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Autore: Sylvia Ruth    22/05/2013    1 recensioni
Un ladro misterioso visita alcuni lussuosi appartamenti di New York sembra senza portar via nulla... Un burbero poliziotto indaga. Che legame unirà una giovane antropologa, un noto playboy e un agente del FBI? Più di quanto si creda...
Genere: Mistero, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 "PERCHE'IO SONO QUI?" Sputa le ultime parole a pochi centimetri dal viso dell'altro.
L'avvocato è impacciato. "Non riusciamo a capirlo. Il sistema d'allarme è...impazzito. Di solito è collegato ad un computer di un organizzazione privata di vigilanza ma questa sera ha suonato anche alla centrale di Polizia. Ho controllato personalmente porte e finestre. Sono chiuse a chiave. La cassaforte è intatta e niente è in disordine."
"Bello scherzetto. Non mi prenda per fesso...COSA HANNO PORTATO VIA?"
"Commissario Winter...le assicuro che niente è stato spostato. Le faccio le mie più profonde..."

Si interrompe, il Commissario sta uscendo a grandi passi seguito dal biondino con più calma.
"Buonasera avvocato...Detesta essere interrotto mentre ascolta la sua aria preferita."
"Grazie ancora...Signor?"
"Goyle. Mark Goyle ."

"MARK...MUOVITI! VEDIAMO DI NON PERDERE ANCHE L'ULTIMO ATTO." Urla aprendo la portiera.
"Commissario..." Gli agenti lo salutano.
"Tornate al vostro distretto." Ordina brusco. "Domani qualcuno tornerà a dirigere il traffico." Minaccia a voce appena udibile. Mette in moto l'auto e guida in silenzio per alcuni minuti. 

"Che ne pensi della storia di questa sera?" Chiede senza staccare gli occhi dalla strada.
"Ci fidiamo troppo dei congegni elettronici. Secondo me quel Jefferson non ci ha detto tutta la verità."
"Certo che non ha detto la verità! E' un avvocato!!" E' la replica dell'altro. " E' la quinta volta che succede in due mesi. Case di ricconi...In quartieri di lusso. Scommetto che questa sera i centralini erano intasati di proteste. Uno dei palazzi appartiene a una nota attrice, altri a cantanti, produttori, pezzi grossi della Borsa. E' diventato di moda comprare casa in quel quartiere, sventrarla e ricavarci, invece dei tre o quattro appartamenti che esistevano, uno unico...Super lussuoso."

"Ti lamenti? Meno piccola delinquanza in giro."
"Quella si è solo spostata e se credi che ci abita adesso sia meglio...ti sbagli di grosso."
Riceve un'occhiata scrutatrice. "Hai detto che è la quinta volta che succede...Che c'è sotto?"

"Sotto? Marcio...Negli altri casi: un noto giornalista televisivo, un produttore musicale e due agenti di borsa...Tutto con complicatissimi sistemi di allarme...che scattano di colpo...Arriva la vigilanza e, stranamente la polizia. Anche se il sistema non lo prevedeva è scattato in contemporanea. Si entra, si controlla casa da cima a fondo...Niente è stato rubato, nemmeno il più piccolo disordine...Un paio di volte i padroni di casa dormivano sonni beati. Le prime volte si è pensato a qualche errore tecnico; le ditte hanno mandato i loro tecnici...Tutto perfettamente in regola...MA..."

"Sapevo che c'era un ma." Sorride Mark.
"La settimana dopo un piccolo museo ritrova...per caso...un quadro, una statuetta o altro...che era sparito dalle sue sale tempo addietro. Oppure riceve una misteriosa donazione...Un'opera d'arte sconosciuta...Egiziana, etrusca, maya...Trafugata da qualche tomba e comprata a peso d'oro."
"Fammi indovinare? I derubati erano appassionati o collezionisti?
"Appassionati collezionisti di dollari. Un Picasso trenta per quaranta, una statuetta di giada di una ventina di centimetri, una collana di lapislazzuli di non so quale dinastia...e sappiamo che i regali sono stati molti di più."

"I derubati fanno finta di niente; gli oggetti rubati non risultano da nessuna parte e le assicurazioni non sganciano un solo centesimo. Hai provato a chiedere a quei mercanti d'arte poco onesti che lavorano su commissione?"

"Commissario Winter...ma come...Sospetta di ME?"Imita un tono d'innocenza ortraggiata. "Nessuno dice niente. Quello che non capisco è che il ladro impiega un sacco di tempo a controllare le case. S'informa degli orari dei padroni e dei domestici...Conosce la disposizione delle stanze, dei mobili. Sa dove si trova la cassaforte...Potrebbe rubare gioielli, contanti, azioni...ma si limita alle opere d'arte."
"Opere d'arte che appartengono o dovrebbero stare in un museo." Gli ricorda l'amico." La mia collega spedirebbe in galera sia i venditori sia gli acquirenti. Specialmente se i reperti vengono da tombe sconosciute."

"Collega? La tua...collega? Lavori di nuovo con una donna?" Chiede sorpreso.
"Mi hanno promosso ed in teoria lei dovrebbe aiutarmi lavorando in laboratorio ma è piuttosto testarda ed ostinata." Bofonchia nascondendo uno sguardo ironico.
"Cos'è...una sventola?" Lo scruta con aria maliziosa.

"Ma...puoi anche dire così...Se non ti facesse le pulci analizzando ogni tuo più piccolo comportamento o difetto."
"Psichiatra?"
"Antropologa forense. Io sono il terzo agente del FBI che le affiancano. Il primo si è ritrovato con parecchi denti di meno. Aveva tentato un approccio...intimo. Gomitata in faccia e calcio nei testicoli." Alan ride. " Il secondo è in terapia psichiatrica. Stress traumatico. Non si aspettava certi ritrovamenti.
"Adesso tocca a te sorbirtela."

"Guarda che non è male lavorare con lei; di solito ha ragione due volte su tre. E' capace di trascorrere cinque o sei ore consecutive in laboratorio e ha messo insieme una buona squadra di collaboratori. Ha solo un difetto. Un cadavere, cioè uno scheletro o una mummia di tremila anni fa, è più affascinante di uno di pochi giorni e qui allora devo intervenire io. Te la presenterò. Dovrebbe tornare a giorni dalle ferie."
"Vediamo...bella donna, intelligente...Crociera o Europa?"

Mark ride. " Sbagliato. Perù. In uno dei peggiori deserti del pianeta un'equipe di archeologi ha trovato due antichissime piramidi nascoste sotto un mare di sabbia. Pensavano di non trovare che cocci e utesili rotti...e invece...teschi, ossa sparse...Ha chiesto un permesso ed è partita con armi e bagagli. A proposito...Se ti avvisano che c'è una pazza furiosa che sbraita all'aeroporto, con uno scheletro nel bagaglio a mano...avvisami. E' lei."

Alan lo guarda come per chiedergli se si tratta di uno scherzo. L'occhiata che riceve gli conferma che sta dicendo la verità.
"Ti conosco da parecchi anni. Vuoi dire che tra voi due...NIENTE?" Ammicca con gli occhi.

"Siamo amici, collleghi e basta. Non nego che sono stato tentato ma...mi ha smontato subito. Tra noi avverto una certa tensione sessuale. E' meglio evitare un eventuale accoppiamento...Costituirebbe un fattore di distrazione dai nostri rispettivi compiti. "
"Ha proprio detto accoppiamento? Parla sempre in quel modo?" Si stupisce.

"Analizza ogni frase, ogni gesto. Perchè prima di bere il caffè dai un morso alla ciambella? Ed io: Non è vero!...Invece mi sono accorto che lo faccio sempre." Sorride al ricordo.
"Deve essere un bel tipo...Non è che è dell'altra sponda?" Insinua.
"Lavora con un gruppo di svitati, ma ti posso assicurare che è etero. Un paio di volte ho sentito le sue telefonate ad un certo Danny...Esce, una volta tanto in ghingheri, per cenare con lui e, quando torna...il mattino dopo, indossa ancora gli stessi abiti."
"Cena e...dopo cena?" Ghigna.
"Io direi...Cena, dopocena e...colazione dal sorriso beato che esibisce."
"Non sei curioso di sapere chi sia quest' uomo misterioso?"
"Guarda che hai superato il Metropolitan." Lo avverte. " Lei non mi fa domande quando risponde una voce femminile al mio cellulare ed io ricambio il favore." Appoggia le mani al cruscotto.

L'auto svolta bruscamente. "Non è che mi daresti una mano?"
"Per cosa? Per degli allarmi che squillano a vuoto?" Sospira. " Mi informerò a Quantico se ci sono stati casi simili. Dove mi stai portando?"
"Nel miglior ristorante cinese della città. Incontrare un avvocato mi mette sempre appetito." Risponde con un sorriso. "Ho una improvvisa voglia di pinne di pescecane."
"Attento che così aumenta la famiglia." Risponde lui con una risata.

"Danny? Daniel?" La solita voce che sembra provenire dai muri sveglia l'uomo bruno e nello stesso tempo fa scattare in piedi i due nel deposito. Gli risponde un mugolio.
"Dal Perù...Si sente malissimo."
Una serie di scariche e fruscii. "Ciao." Una voce indefinita.
"Ciao." Si mette seduto. "Problemi?"
"Le batterie...Ne usiamo una a turno. Ho pochi minuti...Mi riservi un angolino nella tua cantina?" La voce va e viene.
"Grande come? Un metro per due o meno?" Chiude gli occhi, infastidito dalla forte scarica che segue. "Non ho capito."
"MENO. Devo andare..." Altri fruscii.

"E' caduta la linea. Che vino elimino?" Chiede Tony.
"Il Cabernet...Omaggi per il personale...Ah...Ricordati il Barolo a temperatura ambiente..." Risponde accennando ad un sorriso.

"Filetto al pepe verde o Chateaubriand ai funghi?" Gli propone.
"Penso che preferirà...Un insalata di porcini ed emmental seguito da salmone alla piastra con contorno di verdure e...una Pavlova con tanta frutta fresca..."

"Con il Barolo??" La voce sembra scandalizzata.
"Quello è per il dopo..." Gli angoli della sua bocca tornano a sollevarsi. "Informati quando arriva...E' inutile cercare di riaddormentarmi. Mandami Michiko e poi portami la colazione."

I due spioni si guardano con facce eccitate.
"Hai capito di che si tratta?" L'emozione è palpabile.

"Non so neanche se chi parlava era un uomo o una donna... Ha una cantina? Ma se vive negli ultimi tre piani di uno dei suoi edifici..." Esclama stupito.
"Possiede una stanza con temperatura ed umidità costante dove tiene i vini...Un metro per due...Cosa ti suggerisce?" Replica la donna che è maggiormente informata.

"Un cadavere?" Nota l'occhiata astiosa e continua seriamente. "Sono misure insolite per un quadro...e poi ha detto meno. E se si trattasse di qualcosa di illegale? Parlava dal Perù..."
"I ricattatori fanno una gran brutta fine ed io voglio godermi i miei soldi. Aspettiamo." Risponde risoluta.

"Massaggio, signore?" Una giovane giapponese si inchina compita.
"Sì. Mi aspetta una lunga e noiosa giornata." Sospira debolmente coricandosi a pancia sotto.
La ragazza nel frattempo ha acceso due candele profumate e riscalda tra le mani una piccola dose di olio. Inizia a manipolare spalle e schiena.

"Come procedono i tuoi studi?" Mugola socchiudendo gli occhi.
"Bene, signore." Smette la sua attività. "Signore?"
"Dimmi." Usa un tono incoraggiante.
"Potrei avere il permesso di consultare i libri della biblioteca?" Inizia a picchiettare con il taglio delle mani.
"Non ne hai bisogno. Quando ti serve qualcosa, qualsiasi cosa, rivolgiti al signor Flood."
"Ma...Signore...Sono prime edizioni..." Gli ricorda esitante.
"Sono solo libri. Ma spero che userai le dovute attenzioni...A proposito...Quando esci la sera...usa una delle mie auto oppure chiedi ad uno degli autisti di accompagnarti."
"Grazie, signore." Torna ad inchinarsi.
Il massaggio è terminato e il maggiordomo entra con il vassoio della colazione.

La donna si rivolge al complice. "Quasi quasi cerco di entrare tra i suoi collaboratori. Ci sono dei vantaggi non trascurabili. "
Lui concorda conciliante "Chi è questa Michiko?"

"La figlia di due suoi dipendenti. Studiava per diventare fisioterapista, ma sembra che lui abbia notato altre doti. Le paga gli studi all'Università e la ospita in casa. Lei ricambia con qualche massaggio." L'altro cerca di intromettersi. " E niente altro. Hai visto e sentito anche tu." Inizia a preparare il caffè.

L'uomo apre una scatola piena di ciambelle. "Da quando siamo chiusi qui dentro abbiamo visto passare molte gallinelle. Quasi tutte C, alcune B ma nessuna A..."

"Vuoi sapere se esistono? In un'intervista ha parlato di tre relazioni importanti nella sua vita...ma non ha fatto nomi. Si sono accaniti con le domande. Lui si è limitato a sorridere e non ha risposto. Sarebbe veramente un bel colpo scoprire chi sono e dove vivono." Mormora con evidente bramosia.
   
 
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