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Autore: Matthewjames    31/05/2013    0 recensioni
C'erano questi tre pieni di energia, di rabbia e di divertimento per quello che facevano, senza nessun riguardo, nessun obbligo e nessuna spiegazione o simulazione di ragionevolezza per nessuno.
Erano l’anello di congiunzione tra la spettacolarità del rock dei Queen e il lirismo pop dei Radiohead, un incrocio tra metal, elettronica e glam. Dalla prima Battle of the bands nel Devon, da dove sono partiti, al tutto esaurito dell'ultimo Summer Tour.
Il primo si chiamava Matthew, il frontman, il secondo Dominic, il batterista, ed il terzo Chris, il bassista dal cognome impronunciabile.
Avevano occhi solo per noi.
Ma io ero a metà tra un amore impossibile e uno completamente irreale...
Benvenuti nell'era dei Muse come non l'avete mai vista.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ci mettemmo pochissimo a prepararci. Mi affacciai fuori dalla finestra. Stranamente c'era il sole!
Scendemmo a fare colazione. The, the a tutte le ore,4 biscotti ed un caffè fatto più o meno bene. Mi mancava quello della nonna. Dopo la colazione 'saziante' andammo fuori sotto il gazebo.
Apparve di colpo la signora Ho che ci disse: "ragazzi oggi trascorreremo la mattinata qui, andate a giocare a football" con quel suo accento mezzo argentino. Una Belen inglese insomma. Con 40 chili in più...
Giocammo come disperati, a 17 anni, ma ci divertimmo molto. Vincemmo noi la partita grazie alle mie prodezze ed a quelle di Luke, un biondino, muscoloso e molto simpatico, con un ottimo senso dell'umorismo e amante di qualsiasi canzone e citazione dei Coldplay. Lo amavo, ovviamente non come il ragazzo di cui ero follemente cotta e nemmeno come Matt, ma mi stava più simpatico degli altri.
La signora Ho iniziò a sbraitare in tutte le lingue perché non smettevamo di giocare, era ora di pranzo, alias "Tramezzino time".
Solo 12 ore e sarei stata maggiorenne.
Wow.
Nel pomeriggio andammo a fare un giro per la città.
Cavolo Londra, eravamo nella City. Negozi, guardie inglesi a cui facevamo smorfie e poi? E poi la grande Ruota Panoramica. Facemmo un giro nei negozi, entrammo in quello di spie perché Eli voleva vedere il cappello di Holmes, ed alla fine finimmo per fare amicizia con il cassiere, gran figone, e comprammo una lente d'ingrandimento con la quale ispezionammo il negozio. Il cassiere alla fine ci prese per pazze.
Poi, come delle bambine che non erano mai andate sulle giostre, decidemmo di fare un giro sulla London Eye, seguite poi dalla signora Ho tutta entusiasta. Pagammo il biglietto e decidemmo di sederci insieme, ma la signora Ho con la scusa di controllare gli altri rimase giù, spaventata dall'altezza, a parer dell'omone alla cassa, che prima di darci il biglietto ci squadrò da testa a piedi e poi disse una cosa che ci fece rimanere scioccate: "Sarà il giro più divertente della vostra vita, attenzione a non stonare." Lo guardammo male, pensai di aver tradotto in modo sbagliato la frase, e per questo salimmo comunque.
Quello che l'uomo aveva detto lo capì solo pochi minuti dopo quando entrammo nella cabina: non eravamo sole.
C'era un uomo di circa 28-29 anni con una chitarra accanto. Era seduto nell'angolo in ombra e non riuscivamo a capire chi fosse.
Lo guardammo incuriosite, convinte in un primo momento di essere su qualcosa del tipo "Scherzi a parte" britannico.
Ma non era così.
L'uomo iniziò a suonare le prime note di una canzone che conoscevo bene:'Time is running out', però non iniziò a cantare.
Finì il ritornello e lo ricominciò, convinto di aver sbagliato un passaggio.
(E si, aveva sbagliato davvero.)
Lo reputammo un artista di strada e a fine canzone, eseguita alla meraviglia esclamai un "wonder..." che mi si fermò in gola quando mi invitò a sedersi accanto a lui. Finì lui il "ful" che non avevo detto per lo stupore. Poi come se non fosse accaduto nulla, fece due accordi per riscaldarsi e iniziò ad intonare "sweet child o'mine".
Amavo quella canzone. Ricordavo di averla studiata per il saggio di chitarra di qualche anno prima. Difficile, ma davvero bella. Fece solo l'introduzione, e poi passò ad un'altra canzone stupenda. 'Supermassive Black Hole'. Questa volta si mise a cantare.

"Supermassive Black Hoooole"

Rimanemmo imbambolate. A fine esecuzione presi coraggio e dissi: "mi ricordi tanto il cantante del mio gruppo preferito."
L'uomo in ombra che sino ad allora aveva guardato fuori disse:
"Sembro o sono?"
E si alzò.

"Paradise comes at a price that I am not prepared to pay."

Finalmente avevo capito chi era l'uomo misterioso.
Non ci potevo credere. Era lui. Che cavolo ci faceva lì, soprattutto con una chitarra? Guardammo fuori, eravamo ancora fermi. Nella cabina accanto alla nostra salì l'omone della cassa che si tolse la parrucca. Era Chris, si proprio quel Chris dal cognome impronunciabile. E alla nostra destra avevamo Dominic. Stavo per urlare.
Avevo il mio idolo ad un passo, finalmente senza nessuno che mi potesse fermare. Ci sedemmo. Matt fece subito gli onori e con quella sua r sexy chiese come ci chiamavamo e cosa facevamo li.
Ero eccitata.
Felice.
Non so cos'altro.
Ma perché erano lì? Su una ruota panoramica con gli strumenti?
Matt mi zittì quando iniziai a chiederglielo con uno "ssh baby, now you look".
Non so cosa mi eccitasse di più tra il fatto di aver appena parlato con il mio idolo o tra l'essere stata chiamata "baby".
Rimanemmo qualche secondo in silenzio. Poi la ruota iniziò a muoversi. Matt si era seduto accanto a me. Ed ad un certo punto aveva detto: "Augurami buona fortuna" ed io: "Perché?" Non mi rispose. Mi strinse la mano e guardò Dominic. Eli guardò Chris. Le fece l'occhiolino. Ad un tratto sentì un: "tuck, tuck, tuck, tuck". Quel rumore proveniva da Dominic. Nemmeno il tempo di guardare alla nostra destra che partì di colpo Matt con la sua fantastica voce.

"You could be my unintended
Choice to live my life extended..."

Ad un tratto non so perché, ma, mi guardò e finì la strofa con le ultime parole.

"You could be the one I'll always love".

Lo guardai anch'io. E finalmente capì: eravamo in un videoclip! Eravamo nel videoclip di Unintended. Di un Unintended moderno però. Iniziammo anche noi a cantare. Incitate da tre idioti che cantavano e suonavano, cosa ancora più strana su una ruota panoramica.
Arrivammo con le tre cabine nel punto più alto. Fece gli ultimi giri di accordi e concluse con un vocalizzo da paura.
Finimmo di registrare, si finimmo. Perché c'eravamo anche noi nel video!

Scendemmo e trovammo ad accoglierci la Signora Ho, che si mise a parlare con Matt e Chris. Sembrava si conoscessero da una vita. Ma allora perché mi aveva bloccato all'aeroporto?
La signora Ho andò a prendere gli altri e li riportò al college. Noi rimanemmo con Matt, Dom e Chris, rassicurati da una stranamente gentile signora Ho.
Non accennai l'accaduto a Matt, meglio non farli litigare, pensai.
Dom decise di farci visitare lo studio. Era a due km da Londra. Nella zona nord.
Entrammo in un mega salone con poltrone leopardate e piumate. Sulla porta c'era un grande cartello con una scritta enorme: 'You've arrived at panic station'.

"Ooh,1, 2, 3, 4 fire's in your eyes
And the chaos it defies imagination
5, 6, 7, 8 minus 9 lives
You've arrived at panic station"

Ora capivo perché le poltrone avevano quello stile. Ci fecero accomodare sul divano rosso di piume. Due secondi dopo arrivarono gli agenti, che rassicurati da Chris ci lasciarono passare.
Eravamo nel loro studio.
Non ci potevo credere.
Ci fecero mettere davanti alla sala di registrazione, vicino al tecnico audio. E loro entrarono nello studio. Suonarono tutti i brani più belli degli album.
Durante le ultime tre canzoni (Knights of Cydonia, Animals e Time is running out) ci invitarono ad entrare. Matt prese la sua chitarra, il suo spartito e il suo plettro e li diede a me. Mi disse: "Ora arrangiati , io canterò solamente insieme alle tue due amiche" e facendo un cenno a Eli, Sara, Chris e Dom, li invitò ad uscire con lui. Mi diede un paio minuti per ripetere le canzoni. Mi guardò dallo studio e rincuorato dalla mia conoscenza delle canzoni rientrò nella sala.
Avevo paura di sbagliare e lui subito mi venne vicino e mi disse: "Vedi che se sbagli non ti mangio. Almeno io no, Chris non so." Scoppiammo a ridere tutti e finalmente presi coraggio e iniziai a suonare. Cantammo, cantammo come mai avevamo fatto.
Poi quell'idiota di Dom chiese al tecnico audio di far piovere acqua dal tetto. Fortunatamente gli strumenti erano coperti appositamente da un materiale isolante e ci bagnammo solo noi.
Matt era bellissimo, eravamo fantastici.
Successe forse la cosa più bella fino a quel momento.
Matt mi venne vicino mentre stavo per finire le ultime battute e mi abbracciò. Rimanemmo abbracciati per molto, se non fosse stato per il 'and stop' del tecnico del suono.
Guardai Matt perplessa, ma lui fece finta di niente e ci diede delle coperte. Sara era distrutta e si poggiò sul divano vicino a Dom, che le mise una mano sulla spalla ed Eli e io ci mettemmo a scherzare con l'omone. Era un misto fra un bimbo e un adulto, non so come descriverlo.
Matt ci richiamò all'ordine e ci invitò ad uscire ed a entrare in macchina, o meglio, in tre Lamborghini.
Io con Matt in quella rossa, Eli con Chis in quella gialla e Sara e Dom in quella arancione.
Non parlammo durante il viaggio perché mi addormentai sulle note di 'City of Delusion'

"Destroy this city of delusion and break these walls down
And I will avenge and justify my reasons with your blood. "

Matt mi svegliò appena arrivammo al college. Erano le 11. Di corsa scappai in camera, ero distrutta e fradicia.
Mancava solo un'ora al mio diciottesimo compleanno.
I tre si misero a parlare con Eli e Sara.
Nemmeno il tempo di chiedermi cosa stessero farneticando che mi addormentai, cullata dalle loro voci.

 
 
Penso che il prossimo capitolo arrivi sabato, o domenica, sempre se il pc smette di fare storie. Mi piacerebbe sapere una vostra opinione sulla storia :). A sabato/domenica
  
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