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Autore: Rosette_Carillon    20/05/2013    1 recensioni
" - Mi lasceresti cadere? - si morse subito le labbra, ma ormai la frase l’aveva pronunciata, nemmeno lei sapeva perché. Forse perché dopo tanti anni aveva bisogno di contare qualcosa per qualcuno. - Non ti farei nemmeno perdere l’equilibrio. - la risposta di Clint la spiazzò . . . "
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                        I’ll be your hope

 

 

:<< Visto che la missione è conclusa, potremmo fare un giro in città. >> propose Clint osservando fuori dalla finestra la Moldava che scorreva placida nel suo letto in mezzo alla città.

:<< Un giro in città? >> chiese Natasha seduta sul letto.

:<< Perché no? >> l’uomo si voltò verso di lei :<< Praga sembra bella. >>

Natasha non rispose subito, si prese qualche secondo per riflettere sulla proposta ricevuta: Clint voleva davvero visitare la città ? Con lei? Perché? Non aveva senso.

:<< Allora? >> chiese lui :<< Se sei stanca e vuoi riposa- >> cominciò lui pensando che la missione appena portata a termine non era stata una delle più semplici e la donna aveva anche preso una storta alla caviglia.

:<< Non sono stanca. >> lo interruppe lei alzandosi.

:<< Ok. >> Clint sollevò le mani in segno di resa; la conosceva da pochi mesi, ma ormai aveva imparato che la Vedova Nera non era solita mostrare sentimenti, tantomeno debolezze.

Pochi minuti dopo i due stavano percorrendo il Ponte Carlo diretti alla Piazza della Città Vecchia; mancava poco al tramonto e il cielo stava già cambiando colore.

:<< Non mi hai mai detto perché non mi hai uccisa. >>

Ormai erano arrivati nella piazza, stavano passeggiando tranquillamente sotto l’Orologio astronomico quando Clint si era soffermato a guardare un manifesto del circo appeso ad un muro. Natasha aveva rotto il silenzio con quella frase.

:<< Hai disobbedito agli ordini e mi hai risparmiato la vita di un’assassina come me. Perché lo hai fatto? >>

:<< Tutti meritano una seconda possibilità. >>

La donna rimase un momento in silenzio :<< Non pensavo che il circo ti affascinasse tanto. >> cambiò discorso.

:<< Prima di entrare nello S.H.I.E.L.D. lavoravo nel circo. >> ripose lui pensieroso :<< Usavo il trapezio. >>

:<< Senti la nostalgia del circo? >>

:<< No, solo dello stare sospeso nel vuoto, lontano da tutto e tutti. >>

:<< Sei mai caduto? Oppure cadevi in piedi? >> avevano ripreso a camminare.

Clint fece per rispondere quando capì che Natasha alludeva alla sua vita, non al trapezio.

:<< Si. >> le sorrise :<< Ma per mia fortuna ho avuto qualcuno che mi ha aiutato a si è fidato di me. >>

:<< Mi lasceresti cadere? >> si morse subito le labbra, ma ormai la frase l’aveva pronunciata, nemmeno lei sapeva perché. Forse perché dopo tanti anni aveva bisogno di contare qualcosa per qualcuno.

:<< Non ti farei nemmeno perdere l’equilibrio. >> la risposta di Clint la spiazzò, era convinta che a lui non sarebbe importato nulla. Perché non le aveva risposto semplicemente che quello era solo un suo problema?

Il discorso si concluse così.

La notte, mentre Clint si faceva una doccia calda, Natasha osservava la sua immagine riflessa nello specchio della stanza d’albergo.

Il suo corpo cambiava lentamente, lei appariva ancora giovane e, guardandola, nessuno poteva immaginare come fosse stata la sua vita. Tuttavia chi la conosceva sapeva quanto lei fosse fredda, cinica, un’assassina che conosceva solo morte.

Nessuno, invece, aveva mai visto ciò che avrebbe preferito essere.

Si allontanò dallo specchio, chissà se era ancora capace di danzare?

Mise un piede davanti all’altro piegando leggermente le ginocchia, le braccia larghe  in avanti e si ritrovò a volteggiare in una sala gigantesca con specchi alle pareti e una sbarra in legno. Per un momento si sentì come se fosse tornata indietro nel tempo e si dimenticò anche della storta alla caviglia, quando però spostò il peso del corpo su di essa, il dolore la colse di sorpresa riportandola alla realtà.

:<< Ehy. >

:<< Barton. Cosa…? >> lo allontanò di scatto da sé quando si accorse di essere stretta fra le sue braccia.

:<< Te l’avevo detto che non ti avrei fatta cadere. >> rispose lui :<< Ti fa ancora molto male la caviglia? Non dovresti fare sforzi. >>

:<< Lo so, non so cosa mi sia preso, avrei dovuto pensare a ciò che facevo. >>

:<< Non devi scusarti, solo stare attenta. >> la aiutò  a sedersi sul letto e si inginocchiò per controllarle la caviglia :<< Credo che sia anche per questo che non ti ho uccisa. >>

:<< Per … una storta? >>

:<< No, perché quel giorno, come oggi, non mi sono trovato davanti la Vedova Nera, ma una donna alla quale aveva distrutto la vita togliendo ogni possibilità di scegliere. >>

:<< Grazie. >> fu l’unica parola che Natasha fu in grado di pronunciare dopo un momento di silenzio.

 

  
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