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Autore: Ely_fly    31/05/2013    1 recensioni
Sono tornata con una nuova fic... Non odiatemi!
Stavolta si tratta di una Robin X Raven.
Raven viene ferita gravemente durante un attacco e la sua guarigione sembra impossibile. Riuscirà Robin a rassegnarsi o farà di tutto per salvare la sua "amica"?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We are all born for love. It is the principle of existence, and its only end.
[Benjamin Disraeli]

 

«Come sta?» chiese Starfire, entrando nell’infermeria della T-Tower, sorreggendo Raven, che camminava a fatica.

«Si riprenderà. Il coltello ha mancato di poco il cuore e ha colpito un polmone, ma ce la farà» rispose serio Cyborg, controllando i parametri vitali del loro leader, steso sul lettino, pallido come un cencio.

Raven si liberò dalla stretta di Starfire e si avvicinò al ragazzo.

«Rae… Che vuoi fare?» domandò allarmato Cyborg, vedendola posare entrambe le mani sul petto insanguinato di Robin.

«Lui… Mi ha salvato. Anche se io non ricordo nulla di lui. Quindi ora voglio fare anche io qualcosa per ripagarlo» spiegò con voce fioca la ragazza, attivando poi i suoi poteri curativi. Un’aura blu avvolse le sue mani, per poi diffondersi anche sul torso del ragazzo.

Poco a poco, Robin riacquistò colore in viso e il respiro si fece meno affannoso. Le ferite cominciarono a rimarginarsi e di lì a qualche minuto sembrava che nulla fosse accaduto.

Il ragazzo aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il viso preoccupato di Raven. Poteva quasi giurare che avesse gli occhi lucidi.

«R-Raven…» gracchiò il leader, cercando di sollevarsi.

«Io sto bene. Stai giù. Sei ancora debole» gli disse lei, passandosi un braccio davanti agli occhi.

«Ha ragione lei, amico. Te la sei vista davvero brutta» si intromise Cyborg, comparendo all’improvviso dietro alle spalle della ragazza.

«Ci hai fatto morire di paura, amico. Non è stato per nulla divertente!» esclamò Beast Boy, agitando le braccia.

«Oh, Robin! Pensavo che non ce l’avresti fatta!» strillò Starfire, lanciandoglisi addosso.

«Grazie della fiducia, Star» rantolò il ragazzo, troppo debole per reagire.

L’aliena lo lasciò andare e restò in piedi accanto al letto, sorridendo tra le lacrime.

«Tutto merito della nostra Rae» commentò Cyborg, passando un braccio attorno alle spalle della mezzo-demone. «È tornata in gran forma!»

La ragazza arrossì lievemente, con un sorriso imbarazzato.

«Grazie, Raven» la ringraziò Robin, mettendosi a sedere.

«Di niente» rispose lei velocemente, tirandosi su il cappuccio. Robin però allungò la mano per trattenerla.

I tre Titans rimanenti si ritirarono discretamente, Starfire con un sorriso amaro di rimpianto. Ma quello era solo il primo round, pensò.

 

«Cosa c’è?» chiese, con il suo solito tono incolore, la maga.

«Perché l’hai fatto?» domandò in risposta il ragazzo, guardandola negli occhi.

«Io…»

«Per caso ti ricordi qualcosa?» la incalzò Robin.

«No. Non l’ho fatto per questo. Io… L’ho fatto perché sentivo di doverlo fare. Tu mi hai salvato, anche se io non mi ricordavo di te. E quello che ne hai ricavato sono state delle costole rotte e due coltellate, di cui una quasi fatale» spiegò la ragazza, cercando di distogliere lo sguardo dal viso del ragazzo di fronte a lei. Niente da fare, c’era qualcosa in lui che la attirava irrimediabilmente verso i suoi occhi, coperti dalla maschera.

«Ho capito» mormorò il ragazzo, un’ombra di tristezza nello sguardo.

«Robin, io…» tentò di dire Raven, ma le parole le morirono in gola. Capiva i sentimenti del ragazzo, ma non poteva dirgli nulla.

Doveva recuperare i suoi ricordi.

«Quindi… Non ti ricordi ancora nulla?» tentò di cambiare argomento Robin, distogliendo finalmente lo sguardo.

«Purtroppo no. Spero di guarire in breve tempo. Ora che sono cosciente, i miei poteri curativi dovrebbero poter agire e ripristinare tutto quanto» spiegò la maga, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, giocherellando con un’altra.

«Ti auguro che accada al più presto» rispose il ragazzo, fissando come ipnotizzato i capelli lisci e lucidi della maga.

«Grazie» sussurrò lei, abbassando lo sguardo. «Ora vado, ti lascio riposare.»

«Non sono stanco!» protestò il ragazzo.

«Sì, invece. E poi non posso monopolizzarti» disse la mezzo-demone, alzandosi dalla sedia e posando una mano su quella del leader, stringendola leggermente.

Poi uscì, lasciando solo una nuvola di borotalco e odore di medicine. Eppure Robin riuscì a sentire ancora una traccia di lavanda e menta piperita. Quello era il profumo della sua Raven.

 

«Fatto?» domandò Cyborg, vedendo la sua sorellina uscire dall’infermeria.

«Fatto. Potete entrare, dice che non è stanco» rispose lei, camminando a stento.

«A proposito di stanchezza. Vai a riposare, sei appena guarita e hai usato tutta la tua energia per curare il signorino là dentro» commentò il mezzo-robot, acchiappandola al volo prima che cadesse a terra.

«Credo che sia meglio» mormorò la ragazza, con un sorriso debole. La sua espressione si intristì un poco quando vide Starfire entrare sorridendo nella stanza.

«Ti accompagno io!» si offrì Beast Boy, a sorpresa. Sia Raven che Cyborg lo guardarono sorpresi, ma lasciarono fare. Con delicatezza, il ragazzo più alto passò la sua sorellina all’altro, che era cresciuto a sufficienza per sovrastarla.

 

«Grazie mille, Beast Boy» disse Raven, entrando nella sua stanza.

«Wow. Stai davvero male, mi hai ringraziato!» esclamò il ragazzo verde, guardandola con tanto d’occhi.

«Beast Boy…» cominciò la ragazza.

«Scherzavo. Comunque… Posso chiederti una cosa?» domandò lui, accompagnandola dentro la stanza.

«Cosa?» chiese lei, sedendosi sul letto. Mai in vita sua aveva sentito la mancanza del suo letto.

«Tu… E Robin…»

«Beast Boy, sii chiaro. Ho mal di testa e ho bisogno di riposarmi. Se non mi dici cosa vuoi tra tre secondi ti scaravento fuori dalla finestra.»

«Okay, okay. Ti piace Robin?» sputò fuori il mutante, evitando di guardarla.

«Cosa?» Gli occhi della ragazza raggiunsero la dimensione di due piattini da tè.

«Ti ho chiesto se…»

«Ho capito cosa mi hai chiesto. Non era un “cosa?” da “non ho capito”. Era un “cosa?” da “non riesco a credere a quello che hai detto”. Come ti è saltato in mente?» domandò la maga, portandosi le mani alle tempie.

«Lui l’ha presa malissimo quando sei stata ferita, lo sai?»

«Beast Boy, questo cosa c’entra con…»

Venne interrotta dalle labbra del mutante premute sulle sue.

«Anche io ci sono rimasto male» le disse il ragazzo, staccandosi da lei.

«Beast Boy…»

«Buon riposo, Rae» salutò il ragazzo, uscendo dalla stanza buia, lasciandola sola nella camera.

 

Raven si sdraiò sul letto. Rimase a fissare il soffitto per un tempo che le parve infinito: cosa stava succedendo a tutti quanti? Beast Boy… Robin… E poi lei. Non si ricordava nulla dei suoi sentimenti per Robin prima dell’incidente, ma qualcosa le diceva che il ragazzo non le era totalmente indifferente. Invece si ricordava benissimo di Beast Boy e dei suoi sentimenti.

Da quando si era unita al team aveva sempre provato interesse per quello strano ragazzo tutto verde: era divertente, anche se non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura. E poi… Aveva un certo non so che che le piaceva. Forse l’aspetto un po’ selvatico, oppure la faccia da bravo ragazzo… Le era stato vicino dopo l’incidente di Malchior e anche in altre occasioni.

Invece, Robin… Le aveva detto che loro due avevano un legame. Ma non riusciva proprio a ricordare nulla. Però doveva ammettere che le piaceva.

E adesso arrivava Beast Boy a dirle che anche lui soffriva per lei. E soprattutto, a baciarla.

Sospirò profondamente, poi si alzò dal letto e aprì l’armadio. Le serviva una doccia calda. Prese un asciugamano pulito e un paio di pantaloni della tuta, insieme ad una maglietta larga.

Si infilò nella doccia e accese l’acqua. Subito venne avvolta da una nuvola di vapore e l’acqua calda sciolse la tensione dei muscoli, che si rilassarono dandole una sensazione di benessere.

 

«Dorme?» domandò Cyborg, non appena Beast Boy entrò nella sala comune.

«L’ho lasciata sul letto, credo si stia facendo una doccia» rispose il ragazzo verde, sedendosi sul divano con una lattina di soda in mano. «Robin come sta?»

«Sta parlando con Starfire. Comunque mi sembra abbastanza in forma, se non fosse per la stanchezza che ha addosso. Credo sia comprensibile, visto quello che ha dovuto affrontare» replicò il cyborg, alzandosi da davanti al computer e raggiungendo l’amico sul divano.

Lo osservò a lungo, poi si decise a parlare: «Che ti succede B?»

«Niente» replicò l’altro, immusonito.

«Sicuro. E io sono una ballerina. Sputa il rospo.»

«Ah, ti sei dato al balletto? Non lo sapevo.»

«Quanto sei spiritoso. Aspetta, fammi il solletico, così rido. Avanti, che succede?»

«Niente.»

«Capito. C’entrano Robin e Rae, giusto?» tirò ad indovinare il ragazzo afro-americano.

«No! Ovviamente no! Come ti salta in mente!» esplose il ragazzo più giovane, alzandosi dal divano e agitando le mani, prima di tranquillizzarsi di botto. «È così ovvio?»

«Cosa? Che ti piaccia Rae, che a Rob piaccia Rae o che Rae è totalmente fuori di testa per colpa vostra?» domandò sarcastico il cyborg.

«Sei simpatico. Poi ti domandi perché non ti parlo delle cose importanti» replicò il mutante, facendo per andarsene dalla stanza.

«Eddai, B, lo sai che sto scherzando. Avanti, vieni qua e racconta» si scusò Cyborg, facendo pat-pat sul divano e facendo cenno all’amico di sedersi.

«Non c’è niente da raccontare. A me piace lei, a lui piace lei e a lei piace lui. È palese. Le mie chances con lei le ho avute e le ho sprecate miseramente per andare dietro a Terra, anche dopo che è tornata e si è dimenticata di me. Sono un idiota» esclamò tutto d’un fiato il mutaforma.

«Oh, dai, non dire così. Non lo sai ancora se a Rae piace Robin. Non ti abbattere. Certo, eri invasato di Terra e tutto quanto, ma non si può certo dire che lei sia stata chiara nel dimostrarti i suoi sentimenti. Ne hai parlato con lei?»

«Non si può proprio dire che ne abbiamo parlato. Diciamo che…»

«Beast Boy! Cosa hai fatto alla mia sorellina?» tuonò Cyborg, ergendosi in tutta la sua altezza e oscurando la luce davanti al povero mutante.

«Niente, lo giuro! Solo… Come posso dire?» tentò di difendersi il ragazzo verde, raggomitolandosi su se stesso sul divano.

«Usa pure parole tue.»

«L’hobaciata.»

«Come, scusa? Temo di non aver sentito bene.»

«Okay, okay. L’ho baciata, contento?» esplose il ragazzo, saltando su dal divano e fronteggiando il cyborg davanti a lui.

«Non proprio, no. Adesso prendi e vai a parlare con lei, prima che il mio piede finisca accidentalmente vicino ai tuoi gioielli di famiglia. Capito il concetto? Parlare» lo minacciò il mezzo-robot, indicando la porta.

Beast Boy non se lo fece ripetere due volte e corse fuori dalla stanza comune.

Cyborg si accasciò sul divano, le dita premute sugli occhi. “Non succederà nulla di buono, me lo sento” pensò sconsolato.

 

«Robin? Posso entrare?»

Mentre Cyborg e Beast Boy parlavano nella Main Ops Room, Starfire era entrata nell’infermeria per scambiare due parole con Robin.

«Vieni pure avanti, Star» le rispose la voce affaticata del leader.

L’aliena entrò e richiuse la porta con delicatezza.

«Robin, io… Potrei parlarti?»

«Lo stai facendo.»

«No, devo dirti una cosa davvero importante.»

«Dimmi» mormorò il ragazzo, rassegnato.

«Ecco, io… Credo di provare dei sentimenti piuttosto forti per te. E credo che tu te ne sia accorto. Ma credo di essere nel giusto dicendo che tu provi dei sentimenti per Raven, esatto?» bisbigliò la ragazza, evitando di guardarlo.

«Star, abbiamo già affrontato questo punto, mi pare» replicò il moro, giocherellando con le lenzuola.

«E anche allora tu non mi hai risposto. Vorrei… Vorrei una risposta, Robin.»

«Starfire… Io…»

«O sì o no, Robin.»

«Sì» disse a voce talmente bassa il ragazzo che l’aliena dovette sporgersi verso di lui per sentirlo.

«Allora è inutile che io continui a mettermi tra te e lei, giusto? Non avrò mai nessuna possibilità contro di lei, no?» rispose lei, con le lacrime agli occhi.

«Mi dispiace, Star. Non è una cosa che ho potuto controllare» tentò di riparare Robin, alzando lo sguardo verso di lei.

«Credo di capire il sentimento che chiamate gelosia, adesso.»

«Mi dispiace.»

«Non dirlo, Robin. Non dirlo. Credo che ora… Andrò in camera mia» lo fermò la ragazza, alzandosi in piedi ed andando verso la porta.

«Star…» tentò di fermarla il leader, allungando un braccio verso di lei.

«Ho bisogno di stare sola, Robin. Ti auguro una buona guarigione» rispose lei, aprendo la porta ed uscendo. Stava per chiuderla quando si voltò e aggiunse: «Comunque anche Beast Boy è innamorato di Raven. Credo ti interessi saperlo.»

Con questo, la ragazza uscì e scomparve dalla vista di Robin, che rimase nel letto con una faccia piuttosto sconvolta.

“Già la situazione tra me e Raven è complicata, pure Beast Boy deve aggiungersi?” si chiese disperato, abbandonandosi sui cuscini.

  
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