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Autore: Secret Whispers    01/06/2013    2 recensioni
Questa fanfiction è la prima classificata del contest Tre cuori ed un pannolino organizzato dal Secret Whispers GDR Forum.
"Cosa succederebbe se in casa Rainey da un giorno all'altro sbucasse un bambino? Beh non è così difficile da immaginare in realtà. Povero bambino. Sigh."
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La fiction che segue si è classificata prima al contest "Tre cuori ed un pannolino" indetto dal Secret Whispers nel mese di Maggio 2013.
L'autrice, ~Velvet, ha acconsentito che la sua opera fosse esposta su questa pagina.


.Titolo: Jamie lo spaventa Demoni
.Autore: ~Velvet
.Fandom: Milo x Neal
.Personaggi: Milo, Neal, Rainey, Jamie
.Avvertimenti: è più demenziale che altro <.<
.Rating: giallo
.Genere: yaoi
.Breve introduzione: Cosa succederebbe se in casa Rainey da un giorno all'altro sbucasse un bambino? Beh non è così difficile da immaginare in realtà. Povero bambino. Sigh.
.N.d.A(facoltativo): spoiler sulla role, seppur non eccessivi


 

C'era Rudy. Quando Neal passava a trovare Milo ormai aveva preso il vizio di lasciare il cane al piano terra, insieme al portiere, solo che solitamente lo avvertiva per tempo. Aveva le chiavi ma era pur sempre casa sua e stavolta non aveva ricevuto nemmeno un messaggio. Non ci riflettè troppo a lungo nel prendere l'ascensore. Poco male.
Probabilmente non ci aveva pensato, non che avesse molta importanza, l'importante è che fosse..
 
«...e.. questo..?» Quando il biondo rientrò a casa quel giorno tutto si aspettava tranne che quello. Quello.
Non avrebbe mai pensato che l'istinto materno di Neal potesse spingersi così oltre, nè che il ragazzo fosse così pazzo da portare in casa sua un poppante.
Se l'era trovato a sgambettare proprio davanti alla porta, con in bocca una delle sue preziosissime bambole, ed ora Milo teneva l'uno in una mano e l'altra - povera piccola - al sicuro nella sacca a tracolla. Neal era di spalle, alle prese con la cena del bebè, probabilmente, visto l'odore di pappine che c'era nell'aria e solo in quel momento Milo si rese conto che non l'avrebbe potuto sentire. Borbottare non aveva senso ma continuò lo stesso.
«Non è possibile.» Commentò sbattendo con un piede la porta alle spalle, mentre il moccioso iniziò a mugolare ed agitarsi un pò. Probabilmente essere tenuto per il colletto del maglioncino non doveva essere granchè piacevole.
«Rainey?!» Il biondo alzò leggermente la voce, chiamando il peluche di casa - o per meglio dire il demone di casa - con un tono affatto rassicurante.
«Io non c'entro niente stavolta, giuro!» Lui si affrettò a precisare la cosa, comparendo magicamente sul divano, rivolto verso il ragazzo, col suo solito sorrisetto da coniglio ebete. Il moccioso intanto stava piagnucolando e facendo dei versetti che al padrone di casa davano seriamente la nausea. Ma seriamente. Un bambino. In casa sua. Con i suoi giocattoli.
«Respira Milo.. respira.. Facciamo training autogeno?» Milo ignorò bellamente Rainey e le sue battute e fece fare un voletto non indifferente al bambino abbandonandolo sul divano con ben poca cura. Probabilmente fu un errore visto l'urlo titanico che si alzò dalla cucina in quel momento - da infarto proprio. «MILO! MA COSA FAI! NON E' UN GIOCATTOLO!»
Da che l'aveva visto alle prese con i fornelli, si ritrovò Neal addosso nemmeno fosse stato mosso da chissà quale potenza invisibile, e venne spinto un paio di metri più in là un pò dal suo istinto materno, e un pò dal suo braccio munito di mestolo impiastricciato. Aveva persino il grembiule da comare...
«...» Milo reagì con una smorfia stranita ed un espressione decisamente spiazzata, prima di andare a guardare il 'cucciolo' che fra i cuscini, più che piangere stava ridacchiando. Probabilmente il volo sul divano gli era piaciuto, ma ciò non sembrava rassicurare affatto Mamma Neal. Dio.
«..Stai bene Jamie? Quel brutto non capisce nulla, tieni questo e fai il bravo che tra poco arriva la pappa.» Milo non aprì bocca, o per meglio dire, l'aprì ma senza dire una sola parola. Era piuttosto perplesso da tutta la situazione in se, ma la cosa più esilerante in quel momento era un'altra. Ciò che Neal aveva dato al bambino per giocare era un coniglio. Era Rainey.
«... no.» Il lamento del coniglio arrivò praticamente subito nella sua testa. Il biondo non sapeva se mettersi a ridere o preoccuparsi. Un bambino non poteva avere abbastanza forza da staccare la testa al suo 'pupazzo preferito' quindi optò per ridacchiare tra se e se e lasciare il povero Rainey alle cure del moccioso.
 «Milo.. non vorrai lasciar..»
«Beh, hai un compagno di giochi ora no? Al massimo puoi volatiz..»
Sembrava volesse dire altro, ma si interruppe nell'istante stesso in cui Neal si voltò verso di lui, a dire il vero con aria piuttosto feroce. Milo fece mezzo passo indietro, alzando di nuovo un sopracciglio. Osservò attentamente il mestolo prima di vedere la mammina voltarsi sui tacchi e tornare ai fornelli. Scese con gli occhi a guardargli il culo, ma era più deformazione 'professionale' che voglia vera e propria.
«..ok. Ok. Calma.» Inspirò a fondo. Si tolse di dosso la sacca e la lasciò sul tavolino, stesso fece col cappello e la giacca. In tutto ciò non aveva mai tolto gli occhi dal bambino, nè dal caro Rainey che stava stranamente in silenzio, inondando piuttosto la zona di una negatività che sentiva persino lo stesso Milo - lui che col demone viveva ormai da anni. La scena era divertente, ma in quel momento di ridere non aveva troppa voglia. Cosa diavolo ci faceva quel moccioso lì?
 
Raggiunse Neal di lì a breve e gli si affiancò per entrare nel suo campo visivo. Il ragazzo sembrò ignorarlo inizialmente, ma dopo un pò si decise a fermarsi dal lavorare pentolini e pappine e lo guardò. «..non pensi di dovermi qualche spiegazione..?»
Neal sembrò temporeggiare un pò, ma la cosa non lo stupì più di tanto.
«..non posso tenerlo a casa. Ci ho provato, ma piange di continuo e fa troppo casino.. quindi..»
«.. Quindi cosa?» Neal si zittì di nuovo e sembrò valutare con una certa cautela le parole da usare. Milo sembrava calmissimo, ma non era difficile capire che non lo fosse per niente.
«..Solo fino a domani. Il capo è stato trattenuto in una trasferta, e nessuno può tenergli il bambino. Sua madre non c'è questa settimana, aveva già preso impegni e Jam..» Milo lo interruppe di nuovo, ma stavolta in modo più diretto. Alzò una mano e gliel'appoggiò sulle labbra per farlo stare zitto.
«Le tue solite stronzate da crocerossina.»
Gli tolse la mano dalle labbra solo dopo qualche momento, mentre il piccolo singhiozzava e sbavava sopra un Rainey che stava seriamente appesantendo l'ambiente. Non era strano il bambino non avesse più voglia di ridere.
«Devi essere proprio disperato se porti un bambino in casa di un maniaco/omicida con poteri strani eh.» Sbuffò con un tono ironico che Neal non avrebbe sentito, prima di voltarsi a guardare il pupetto, usando appunto i suoi poteri telecinetici sul coniglio. Glielo strappò letteralmente di mano e lo portò in mano propria afferrandolo con poca cura.
«Lo sono.. ti prego Milo, non so davvero dove andare o a chi chiedere.. me ne occupo io..»
«Oh si, lo vedo. » Tornò a guardarlo. «Ha già trasformato una delle mie bambole ottocentesche in un goblin, il pavimento sembra un campo di battaglia e questa puzza di pappine e pannolini non se ne andrà dal divano per mesi. Te ne stai occupando alla grande, mammina.»
Arricciò le labbra in un sorriso di scherno, e fece un passo indietro scuotendo il capo in sua direzione, come a fargli intendere che la sua risposta era un ovvio No. Neal si chiuse un pò nelle spalle e restò a fissarlo anche quando Milo gli diede il fianco per dirigersi verso le scale e iniziare a salirle. Solo in quel momento il moretto sbottò.
«Sesso no stop per una settimana, e patatine e cheesecake ogni sera.» Milo frenò sulle scale. Nonostante il bambino stesse piangendo aveva sentito benissimo. Temporeggiò.
«Anche orale.» Oh. «E giuro che non ti fermo. Puoi.. andare avanti quanto vuoi.»
Quando voleva Neal sapeva essere convincente.
Milo tornò sui suoi passi, affacciandosi dalle scale per guardarlo.
Sembrava pensieroso. «E basta?»
Neal rispose subito. «..e puoi legarmi.»
Molto convincente.
 
***
 
Erano le quattro di notte. Il moccioso piangeva di continuo, e quello che si svegliava di continuo era Milo, non certo Neal. Aveva capito cosa intendeva quando diceva che non poteva tenerlo a casa, probabilmente la notte precedente suo fratello aveva fatto il diavolo a quattro con quel mostro per casa, per non parlare della reazione del cane. Il biondo si rigirò nel letto, e si piantò il cuscino per l'ennesima volta contro le orecchie, quasi invidiando Neal per non poter subire quella tortura. L'aveva già fatto alzare cinque volte a suon di calci, ma quell'affarino continuava a svegliarsi.
«Neal..» Mugolò nervoso, dandogli l'ennesimo calcio per spingerlo giu dal letto e farlo svegliare. Il ragazzo mezzo intontito aprì gli occhi e si voltò a guardarlo, agguantando subito la situazione ed alzandosi evidentemente controvoglia. Fare la mamma a quanto pare non era più tanto divertente nemmeno per lui. Che diavolo era quella puzza adesso?
 
***
 
Nonostante Milo fosse abituato a passare le notti in bianco, non era abituato a dormire poco quando ci provava. Quella mattina era nervosissimo. Neal era collassato a dormire dopo aver preparato qualche pappina al moccioso ed era beato sul divano, davanti ad una tv che trasmetteva immagini di cartoni animati disgustosamente colorati. E dire che generalmente al biondo piacevano le cose colorate. Sì. Generalmente.
Il bambino stava giocando con uno dei conigli, seppur non Rainey - nascosto sull'armadio e immolato contro il muro per non farsi vedere nemmeno per sbaglio - e continuava a sbatterlo per terra ed a gattonare fino a Milo per attirare la sua attenzione. Il biondo dal canto suo lo stava ignorando da ore, preferendo di gran lunga divorare la cheesecake che Neal gli aveva preparato la sera prima e distrarsi con giochi stupidi al pc di cucina. Non riusciva a fare altro, aveva la testa intasata ed era una cosa fastidiosissima per chi lavora con i numeri.
«Mio... mi..» Mugolò il moccioso, continuando a battere la manina contro il piede di Milo. Una tattica che non aveva riscontri. Fu forse per quello che alla fin fine Jamie si ingegnò ed usò i dentini, con un morso all'alluce che ottenne ottimi risultati. «MA..!» Milo si tirò indietro e per poco non cadde dallo sgabello, prima di rendersi conto che era stato effettivamente il moccioso. Era schizzato già di suo per il litro di caffè che si era scolato ci mancava il bebè molesto.
«..» Restò a fissare Jamie per un pò, osservandolo ridere felice e agitare il pupazzo come un ossesso, ora che finalmente Milo lo stava guardando. Il biondo lanciò un'occhiata verso Neal, prima di decidersi a scendere dallo sgabello ed abbassarsi sulle ginocchia per fronteggiare il moccioso.
«.. sei uscito da una “mostrovagina” tu. Fai paura persino ai demoni.»
Allungò la mano a prendere il peluche, e lo tirò su, con il risultato che il bambino più che lasciare il giocattolo si allungò con le braccine restando appeso tipo salame, e fissando un pò il pupazzo e un pò Milo con espressione piuttosto perplessa. Faceva quasi ridere quell'innocenza.
«..quanto sei brutto.» Commentò fra se e se, prima di abbozzare un sorriso e restituirgli il peluche, prendendo entrambi in braccio. Jamie sembrò piuttosto felice della cosa, e fu ben felice anche di sedersi sulle ginocchia di Milo quando questo tornò sullo sgabello. «Vediamo.. vediamo..» Guardò tutte le schifezze che c'erano sul ripiano e prese gli avanzi delle patatine della sera prima, inzuppandone una col ketchup.
«Altro che verdure e pappine. Ora ti insegno io ad essere un vero uomo. E mangiare da uomo.» Infilò in bocca al moccioso la patatina e quello si leccò le labbra dopo un attimo di turbamento, prima di iniziare a mangiucchiarla e ammorbidirla con i pochi dentini che si ritrovava, passando poi alla seconda, alla terza e così via..
Dormi Neal, dormi.
 
E Neal dormì. Dormì per circa tre ore.
Tre ore in cui ormai Milo aveva svezzato il bambino a modo suo, bambino che al momento stava finalmente dormendo, con il coniglio che stava usando come coperta - ormai sacrificato per giusta causa. La cosa di cui Neal si stupì però non fu tanto quella, quando si svegliò, quanto il fatto che anche Milo stesse dormendo. Erano tutti e due sul letto, al piano di sopra, appoggiati ai cuscini. Milo stava tenendo ancora in braccio il piccoletto e seppur la mano fosse ricaduta leggermente verso il lenzuolo era chiara quale fosse la posizione iniziale dei due.
«..magari sto ancora sognando..» Accennò Neal fra se e se, prima di sorridere e scuotere la testa. Finì di salire i gradini avvicinandosi ai due. Non se la sentiva affatto di svegliarli. Non aveva mai visto Milo in una condizione tanto tenera e la cosa lo faceva stare stranamente bene, gli metteva addosso un bel pò di buon umore. Chissà se un giorno avrebbe mai rivisto una scena simile.
 
Abbassò un pò gli occhi sul piccolo, e tornò a guardare il biondo prima di avvicinarsi a loro, con l'intenzione di volerli coprire e far stare al caldo entrambi. Raccolse la coperta e fece per appoggiarla sul piccolo quando si rese conto dell'odore. Birra. Un tanfo di birra talmente forte da..
«..» Si rese conto in fretta che quasi tutto il completino del piccolo era ricoperto di birra, e che Jamie puzzava terribilmente di quella roba da sembrare un alcolizzato. «.. oddio!»
Il ragazzo prese in fretta il bambino e lo tirò su cercando di svegliarlo. Quello si dimostrò un pò intontito ma si svegliò, con un ruttino dall'odore inconfondibile di birra. C'era pure un retrogusto di ketchup. Neal sgranò gli occhi e fu lui stavolta a tirare un calcio contro la gamba di Milo, che sobbalzò e per il risveglio improvviso andò a sbattere la nuca contro il muro. «.. AH..»
Neal infierì tirandogli un altro calcio, prima di correre al piano inferiore con il bambino.
«Ma che cazzo ti salta in testa? Quanta birra gli hai dato?! Ma sei scemo??!»
Milo blaterò qualcosa tra se e se massaggiandosi la testa, e recuperò a caso un cappellino abbandonato lì sul letto per infilarselo alla meglio d'istinto - nemmeno volese proteggersi da altri colpi improvvisi - a modo suo.
«.. mestruato del cazzo..» Mugolò mettendosi dritto prima di raddrizzare la schiena e valutare brevemente la situazione. Dopo una manciata di secondi decise che la soluzione migliore era una, ed una soltanto. Dormire.
Si sfilò le scarpe, tirò su la coperta e si infilò sotto dando le spalle alla stanza intera per coprirsi fino al naso, vestito e con cappello. C'erano i borbottii di Neal ma con quelli riusciva anche a dormire, a differenza del pianto del moccioso. Ma il piccolo Jamie era troppo intasato dai singhiozzi per riuscire a piangere. L'aveva detto lui che la birra era la soluzione a tutto. A tutto.
 
***
 
Quella sera dopo aver mangiato la sua pappa, il bambino crollò quasi subito. Neal aveva fatto giusto in tempo a cambiargli il pannolino, e poi l'aveva visto letteralmente collassare dal sonno, tanto che si era un pò preoccupato. Ma stava solo dormendo. Era riuscito a togliere bene o male quella puzza di birra, gli aveva fatto un bagnetto, cambiato i vestiti e Jamie sembrava come nuovo, a parte quei singhiozzi che di tanto in tanto gli alzavano il petto. Lo infilò nel suo lettino/trasportino, gli diede un pupazzo pulito e lo coprì per bene, prima di salire al piano di sopra in silenzio. Milo stava ancora dormendo, e non fu strano trovarlo lì, sotto le coperte girato di spalle. Neal sospirò pesantemente, prima di voltarsi un attimo verso il bambino, e decidere di avvicinarsi all'amico - o qualsiasi cosa fosse. Ripensò in quel momento alla scena tenera di quel pomeriggio e sorrise mentre gli toglieva piano il cappello e gli passava una mano brevemente fra i capelli, osservandolo dormire. Milo dischiuse un pò gli occhi e lo guardò, ma si rannicchiò subito dopo su se stesso, come un bambino. Neal sorrise di nuovo e si abbassò arrivandogli all'orecchio con un sussurro leggerissimo.
«..papà degenere..» Calibrò bene il fiato per non esagerare con la voce, e fu qualcosa di così leggero che a Milo vennero quasi i brividi. Il biondo sorrise a sua volta, ed inspirò a fondo, prima di alzare un pò la coperta con un braccio per invitarlo ad entrare sotto con lui. Neal si tolse le ciabatte e rispose all'invito senza dire niente, limitandosi solo ad accostarsi alle sue spalle e stargli addosso. Così, in silenzio. Finalmente. Il giorno dopo Jamie sarebbe tornato dal papà, lui avrebbe dovuto dare quanto promesso a Milo e sarebbero tornati alla solita vita di scambi e ricatti. Ma quell'esperienza non l'avrebbe davvero mai dimenticata.
Era stato come sognare un pò. Solo un pò.
  
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