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Autore: moni93    28/05/2013    5 recensioni
E se i cavalieri dei Lost Canvas avessero dei figli?
Se vi siete fatti questa domanda, ma non avete mai osato chiedere, ecco a voi la risposta! Una fic nata per caso, per farvi fare due risate (ma anche quattro o cinque, se riesco). Spero vi piaccia! ^^
Ps: non ho idea di quello che ne uscirà fuori, quindi non mi prendo alcuna responsabilità sui risultati! xD
Tratto dal primo chappy:
“Ehi! Con quello ci stavo giocando!” protestò, indicando con l’indice la fonte dei suoi passatempi.
L’altro adulto lo fulminò con uno sguardo al di sotto dello zero assoluto.
“Quello, sarebbe nostro figlio.” gli fece notare, mentre stringeva con ancora più forza il piccolo.
“Oh certo, quando ci gioco io è nostro, però se mi dimentico di cambiargli il pannolino diventa improvvisamente mio figlio! Gli farai venire una crisi identitaria!”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Personaggi Lost Canvas
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Third Family (episode 1): Papà in via d’estinzione

 

Era una serena giornata di fine Aprile, all’apparenza. Shion stava terminando di lavare i piatti nel tinello, mentre Dohko si occupava del loro piccolo Mu, in salotto. Dalle urla di gioia che gli giungevano alle sue orecchie, tuttavia, al biondo pareva più che fosse il bambino a far divertire il padre.

D’un tratto, un urlo interruppe la tranquillità di quel momento, facendo per poco sfuggire di mano all’uomo uno dei piatti che stava sciacquando.

“SHIOOONNN!!!”

Mezzo secondo di tempo per identificare il grido con la voce del marito e collegare il fatto che, forse, la cosa non era tanto normale. In seguito giunse un secondo grido, ancora più urgente.

“SHIOOOONN!! Presto, corri!!!”

Allarmato, il giovane ripose in fretta e furia la stoviglia sul tavolo e si diresse in direzione di quel gran subbuglio.

“Che c’è? Che succede? Mu si è fatto male?!” domandò ansioso.

Dohko reggeva in mano il pargolo e, tuttavia, quando si voltò ad osservare il marito non era minimamente spaventato. Anzi, un enorme sorriso gli solcava il volto come una luminosa mezzaluna estiva.

“Ha parlato!” disse semplicemente.

Il biondo per poco non cadde in ginocchio per l’emozione. Si sentiva le gambe tremanti e instabili, eppure riuscì a raggiungere il compagno e a comporre una frase di senso compiuto, per giunta.

“Davvero? Che ha detto?”

Tanto pieno d’orgoglio da poter esplodere, il cinese portò Mu sul tavolo della sala e, una volta poggiato comodamente sulla superficie liscia e splendente in mogano, fece iniziare un bizzarro teatrino.

“Mu, dì a papà Shion quello che hai detto a me. Dì... papà!”

Tutto emozionato, l’uomo si sporse talmente tanto per osservare il piccino, che quest’ultimo poté rispecchiarsi nelle iridi violacee del genitore. Sorridendo, Mu esaudì il desiderio dei due adulti.

“Pa... papa!”

Mancava ancora l’accento sull’ultima sillaba, eppure ciò non impedì ai genitori di cacciare l’ennesimo urlo di pura estasi. La prima parola del loro bambino, c’era da andarne fieri!

Non soddisfatto, però, il biondo tentò di migliorare il risultato.

“Mu, puoi dire papà Shion? Pa-pà Shi-on...”

La creaturina non parve ascoltarlo. Dohko, comprensivo, tentò di far calmare il compagno.

“Dai, Shion! Chiedi troppo a...”

“Pa... pa... Sion...”

Sebbene flebile, la vocina del piccolo colpì i timpani dei due come una scarica elettrica ti attraversa il corpo, con forza eppure stordendoti. Per complimentarsi col figlio, Shion gli diede un bacio sulla fronte, e continuò per un buon quarto d’ora a ripetere quanto egli fosse bello e intelligente e che, naturalmente, non vedeva l’ora di vantarsi di ciò con gli amici.

Una volta riacquisita la quiete, toccò a Dohko tentare l’impossibile.

“Mu, ti va di dire papà Dohko? Doh-ko...”

Il bambino inclinò il capo, confuso.

“Dai piccolo, ce la puoi fare... Dohko, Doh-ko...”

L’infante s’impegnò al massimo. Chiuse gli occhietti, arricciò le labbra in modo buffo e poi, pronunciò il fatidico nome. O, quantomeno, tentò di farlo.

“Do... Do... Dodo!!”

Il genitore diede una testata incredibile al tavolino, piangendo per il dolore, non tanto fisico, quanto dell’anima.

“No, non Dodo, non sono un animale in via d’estinzione!” gemette, ma il bimbo aveva già deciso.

Quel nome gli piaceva, tant’è che continuò a ripeterlo battendo le manine tra loro.

“Dodo, Dodo, Dodo! Papa Dodo!” esclamava con la vocina squillante.

Shion non poté evitare di ridacchiare, un po’ per la scenetta, un po’ perchè non sapeva decidere chi fosse più infantile: se il loro pargolo o Dohko. Per consolare il consorte, gli coccolò la chioma sempre scompigliata e arruffata, quasi fosse un cucciolo di cane.

“Non te la prendere e vedila dal lato positivo: ora abbiamo un nuovo nomignolo con cui chiamarti!”

Sebbene furono pronunciate con assoluta innocenza, le parole del biondo non fecero che far insorgere nel cinese un fortissimo desiderio di vendetta. E, si sa, lui non era tipo da saper attendere quando qualcosa gli frullava in testa. Fu così che, alzandosi di scatto, Dohko afferrò Mu e lo depositò con delicatezza nel suo box giochi. Dopo avergli carezzato la testa, fece dietro-front e, senza tanti complimenti, afferrò Shion per la vita e se lo caricò in spalle. Il ragazzo si sentì tanto pacco per la spesa (per non dire di patate), in quel mentre.

“Ehi! Ma che fai?!” domandò frastornato l’uomo.

L’altro gli sorrise maligno, sebbene sapesse che non poteva vederlo dalla posizione in cui si trovava. Se l’era andata a cercare, fino a prova contraria il moro era innocente. Lui si limitava semplicemente a riequilibrare le forze del karma che Shion, con la sua impudenza, aveva messo a soqquadro.

“Per la tua maleducazione, adesso verrai punito!” canticchiò, infatti.

“Cosa?! Perchè?” domandò ancora il compagno, tentando di liberarsi da quella presa.

In risposta, ricevette una sonora pacca sul sedere, che per la sorpresa gli fece lanciare un urletto ben poco virile.

“Zitto! Qui le domande le faccio io!” fece poi con tono esageratamente serio Dohko, tanto per mettere maggiormente a disagio l’amato.

“Sion itto, itto, itto!!” intonò divertito Mu, mentre osservava i due “giocare”.

Il biondo desiderò sprofondare in una buca senza fondo. A un anno di vita, Mu si permetteva già di metterlo a tacere, che gioventù bruciata!

“Dohko, digli qualcosa!” protestò infatti il genitore.

Il moro sorrise al piccolo, prima di svanire nella camera da letto.

“Esatto, tesoro mio: adesso papa Sion sta itto e aiuta papa Dodo a ripopolare il globo!”

Fu così che, sebbene ne fosse rimasto un solo esemplare, i Dodo presero presto a proliferare in allegria!

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Ri-ciao a tutti! ^^

Oh cielo, più vado avanti, più i capitoli peggiorano! xD Non so dove andremo a finire, ma c’arriveremo ridacchiando sotto i baffi e facendoci sciogliere il cuore, da tanta tenerezza! (almeno spero, sennò cambio mestiere! xD)

L’idea per questo chappy mi è venuta pensando alle principali ansie dei genitori. Insomma, cosa c’è di più emozionante che udire la prima parolina del proprio piccolo? Ora Dohko e Shion lo sanno.

Preparatevi, la prossima coppietta è una delle mie OTP preferite, sebbene certa gente pensi il contrario. Tsk, ignoranti! xD Scherzo, spero che possiate apprezzarla anche voi. Di chi parlo?

Eeeehhhh, seguitemi e lo scoprirete! ^^

Alla prossima, un grazie enorme a tutti voi che leggete le mie pazze storie!

Moni =)

P.S.: Ah, e comunque, non temete: nessun animale è stato maltrattato... eccetto Shion. E, no, non sono ripetitiva nel finale: è un’illusione!! xD

   
 
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