We are all born for love. It is the principle
of existence, and its only
end.
[Benjamin
Disraeli]
«Come
sta?» chiese Starfire, entrando nell’infermeria
della
T-Tower, sorreggendo Raven, che camminava a fatica.
«Si
riprenderà. Il coltello ha mancato di poco il cuore e ha
colpito un polmone, ma ce la farà» rispose serio
Cyborg, controllando i
parametri vitali del loro leader, steso sul lettino, pallido come un
cencio.
Raven
si liberò dalla stretta di Starfire e si avvicinò
al
ragazzo.
«Rae…
Che vuoi fare?» domandò allarmato Cyborg,
vedendola posare
entrambe le mani sul petto insanguinato di Robin.
«Lui…
Mi ha salvato. Anche se io non ricordo nulla di lui. Quindi
ora voglio fare anche io qualcosa per ripagarlo»
spiegò con voce fioca la
ragazza, attivando poi i suoi poteri curativi. Un’aura blu
avvolse le sue mani,
per poi diffondersi anche sul torso del ragazzo.
Poco a
poco, Robin riacquistò colore in viso e il respiro si fece
meno affannoso. Le ferite cominciarono a rimarginarsi e di
lì a qualche minuto
sembrava che nulla fosse accaduto.
Il
ragazzo aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il viso
preoccupato di Raven. Poteva quasi giurare che avesse gli occhi lucidi.
«R-Raven…»
gracchiò il leader, cercando di sollevarsi.
«Io
sto bene. Stai giù. Sei ancora debole» gli disse
lei,
passandosi un braccio davanti agli occhi.
«Ha
ragione lei, amico. Te la sei vista davvero brutta» si
intromise Cyborg, comparendo all’improvviso dietro alle
spalle della ragazza.
«Ci
hai fatto morire di paura, amico. Non è stato per nulla
divertente!» esclamò Beast Boy, agitando le
braccia.
«Oh,
Robin! Pensavo che non ce l’avresti fatta!»
strillò Starfire,
lanciandoglisi addosso.
«Grazie
della fiducia, Star» rantolò il ragazzo, troppo
debole per
reagire.
L’aliena
lo lasciò andare e restò in piedi accanto al
letto,
sorridendo tra le lacrime.
«Tutto
merito della nostra Rae» commentò Cyborg, passando
un
braccio attorno alle spalle della mezzo-demone. «È
tornata in gran forma!»
La
ragazza arrossì lievemente, con un sorriso imbarazzato.
«Grazie,
Raven» la ringraziò Robin, mettendosi a sedere.
«Di
niente» rispose lei velocemente, tirandosi su il cappuccio.
Robin però allungò la mano per trattenerla.
I tre
Titans rimanenti si ritirarono discretamente, Starfire con
un sorriso amaro di rimpianto. Ma quello era solo il primo round,
pensò.
«Cosa
c’è?» chiese, con il suo solito tono
incolore, la maga.
«Perché
l’hai fatto?» domandò in risposta il
ragazzo, guardandola
negli occhi.
«Io…»
«Per
caso ti ricordi qualcosa?» la incalzò Robin.
«No.
Non l’ho fatto per questo. Io… L’ho
fatto perché sentivo di
doverlo fare. Tu mi hai salvato, anche se io non mi ricordavo di te. E
quello
che ne hai ricavato sono state delle costole rotte e due coltellate, di
cui una
quasi fatale» spiegò la ragazza, cercando di
distogliere lo sguardo dal viso
del ragazzo di fronte a lei. Niente da fare, c’era qualcosa
in lui che la
attirava irrimediabilmente verso i suoi occhi, coperti dalla maschera.
«Ho
capito» mormorò il ragazzo, un’ombra di
tristezza nello
sguardo.
«Robin,
io…» tentò di dire Raven, ma le parole
le morirono in
gola. Capiva i sentimenti del ragazzo, ma non poteva dirgli nulla.
Doveva
recuperare
i suoi ricordi.
«Quindi…
Non ti ricordi ancora nulla?» tentò di cambiare
argomento
Robin, distogliendo finalmente lo sguardo.
«Purtroppo
no. Spero di guarire in breve tempo. Ora che sono
cosciente, i miei poteri curativi dovrebbero poter agire e ripristinare
tutto
quanto» spiegò la maga, portandosi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio,
giocherellando con un’altra.
«Ti
auguro che accada al più presto» rispose il
ragazzo, fissando
come ipnotizzato i capelli lisci e lucidi della maga.
«Grazie» sussurrò lei, abbassando lo sguardo. «Ora vado, ti lascio riposare.»
«Non sono stanco!» protestò il ragazzo.
«Sì,
invece. E poi non posso monopolizzarti» disse la
mezzo-demone, alzandosi dalla sedia e posando una mano su quella del
leader,
stringendola leggermente.
Poi
uscì, lasciando solo una nuvola di borotalco e odore di
medicine. Eppure Robin riuscì a sentire ancora una traccia
di lavanda e menta
piperita. Quello era il profumo della sua
Raven.
«Fatto?»
domandò Cyborg, vedendo la sua sorellina uscire
dall’infermeria.
«Fatto.
Potete entrare, dice che non è stanco» rispose
lei,
camminando a stento.
«A
proposito di stanchezza. Vai a riposare, sei appena guarita e
hai usato tutta la tua energia per curare il signorino là
dentro» commentò il
mezzo-robot, acchiappandola al volo prima che cadesse a terra.
«Credo
che sia meglio» mormorò la ragazza, con un sorriso
debole. La
sua espressione si intristì un poco quando vide Starfire
entrare sorridendo
nella stanza.
«Ti
accompagno io!» si offrì Beast Boy, a sorpresa.
Sia Raven che
Cyborg lo guardarono sorpresi, ma lasciarono fare. Con delicatezza, il
ragazzo
più alto passò la sua sorellina
all’altro, che era cresciuto a sufficienza per
sovrastarla.
«Grazie
mille, Beast Boy» disse Raven, entrando nella sua stanza.
«Wow.
Stai davvero male, mi hai ringraziato!» esclamò il
ragazzo
verde, guardandola con tanto d’occhi.
«Beast
Boy…» cominciò la ragazza.
«Scherzavo.
Comunque… Posso chiederti una cosa?»
domandò lui,
accompagnandola dentro la stanza.
«Cosa?»
chiese lei, sedendosi sul letto. Mai in vita sua aveva
sentito la mancanza del suo letto.
«Tu…
E Robin…»
«Beast
Boy, sii chiaro. Ho mal di testa e ho bisogno di riposarmi.
Se non mi dici cosa vuoi tra tre secondi ti scaravento fuori dalla
finestra.»
«Okay,
okay. Ti piace Robin?» sputò fuori il mutante,
evitando di
guardarla.
«Cosa?»
Gli occhi della ragazza raggiunsero la dimensione di due
piattini da tè.
«Ti
ho chiesto se…»
«Ho
capito cosa mi hai chiesto. Non era un “cosa?” da
“non ho
capito”. Era un “cosa?” da “non
riesco a credere a quello che hai detto”. Come ti
è saltato in mente?» domandò la maga,
portandosi le mani alle tempie.
«Lui
l’ha presa malissimo quando sei stata ferita, lo
sai?»
«Beast
Boy, questo cosa c’entra con…»
Venne
interrotta dalle labbra del mutante premute sulle sue.
«Anche
io ci sono rimasto male» le disse il ragazzo, staccandosi
da lei.
«Beast
Boy…»
«Buon
riposo, Rae» salutò il ragazzo, uscendo dalla
stanza buia,
lasciandola sola nella camera.
Raven si sdraiò sul letto. Rimase a fissare il soffitto per un tempo che le parve infinito: cosa stava succedendo a tutti quanti? Beast Boy… Robin… E poi lei. Non si ricordava nulla dei suoi sentimenti per Robin prima dell’incidente, ma qualcosa le diceva che il ragazzo non le era totalmente indifferente. Invece si ricordava benissimo di Beast Boy e dei suoi sentimenti.
Da quando si era unita al team aveva sempre provato interesse per quello strano ragazzo tutto verde: era divertente, anche se non l’avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura. E poi… Aveva un certo non so che che le piaceva. Forse l’aspetto un po’ selvatico, oppure la faccia da bravo ragazzo… Le era stato vicino dopo l’incidente di Malchior e anche in altre occasioni.
Invece, Robin… Le aveva detto che loro due avevano un legame. Ma non riusciva proprio a ricordare nulla. Però doveva ammettere che le piaceva.
E adesso arrivava Beast Boy a dirle che anche lui soffriva per lei. E soprattutto, a baciarla.
Sospirò profondamente, poi si alzò dal letto e aprì l’armadio. Le serviva una doccia calda. Prese un asciugamano pulito e un paio di pantaloni della tuta, insieme ad una maglietta larga.
Si infilò nella doccia e accese l’acqua. Subito venne avvolta da una nuvola di vapore e l’acqua calda sciolse la tensione dei muscoli, che si rilassarono dandole una sensazione di benessere.
«Dorme?»
domandò Cyborg, non appena Beast Boy entrò nella
sala
comune.
«L’ho
lasciata sul letto, credo si stia facendo una doccia»
rispose il ragazzo verde, sedendosi sul divano con una lattina di soda
in mano.
«Robin come sta?»
«Sta
parlando con Starfire. Comunque mi sembra abbastanza in
forma, se non fosse per la stanchezza che ha addosso. Credo sia
comprensibile,
visto quello che ha dovuto affrontare» replicò il
cyborg, alzandosi da davanti
al computer e raggiungendo l’amico sul divano.
Lo
osservò a lungo, poi si decise a parlare: «Che ti
succede B?»
«Niente»
replicò l’altro, immusonito.
«Sicuro.
E io sono una ballerina. Sputa il rospo.»
«Ah,
ti sei dato al balletto? Non lo sapevo.»
«Quanto
sei spiritoso. Aspetta, fammi il solletico, così rido.
Avanti,
che succede?»
«Niente.»
«Capito.
C’entrano Robin e Rae, giusto?» tirò ad
indovinare il
ragazzo afro-americano.
«No!
Ovviamente no! Come ti salta in mente!» esplose il ragazzo
più giovane, alzandosi dal divano e agitando le mani, prima
di tranquillizzarsi
di botto. «È così ovvio?»
«Cosa?
Che ti piaccia Rae, che a Rob piaccia Rae o che Rae è
totalmente fuori di testa per colpa vostra?»
domandò sarcastico il cyborg.
«Sei
simpatico. Poi ti domandi perché non ti parlo delle cose
importanti» replicò il mutante, facendo per
andarsene dalla stanza.
«Eddai,
B, lo sai che sto scherzando. Avanti, vieni qua e racconta»
si scusò Cyborg, facendo pat-pat sul divano e facendo cenno
all’amico di
sedersi.
«Non
c’è niente da raccontare. A me piace lei, a lui
piace lei e a
lei piace lui. È palese. Le mie chances con lei le ho avute
e le ho sprecate
miseramente per andare dietro a Terra, anche dopo che è
tornata e si è
dimenticata di me. Sono un idiota» esclamò tutto
d’un fiato il mutaforma.
«Oh,
dai, non dire così. Non lo sai ancora se a Rae piace Robin.
Non
ti abbattere. Certo, eri invasato di Terra e tutto quanto, ma non si
può certo
dire che lei sia stata chiara nel dimostrarti i suoi sentimenti. Ne hai
parlato
con lei?»
«Non
si può proprio dire che ne abbiamo parlato. Diciamo
che…»
«Beast
Boy! Cosa hai fatto alla mia sorellina?» tuonò
Cyborg,
ergendosi in tutta la sua altezza e oscurando la luce davanti al povero
mutante.
«Niente,
lo giuro! Solo… Come posso dire?» tentò
di difendersi il
ragazzo verde, raggomitolandosi su se stesso sul divano.
«Usa
pure parole tue.»
«L’hobaciata.»
«Come,
scusa? Temo di non aver sentito bene.»
«Okay,
okay. L’ho baciata, contento?» esplose il ragazzo,
saltando
su dal divano e fronteggiando il cyborg davanti a lui.
«Non
proprio, no. Adesso prendi e vai a parlare con lei, prima che
il mio piede finisca accidentalmente vicino ai tuoi gioielli di
famiglia. Capito
il concetto? Parlare» lo minacciò il mezzo-robot,
indicando la porta.
Beast
Boy non se lo fece ripetere due volte e corse fuori dalla
stanza comune.
Cyborg
si accasciò sul divano, le dita premute sugli occhi.
“Non
succederà nulla di buono, me lo sento”
pensò sconsolato.
«Robin?
Posso entrare?»
Mentre
Cyborg e Beast Boy parlavano nella Main Ops Room, Starfire
era entrata nell’infermeria per scambiare due parole con
Robin.
«Vieni
pure avanti, Star» le rispose la voce affaticata del
leader.
L’aliena
entrò e richiuse la porta con delicatezza.
«Robin,
io… Potrei parlarti?»
«Lo
stai facendo.»
«No,
devo dirti una cosa davvero importante.»
«Dimmi»
mormorò il ragazzo, rassegnato.
«Ecco,
io… Credo di provare dei sentimenti piuttosto forti per te.
E credo che tu te ne sia accorto. Ma credo di essere nel giusto dicendo
che tu
provi dei sentimenti per Raven, esatto?» bisbigliò
la ragazza, evitando di
guardarlo.
«Star,
abbiamo già affrontato questo punto, mi pare»
replicò il
moro, giocherellando con le lenzuola.
«E
anche allora tu non mi hai risposto. Vorrei… Vorrei una
risposta, Robin.»
«Starfire…
Io…»
«O
sì o no, Robin.»
«Sì»
disse a voce talmente bassa il ragazzo che l’aliena dovette
sporgersi verso di lui per sentirlo.
«Allora
è inutile che io continui a mettermi tra te e lei, giusto?
Non avrò mai nessuna possibilità contro di lei,
no?» rispose lei, con le
lacrime agli occhi.
«Mi
dispiace, Star. Non è una cosa che ho potuto
controllare»
tentò di riparare Robin, alzando lo sguardo verso di lei.
«Credo
di capire il sentimento che chiamate gelosia, adesso.»
«Mi
dispiace.»
«Non
dirlo, Robin. Non dirlo. Credo che ora… Andrò in
camera mia»
lo fermò la ragazza, alzandosi in piedi ed andando verso la
porta.
«Star…»
tentò di fermarla il leader, allungando un braccio verso
di lei.
«Ho
bisogno di stare sola, Robin. Ti auguro una buona guarigione»
rispose lei, aprendo la porta ed uscendo. Stava per chiuderla quando si
voltò e
aggiunse: «Comunque anche Beast Boy è innamorato
di Raven. Credo ti interessi
saperlo.»
Con
questo, la ragazza uscì e scomparve dalla vista di Robin,
che
rimase nel letto con una faccia piuttosto sconvolta.
“Già la situazione tra me e Raven è complicata, pure Beast Boy deve aggiungersi?” si chiese disperato, abbandonandosi sui cuscini.