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Autore: Little D    01/06/2013    5 recensioni
Continuo di "Belive in me", vede come protagonisti sempre Joe e Daphne.
Dopo la morte di Chelsea e la partenza di Joe, Daphne ha continuato la sua vita per 7 anni.
Ma in un giorno tutto cambierà e dovrà lottare di nuovo per riappropriarsi della sua vita, dei suoi sogni e della sua felicità.
Joe: "hai solo paura che io voglia stare assieme a te!"
Daphne: "per quale motivo dovrei averne?"
Joe: "perché sai che lo vorresti anche tu"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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13- Not sex, just love


 

Il sole quella mattina non si decideva ad uscire, le nuvole nere lo sovrastavano.
Daphne si svegliò sbadigliando, si sentiva stranamente rilassata, nonostante il motel poco ospitale, forse era la presenza di Joe, si girò a guardarlo, dormiva ancora beatamente, gli si avvicinò e cominciò a dargli dei piccoli baci sulla spalla sino ad arrivare al collo
"mmm come mi piace questo risveglio" mugugnò lui, la ragazza sorrise e continuò con i baci
"a me piaci tu" gli sussurrò, Joe sorrise con gli occhi ancora chiusi
"davvero?"
"si" replicò lei
"sono tre notti che dormi qui"
"anche tu" il ragazzo finalmente aprì gli occhi e si girò a guardare la giovane cameriera
"non voglio lasciarti"
"e io non voglio che tu mi lasci"
"cosa hai intenzione di fare?" Daphne corrugò la fronte, sapeva benissimo a cosa si stava riferendo
"non lo so, è quasi una settimana che manco da casa e Benjamin non mi ha cercata, speravo in una sua mossa"
"quindi vuoi restare a vivere qui sino a quando non si farà vivo?"
"non ho detto questo, solo dammi tempo per pensare"
"va bene" Joe si passò una mano tra i capelli "hai il turno al mattino?"
"no, oggi vado dai bambini a scuola, al pomeriggio sono all'hotel, ci vediamo lì?"
"certo, ma rientro tardi, ho parecchi impegni oggi"
"devo ancora fare i conti con la tua vita da rockstar" rise lei scendendo dal letto.

Dopo giorni di assenza, Daphne poté tornare dai suoi amati bambini, non vedeva l'ora di sentire le loro risate e anche i loro capricci. Entrò nella classe e salutò i pochi bambini già presenti, tirò fuori alcuni giocattoli per tenerli impegnati e poi si sedette alla scrivania. Vide entrare Gabriel, accompagnato da sua madre
"ciao peste" lo salutò scherzando, ma quel giorno c'era qualcosa di diverso, quel bimbo non aveva il suo solito sorriso furbetto stampato in faccia, sembrava parecchio turbato e aveva una grossa crosta sul labbro

"buongiorno Daphne, sei tornata" sorrise la donna cubana sistemandosi i grossi occhiali da sole sulla faccia
"ciao Giada, ma cosa è successo a Gabriel?"
"oh nulla, sai come sono i bambini no?"
"si fa male troppo spesso secondo me"
"lo controllerò meglio, devo andare a lavorare" la donna dai capelli color pece si dileguò di fretta
"Gabriel, tesoro, vieni qui" il bambino si avvicinò titubante "hai ancora quel livido sul fianco"
"n-no, non fa più male" rispose scuotendo la testa e torturandosi le piccole manine
"hai altri lividi?" il bambino non rispose, cominciò a grattarsi la testa nervosamente "puoi dirmelo, non ti faccio niente" lo incoraggiò Daphne accarezzandogli la guancia, Gabriel si alzò la maglietta e scoprì di nuovo il fianco e lasciò visibile un livido più grosso, che aveva preso il posto di quello vecchio, la maestra rimase sconvolta da quella visione "come te lo sei fatto?" chiese, ma questa volta il piccolo non aveva proprio intenzione di rispondere.

I piccoli bimbi erano andati tutti via, Daphne prese la sua borsa e cominciò a camminare verso la scuola di Katlyn, non appena arrivò si mise ad aspettare nel piccolo cortile, sino a quando vide uscire i primi alunni, tra la folla scorse sua sorella avvicinarsi assieme ad altre due bambine, le salutò sorridendo e poi corse da lei
"ciao Daphne!"
"ciao cucciola, com'è andata?"
"bene, oggi la maestra mi ha fatto i complimenti per un compito" ammise orgogliosa la più piccola
"oh ma davvero, brava!" le diede un bacio sulla testa e poi la prese per mano per tornare a casa.
"vuoi salire a casa?"
"no Kat, devo scappare a lavoro, ti telefono questa sera, va bene?"
"mmh ok, ma sei arrabbiata con papà?"
"no piccola, sono di fretta, tutto qui, ora vai su che poi papà si preoccupa" l'abbracciò e la salutò, poi si avviò verso la metropolitana, il sorriso le comparve al solo pensiero che avrebbe visto Joe a breve
"Daphne, Daphne!" un urlo la raggiunse, si voltò e vide Katlyn correre verso di lei, con il viso pieno di lacrime
"Katlyn che cosa succede?" la bambina tentò di calmare i singhiozzi e spiegare la situazione
"la porta era aperta e papà è steso a terra!" farfugliò spaventata
"non capisco, calmati"
"papà non risponde, è a terra e ha tanto sangue in faccia" Daphne, presa dal panico, afferrò la sorellina per mano e cominciò a correre, non appena arrivò nell'appartamento video William steso in cucina, sembrava svenuto, aveva il labbro spaccato, un taglio sulla guancia e altre piccole ferite sul volto. Immediatamente la ragazza prese il cellulare e chiamò i soccorsi.

Joe spalancò la porta del reparto d'ospedale, vide Daphne e le andò incontro, era in piedi, appoggiata al muro e lo sguardo perso nel vuoto
"Daphne scusa, ho fatto il più in fretta possibile" le prese la mano e la guardò "come sta?"
"sta bene, hanno dovuto operarlo al braccio, per il resto sono solo piccole contusioni" spiegò a voce piatta
"ma com'è successo?"
"non lo sappiamo ancora, sembra che qualcuno lo abbia picchiato, forse un ladro che tentava di rubare qualcosa"
"ora è cosciente?"
"no, dovrebbe svegliarsi tra poco"
"Kat?"
"l'ho mandata al bar assieme a Ginny, lei sta bene, era a scuola"
"mi dispiace, sul serio" Joe prese la ragazza tra le sue braccia, ma lei oppose resistenza all'abbraccio, alzò lo sguardo e lo guardò per un secondo, per poi rifugiarsi sulle scale antincendio. Il ragazzo la seguì
"so che sei sconvolta..."
"oh no Joe, io sono più che sconvolta" ribatté lei con tono acido
"ma che ti prende?"
"niente, mio padre è stato aggredito e tu dov'eri? Ti ho chiamato mille volte, ma arrivi solo ora! Ero spaventata e avevo bisogno di te!"
"hai ragione, mi dispiace, ma ora sono qui"

"potevi mollare l'intervista o qualsiasi altra cosa tu stessi facendo!" urlò guardandolo
"Daphne avevo un impegno, sono venuto appena possibile, non posso essere sempre disponibile"
"e per quelli che ti chiamano ad ogni ora del giorno lo sei però"
"ero con la mia famiglia al cimitero, a trovare Destiny!!" un urlo che fece raggelare l'atmosfera tra i due "oggi sono 12 anni che è morta" continuò con voce più calma, Daphne lo guardò senza proferire parola, si sentiva ferita, ma allo stesso tempo una completa idiota, provò ad avvicinarsi a lui
"mi...mi dispiace, non sapevo..."
"lascia perdere, fammi sapere poi se tuo padre si riprenderà" il ragazzo rientrò nell'ospedale sbattendo la porta d'emergenza e se ne andò via. La mora ritornò al reparto dov'era ricoverato suo padre
"Daphne, vieni qui, ci sono novità su tuo padre!" le urlò Ginny, lei la raggiunse velocemente
"lei è la figlia?" le chiese il medico
"sono io, come sta?"
"si riprenderà presto, non ha riportato grosse ferite e l'operazione al braccio è andata bene, ma dovrà rimanere in osservazione per qualche giorno"
"posso vederlo?"
"sì, si sta svegliando in questo momento"
"voglio vederlo anche io!" mugugnò Katlyn
"sarebbe meglio se per oggi lo vedesse solo una persona" disse l'uomo con il camice bianco, Daphne si abbassò a livello della sorellina e le prese le mani
"Kat, ora papà sta poco bene, è tanto stanco, entro solo per vedere come sta, poi lo lascerò riposare, domani potrai parlargli, va bene?"
"ok, però digli che gli voglio tanto bene"
"lo farò" le schioccò un bacio sulla guancia e poi si alzò per entrare nella piccola stanza d'ospedale, dove suo padre riposava sul lettino, gli si avvicinò e si sedette sul bordo del letto
"papà" sussurrò accarezzandogli la mano, l'uomo aprì lentamente gli occhi e guardò la ragazza accanto a se
"ehi Daphne"
"come stai?"
"mi sento un po' stordito, ma sto bene"
"il medico dice che ti riprenderai presto, ma cosa è successo?" Will le prese la mano e tentò di alzarsi leggermente con il busto
"sei tu che devi spiegarmi"
"non capisco"
"sono entrati due uomini in casa, hanno cominciato a farmi domande su di te, volevano sapere dove fossi, se ti avevo vista, io ho detto che non avevo tue notizie da parecchi giorni, ma non soddisfatti della risposta hanno cominciato con le prime botte e beh, il resto lo sai, quindi mi vuoi dire cosa sta succedendo?" la ragazza collegò tutto in meno di un secondo, sapeva com'erano andate le cose e un grosso nodo si impossessò del suo stomaco
"beh ecco...io e Ben abbiamo litigato"
"perché?"
"ho passato una notte fuori casa senza dirgli nulla e lui si è arrabbiato, mi ha spinto e..."
"ti ha fatto qualcosa?" chiese William stringendo la mano della figlia
"sto bene, non ha propriamente alzato le mani, ma sono tre giorni che non torno a casa"
"e dove dormi?"
"meno sai, meglio è, volevo proprio evitare che voi foste coinvolti"
"beh a quanto pare sono stato tirato in mezzo comunque, pensa se a casa ci fosse stata Kat!" alzò la voce
"lo so, mi dispiace! Non credevo arrivasse a tanto e soprattutto che mandasse qualcuno a fare il lavoro sporco" disse lei alzandosi in piedi e sospirando
pesantemente

"devi trovare una soluzione, quello non è un uomo, è uno stronzo schifoso"
"lo so, voglio far finire tutto, voglio pensare ad una soluzione"
"non voglio che Kat torni in quella casa"
"la farò stare da Mercedes, lì sarà al sicuro"
non metterla in pericolo”
ti saluta e mi ha detto di dirti che ti vuole tanto bene”.
Dopo aver parlato, Daphne uscì dalla piccola stanza e andò da Ginny
"ehi sei pallida, tuo padre sta bene?" chiese la collega
"sì, è tutto ok"
"allora?"
"è stato Ben ad aggredirlo" sussurrò per non farsi sentire da Katlyn, seduta poco più lontano
"oddio, ti cercava?"
"sì, adesso devo per forza fare qualcosa, porta Katlyn da Mercedes, lì non avrà da preoccuparsi, io ora devo passare in albergo a parlare con il signor Smith, ho saltato un turno e non ho avvisato"
"certo, la porto subito, Joe dov'è andato?"
"abbiamo avuto una discussione, dovrò parlare anche con lui".

Dopo aver salutato la sorellina, la giovane cameriera cominciò a camminare per dirigersi al Carlton-Ritz Hotel, la sera si stava avvicinando e le nuvole nere che sovrastavano New York contribuivano a rendere più cupa l'atmosfera, l'aria gelida faceva rabbrividire tutti i cittadini, compresa Daphne, che si strinse nel suo cappotto, poi prese il cellulare dalla borsa e compose il numero
"pensavo di trovarti, ma sarai sicuramente in giro a pensare a te stessa, non so il motivo per il quale ti sto chiamando, volevo farti sapere che Will è in ospedale, sta bene, ma resterà lì per qualche giorno, ho sistemato Kat e io beh...forse avrei bisogno di te, ma non pretendo che tu ti precipiti qui, avere il padre delle proprie figlie in ospedale non è un buon motivo, anzi sai cosa? Dimentica questo messaggio, ciao mamma" ripose il telefono in borsa ed osservò il mastodontico hotel che le si presentava davanti. Entrò dalla porta di servizio, fece un saluto veloce a Cliff e si diresse verso l'ufficio del direttore, bussò
"avanti"
"signor Smith?" entrò timidamente

"signora Moore, venga"
"buonasera, volevo solo scusarmi del fatto di aver saltato un turno, non sono riuscita a farmi sostituire, mio padre è stato ricoverato in ospedale all'improvviso ed è successo tutto di fretta"
"mi dispiace, non lo sapevo, sta bene?" l'uomo di mezza età posò la penna con cui stava scrivendo e concentrò la sua attenzione sulla sua dipendente
"ehm sì, sembra sia stato aggredito in casa, ma non è grave"
"senta per questa volta lascerò correre vista la situazione, ma la prossima volta cerchi di trovare una sostituta"
"certo, le chiedo ancora scusa"
"vada a casa, resti con suo marito e si calmi" Daphne annuì ed uscì dalla stanza, avrebbe tanto voluto stare con suo marito, se solo ne avesse avuto uno.

Prese l'ascensore e salì all'ultimo piano, percorse il corridoio fermando l'attenzione sul ragazzo che le stava venendo incontro, fece fatica a riconoscerlo
"Nick? Nick Jonas!" esclamò facendolo fermare, il ricciolo la osservò con un sorriso enorme sulla faccia
"Daphne! Joe mi aveva detto che eri da queste parti!" l'abbracciò tenendola stretta
"e io non sapevo fossi qui, in realtà non mi ha proprio detto niente di te"
"sempre il solito” rise lui

che fine hai fatto?”
beh, adesso frequento la Columbia, medicina, ho intenzione di diventare un pediatra” spiegò con un mezzo sorriso sulle labbra e le mani in tasca
pediatra? Wow non ti avrei mai immaginato in quelle vesti”
neanche io ad essere sincero, ma almeno ci provo”
senti, uno di questi giorni puoi passare qui?” la ragazza prese un foglietto e segnò l'indirizzo, poi lo porse a Nicholas
ehm certo, però poi mi spieghi, ora sono un po' di fretta, ma domani se vieni a pranzo da noi potremo parlare"
"che pranzo?"
"Joe non ti ha detto niente?"
"veramente...no"
"ah, ha detto che avrebbe portato una persona, ho pensato fossi tu, se vai da lui te lo chiederà sicuramente, a quanto ne so non credo frequenti qualcuno, a proposito, so che ti sei sposata"
"vedo che Joe ti ha detto tante cose di me"
"non molto, solo che ora sei sposata con un certo Ben, anche se mio fratello non l'ha presa tanto bene"
"ah no?"
"non dovrei dirtelo, ma quando mi ha parlato del tuo matrimonio beh, era fuori di se, credo solo che abbia difficoltà a lasciarsi il passato alle spalle"
"non preoccuparti, non gli dirò nulla, ho saputo che oggi siete stati a trovare vostra sorella"
"sì, questo periodo è sempre strano per noi, soprattutto per Joe, ma questa volta sembra più sereno, forse è merito del nuovo CD"
"probabilmente" sorrise
"ora vado, spero di vederti domani, anche ai miei farebbe piacere, ciao Daphny" lo salutò con un abbraccio e dopo di che tornò di fronte alla suite 314, era nervosa, bussò e Joe la fece entrare
"allora, hai notizie di tuo padre?"
"sta bene, uscirà tra qualche giorno" rispose chiudendo la porta
"bene, sono contento" ribatté lui seccato
"e so anche cosa è successo, è stato Ben, mi cercava"
"Benjamin lo ha ridotto così?"
"no, in realtà ha chiesto a due omoni di farlo"
"cosa? Ha superato il limite! Volevi una sua mossa? Bene ora ce l'hai, risolviamo la cosa, tu non ci torni più lì, Kat dov'è?" chiese preoccupato
"sta bene, starà da Mercedes per un po'"
"bene, io andrò a parlare con Benjamin e tu resterai qui!" Joe era su tutte le furie, non riusciva a stare fermo, era stanco di questa storia
"Joe, ascoltami un attimo" lo interruppe Daphne prendendogli le mani "andrò io a parlare con Ben"
"No! È troppo pericoloso"
"è mio marito, è il mio problema, mio padre è stato coinvolto senza che c'entrasse niente, non voglio che accada anche con te"
"e cosa dovrei fare? Starmene qui con le mani in mano?"
"no, voglio solo tirarti fuori da questa storia, smettiamo di vederci, non voglio che ti succeda qualcosa, finiamola qui, qualsiasi cosa sia" Joe le lasciò le mani e si allontanò guardandola, passandosi le mani fra i capelli
"non di nuovo, per favore"
"cosa?"
"tu non hai paura che io venga coinvolto, tu hai solamente paura che io voglia stare insieme a te!"
“per quale motivo dovrei averne?"
"perché sai che lo vorresti anche tu!" a quelle parole Daphne si sentì scoperta, come nuda ed indifesa
"no! Tu non vuoi stare con me, sei solo bravo a farmi compagnia e a farmi tradire mio marito in quello squallido motel!"
"spero tu stia scherzando, sto facendo di tutto per aiutarti e per starti accanto"
"non mi rendi partecipe di quello che fai, hai sempre da fare, io vengo sempre dopo"
"sei tu che non vuoi essere partecipe della mia nuova vita, del mio lavoro, hai sempre voluto tener tutto nascosto, ma io ti amo Daphne! Ti ho sempre amata, lo faccio da 7 anni e sopporto questo schifo di situazione solo perché sei sempre stata l'unica che sia mai riuscita a tirare fuori il meglio di me, ho bisogno di stare con te, sono felice, mi manca il tempo che passavo con te"
"provamelo" Joe la prese per la vita e la tirò a se
"fai l'amore qui con me, adesso, non è uno motel malandato, è come se fosse casa mia in questo momento" sussurrò
"io...io non so se posso" socchiuse gli occhi sfiorandogli le labbra
"so che vuoi dirlo, so quello che provi, dimostralo anche tu a me" sussurrò ancora lui passandole le labbra sul suo collo
"ti amo anche io Joe, come 7 anni fa, non ti ho mai dimenticato" in un secondo Joe la prese in braccio baciandola con tutta la passione che aveva in corpo, portandola sul letto e adagiandola sul materasso, continuò a baciarla su ogni centimetro del corpo, spogliandola lentamente, Daphne riusciva a sentire quel sentimento che cresceva sempre di più, forse era lei il problema, era lei che pensava solo alla colpa di tradire Benjamin, ma Joe l'amava e lei amava lui, doveva solo ammetterlo a se stessa e questa volta voleva dedicarsi solamente a lui.



Eccomi qui in tempo record!
Non chiedetemi come mai così presto,
avevo solo voglia di scrivere e l'ho fatto,
è uscito un c
apitolo abbastanza lungo
e questo signific
a che dovrà bastarvi per parecchio tempo,
non so qu
ando la voglia di scrivere tornerà.
Gr
azie a chi ancora mi segue, a chi recensisce, a chi legge,
a tutti quanti, senza di voi la storia non esisterebbe.
Un bacio, Debby!
   
 
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