordo del letto.

"Lo amo. In modo diverso da te, ma lo amo. Con la stessa intensità, con la medesima passione." Si scompiglia i capelli. Che gli prende? Come è possibile che l'unica cosa che gli riempie la mente sia il bisogno di toccarla? Non riesce a pensare ad altro che al desiderio di prenderle il viso tra le mani e di sfiorarle la bocca con le labbra in un bacio lento e dolce che si trasformerebbe presto in uno profondo ed esigente. Si rende conto della direzione presa dai propri pensieri e si scuote.

"Vorrei poterti assicurare che si è trattato di un episodio che non ripeterà, di una follia momentanea, ma ti mentirei. Quando sono vicino a Martin lo desidero, come in questo momento vorrei..."

"Vorresti cosa?" Domanda con circospezione.

"Baciarti... Toccarti... Fare l'amore con te e addormentarmi... tenendoti stretta." Infila le mani nelle tasche dei pantaloni per evitarlo.

Un improvviso rossore colora le guance di Jennifer. "Noi non abbiamo mai... dormito... insieme."

"L'ho sognato molte volte. Non ne abbiamo avuto il tempo." Le sfiora la guancia con le dita. "Resterà un bel sogno." Conclude con amarezza. "Ti ringrazio di aver accettato di aiutarmi, di esserti impegnata a mantenere il segreto... Non posso pretendere di più." La vede muovere le labbra ma nessun suono giunge alle sue orecchie.

La stanchezza cade su di lui come una cappa pesante. Barcolla. Deve sedersi... sdraiarsi... tenere gli occhi aperti gli costa fatica. Una fatica immane. Si arrende.

"Non mi lasciare... Amore, non mi lasciare..." Mormora prima si cadere in un sonno profondo, privo di sogni.
   
 
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