Anime & Manga > Lupin III
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Autore: MadAme_MadNess    25/05/2013    10 recensioni
"Questa è la mia banda, ora però, dicci chi sei tu!''. La ragazza era in piedi, davanti ad un tavolo di legno massello rotondo e davanti a lei aveva tre emeriti sconosciuti (...) La giovane deglutì e poi parlò:" Io... io... mi chiamo Maria... Maria Bienbella.''
Maria Bienbella, un nome che risuonerà spesso nella mia storia, un nome che incrocerà più destini e che si legherà profondamente con la banda del giovane ladro Lupin terzo, travolgendolo in una nuova avventura in compagnia dei suoi fidati amici (e nemici) di sempre.
Una fanfic incentrata sull'azione, l'umorismo ed i sentimenti, spero vi intrattenga piacevolmente (e dato che è la mia prima fanfic critiche e commenti sono ben accetti!). Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goemon Ishikawa XIII, Jigen Daisuke, Lupin III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qua, col nuovo capitoletto ^^ Bene, ora che la NG è stata distrutta i nostri eroi sono felici di annunciare a JD la riuscita della missione… ma dei piccoli problemini scaturiranno fuori dalla borsa nera di Fujiko e, come se non bastasse, qualcosa di oscuro e misterioso verrà predetto nel destino di uno dei membri della banda… (come al solito non si può star tranquilli un minuto! -.-‘’)
Cos’è che andrà storto stavolta?
 
Leggere per scoprire :D
-E un grazie infinito a tutte i/le commentatori/trici vecchie e nuove della mia storia ^^-
 

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-“Evviva, evviva! Ce l’abbiamo fatta! Siamo i migliori!”.

Fujiko strillava saltellando sui tacchi attorno a Lupin, sbaciucchiandolo e stritolandolo tra le sue braccia, piazzandogli il suo seno giunonico sotto il naso, fatto che non dava assolutamente fastidio al ladro che, imbambolato dal fascino e dalle attenzioni della ragazza ridacchiava come un ubriaco in piena sbronza, senza mai staccare gli occhi dal davanzale della donna.
 
-“Ce l’abbiamo fatta?! Ma sentitela! Che faccia di bronzo, ci ha messo in pericolo tutti e ora si prende anche una parte dei meriti!”.

Mary, appoggiata contro un mobile di mogano, non ebbe il coraggio di dire quello che stava pensando ad alta voce, si limitò solo a guardare in cagnesco quella che, se non fosse stato per lei, sarebbe rimasta sotto un cumulo di macerie facendo una fine molto dolorosa, rimuginando come la sua mente avesse mai pensato all’unico motivo buono per salvare un essere spregevole come quella vipera in gonnella.
 
JD trovava tutta quella scena abbastanza divertente: percepiva gli irascibili pensieri della ragazza ma anche quelli più pacati dei due compagni del ladro, che, non curanti delle moine di Fujiko, vagavano col pensiero su certi punti del combattimento finale.

La divinatrice poté quasi viverli in prima persona tramite i ricordi ancora ben vividi nelle loro menti: Jigen, disteso su una sedia con i piedi appoggiati al tavolo, intento a lucidare la Magnum, ripercorreva velocemente la fase in cui ebbero trovato il passaggio segreto oltre lo specchio del grande salone dei ricevimenti, passando il secondo dopo a quando con l’aiuto di Goemon piazzò le bombe nei diversi laboratori, finendo col ripensare alla loro spettacolare fuga sul quella meraviglia di Jeep corazzata.
I ricordi del samurai, ora a braccia conserte seduto sul divanetto di stoffa rossa, erano invece più scanditi, tanto che la veggente riuscì persino a carpire la concentrazione nella precisione dei pugni e calci sferrati nel suo scontro corpo a corpo con Corvonero.
 
Identificò ad un certo punto, nella memoria di Fujiko, alcune immagini strane, come quelle di una borsa nera, alla quale la ragazza stava perennemente pensando nonostante flirtasse così esplicitamente con Lupin, e una sola frase le riecheggiava in testa:” … Il tesoro… gioielli, soldi, oro,… sarà solo mio!!!“.
 
Incuriosita da quel particolare, JD si alzò dalla sua sedia di legno intagliato dai manici a forma di teste di serpente:” Allora, finitela con tutte queste smancerie e frasi sdolcinate! Mi verrà il diabete se continuerò a sentirvi per altri due minuti! E tu, Barbie versione giapponese, vedi di non fare tanto la gnorri e spiegami un po’ in che consiste questa faccenda del tesoro…” esclamò esasperata contro Fujiko che d’un tratto si zittì di colpo.

-“ Tesoro…? Che tesoro? Noi abbiamo solo distrutto la New Generation senza rubare niente…” si rivolse altezzosa passandosi una mano tra i lunghi capelli castani.
 
-“ Oh, ma davvero?!....” JD si diresse verso il divano, si chinò dietro ad esso per poi rialzarsi con una borsa nera nella mano destra:”… mi vuoi prendere per il culo, per caso?”
 
Fujiko sgranò gli occhi, chiedendosi come diamine ebbe fatto ad identificare la borsa, dato che si era assicurata di averla nascosta senza che nessuno l’avesse vista. Probabilmente la divinatrice vi era inciampata dentro. 
 
Rispose:” Ehm… ecco.. in quella borsa ci sono i miei trucchi, ed i miei travestimenti per varie occasioni…”

-“Ma Cherie, è inutile che menti, JD riesce a leggerti nel pensiero…”ridacchiò Lupin, ponendo fine alla messinscena di Fujiko.
 
Di colpo, la donna divenne paonazza dalla vergogna.
Batté le palpebre confusa:” Riesce… riesce a leggere il…” e, senza pensarci due volte, mollò una sberla al povero ladro gentiluomo:” Perché non mi hai avvisato che questa qui è anche telepatica!?”.

Lupin fu scaraventato al suolo e lamentandosi come un bambino si sedette a game crociate per terra:” Ahiahaia, la mia povera faccia… Prima martoriata da Corvonero, poi ti ci metti pure tu con le sberle, ma cosa c’ho scritto in fronte, “Tamburo”?!
 
Jigen non ne poteva più di tutto quel trambusto.
Lasciò la magnum sul tavolo e con un grugnito spazientito si alzò in piedi, facendo zittire tutti:” Fujiko ora smettila! Abbiamo capito perfettamente che hai trovato delle informazioni su un certo tesoro a cui puntava De Golle...” disse mentre aiutò a rialzarsi da terra il povero Lupin.
 
–“ Perché non vuoi parlarcene? In fondo, stavamo rischiando di rimanere schiacciati sotto le macerie della villa se non avessi fatto in tempo a trovare quella borsa nera…” sentenziò severo Goemon, puntando i suoi occhi scuri, penetranti come la lama della sua Tzantezu-ken verso le iridi ambrate di Fujiko. “… Cosa c’è dentro di così importante?”.
 
La ladra si sentì estremamente in disagio: aveva calcolato di sfruttare l’ingegno di Lupin per poi impossessarsi avidamente del bottino ma… con gli occhi della banda puntati addosso, una divinatrice attenta ad ogni suo singolo pensiero e senza una via di fuga sicura, non ebbe altra scelta che quella di sputare il rospo.
 
Sbuffò annoiata, camminando altezzosa verso JD e prendendole la borsa dalle mani. La poggiò con delicatezza sul tavolo ed aprì la cerniera.
Tutti si avvicinarono, curiosi di sbirciarne il contenuto…
 
La ragazza infilò una mano nell’interno della sacca e… tirò fuori delicatamente un aggeggio strano.
 
Era un oggetto rettangolare di plastica beige, con dei pulsanti neri di differenti dimensioni ben incorniciati sulla superficie: sulla maggior parte vi erano incise delle lettere dell’alfabeto, altri recavano impressi dei numeri, alcuni dei simboli. Dei cavi ciondolanti erano collegati ad un’estremità.
 
La banda sgranò gli occhi.
Jigen si alzò il cappello dal viso per vedere meglio, Goemon spostava rapidamente i suoi occhi attorno a quello strano “coso”, esaminandolo senza però capire cosa fosse.
Lupin inclinò la testa da un lato e confuso esclamò indicando con l’indice destro  :” Eeehhh… E tu ci avresti fatto rischiare la vita per… questa roba?! Ma che diavolo è?! Sembrano i comandi di una macchinina giocattolo!”.
 
Fujiko era inviperita:” Ah! Ma quanto siete ignoranti! Non vedete che è un computer?!”
I ragazzi si guardarono in faccia e il secondo dopo scoppiarono a ridere:” Ahaha! Fujiko, devi aver preso una bella botta in testa! Ahah, ma come può un computer essere così piccolo? Hai visto quelli di De Golle nei laboratori, no? Erano grandi quanto una parete! Quelli si che erano dei veri e propri calcolatori, questo… questo in confronto è un fermacarte con dei fili attaccati! ” sghignazzò Lupin.
 

-“ Ti sbagli, sta dicendo la verità...”.

 
Lupin smise di ridere e si girò verso chi lo aveva appena ripreso.
 
Mary indicò lo strano oggetto sul tavolo:” Quello lì è un Commodore64, un Home Computer della seconda generazione dei Micro Computer, è stato lanciato sul mercato questo Gennaio ed ha già raggiunto un successo strepitoso in così pochi mesi dalla sua uscita. Ha una grafica e un sonoro avanzato rispetto al predecessore, il Vic-20 ed il software installato permette una gestione della RAM molto avanzate, e anche delle modifiche in software a componenti del sistema…”.
 
Mary si bloccò volontariamente, solleticata da un piccolo dubbio… che venne confermato una volta alzata la testa è osservato gli occhi sgranati, le bocche semi aperte e le facce a punto interrogativo dei ragazzi che la fissavano senza emettere suono.
 
E si rese conto che non ebbero capito una singola parola di quello che aveva appena detto.
Arrossì tremendamente di colpo, non le piacevano quegli sguardi poco rassicuranti tutti su di sé.
 
  JD sbuffò tagliando corto :” Si, si, belle parole, ma veniamo al succo del discorso: perché avete rischiato così tanto le chiappe per un inutile affare come questo?!”
 
Fujiko sbraitò:” Perché quest’inutile affare, come lo chiami tu, contiene la chiave principale per arrivare al tesoro di De Golle! Una sera l’ho sentito parlare in privato con Corvonero riguardo ad un certo “affare”. Spiandoli dietro la porta sono riuscita a captare solo alcune parole, appunto “tesoro”, “computer”…” elencò indicando il Commodore “… “password” e… “Andy Warhol”! ”.
 
Jigen e Goemon si stupirono nuovamente, così anche Lupin:” Andy Warhol?! Cosa c’entra un artista Pop-Art con un fantomatico “tesoro” inseguito da mafiosi…? Aaaahhh!! Non ci capisco più nullaaa!!! “ prese a strillare Lupin, tenendosi la testa tra le mani e accasciandosi sul tavolo, mugugnando sommessamente altre lamentele. 
 
Fujiko incrociò le braccia:” Questo è stato tutto quello che sono riuscita a recuperare su questo “tesoro”. Ho chiesto a De Golle più volte di questo argomento ma non me ne ha mai voluto parlare. Sicuramente nel computer saranno contenute tutte le informazioni necessarie a comprendere meglio di cosa si tratti la questione… purtroppo ho tentato di accedere al computer ma ci vuole una password per sbloccarlo e non sono riuscita ad estorcerla a nessuno, nemmeno a Corvonero! Senza quella maledetta password questo computer è solo un peso inutile!” sentenziò quasi delusa la ladra, per poi voltarsi verso Lupin con occhi languidi:” Oh, Lupin, ho fatto tanta fatica per prendere quell’ammasso di chip… è vero che mi aiuterai a sbloccarlo, uh? Potremo andare alla ricerca del tesoro insieme, che ne dici? Ti prego, per favore…”
 
Inutile dire che Lupin non ci pensò due volte a risponderle:” Eheheh…Ma naturalmente, mio dolce pasticcino, come potrei mai dirti di no? Ihihih…” prese a ridere come un rimbambito.
 

E te pareva!” esclamarono in coro Jigen e Goemon, passandosi una mano sul volto per la disperazione.

 
I due non erano molto entusiasti all’idea di lavorare con Fujiko, ma dovevano ammettere erano stati alquanto sollecitati dalla strana atmosfera misteriosa che circondava questo “tesoro”, ed erano intenzionati a vederci chiaro.
 

Però… qualcosa sarebbe cambiato nel loro prossimo lavoretto.


Jigen si voltò verso Mary, intenta a vedere più da vicino il Commodore.
Di colpo gli balenò in corpo una strana sensazione…
 
Li avrebbe seguiti anche nella loro prossima avventura?
 
Si ricordò di quando lui e il resto della banda erano appena tornati vittoriosi a casa della divinatrice. Si era offerto di medicare a Lupin alcune ferite sulla schiena e nel mentre avevano parlato da soli sulla delicata questione. Lupin gli svelò a malincuore un’ipotetica ma ben riflettuta decisione:

Mary non era pronta per quella vita da ladra.
Aveva gestito grazie ad alcune botte di fortuna degli inconvenienti nel suo piano, ma era ancora troppo inesperta e ipertesa.
Nonostante la sua intelligenza era ancora molto suscettibile e le mancava quel briciolo di intraprendenza al rischio che, come i due ladri ben sapevano, era la caratteristica fondamentale per la buona riuscita della missione.
 

Lupin disse che Mary doveva lasciare la banda, per il suo e per il loro bene.

 
-”Quando hai intenzione di dirglielo?” esclamò Jigen.
-“Non questa sera. La voglio lasciare tranquillizzare ancora un po’, dopo tutto quello che è successo sarà ancora parecchio sconvolta, ed una notizia del genere la manderebbe in panico totale…” si girò verso il suo amico”…Mi dispiace Jigen… ma non voglio sbagliare ancora. Non vorrei mai che le accadesse nulla di male… per colpa mia”.
Jigen non rispose.
 
Pensò per un istante a quando le fece imbracciare per la prima volta il Winchester, a quando le insegnò a mirare con un fucile di precisione, si ricordò delle pietanze che era solita preparare dopo ogni colpo a New York… Poteva dire che fosse cambiata, questo certamente ma non lo era abbastanza per una vita spericolata come la loro.
Si sovvenne dei suoi occhi screziati di un verde intenso quel tramonto passato al 20esimo piano di un grattacelo abbandonato nella periferia della grande metropoli americana…
Una fitta gli nacque improvvisa nello stomaco.
La accompagnò un solo pensiero:” Forse… non la rivedrò mai più…”.
 
JD intanto si era scocciata di sentire quei due piccioncini di Lupin e Fujiko tubare indisturbati:” E che palle, piantatela! Sono già le 9.30 di sera ed io devo ancora mangiare! Tu, fai sparire questa roba qui dal tavolo che devo apparecchiare…”. Così dicendo spostò il Commodore nella direzione di Mary ma, non accorgendosene fece cadere a terra la magnum di Jigen.
-“ Hey! La mia pistola!” strillò quello, avendo visto l’incidente e avanzando per recuperare la sua amata arma.
JD lo bloccò sventolando una mano:” Oh che tragedia! Che peccato! Che disgrazia!! Ma smettila! Non l'ho mica graffiata…” esclamò canzonando il pistolero mentre si chinò per prendere la revolver, afferrandola per il manico e tirandola su.
 
Ma qualcosa accadde.
 
JD sentì un urlo spaventoso perforargli il cervello, così acuto da travolgere anche lei.
Dei flash di luci cominciarono a tuonarle negli occhi, delle immagini scure e sfuocate.
Dei rumori, dei botti sordi in lontananza e del sangue vivido, per terra.
Altre grida, altre parole quasi incomprensibili, distorte da una voce piena di terrore.
 
Una canna di una pistola…
 

UNO SPARO!

 
 
-“AAH!”.

La ragazza cadde a terra come svenuta, facendosi sfuggire dalle mani la Magnum.

Ansimava, ansimava senza sosta.
Aveva gli occhi spalancati, la gola secca, i battiti alle stelle.

Fu Mary a soccorrerla per prima:” JD! JD!” le tenne la testa alzata “Presto, dell’acqua!” ordinò a Goemon che scattò in cucina.
 
La divinatrice aveva ancora negli occhi quelle immagini confuse, sentiva ancora nella testa riecheggiare quelle urla che, solo dopo un paio di minuti andarono scemando, così come quella sensazione di panico, una volta bevuto tutto il bicchiere d’acqua fresca.
 
Mary l’aiutò a rialzarsi in piedi:” Sdraiati sul divano…”
-“No, non serve. Sto bene adesso…”. Non era vero per niente.
Era da tempo che episodi come quelli non le capitavano, ma non erano stati mai violenti e bruschi come quello appena vissuto.

La ragazza andò barcollando verso la sua sedia di legno scolpita e se non fosse stato per Lupin sarebbe caduta di nuovo.
-“Maledizione…” imprecò a denti stretti.
-“JD…” si inginocchiò Lupin, scostandole i ricci dal volto “… portatele ancora dell’acqua e zucchero, ha avuto un calo di pressione…”
-“ NO, STO BENE!” gridò esasperata la ragazza, tenendosi la testa”… ho solo avuto… una… una visione”.
 
I ragazzi rimasero scioccati.
Non avevano la minima idea di come le “visioni” venissero recepite nella mente di JD ma, di sicuro, quella non presagiva nulla di buono.
Lupin lanciò un’occhiata rapida alla Magnum, ancora abbandonata sul pavimento. Era sicuro che quel presagio e la pistola erano collegate tra loro.

Prese in mano l’arma e poi si rivolse a JD:” Posso chiederti cosa ci succederà?”.
 
 

La divinatrice alzò la testa, schiudendo delicatamente le palpebre, fissando con i suoi occhi scuri nel vuoto:” Non so di chi sarà il futuro che sto per predire… ma non sarà roseo per chi impugnerà quella pistola. Ho visto alla fine di una strada buia qualcuno che correva. È partito un colpo… le grida di donna … un lago di sangue che macchiava l’asfalto. Quella voce griderà ancora implorando pietà. Al secondo sparo… tutto finirà.

 
 
JD abbassò la testa, richiudendo gli occhi.

Lupin rimase agghiacciato da quella profezia, così come tutti gli altri presenti.


Stavano fissando tutti Jigen.

 
Il ragazzo era in piedi, di fronte alla piccola veggente.
Il suo sguardo cercò il più possibile di non tradire nessuna emozione… ma era scioccato e confuso. Non poteva credere a quella storia, non poteva crederci!
Non aveva mai sparato ad una donna fino ad ucciderla prima d’ora, che fosse stata una nemica o semplicemente Fujiko.
Nonostante non avesse feeling con il sesso opposto si era sempre rifiutato di veder morire davanti a sé una ragazza, era un codice che rispettava da quando iniziò a svolgere la professione del killer, continuando a rispettare questa regola anche da ladro.
 
Fujiko, conoscendo bene il pistolero, e un po’ spaventata da quella situazione, prese a sdrammatizzare:” Oh, ma no, è proprio improbabile se non impossibile che Jigen possa uccidere una donna!  Mi sa che questa volta il futuro non c’entra, forse è il cervello che ti ha giocato un bello scherzetto, ahaha…”.

Per fortuna ebbe i riflessi pronti e si scansò in fretta quando le arrivò una piantina di ortensie quasi in faccia, scagliata alla velocità della luce:” Brutta sgualdrina da marciapiede di periferia, come osi contraddire le mie parole?! Io non ho mai sbagliato nel predire il futuro, MAI! Faresti meglio a tenere la bocca chiusa e gli occhi aperti… c’è sempre una prima volta a tutto…”.

Lupin sentì la tensione salire nell’aria tra le due donne che, come si era ben visto, non si potevano sopportare:” Ok, ok, ragazze, stiamo calme… Oggi è stata una giornata abbastanza stressante, è meglio finirla qui. JD, domani mattina leveremo definitivamente le tende e non ti daremo più disturbo. Ho intenzione di spostarmi in un’altra città. Ora che papà Zenigata verrà a sapere che dietro tutto questo casino ci sono io mi sa tanto che farà perlustrare Las Vegas in ogni minimo angolo alla ricerca di indizi… posso chiederti di rimanere ancora per una notte, per favore?”
 
JD acconsentì e, tirando per un braccio Mary andò in cucina:” Aiutami a preparare da mangiare per questi poveri fanciulli affamati… riesco a sentire i brontolii nello stomaco del tizio con la spada anche a due metri di distanza…”.

Goemon arrossì violentemente:” Ma..ma…” balbettò confuso.
Fujiko lo prese in giro così come Lupin:” Ti brontola il pancino…”
-“Smettetela!” esclamò paonazzo il povero samurai.
 
L’unico che non rideva era Jigen. Non aveva ancora proferito una parola dopo la profezia. Era rimasto in piedi, appoggiato vicino ad una finestra, come pietrificato.
 
Il ladro dalla giacca rossa, girandosi distrattamente verso di lui riuscì ad intravedere sotto quel cappello i suoi occhi. E per un attimo sussultò spaventato.
 
Erano sbarrati, le iridi nere fisse nel vuoto, colmi di un’insolita paura.
  
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