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Autore: greenapples    26/05/2013    6 recensioni
«Sei sicuro di volerla trovare?» chiese Josh, in attesa di una risposta.
«Sì, Josh, non capisci. Lei è diversa, quella giusta. Devo assolutamente ritrovarla.»
«Allora c'è solo un modo: devi baciare le tredici ragazze sulla lista e capire qual è quella che cerchi.»
«E' un'idea stupida, ridicola e senza senso... ma è pur sempre un'idea.»

-
Se Hallie non avesse deciso di uscire per la prima volta e di baciare uno sconosciuto proprio quella sera, forse l'introverso George non avrebbe mai trovato un pretesto per cui alzarsi ogni mattina.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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(1)




George aveva sempre saputo che il miglior modo per affrontare un post-sbornia era dormire fino a tardi, bere acqua, stare tranquillo, non uscire per evitare un infarto – questo era più per le persone che l’avrebbero guardato in faccia – e ancora dormire. E quello fu esattamente quello che fece fino alle tre del pomeriggio, quando il suo orologio biologico lo costrinse a trascinare i piedi fuori dal letto.
Solitamente avrebbe dormito fino alla mattina del giorno dopo, ma nella sua testa un angolo del suo subconscio lo stava pungendo con un ago. Si tirò in piedi, essendo molto indeciso sul da farsi. Non era la prima volta che capitava; e si sentiva come se si fosse perso un pezzo della storia e dovesse trovare il tassello mancante del puzzle.
Afferrò il telefono dal comodino, per vedere se durante il suo sonnellino rinvigorente gli fosse arrivato qualche messaggio.
Sua madre lo aveva avvertito che sarebbe rientrata dopo cena, un paio di persone lo avevano sollecitato con il restituire i quaderni degli appunti, i quali doveva assolutamente cominciare a cercare, e poi tre da parte di Josh, JJ e Jaymi.
Quello di JJ diceva: “Non sono riuscito a salutarti ieri sera, comunque ho conosciuto una ragazza niente male. Penso venga alla nostra scuola, ma non l’ho mai vista. Va beh, ci vediamo domani.
Poi c’era quello di Josh: “Ehi George, spero tu ti sia ripreso da ieri sera. Ti ho visto con una ragazza dopo che me ne sono andato. Ridevi e sembravi felice. Sono contento di questo. Ne parliamo domani.
George roteò gli occhi al cielo. Il modo in cui Josh lo compativa era palese. Il castano aveva un attaccamento morboso nei confronti di George, da sempre, e la rottura con Riley e la sua conseguente sofferenza non avevano fatto altro che alimentare questo lato materno e sensibile di Josh. Da un lato faceva quasi ridere, dall’altro era estremamente fastidioso.
Per ultimo aprì pigramente quello di Jaymi, aspettandosi di ritrovare il resoconto di come avesse passato la serata a fumare e a fare a botte con qualcuno. “G, volevo dirti che ieri sera hai dimenticato la felpa nella mia macchina, te la porto domani alla piazza, se vengo. E comunque eri troppo ubriaco persino per parlarmi della ragazza carina con cui stavi parlando e ridendo, ma non credi che avrei il diritto di sapere tutto? Devi raccontarmi com’è andata e cos’è successo. A presto.”
George storse il naso. Quel messaggio era troppo persino per Jaymi. E poi chi diamine era quella ragazza di cui parlavano lui e Josh? Non si ricordava di aver parlato con nessuno. L’ultimo suo ricordo risaliva a lui seduto al bancone, quando aveva ordinato l’ennesimo drink che aveva bevuto in un sorso. Scosse la testa, confuso.  Che avesse fatto qualcosa di sbagliato di cui si sarebbe pentito poi in seguito? No, era piuttosto sicuro di non essersi spinto così oltre.
Andò in bagno, stropicciandosi gli occhi con forza. Quando si guardò allo specchio, quasi non gridò. I suoi occhi erano completamente contornati di blu, e poco dopo scoprì che la causa di tutto erano i suoi palmi macchiati d’inchiostro.
Poi fu come se George stesse guardando un film a scatti. Un flashback di frasi curiose, miste a un disegno che aveva fatto lui sulla mano di qualcuno, o meglio, di qualcuna.
Si portò le mani fra i capelli, tirandoli leggermente. Quello era un gesto che ripeteva spesso
quando era frustrato, e in quel momento lo era moltissimo. Cos’era successo la sera prima che lo faceva sentire così… diverso?
 
 

*

 

«Te l’avevo detto che non era una buona idea portarmi lì. Guarda cosa ho fatto. Ho baciato un ragazzo. Pensa se è qualcuno di non raccomandabile, se è qualcuno che non dovrei vedere, e se si ricorda di me? Pensa se mi sta cercando e –»
«Rilassati, Hal. Se ti ha baciato in quello stato sarà stato ubriaco fradicio anche lui.» la interruppe Laine.
Hallie non sapeva se rimanerci male, ma con il tempo aveva capito che quelle battute erano fatte con il puro scopo di farla stare zitta. Arrabbiarsi o prendersela era inutile, anche perché Hallie era incapace di arrabbiarsi. Preferita di gran lunga un ‘non importa’ in più che qualche giorno con i sensi di colpa dentro di sé per paura di aver detto qualcosa di troppo. Inoltre, era pienamente consapevole di essere in un certo senso inferiore alla sua amica. Non era un’autocommiserazione, era un dato di fatto per lei. Laine aveva un fisico mozzafiato, i capelli biondi leggermente mossi e gli occhi più cristallini del mare azzurro in una giornata di sole. Poi era molto più estroversa di Hallie, la quale non se la cavava nemmeno poi così male, ma non avrebbe  mai potuto dire quello che le passava per la testa nel modo in cui lo faceva Laine.
Hallie si limitò quindi a scrollare le spalle. «Già, hai ragione.»
Dopo una breve pausa la bionda si voltò lievemente verso Hallie, staccando lo sguardo dalle sue unghie laccate di rosa pastello. «Quindi di questo ragazzo anonimo non ti ricordi proprio nulla?»
Hallie tirò un sospiro, cercando di ricordare qualche cosa in più dei pochi scatti che la sua mente aveva fotografato. «Qualcosa. Pochissimo.» Poi riportò lo sguardo sulle sue mani dalle quali i disegni confusi che gli aveva fatto la sera prima il ragazzo misterioso non erano andati via.
«Questa mappa è il funzionamento dell’amore.»
Laine fece una specie di smorfia confusa, afferrandole il palmo e portandoselo vicino agli occhi. «Cr fa di tutto, freccia, cuore spezzato?» lesse in maniera sconcertata. «Cr?» chiese poi.
«Qualcosa ragazzo.» ricordò dopo una pausa.
«Caldo?»
«Caldo?!» esclamò Hallie. «Una persona non può essere calda.»
«Non lo immagini nemmeno.» disse Laine, scendendo dal letto e aprendo l’armadio.
«Già, non lo immagino.» rispose, tornando ad affondare la testa sotto il cuscino.
«E comunque non devi pensarci più. Sai quanti ragazzi ho rimorchiato io di cui il giorno dopo non ricordavo nulla?»
«Tu sei tu.» disse a bassa voce Hallie.
Poi si voltò verso l’amica, che intanto aveva indossato un paio di leggins estremamente stretti e una maglia altrettanto, e si toccava vanitosamente i capelli.
«Cattivo ragazzo, ecco cos’è ‘cr’.»
«Oh, hai rimorchiato un cattivo ragazzo, sono davvero colpita.»
Laine aveva un tono piatto, incurante, come se lei ci avesse fatto l’abitudine a conoscere e poi dimenticare ragazzi. D’altronde nessuno si stupiva di questo, tantomeno Hallie.
«Fai una cosa, Hallie: dimenticalo.»
«Hai ragione.» riuscì solo a dire. In fondo lei non sapeva assolutamente nulla su quel ragazzo. E allo stesso tempo non sapeva perché le si aggrovigliava piacevolmente lo stomaco ogni volta che ci pensava.
«Bene.»
Laine si avvicinò allo specchio, afferrando il mascara e cominciando a passarselo sulle lunghe e folte ciglia. «Ah, Hallie, ti ho già parlato del ragazzo che ho conosciuto al locale l’altra sera?»
«No, non credo.»
«Beh si chiama JJ e abbiamo fatto una gara di drink.» disse, facendo una pausa per passarsi il lucidalabbra color magenta sulle labbra rosee.
«Emozionante.» commentò l’amica fra le pieghe delle lenzuola.
«Ha vinto lui. Ma solo perché l’ho fatto vincere io, chiaramente.»
«Ovvio.»
Poi Laine si allontanò dallo specchio, andandosi a sedere sul materasso accanto a dove era sdraiata Hallie.
«Ascoltami, lo so che sei alterata e tutto, ma almeno ascoltami mentre cerco di distrarti.»
Hallie sbuffò, tirando fuori la testa dalle coperte. «Va bene, mi dispiace. Cos’è successo con questo JJ?»
«Allora, abbiamo fatto una gara di drink e ha vinto lui. Poi abbiamo parlato di molte cose e ho capito che è un ragazzo fantastico. Non molto il mio tipo, però un amico appetibile.»
«In che senso non molto il tuo tipo?»
«Eh, un po’ troppo alcolizzato. Cioè, davvero molto. Però un gran consigliare, ed è anche fidanzato.» disse, aggrovigliandosi le coperte intorno alle dita.
«Tu che parli con gente fidanzata e che non provi nemmeno a rimorchiarla? Ma cos’era… una specie di yeti delle nevi con un gran conto in banca?» chiese sinceramente stupita Hallie, spalancando gli occhi.
«Scema!», esclamò Laine, alzandosi e tirando l’amica per un braccio, costringendola a imitarla. «Era anche un gran figo. Ma te l’ho detto: non il mio tipo.»
«Gay?» ipotizzò.
«No! Ma che razza di impressione hai di me? Davvero, non so perché, ma non è il mio tipo.»
«Okay.» rispose Hallie, distogliendo orripilata lo sguardo dalla sua immagine riflessa nello specchio.
«Davvero.» ribadì Laine.
«Ci credo.»  
E Hallie ci credeva davvero. La cosa a cui non riusciva a credere era che Laine per una volta sembrasse sincera. Lei, la ragazza che parlava esclusivamente con gente single, ricca e disponibile. A volte si chiedeva perfino il motivo per cui fossero amiche, forse per il fatto che Laine non era sempre stata così popolare, anzi, alle elementari la bionda era un bersaglio piuttosto facile per gli aspiranti bulletti. Non era molto sveglia e i suoi capelli erano sempre gonfi poiché la madre glieli pettinava con una spazzola che li rendeva estremamente elettrici. Inoltre, non si poteva dire che fosse atletica; Hallie si ricordava ancora delle merendine preferite di Laine: le Pop-Tarts. Ne mangiava fino a stare male e un sacco di volte era dovuta andare dal medico per questo, il quale ogni volta le diceva di smettere di fare indigestione di quel cibo-spazzatura. La sua paffutaggine era poi sparita con la pubertà verso i dodici-tredici anni e l’anatroccolo era finalmente diventato un cigno.
Tutto il contrario si può dire invece di Hallie, che aveva fatto il percorso direttamente opposto. Lei da piccola era più snella, piuttosto alta per la sua età e aveva un fisico muscoloso dato dalla quantità estrema di attività fisica che faceva. Verso i tredici anni, mentre le ragazze intorno a lei scoprivano di dover solo aspettare per avere le soddisfazioni, Hallie si sentiva sempre peggio. Era diventata un pochino più ‘morbida’, come avrebbe detto suo padre per non offenderla, e le sue forme e costituzione erano completamente diverse da quelle snelle di Laine. Il suo viso, una volta delicato, si era trasformato in un bersaglio di odio da parte di Hallie, che lo odiava con tutta se stessa. Ogni giorno si chiedeva perché non potesse avere degli occhi chiari, o dei capelli più belli o anche solo il viso meno rotondo. A volte arrivava perfino a odiarsi, ma non l’aveva mai detto a nessuno.
«Comunque vestiti, che tua mamma ha detto che veniva a prenderti tra mezz’ora.»
Hallie sbuffò, riprendendosi e passandosi una mano fra i capelli scuri. Afferrò una camicia dal borsone , insieme a un semplice paio di jeans e una piccola trousse. Si avviò verso il bagno, dato che si vergognava a cambiarsi di fronte a Laine – o a chiunque altro – e cominciò a passarsi il fondotinta sul viso. Quell’attrezzo era l’unico trucco che usava per coprirsi, il resto lo riteneva futile perché “non si poteva salvare l’insalvabile”.
Non ci mise molto a finire tutto, e sistemò i suoi capelli gonfi in una coda che non sapeva quanto sarebbe resistita come tale.
Sentì il citofono di Laine chiamare e sbuffò ulteriormente. Casa sua distava al massimo dieci minuti a piedi eppure sua mamma doveva venirla a prendere. Certe volte si sentiva proprio una bambina, e non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se sua madre avesse scoperto cosa aveva fatto la sera prima. Lei era una discriminazione vivente per le discoteche, e si portava cibo e acqua da casa anche ai matrimoni delle sue amiche per paura che le infilassero qualcosa nelle bevande.
Hallie percorse velocemente il corridoio, afferrando la borsa e scendendo le scale.
«Hal, mi raccomando, chiamami se hai novità!» disse Laine, baciandola sulla guancia.
«Certo, anche tu. Ci vediamo domani a scuola.» ripose quasi meccanicamente.
Laine lasciò fuoriuscire dalle sue labbra una risata cristallina. «Domani non c’è scuola, Hal. Le vacanze sono iniziate ieri.»
«Già. Giusto. Ci vediamo, allora.»
«Ciao!» sentì ancora l’amica dire, prima di chiudere la porta.
L’afa estiva di Bristol l’investì, costringendola a fare una smorfia e a correre faticosamente verso la macchina di sua madre.
«Ciao.» disse semplicemente, allungando la mano per afferrare il suo i-Pod.
«Ciao.», rispose sua mamma, mettendo via il telefono, segno che aveva appena finito di parlare al telefono, come sempre. «Che brutti capelli che hai oggi.»
«Lo so, grazie.»
La mamma di Hallie era così, un po’ egoista ed egocentrica. Le due si vedevano sì e no due volte a settimana e talvolta Hallie voleva che fossero di meno.
«Allora, com’è andata?» chiese, come se niente fosse.
Hallie, che si stava già infilando una cuffietta verde nell’orecchio, girò lievemente la testa. «Bene.» rispose poi semplicemente.
«Non mi chiedi com’è andata alla riunione?»
«Com’è andata alla riunione?» chiese a bassa voce Hallie.
Stare con sua mamma la metteva di cattivo umore, ed era assurda come cosa. Sapeva di dover stare sempre in guardia, perché ogni volta che era felice con lei, da un momento all’altro avrebbe detto qualcosa che avrebbe rovinato tutto.
«Bene, ho parlato con un mio cliente che ha un figlio che è andato all’università a Boston e ha detto che i corsi sono molto buoni ma per entrare bisogna…»
Quello era il momento in cui Hallie si infilava anche l’altra cuffietta e premeva il tasto play. Sua madre avrebbe continuato a parlare per tutto il tragitto di scuola, il suo argomento preferito. Non parlava d’altro, sempre e comunque. Hallie non ricordava di aver mai intavolato una conversazione con lei che non fosse la scuola oppure il cibo. Già, perché sua mamma la spingeva sempre a mangiare bene, il che aveva anche i suoi lati positivi, ma il fisico di Hallie non sembrava sempre rispondere nella maniera giusta, e sua mamma la punzecchiava sempre su questo punto. Tutte le sue compagne avevano un rapporto invidiabile con le proprie madri, mentre a lei urtava persino il fatto di parlarle al telefono a volte.
Sua mamma si fermò davanti a casa del papà di Hallie. «Ciao!» esclamò entusiasta.
«Ciao.» disse semplicemente Hallie, non pienamente allegra, cercando le chiave nella sua borsa.
Mentre entrava in casa vide con la coda dell’occhio sua mamma andare via, e sbuffò sonoramente. «Ciao pa!» urlò, entrando in salotto, ma non ricevette alcuna risposta. Certo, suo padre lavorava fino a tardi tutta la settimana e durante i fine settimana lo si trovava in giro solamente con la sua ragazza.
Hallie si trascinò su per le scale e poi sul letto, prendendo a osservarsi le mani. ‘Cr’ era ancora in bella vista. Possibile che avesse davvero baciato uno che si faceva chiamare cattivo ragazzo’? Cercò di decifrare la mappa, arrivando alla conclusione che quella mappa aiutava la gente alla ricerca di un amore disastroso.
«Se tu ami una persona, fai di tutto per lei, avrai il cuore spezzato.», lesse ad alta voce, «Bella merda.»
Quando pensava a quella sera riusciva a ricordarsi vagamente il bacio, anzi, forse era la cosa più vivida di tutte, dal momento che né la faccia né il nome del ragazzo sembravano voler tornare alla memoria. Si ricordava di come non era stata una cosa estremamente squallida, come ci si sarebbe aspettato da un bacio in discoteca.
Fantastico. Gran bella prima volta in discoteca.



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Ciao mele!
Come sta andando la storia? Ditemelo voi. Questo è stato il capitolo che mi sono divertita di meno a scrivere, non so perchè lol forse perchè non succede molto.

Mi fareste sapere cosa ne pensate per favore? Mi farebbe un piacere eeeeenorme (:
Ah, volevo ricordarvi che questa storia è una OOC (Out Of Character) e quindi i personaggi non si comportano come nella realtà - per quanto possa conoscerli lol - e anche le loro età sono diverse. Infatti George e Josh hanno 17 anni, mentre Jaymi e JJ 18, ma poi vedrete più avanti. Ci sarà anche qualche nuovo personaggio, spero vi piacciano.

- twitter
Un grosso bacio, 

Apple.



 

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 «E’ strano.», disse poi. «Lo vedi nei film, lo leggi nei libri, ma non pensi mai possa capitare a te. Invece succede. Ti innamori nel giro di dieci minuti, e poi non ti rimane nient’altro che il vuoto dell’emozione che hai provato.»

   
 
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