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Autore: miss_C    15/12/2007    8 recensioni
[In fase di correzione..!] Due gemelle...Canadesi...vengono a vivere in Italia con il nonno, dopo la morte dei loro genitori. è qui che incontrano la loro band preferita...I Simple Plan...ed è qui che nascerà un qualcosa che, forse, è più che amicizia...
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E dopo…esattamente…anzi…circa…6 mesi…se non di più…sono tornata!!!! Ci sonoooO!!!!! Vi chiederete tutti il perché della mia assenza…anzi…mi vorrete direttamente uccidere…ma ho voluto correggere tutta la storia prima di continuare a postare…e dal momento che ne ho anche cominciate altre…la cosa mi ha preso più tempo del previsto…

Ebbene! L’ho ripostata tutta corretta così chi comincerà a leggere solo adesso…non sarà troppo spaventato da chiudere la pagina di colpo…

A tutte coloro, invece, che hanno aspettato tutto questo tempo…posso soltanto rivolgere un gigantesco GRAZIE e scusarmi con tutta me stessa…ma so che non è morto nessuno per l’attesa…XD

Non faccio una risposta per ciascun commento per questa volta..ho troppa fretta di tornare con il capitolo 28…ma dalla prossima volta riavremo la solita routine!!

Vi voglio un bene immenso…

Grazie, ragazze!!!

 

CHAP 28

 

Maggio.

Un mese agli Esami di Stato.

Quattro mesi alla partenza dei ragazzi.

 

*

 

-Maryyyyy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- sbraitò Chiara dalla sua camera.

Stava ripassando la lezione di fisica ed era rimasta completamente al buio.

Si alzò dal letto ed aprì la porta per urlare nuovamente.

-Idiotaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!-.

Non udendo risposta, uscì per irrompere nella stanza della sorella.

-Mi spieghi come hai fatto a far scattare la luce?-.

Quella si voltò verso di lei, si tolse le cuffie e la guardò stranita.

-Parlavi con me…?- le domandò.

Chiara sbuffò.

-Quanti elettrodomestici hai acceso contemporaneamente?- tagliò corto.

-Non…molti…solo…il pc…la piastra in bagno…la lavatrice…la lavastoviglie…- balbettò la ragazza.

La sorella le riservò uno sguardo di gelo, prima di sbattere la porta alle sue spalle.

Entrò in salotto alla ceca e, nella stessa maniera, raggiunse l’entrata, dove si trovava il quadro elettrico.

Proprio quando riportò la luce in casa, il telefono squillò.

-Vado io!!!- urlò Mary, aprendo di scatto la porta.

-Troppo tardi…- le sorrise maleficamente la sorella, prima di rispondere. –Pronto…?-.

-Chiara…sono Chuck…- disse il ragazzo, dall’altro capo del telefono.

Quella sbuffò.

-‘palle ‘sti due…Mary!!!- strillò poi, senza appoggiare il telefono alla spalla, facendolo trasalire.

-Te l’avevo detto che dovevo rispondere io…- la rimbeccò l’altra, prima di prendere la cornetta e farle capire, con un leggero calcio sul fianco, di tornare in camera sua.

-C’è ancora qualcuno…?- sentì dire a Chuck, che era rimasto appeso per tutto quel tempo.

-Se interessa…ci sono io…- rispose Mary.

-E a te chi ti vuole? Passami qualcuno di più interessante…- scherzò lui.

-Come vuoi…allora aspetta quanto arrivo allo zoo, gabbia delle scimmie, e ti passo il mio ragazzo…-.

Chuck non rispose, come al solito, aspettando che lei cominciasse nuovamente.

-Ciao…- disse infatti.

-Ciao…- fece lui.

-Non ci sentiamo da…esattamente…un’ora…a cosa devo questo onore…?- domandò allora.

-Golf?- si limitò a dire.

-Golf, che cosa??-.

-Golf…quello sport…in cui…- cominciò lui, ma venne interrotto.

-E fin qui c’ero arrivata…dico…come mai…?-.

-Così…avevamo voglia di fare qualcosa di nuovo…e quindi…Pat…ha proposto questo…per domani…-.

Mary scoppiò a ridere.

-Tu…tu ricordi come giochi a golf…vero…?- chiese, riprendendo fiato.

-L’ho mai detto quanto odio “A big Package for you???”?-.

 

*

Ore 10:00 del mattino. Albergo.

 

-Ma quanto sono figo…?- si chiedeva Pierre, rimirandosi allo specchio.

Pat alzò gli occhi dal giornale per guardarlo con disgusto.

-No, davvero! Guardami! Non sto troppo bene vestito così?- domandò ancora al ragazzo, che era tornato alle sue letture.

-Pierre…è un normalissimo completo da golf…- borbottò quello, chinando nuovamente il capo.

-Che c’entra? Tu non noti come sta addosso a me!!-.

-Sempre il soli…- stava per rispondere l’amico, quando David irruppe nella stanza.

-Dite se non sono stupendo!!- esclamò, parandosi in mezzo alla porta.

Patrick sbuffò sonoramente.

-Meraviglioso!- rispose Pierre, andandogli incontro.

I due presero la rincorsa e poi saltarono per darsi una panciata a mezz’aria.

-Non mi mettono in risalto il culo?- domandò poi il bassista, voltandosi a guardarsi il fondoschiena.

-E guarda qua come traspaiono gli addominali!!- aggiunse il cantante, inspirando.

-State parlando di semplici pantaloni…e una maglietta della Lacoste…- li demoralizzò Pat, leccandosi il dito per voltare pagina.

-Ma tu non noti come stanno addosso a noi!!- disse David raggiante.

-È quello che ho detto io!- intervenne Pierre sorridendo, continuando a rimirarsi i muscoli.

-Come volete…- sibilò il ragazzo, chiudendo la rivista e scattando in piedi.

 

 

-Okay, ci sono!…No aspetta…com’era?-.

Chuck se ne stava in mezzo alla sua stanza d’albergo, sgombrata del letto, con un’asta dell’armadio in mano.

Jeff e Seb, seduti per terra, lo guardavano sorridendo.

-Mi spieghi come mai tutta questa ostinazione ad imparare? Non ce la farai mai in mezz’ora…- disse il primo, alzandosi in piedi e prendendogli la “mazza” dalle mani.

-E poi…Mary lo sa già che fai cagare…- aggiunse l’altro, appoggiando le spalle al muro.

Il ragazzo rivolse il dito medio nella sua direzione, per poi tornare a concentrarsi.

-Allora...devi piegare leggermente le gambe e i gomiti…così…- stava infatti spiegando il chitarrista. –…sgombrare la mente…e concentrarti sull’obbiettivo…-.

-Sì…poi mi giro e torno a sedermi…- si lamentò quello, gettandosi all’indietro sul letto.

-Che sei melodrammatico…- lo prese in giro Seb, per poi alzarsi a sua volta.

L’amico gli cedette l’asta dell’armadio, allontanandosi.

Il ragazzo prese posizione e si esibì in un perfette tiro immaginario.

-Vaffanculo!!- fece Chuck, voltandosi dall’altro lato.

Seb rimase a guardarlo stranito.

-Ma che ha?- domandò a Jeff, per poi sventolarsi una mano davanti agli occhi come a dire: “Ma è pazzo?”.

Il chitarrista sorrise e fece spallucce, sdraiandosi a sua volta.

 

*

 

Ore 10:30 del mattino. Casa di Marta.

 

-Eccoli!!!!!- esclamò la ragazza, balzando in piedi al trillo del citofono.

Kekka roteò gli occhi per poi seguirla.

I ragazzi le aspettavano sul marciapiede e improvvisarono un applauso vedendole uscire dal portone.

-Grazie, grazie…lo sappiamo!- disse Kekka sorridendo e facendo un inchino.

David le andò incontro e le porse la mano, facendole fare un giro su se stessa.

-Allora la tenuta da golf non sta da Dio soltanto a me!- commentò, guardandola.

Quella gli schioccò un bacio sulla guancia sotto lo sguardo schifato di Pat, Chuck e Jeff.

-Che cosa volete??- si lamentò il bassista, abbracciando la ragazza.

-Noi….?? Niiieeeenttteeee….- commentarono i tre, prima di salire nella macchina di Pat.

Anche Marta e Pierre, dopo qualche scambio di opinioni su quanto fossero stupendi ad andare in giro in quel modo, li raggiunsero.

-E le Scissors Sisters??- domandò la ragazza sistemandosi sulle gambe del cantante, dato l’eccessivo affollamento del veicolo.

-Ci raggiungono lì…non ne ho capito bene il motivo…ma hanno detto così…- rispose Seb, sconsolato.

-PoveropiccoloSeb!- lo prese in giro Kekka chiudendo la portiera accanto a sé, evitando per pochissimo la mano di David.

 

 

-Terraaaaa!!!!!!- urlò Jeff dopo circa mezz’ora, catapultandosi fuori dalla macchina.

-Il…collo…- si lamentò Chuck massaggiandosi la nuca, rimasta piegata per tutto il tempo.

-Le gambe…non mi si piegano più…- aggiunse Seb, facendo stretching.

-Esagerati!- li ripresero Marta e Pierre all’unisono.

-Stateci voi piegati in quattro, tipo sottiletta, per trenta minuti…poi vediamo l’esagerazione…- ruggì il chitarrista, appoggiandosi alla macchina.

-Adesso…- cominciò Pat, affacciandosi al finestrino di Kekka e David –Se i signorini si degnassero di scendere dal paese del pomicio…noi qui siamo arrivati…- finì, voltando le spalle e avviandosi verso l’ingresso dei campi.

-Eh?- fecero i due, separandosi all’istante.

-Niente…- disse Marta gesticolando con la mano, prima che Pierre le passasse un braccio intorno ai fianchi per avviarsi a loro volta.

-Allora…entriamo…?- domandò Jeff agli altri.

Chuck e Seb si voltarono contemporaneamente verso l’amico.

-Noi…aspettiamo…prima o poi…dovranno pur arrivare…-.

-Okay…ci vediamo dentro…-.

 

*

-Buongiorno…- mormorò un uomo sulla cinquantina, dietro la scrivania all’ingresso.

I ragazzi continuavano a guardarsi intorno col naso in su, scrutando le pareti, i quadri, gli oggetti fragili, in ogni particolare.

Solo Pat sembrava trovarsi a proprio agio in quel luogo.

-Buongiorno…- rispose infatti, rimarcando fortemente l’accento francese.

Tanto che anche gli altri se ne stupirono.

-Posso esservi utile?-.

L’uomo si era alzato e sfoggiava un impeccabile completo elegante, uno sguardo sprezzante e il tipico atteggiamento snob da riconoscere a chilometri di lontananza.

Patrick si voltò verso Marta e Kekka, facendo loro l’occhiolino, prima di cominciare a parlare…in francese.

Le due si diedero una forte pacca sulla fronte, separando poi le dita per guardare meglio.

L’uomo, infatti, era rimasto stupito dall’atteggiamento del loro amico, aspettandosi un ragazzo irriverente e in vena di scherzi, e adesso discorrevano in quella lingua semisconosciuta alle ragazze, per prendere i vari accordi.

-Allora…?- domandò Marta quando smisero di parlare e quello si fu allontanato.

-Abbiamo il campo tutto per no…- stava per vantarsi lui, quando un forte fracasso provenne dall’esterno.

-Ma che ca…- stava per chiedere David, ma venne zittito dallo sguardo di Pierre, ancora inquietato dall’aria aristocratica che si respirava.

I sei raggiunsero in fretta l’entrata, spiaccicandosi contro la porta a vetri.

Il primo a prendere iniziativa fu Jeff, che si fece largo per abbassare la maniglia.

E il primo a vedere la scena fu Pat, che ebbe giusto il tempo di rimanere a bocca aperta, incapace di proferire parola.

-La…la…la…mia…mi…la…mia…au…aut…- balbettò a ripetizione, prima che gli altri lo sorpassassero per avvicinarsi.

Il motorino di Chiara giaceva appoggiato al marciapiede mentre le due sorelle erano in piedi e si accarezzavano la nuca imbarazzate.

Chuck e Seb, invece, erano chinati sulla macchina per stimarne eventuali danni.

-Pat…Patrick, ti prego…non ti arrabbiare…- cominciò Chiara, avvicinandosi al ragazzo che non aveva ancora parlato, prima che anche Mary intervenisse.

-Era lei a guidare!!- si discolpò infatti, più velocemente di quanto si possa pensare.

-Pat…scusa…era da tanto che non lo prendevo…poi ho visto Chuck e Seb…mi sono distratta…- continuò la sorella, imbarazzatissima.

-E ti sei scaraventata contro l’auto del nostro amico…- la precedette Pierre, chinandosi a sua volta accanto ai due.

-Non l’ho fatto apposta…-.

-Mancava solo questa…- commentò Jeff, sedendosi sul paraurti.

Intanto, Patrick li fissava, limitandosi a spostare freneticamente lo sguardo dagli uni alle altre, senza riuscire a parlare, né emettere suoni.

Solo David sembrò accorgersi del suo stato, e spostò Kekka giusto in tempo…appena un secondo prima dello scoppio.

-TU! Alzati IMMEDIATAMENTE da lì!!- urlò il web-guy, indicando Jeff. –VOI! Toglietevi davanti!!-  continuò, sbracciando per levarsi di torno i tre. –E…voi…DUE…- tentennò, indicando le sorelle che avevano socchiuso gli occhi per la paura. –Ma vi rendete conto che questa macchina è stata portata qui direttamente dal Canada???? Avete idea di quanto mi è venuta a costare??? Di quanto ho pagato il trasporto via mare???? Ne avete almeno una piccola???? NO!!!- sbraitò infine gesticolando, prima che Pierre lo bloccasse per un braccio.

-Pat…era uno scherzo…- disse d’un fiato.

-Il rumore erano loro che cadevano dal motorino…- aggiunse Chuck, sorridendo all’amico.

Il web-guy si voltò lentamente verso di loro.

-Sapete cosa ci faccio con le mazze da golf, adesso??-.

 

*

 

-Allora…questo è il vostro spazio…siete già muniti di tutto?- domandò lo stesso uomo dell’entrata, mostrando il campo ad un ancora irritato Pat.

-Non si preoccupi…ho già pensato a tutto…- rispose il ragazzo, insistendo sull’accento.

-Perfetto…in quanto ad esperienza…voi rock star…- cominciò.

David e Pierre si guardarono infastiditi, per poi tossire leggermente.

Pat si voltò nella loro direzione.

-Forse i miei amici gradirebbero qualcuno che li seguisse nel gioco…- disse.

Per tutta risposta i due cominciarono a tossire in modo ancora più violento, ma il segretario si era già allontanato.

-Rock star?? Mi ha dato della rock star???- sbottò incredulo Jeff, appoggiandosi al muro.

-Compatitelo…- cominciò Seb. –Siamo dei ragazzini che vogliono imparare lo sport snob per eccellenza…è già tanto se siamo qui dentro…-.

David sbuffò, per poi voltarsi e abbracciare Kekka.

-Ecco…- li interruppe Chuck. –Credo che anche questo dia fastidio…- finì.

-E certo…- commentò Mary, facendolo voltare.

-Io intendevo…in maniera eccessiva…- aggiunse il batterista, dandole un bacio sulla fronte.

-Io, invece, dico di separarvi elegantemente!- esclamò Patrick passando in mezzo, sia a loro che agli altri due.

-Uffa!- sbuffarono insieme Kekka e Mary. –Sei perfido…- continuò la prima.

-Senza cuore…- si unì la seconda.

Gli insulti avrebbero potuto continuare, ma furono interrotte dall’arrivo di qualcuno.

-Buongiorno…- disse il ragazzo che arrivò loro alle spalle.

Marta e Chiara si voltarono di scatto.

-Oddio…- sussurrò la prima, portandosi una mano alla fronte.

-O mamma…- aggiunse la seconda, per poi sorridere in maniera smisurata.

Kekka e Mary si guardarono per un attimo, prima di parlare.

-Ciao…- dissero contemporaneamente, agitando la mano.

Quello sorrise loro, avvicinandosi ancora.

-E adesso che hanno…?- commentò sottovoce Pierre nell’orecchio di Seb.

-Credo…credo lo trovino carino…- rispose il ragazzo, per poi continuare ad osservare la scena.

-Ciao a tutte…-.

-Tu devi essere l’insegnante…- sorrise Marta.

-Emh…no mi dispiace…quello è mio padre…sarà qui a momenti…- rispose lui, facendo cambiare improvvisamente le espressioni delle quattro.

-Ah…- fu l’unica cosa che riuscì a dire Mary.

-Sono venuto perché siete gli unici oggi...ma devo andare…- aggiunse, tornando a stringere loro la mano.

-E Chuck si domanda…ma che cazzo è venuto a fare allora??- commentò sottovoce, facendo sorridere Pierre e David.

Mentre il ragazzo si allontanava, si avvicinarono per unirsi al discorso e captare eventuali commenti.

-Ci pensate se adesso il padre è una fotocopia di quell’insegnante…- cominciò Mary.

-Quale…quello della Jamaica…?- domandò Kekka, sorridendo perfidamente a Chuck.

Il ragazzo si voltò verso Pat ed arrossì.

-Sì…l’uomo dalla pazienza di acciaio con quest’imbranato qui…- continuò la ragazza, dandogli un bacio sulla guancia.

-Potrebbe essere…- cominciò Marta. –Com’era che si chiamava…?- chiese poi, prima di essere interrotta.

-Buongiorno a tutti! Io sono Leonardo…vogliamo cominciare…?- esclamò infatti l’uomo, che arrivava trafelato.

La tre scoppiarono a ridere improvvisamente, seguite man mano da tutti gli altri.

L’unico a non divertirsi era proprio Chuck, che le guardava tra l’imbarazzato e il minaccioso.

-Say Hi, Chuck…!- disse Kekka mentre si teneva la pancia.*

-È uno scherzo, vero?- domandò quello, passandosi una mano sulla nuca.

Mary, ormai per terra dalle risate, annuì.

 

*

 

-Allora…questa è la prima fase del gioco. Il campo è diviso in buche e il punteggio viene calcolato in base al numero di tentativi prima che la pallina vi venga mandata dentro…tutto chiaro…?- domandò l’uomo, il cui vero nome era Roberto.

Jeff e Pierre, che lo avevano guardato a bocca aperta per tutto il tempo, si limitarono ad annuire sincronizzati.

-Amore!! Amore, guarda!!!!- esclamò Marta, facendo trasalire il ragazzo.

-Che succede…?- domandò quello dolcemente, avvicinandosi e sorridendo.

-Quella e la mia pallina!!- continuò, indicando un puntino lontano.

-Cazzo…- commentò il cantante. –E…e come hai fatto…?-.

-Me lo ha insegnato Seb…- rispose lei, cominciando a giocherellare con la mazza.

-Perché…Seb sa giocare…?- chiese Pierre voltandosi verso l’amico, che proprio in quel momento si stava esibendo in un tiro perfetto.

-Okay…forse un po’…- commentò sbuffando, per poi prendere a fissare la sua pallina.

 

-Dai, che non sei poi tanto male…-.

Da circa un quarto d’ora Mary cercava di accrescere l’ego del suo ragazzo.

-Infatti…non ci metto niente a centrare il finestrino della macchina con la pallina…per queste cose ci vuole bravura…- rispose quello, sconsolato.

-Finiscila!- lo riprese lei. –Alzati e provaci…che ti costa?? Io mi tappo gli occhi!-.

Chuck la guardò di traverso prima di scuotere la testa.

-Per favore…- disse quella, sbattendo le palpebre.

-Io tiro…ma non voglio commenti…-.

Si avvicinò alla pallina e respirò profondamente, preparandosi a tirare.

Dopo qualche secondo sollevò la mazza a mezz’aria e colpì con tutta la forza che aveva.

-Ahia, cazzo!!!- urlò Jeff in fondo al campo, massaggiandosi la pelata.

Come unica reazione, Chuck si sdraiò per terra, evitando di farsi vedere.

 

-Io…mi rifiuto…- disse David, sedendosi sull’erba.

-Non scherzare…tu adesso vieni qua e ci provi insieme a me! Pensa che io non ho mai toccato una mazza da golf e ti consoli…- lo riprese Kekka, cercando di sollevarlo da terra.

-E che c’entra…? Io in Scozia disturbavo i vecchietti con le suonerie…qui non ho neanche un cellulare…- si lamentò il ragazzo, lasciandosi issare.

-Invece di lamentarti…vieni almeno qui a dirmi come si fa…-.

-Prendi la mira e tira…- si limitò a rispondere.

-E fin qua ci arrivavo anche da sola…-.

-Io non sono un’insegnante…c’è Roberto per queste cose…-.

-Ma lui è vecchio…- si lamentò lei, mettendo il broncio.

-Che dici? Guarda che è stupendo! Se lo guardi bene è anche più sexy di me!- esclamò David, indicando l’uomo in lontananza.

-Ah, questo sicuramente, perché ho già un’idea sul dove scaglierò questa pallina, se non la smetti di fare lo spiritoso e vieni immediatamente qui…-.

 

-Tutto bene qui…?- domandò Roberto, avvicinandosi a Chiara e Seb.

I due annuirono per poi sorridere.

-Allora non credo ci sia bisogno della mia presenza…il ragazzo ha talento…- asserì indicando il chitarrista con lo sguardo, per poi allontanarsi.

Chiara alzò lo sguardo, sorridendo al ragazzo che l’aveva abbracciata.

-Adesso però dovresti insegnarmi qualcosa tu…hai talento…- lo prese in giro, andando verso la pallina.

-Con molto piacere…- scherzò lui, avvicinandosi. –Allora…per prima cosa devi concentrarti…poi…- continuò, aiutandola ad impugnare meglio la mazza.

-Avevamo detto niente atti osceni sul campo da golf, o sbaglio…??- domandò Pat, facendoli trasalire.

-Ma vaffanculo, Patrick…!- esclamò la ragazza, mollando il bastone in terra.

Quello sorrise perfidamente, prima di esibirsi nel trentesimo tiro perfetto della giornata.

 

*

 

-Basta!! Per favore!! Vi prego!! Guardatemi, sono in ginocchio!!- si lamentava Pierre, quando ormai il sole cominciava a bruciare davvero troppo.

-Lo hanno preso le pulci…?- scherzò Mary sottovoce, cercando di scorgere la sua pallina in lontananza.

-No, ho fame!!!- continuò il ragazzo, piegandosi con la schiena.

Marta abbassò il capo, per cominciare a fissarlo perplessa.

-La vuoi finire??- gli domandò a denti stretti.

-Solo se mi portate via da questo posto!! Voglio mangiare!!-.

-Però…che figli maleducati quella signora…- disse David nell’orecchio di Jeff, che rise.

-Infatti…tutto questo casino in un luogo pubblico…- si aggiunse Pat, posando la sua mazza da golf nella sacca, e prendendone una nuova.

-Ditemi che voi non avete fame…- li provocò Pierre, alzando lo sguardo con aria da saputello.

-Io…sì…- sussurrò Seb, alzando la mano.

-E che c’entra? Tu ce l’hai anche dopo mangiato…Non sei affidabile…- lo prese in giro Chiara.

-Mi associo!- esclamò Kekka, sorridendo e facendogli mettere il broncio.

-A dire il vero…anche io preferirei fare una pausa…- si intromise Chuck cercando di centrare la sacca con la mazza, da cinque metri di distanza.

-E quando mai…?- tossì Mary, voltandosi dall’altro lato.

-E va bene…andiamo…Ma dove la tenete la sportività?- si lamentò Pat, prendendo la borsa in spalla.

Pierre e David si voltarono a guardalo.

-Ah, io non commento!- fece il primo, alzando le mani.

-Concordo pienamente…- aggiunse il secondo, aprendo la porta e lasciando passare le ragazze.

-Allora la cavalleria non è morta…- commentò Marta entrando, prima di fulminare con gli occhi il suo ragazzo.

Pierre abbassò lo sguardo e continuò a camminare.

-Scusa Pat…tu dici andiamo…ma dove…??- domandò Jeff, chiudendo la porta alle sue spalle quando tutti furono entrati.

-Non ho la faccia di uno che pensa a tutto?-.

-Sì, Patrick…come dici tu…- commentò Chiara, accarezzandogli la spalla.

 

-Visto che c’è un posto dove mangiare anche qui??- commentò infatti, quando si trovarono all’interno di una sala piena di tavoli.

-Beeelllooo…- disse ironico Chuck, guardandosi intorno.

Mary gli diede uno schiaffo sulla nuca per farlo tacere.

-Che c’è?? Ti sei guardata intorno??- le chiese il ragazzo sottovoce.

Quella annuì. –Ho notato anche tutti gli snob che ci stanno fissando…finiscila…- lo riprese, per poi sorridere a Pat.

Il web-guy squadrò tutti per un attimo, prima di fare un cenno ad un cameriere ed avvicinarsi al primo tavolo che gli capitava a tiro.

-Pat...- cominciò Seb, sedendosi. –Mi fai davvero schifo…- commentò, mentre quello lo guardava interrogativo.

-Almeno lui conosce le buone maniere…- borbottò Chiara, spostandosi da sola la sedia.

Intanto Pierre si era avvicinato a Marta e l’aveva fatta accomodare.

-Hai visto che non era morta…?- le domandò, mettendosi accanto a lei. –Stava solo riposando…- finì, tornando a guardare stranito davanti a sé.

Quella alzò le spalle e la sua attenzione venne attirata da qualcun altro.

-Hai visto quante forchette ci sono???- stava infatti chiedendo David a Kekka, credendo che nessuno lo avesse sentito mentre, invece, tutti si erano accorti di lui.

Non ci fece caso e ne prese una in mano, cominciando a giocherellarci.

-Che qualcuno lo fermi…vi prego…- piagnucolò Kekka, dandosi una manata in pieno viso e lasciando scivolare le dita, per non guardare quello che stava combinando.

Per tutta risposta Pierre si alzò, gli prese la posata dalle mani e la scaraventò dentro un vaso poco lontano.

-Che cazzo fai??- esclamò Pat, sollevandosi rapidamente.

-Patrick…fatti un calmante…ti sentirai meglio…- gli disse Mary, versandogli dell’acqua.

 

 

Dopo alcuni minuti, passati ad attendere che qualcuno arrivasse per le ordinazioni, Seb ruppe il ghiaccio.

-Non vi ricorda quella volta che c’eravamo appena conosciuti?- domandò infatti, abbracciando Chiara.

-A me sì!- rispose Mary, sorridendo.

-Certo…con la proposta indecente di questi due scemi…- commentò Marta, guardando Pierre e David.

I due risero, prima di essere interrotti da qualcun altro.

-Ci pensate…solo otto mesi fa eravamo dei perfetti sconosciuti…- disse infatti Chuck.

Tutti annuirono senza riuscire a dire qualcosa.

Ognuno aveva in mente uno di quei discorsi in cui poi alla fine si piange.

Uno di quei discorsi pieni di “Grazie”, di “Vi voglio bene”.

E invece nessuno parlò.

Ero andati là per divertirsi…e pensare che solo quattro mesi dopo tutto sarebbe finito, non avrebbe fatto altro che angosciarli.

Pat era l’unico a guardarsi intorno.

Voleva imprimere quei momenti a fondo nella memoria.

Scrutava gli sguardi dei suoi amici, delle ragazze e cercava di ricordarne ogni minimo particolare.

Loro avrebbero avuto il ricordo di un amore…a lui invece…cosa sarebbe rimasto?

-Tutte queste stoviglie inutili non vi ricordano anche quella volta…-.

Chuck lo distolse da quei pensieri.

David rise, annuendo. –La cena peggiore della mia vita…- asserì, portandosi il bicchiere alla bocca.

-Noi che giocavamo con il pane…- rise Seb, imitando la mossa del lancio.

-E Liliane che ci sgridava: “Siete dei rozzi!!”- cominciò Pierre, modificando il tono di voce. –Ti ricordi, Jeff?- aggiunse poi, voltandosi verso l’amico.

Quello alzò lo sguardo dal piatto e annuì con aria assente, tirando gli angoli della bocca in un evidentissimo sorriso forzato.

-Sì…che poi…lo siete davvero!- li prese in giro, per poi sistemare una piega della tovaglia particolarmente fastidiosa. Segni del nervosismo per quello che stava pensando.

-A proposito di Liliane…- cominciò, infatti, per cogliere l’attimo di ilarità collettiva. –Viene in Italia la settimana prossima.- disse tutto d’un fiato, prima di recuperare al volo il tovagliolo di stoffa e portarselo al viso.

Due secondi di silenzio.

Due secondi di silenzio prima che David, assimilate le parole dell’amico, sputasse tutto l’acqua che stava per ingoiare.

-Che cosa??-.

 

 

 

 

Ancora una volta…

VI VOGLIO BENE…Al prossimo capitolo! xx

 

 

 

 

 

 

 

*So che questa può sembrare difficile da capire! Ma è una storia lunga…! In pratica…dalla prima volta che abbiamo visto “A big package for you”, Kekka continua a ripetere la frase che Chuck ha detto all’insegnante di golf nello sketch della Jamaica, ovvero: “Say hi, Leonard!” insistendo sul fatto che è una cosa stupida…! Io personalmente non la capisco questa ragazza…(XD) ma mi ha detto di inserirla come cosa ed io l’ho fatto! Siamo pazze!

 

 

 

  
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