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Autore: Tadako    28/05/2013    3 recensioni
Mi chiamo Sara, una normalissima ragazza che si é trovita ad affrontare una storia che ha dell incredibile. ma a volte le cose non sono come ce le immaginiamo e l impossibile diventa possibile. One piece. siete sicuri sia soltanto un anime?
mi sono immersa in questa fantastica avventura vivendo emozioni stupende di qualsiasi genere. ma ora il problema è tornare indietro, perché so di essere in pericolo lì, in un mondo che non è il mio..
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Franky/Nico Robin, Rufy/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 La schiena mi doleva da impazzire, stesa per terra mi sentivo completamente inutile nella situazione in cui ci trovavamo. Zoro era partito subito all’attacco contro il nuovo nemico, portandosi in netto vantaggio con le sue tecniche speciali. Inizialmente la sua destrezza con le spade non poteva competere con le armi di quel tipo, così riusciva a mandare a segno buona parte dei colpi senza essere mai toccato. La situazione si cominciò a complicare quando l’uomo iniziò ad utilizzare il potere dell’acqua. In quel luogo dovevano avere tutti capacità derivanti dal mare, compresa me..  quel tizio infatti oltre ad essere incredibilmente veloce, sapeva creare bolle scure che a contatto con la pelle la scottavano. Così mentre lo spadaccino cercava di scoppiare tutte le sfere per non farsi colpire, il nemico attaccava indisturbato, provocandogli continuamente ferite su tutto il corpo.
-mi avevi sottovalutato, eh?- sorrise, mostrando di nuovo quei maledetti denti
Il primo taglio andato a segno sulla gamba fece quasi perdere l’equilibrio allo spadaccino, che distraendosi si fece colpire da due bolle, creando cerchi viola sul braccio. Ad esso si succedettero una serie di tagli orizzontali sulla schiena, creando rivoli di sangue.
Sembrava di vedere un gatto giocare col topo, se sarebbe andata avanti così, per Zoro non ci sarebbero state possibilità di vittoria. dovevo intervenire, non sapevo ancora come, ma qualcosa dovevo pur saper fare oltre a trasformarmi in acqua..
Trattenendo il respiro provai ad alzarmi, in confronto a tutte le ferite che riportava lo spadaccino quei tagli erano niente. Ma comunque non possedevo la sua stessa resistenza e fu quindi più difficile sopportare il dolore. Dopo un po’ di tentativi falliti riuscii finalmente a mettermi in piedi, con grande sorpresa del mio compagno.
-sta giù! Non ti intromettere, o ne uscirai male!- disse lo spadaccino mentre continuava a difendersi.
Io non lo ascoltai, ben consapevole dei rischi che stavo correndo. Alzai lentamente le braccia, chiusi gli occhi e provai a concentrarmi. Niente. Non avevo la più pallida idea di come fare, anche perché non sapevo neanche su cosa mi dovevo concentrare non consapevole dei miei poteri. un fitto dolore al petto mi fece ricadere al suolo.
-tu sta ferma per terra. Di te mi occuperò dopo- l’uomo in pochi secondi era riuscito ad allontanarsi dal combattimento con lo spadaccino, impegnato dalle sfere che spuntavano da tutte le parti, e colpirmi senza che nessuno si accorgesse di niente. caddi in ginocchio, ma non mi gettai a terra, dovevo resistere. Ritentare e riuscire a proteggere il mio amico. Una gamba alla volta mi rimisi in posizione eretta e mentre tremavo per lo sforzo provai a riflettere*ok, ragioniamo. Se la prima trasformazione era avvenuta quando ne avevo bisogno, allora basta pensare a cosa ho bisogno ora.. mi servirebbe qualcosa per difendere Zoro da quelle maledette bolle..* fissai attentamente il ragazzo concentrandomi sul contatto tra le sfere e la sua pelle. Riprovai a chiudere gli occhi. Una leggera macchia d’acqua si intravide sul petto di Zoro. Dovevo concentrarmi di più. La macchia riapparve diventando sempre più grande, ad ogni fitta di dolore rimpiccioliva e ogni volta dovevo ricominciare da capo. Dopo vari tentativi e tutta l’energia che mi era rimasta riuscii a coprirlo interamente in un  involucro d’acqua.
-e adesso cos’è sta roba?!- a Zoro inizialmente prese un colpo, pensando si trattasse di un altro degli attacchi del nemico
-sta tranquillo, ti proteggerà dalle bolle!- risposi mentre un sorriso di felicità invadeva il mio viso. Ce l’avevo fatta, ero riuscita a proteggerlo!
-e tu come hai f-fatto?! non dirmi che anche tu hai i poteri del mare!- chiese l’uomo sbigottito.
Da quel momento la lotta riprese una piega positiva per lo spadaccino, che riuscì ad abbattere il nemico in pochi secondi. Le bolle a contatto con la barriera si integravano nel liquido sparendo.
 
Zoro ansimava leggermente, un po’ affaticato per lo sforzo fisico e un po’ per lo stupore. Lentamente si avvicinò a me
-c-come diavolo hai fatto?!- mi disse stupito, i suoi occhi verdi fissi sui miei. Era ovvio cosa volesse intendere, lo fissai per qualche secondo, poi abbassai la testa.
-è una lunga storia..- non sapevo cosa dire, la verità mi perseguitava e minacciava di uscire dalle mie labbra a ogni parola
-non te la caverai così, non sono uno a cui piace entrare negli affari negli altri. ma capirai che non è cosa da poco sentirsi diventare improvvisamente di gelatina e non sapere il perché.. -
Rimasi in silenzio ancora un po’ per elaborare una risposta. Non potevo rivelare tutto, ma mentire sarebbe stato ancora peggio.. così raccontai una storia a metà tra il vero e il falso. Dissi che il governo mi cercava per fare esperimenti sul mio corpo, ma che non ne sapevo il motivo. Dissi che erano stati loro anche se involontariamente a trasferirmi quei poteri, ma non spiegai che quel corpo non era il mio.
Dopo una brevissima e molto vaga spiegazione per il poco tempo che avevamo, riprendemmo la fuga verso la libertà.
Con il fresco odore del vento e il rumore delle onde del mare mi sembrò di tornare alla vita.
Quel poco tempo trascorso nella fortezza mi era sembrato un’eternità, gli odori le visioni e le sensazioni di quel luogo rimanevano ancora vive dentro di me e sapevo che molte di loro non mi avrebbero mai abbandonata.
Una domanda mi rimbombava nella testa *cosa farò adesso* non sapevo come tornare indietro, l’unica opzione era continuare a viaggiare nella speranza di trovare una speranza. Sapevo che la questione non era finita lì, perché se davvero quello era il segreto più losco del governo mondiale qualcosa di più terribile mi aspettava per riguadagnarmi la libertà. Ma ero certa anche di un’altra cosa, sapevo che qualsiasi pericolo avessi incontrato non l’avrei affrontato da sola.
Mi girai verso Zoro, che si era seduto per controllare le ammaccature delle sue spade. senza di lui di certo non sarei mai riuscita a scappare. Gli indirizzai un sorriso grato e  mi sedetti vicino a lui ad assaporare la tranquillità del momento.


Rufy’s POV

La ferita faceva ancora male, le fasciature improvvisate da Nami non erano molto d’aiuto e l’inattività forzata mi faceva sentire inutile. 
-va meglio?- chiese la navigatrice dopo avermi adagiato un panno fresco sulla fronte.
Non avevamo neanche avuto il tempo di rallegrarci per la vittoria di Ace che un nuovo problema si era già presentato. una volta informato del rapimento di Sara la rabbia mi salì al cuore. Mi sentivo colpevole per tutto quello che era successo e non poter fare niente per rimediare mi distruggeva.
Sanji e Franky erano riusciti a battere da soli quel mostro marino e si erano uniti assieme ad Ace per le ricerche
-quello stupido spadaccino… possibile che non ne combini una giusta?!- aveva affermato Sanji una volta scoperto che pure Zoro era sparito.
Nami rimase sulla nave a curarmi, dopo mille insistenze da parte dell’intera ciurma che la volevano con loro per le sue doti di navigatrice.
-qualcuno si dovrà pur prendere cura di Rufy, inoltre mi sento responsabile per quello che gli è accaduto-
Dopo quell’affermazione oltre che a sentirmi inutile ero diventato anche un peso.. salimmo sulla nave nemica ormai vuota sfruttando la cabina come infermeria.
 
-si, grazie..- risposi sorridendo
-sei stato proprio un idiota, non dovevi farti colpire al posto mio..-
-e cosa avrei dovuto fare, lasciarti morire?-
Quella risposta semplice e schietta l’azzittì per qualche secondo
-sarebbe stato meglio che vederti soffrire al posto mio..-
-io ho pensato la stessa  quando mi sono messo di mezzo- i miei occhi corvini si posarono sui suoi.
Silenzio.
Mi toccai la testa, il cuore balzò al petto quando la trovai scoperta
-dov’è il mio cappello?!- chiesi agitato
-calmati, è al sicuro sul tavolino-
A fatica mi misi seduto per andare a recuperare il mio tesoro
-stai fermo sei ferito, lo prendo io-
-no, ce la faccio- risposi alzandomi completamente. A fatica mi diressi verso il tavolo, Nami con mia sorpresa mi lasciò fare
-qui non c’è..- dichiarai deluso
Nami si alzò dalla sedia e aprendo sicura un cassetto del mobile tirò fuori il prezioso cappello giallo
-ecco tieni- mi sorrise, appoggiandomi il copricapo sulla testa. I suoi occhi nocciola sembravano brillare al chiarore degli ultimi raggi solari.
Provai a fare un passo verso di lei ma le mie forze vennero meno, non riuscendo più a sostenere il peso del mio corpo caddi malamente in avanti, appoggiando le mani contro il muro che avevo di fronte. Sollevai lo sguardo, intrappolata tra le mie braccia la navigatrice mi guardava imbarazzata.
Il suo sguardo non riuscì a sostenere il mio a lasciò cadere gli occhi verso il basso. Osservai le sue guance arrossire, le sue labbra a un soffio dalle mie.

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dopo anni e anni di attesa sono riuscita ad aggiornare.. anche se quelli che seguono questa ff sono pochi
spero che questo capitolo vi abbia regalato almeno una piccola emozione, visto il finale ^.^
come sempre se aveve voglia lasciatemi un commentino per sapere ke ne pensate, ciao a tutti! ;D :3

  
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