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Autore: Iarys    21/05/2013    1 recensioni
Fine, una ragazza spensierata e creativa, perde molte persone care e si sente sola.. A reggerla il supporto della paziente balia Lynda e del bizzarro maggiordomo Gustave. Il suo futuro si annoda con quello della Reggia dei sogni.. la MeisonVille. Una volta li, l’aspetterà una nuova vita, nuovi amici e nemici, e un’immancabile scontro con un giovane arrogante ed egocentrico, che saprà come smuoverla dai suoi principi facendo uscire fuori il “maschiaccio” che è in lei. Fra tante sorprese, miste ad odio e stupore, ci sarà un po’ di spazio per l’amore?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fine, Nuovo Personaggio, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                        (Alla mia migliore amica che mi sostiene sempre.♥)

Capitolo 4

La festa procedeva perfettamente.
Mio malgrado dovetti allontanarmi dal tavolino dei dolci.. non volevo avere un’altra discussione con Mister Simpatia, o forse semplicemente non volevo vederlo.
Era insopportabile, era presuntuoso, era altezzoso, ogni cosa doveva essere come diceva lui. Sarei rimasta a quel dannato tavolino, se la rabbia di dover riparlare con lui non mi avesse convinto ad allontanarmi da quella zona minata, ma non sarebbe finita lì, ADMIR poteva iniziare a dir le sue preghiere, l’avrei fatta pagare a lui e al suo egocentrismo.
Persa nei miei pensieri continuavo a camminare, senza ben sapere dove andare, quando urtai per sbaglio ad una ragazza che stava procedendo nella direzione opposta alla mia.
- Oh.. scusami, ti ho fatto male? – la ragazza, cortesemente, mi rivolse le sue scuse, ma sapevo perfettamente di non meritarle affatto, ero io che presa dalla rabbia non mi ero accorta della sua presenza..
Alzai il viso per scusarmi, quando vidi quella ragazza che mi sorrideva dolcemente.
Lunghi capelli azzurri, occhi color cielo, un bel vestito turchese senza spalline, con un fiocco blu scuro che si intonava al ciondolo che portava al collo.
- No, scusami tu. In realtà non guardavo dove andavo.. – Penosa, squallida scusa. Avrei potuto dir di meglio, ma era pur sempre la verità.
- Neanche io ero molto concentrata, sinceramente, a dove mettevo i piedi. Diciamo che in questo caso non ha colpa nessuna delle due! – il suo sguardo buffo mi mise di buon umore, era la prima persona incontrata a MeisonVille che riusciva a farmi sorridere.
- In effetti mi sembra una buona idea! -
- Mmh.. non ti ho mai vista a MeisonVille, sei arrivata da poco? -
- Si, proprio oggi! -
- Ahh, ora ho capito. Tu sei Fine Jason giusto? -
- Uhm, sono famosa forse? – possibile fossi l’unica novità in tutta MeisonVille? Non avevano niente da fare le persone che sparlare del mio arrivo? Parlare di una gallina che depone l’uovo sarebbe stato decisamente più interessante, ma scacciai subito le galline dai miei pensieri, giacché mi portavano alla mente ricordi molto tumultuosi di un mio viaggio in carrozza.*
- Eh beh, non capita tutti i giorni di vedere arrivi così ben graditi a MeisonVille! – lo disse allegramente, con un sorriso stampato in viso che si trasformò ben presto in una risata.
- Immagino.. -
- Comunque piacere, io sono Rein, Rein Dreian. – mi porse gentilmente la mano, che strinsi subito, sorridendole in modo affabile.
- Io sono Fine Jason.. come già sai, cioè volevo dire, come ormai sanno TUTTI. -
- Come mai ti sei allontanata così tanto dal banchetto? Fra poco apriranno le danze, se non ti fai vedere, magari, rimarrai senza cavaliere! – i suoi occhi erano improvvisamente cambiati. Erano diventati gioiosi e sognanti mentre mi parlava dei ragazzi e delle danze.
- Eh.. uhm.. preferirei stare qui veramente. Non amo molto ballare.. -
- Tranquilla io non giudico, se non sai ballare puoi dirlo apertamente. E poi ci sono tanti maestri di ballo bravissimi a MeisonVille, quindi se hai bisogno di aiuto.. -
- Oh no, io so ballare, ho avuto una buona insegnante! Ma ho imparato le varie danze per obbligo, sono proprio io a non amare il ballo in generale.. -
Nei suoi occhi c’era sorpresa, mi guardava sconvolta, come fossi un alieno venuto dallo spazio per rapirla.
- Ho forse detto qualcosa di sbagliato? -
La vidi riprendersi dal suo momento di stupore e sbattere più volte le palpebre.
- No.. scusami. Pensavo che.. è che non capita tutti i giorni di vedere ragazze che non amano ballare. Qui sono tutte fissate con il ballo e con i ragazzi più ambiti da conquistare. Poi amano tutte fare shopping, comprare gioielli. Diciamo che se non ti vedessi, direi che non esisti..- ecco spiegato il mistero. I miei modi di fare erano talmente anormali, che quasi non potevo esistere per la concezione di “essere ragazza” di quei tempi. Beh tanto male, io non sarei cambiata e almeno mi sarei distinta per qualcosa.
- Ragazzi ambiti? Perché ci sono ragazzi ambiti qui? Io ho visto solo tanti ragazzi ammassati che ridevano come pazzi.. -
- Beh ovviamente i ragazzi più belli non sono facili da avvistare, si dileguano facilmente ed è difficile trovarli.. – che cos’era una caccia al tesoro? La cosa iniziava seriamente a preoccuparmi.
- Se li vedrò in giro, di sfuggita, saprò allora a cosa vado incontro.. -
- Sei molto simpatica Fine, spero di rivederti, ma ora devo proprio scappare prima che aprano le danze, se vuoi raggiungimi.. altrimenti ti auguro di passare una bella serata! -
- Sei molto gentile, grazie. Anche a te.. – non ebbi neanche il tempo di finire la frase che la vidi scomparire.. andava di fretta la ragazza. Non sarei comunque andata in mezzo alla folla, non con il rischio di dover incontrare quello. Avrei certamente preferito sedermi in un angolino ed intrattenere in un’interessante conversazione il pitone, piuttosto che subirmi gli attacchi nevrotici di quel maleducato, arrogante, presuntuoso, e oserei aggiungere, grandissimo imbecille.
..
Camminavo ormai da un bel po’ senza una meta precisa, non sapevo che fare. Forse, tutto sommato, sarebbe stato meglio andar a vedere le coppie ballare invece di star in giro ad annoiarmi. Presi la decisione di tornare indietro e di assistere alle danze con la speranza, ovviamente, di non incontrarlo. O forse si?
Più mi avvicinavo e più si sentiva la musica, fra urli, fischi e risate. Giunta a destinazione mi resi conto che tutto era precisamente come lo avevo lasciato, anche i dolci sul tavolino, l’unica differenza erano le coppie al centro del giardino che ballavano, cullate dalla musica. Il tutto era reso magico dalla luna, che brillava come non mai, dando quel senso di sentimentalismo che sembrava ormai essersi estinto. Era un’atmosfera magica.. tutto sarebbe stato perfetto, se non per alcuni sguardi invidiosi di ragazze che non erano state invitate a ballare.
Non vidi Admir da nessuna parte, forse non amava ballare, o forse era stato troppo impegnato a dare ordini per accorgersi che le danze erano iniziate.
Vidi però Rein in lontananza che ballava con un giovane dai capelli biondi e lucenti, gli occhi color rubino ed un portamento deciso e allo stesso tempo aggraziato. Era un bel giovane, dovevo ammetterlo. E sembrava anche molto gentile all’apparenza. Niente a che vedere con quello.
La musica cessò, e le coppie iniziarono ad allontanarsi dal centro del giardino, per prendere fiato e per prepararsi, pensai, al prossimo ballo.
Rein iniziò a salutarmi subito dopo avermi visto, e scappò nella mia direzione.
- Allora alla fine ti sei decisa eh? -
- Decisa non direi, mi stavo annoiando e ho preferito venir a dare uno sguardo.. -
- Son felice tu sia qui. Vuoi presentata a qualcuno? Così ti inviteranno a ballare.. -
- Preferisco star qui a guardare, torna dal tuo cavaliere.. non farlo aspettare troppo. – le dissi in modo sarcastico, tanto da farla ridere.. e notai infatti quel ragazzo guardare insistentemente nella nostra direzione.
- Mi sorprendi.. non l’hai riconosciuto? -
- Riconosciuto? – sgranai gli occhi. Chi avrei dovuto riconoscere? Per un attimo mi venne in mente Mister Simpatia, ma era azzardato pensare che si fosse messo una parrucca e delle lenti, e poi forse Rein neanche conosceva quel ragazzo.
- Ma.. è Bright Jason, tuo cugino! – la guardai sorpresa, davvero era mio cugino? Non lo vedevo ormai da anni.. eppure mi sembrò strano non averlo riconosciuto prima.
- Ah.. eh.. wow. – Non sapevo che dire, era strana quella situazione, quel ragazzo che continuava a fissare nella nostra direzione era mio cugino Bright, che non vedevo da anni. Eppure mi ero preparata all’evenienza di rivederlo, ma non mi sarei mai aspettata che quel bambino mingherlino e musone si sarebbe trasformato in un ragazzo tanto composto ed affascinante.
- Tutto bene Fine? – mi ripresi subito dallo shock quando vidi le persone prepararsi per il prossimo ballo.
- Si, tutto bene. Comunque prima di perderti di nuovo di vista, potrei farti una domanda? -
- Ma certo Fine, puoi chiedermi qualsiasi cosa.. -
- Conosci per caso un certo Admir? – il suo sguardo cambiò.. non era sognante, non era dolce.. era sorpresa mista ad un po’ di paura. Ma paura di cosa precisamente?
- Beh si, chi non conosce Admir.. -
- Ah quindi lo conosci. Come mai non sta qui in giro? Ha troppe persone da mettere in riga? -
- Shhh. Non parlare ad alta voce di lui.. in questo modo poi. Potrebbero sentirti. -
- E anche se mi sentono? Che problema c’è? E’ la verità. -
- Fine, se posso darti un consiglio. Non parlare così di Admir.. E’ tanto potente quanto lo è suo padre. Non sai le voci che girano sul suo conto ed è meglio non saperle.. -
- Beh ci vorrebbe qualcuno capace di dargli una lezione. -
- Spero tu stia scherzando. Davvero.. lascia perdere. Si, è scorbutico, ma meglio non sfidarlo. -
Il ballo stava ormai per iniziare.. Rein mi fece un cenno col capo prima di sparire di nuovo fra le coppie. Fu proprio mentre le persone si allontanavano che vidi in distanza Mister Simpatia. Eccolo era uscito allo scoperto.. ma non mi faceva paura. Non sapevo le voci che giravano su di lui e sul padre, tranne quella della moglie uccisa dal marito stesso. Per altro Admir rappresentava un’incognita. Ma dovevo fargliela pagare. Non poteva passarla liscia.
Fu proprio in quel momento che mi venne in mente un’idea. Il signorino voleva avere tutto sotto controllo vero?  Beh l’avrei accontentato, e poteva star certo che non si sarebbe più alzato da quella sedia vicino al tavolino dei dolci.
Andai in direzione opposta al vigneto, dove c’erano oggetti da ricambio e altri materiali, tutti raccolti in un piccolo magazzino. Sperai vivamente di poter trovare ciò che mi occorreva per mettere in atto il mio diabolico piano. Ah eccola.. la scritta fuori dal barattolo non lasciava dubbi: Colla Super Attack . Con questa avrei potuto anche attaccare un bisonte sul soffitto.
..
La musica cessò.. le persone iniziarono a salutarsi. La festa era ormai giunta al termine. Lynda e Gustave era scomparsi da tempo ormai, avevano sonno. Ma io avevo preferito restare per gustarmi il gran finale. Tutti iniziarono ad alzarsi eccetto Mister Simpatia. Mentre le persone iniziavano ad allontanarsi e le luci a spegnersi, lo vidi chiamare un maggiordomo. Mi avvicinai quel poco che bastava per ascoltare la conversazione.
- Non posso alzarmi. -
- Signorino.. è notte inoltrata.. sarebbe meglio che vada a riposare. -
- Alfred.. NON posso alzarmi. -
- Signorino.. vuole star qui tutta la notte? Non lo reputo un comportamento maturo. Che dirà suo padre? -
- Alfred. Non so se ti è chiaro o meno.. ma per quanto voglia alzarmi, mi è impossibile. -
- Non può dormire fuori.. lasci almeno che le porti una coperta. -
- ALFRED HO IL CULO INCHIODATO ALLA SEDIA! – iniziai a ridere.. più per la faccia sconvolta del maggiordomo che per il linguaggio scurrile che aveva usato Mister Simpatia. Così anche lui perdeva la calma eh? Non avrei dimenticato il suo viso alterato per niente al mondo, ma si sa.. le cose non vanno mai come ti aspetti, e mentre le risate erano irrefrenabili, il suo viso incontrò il mio nella penombra. Rabbia, ecco cosa c’era nel suo sguardo. Era arrabbiato, era irritato, ed era incollato ad una sedia.. tutto per colpa mia. Lo sguardo che mi lanciò non presagiva niente di buono, eppure lo guardai a testa alta. Non gli avrei mai permesso di farmi abbassare il volto. Corsi via nella notte, fino ad arrivare nella mia camera e a rannicchiarmi fra le coperte. Non badai neanche al vestito ancora addosso.. volevo solo dormire.. e dimenticare quello sguardo di ghiaccio, quello sguardo di sfida. Avevo forse esagerato?


Note.
* "Per viaggio tumultuoso" si intende il viaggio in carrozza con Buliver, che appunto veniva considerato pazzo perchè parlava per strada con le galline.
Ringrazio come sempre chi legge, chi mi segue.. e chi ha deciso di inserire la storia nelle preferite, seguite e da ricordare e ovviamente chi mi ha lasciato una recensione ^^
Grazie mille e alla prossima :3
Iarys~
  
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