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UN ARRIVO NON
ESATTAMENTE GLORIOSO
Sirius Black era
arrivato da
solo al binario 9 ¾ i suoi non s’erano neppure
degnati di accompagnarlo alla
stazione, il ragazzino aveva preso da solo la metropolitana Babbana
chiedendo
ogni volta informazioni e alla fine era riuscito a raggiungere tutto
intero il
binario con il baule enorme (nessun animale, i genitori non
l’avevano ritenuto
degno). Sirius era sempre stato un ragazzo particolare, la sua era una
grande
famiglia di maghi oscuri, naturalmente Purosangue, e avevano cercato di
inculcargli l’odio per i Mezzosangue e i Babbani e tutte le
malsane idee che si
tramandavano di generazione in generazione. Il piccolo Sirius
però non era mai
stato affascinato dalle arti oscure ed era fermamente convinto che
quello che
gli ripetevano in continuazione fossero solo baggianate e aveva
iniziato a
dimostrarlo fin da quando riusciva a capire,senza farsi
problemi… era un
ribelle.
Quando gli era arrivata
la
lettera da Hogwarts i genitori lo avevano fatto accompagnare a Diagon
Alley da
un elfo domestico, non si sarebbero mai scomodati per lui, in
realtà non
vedevano l’ora di buttarlo fuori di casa.
Una volta caricato il
baule
sulla retina di uno scompartimento vuoto si stese su tre dei sedili e
si
addormentò profondamente (non prima di aver attaccato fuori
un cartello “PER
FAVORE SVEGLIATEMI QUANDO STIAMO PER ARRIVARE”). Stranamente
nessuno venne a
disturbarlo a parte il Prefetto che lo scosse leggermente per
svegliarlo “Mettiti
l’uniforme, ti conviene…” lui
sbatté le palpebre un paio di volte guardandolo
con gli occhi ancora annebbiati dal sonno “Ah…
sì… forse…”
mugugnò mentre si
metteva a sedere e il Prefetto andava via. Si stiracchiò per
bene poi veloce si
sfilò i pantaloni infilando quelli della divisa e fece la
stessa cosa con la
camicia e il maglione e infine si mise il mantello giusto in tempo,
pochi
istanti prima che il treno iniziasse a rallentare. Guardò
fuori con gli occhi
neri ora vispi più che mai, all’esterno scrosciava
una pioggia incessante e
violenta, sarebbe stato davvero bello scendere dal treno! Ma il momento
era
arrivato, prese un bel respiro per calmarsi – anche se non lo
dava a vedere era
nervoso anche lui – e si buttò nel fiume di
ragazzi che si dirigevano verso le
uscite del treno alzandosi il cappuccio sulla testa.
Appena fu sceso dal
treno
sentì un vocione che li chiamava “PRIMO ANNO!!!
PRIMO ANNO VENITE QUI!!! VICINO
A ME!!” e alzando la testa si rese conto del
perché era un vocione così grosso,
un omone alto almeno il triplo di un uomo normale teneva alta una
lanterna e
gesticolava con la mano libera. In breve tempo furono tutti vicino a
lui,
bagnati fradici, e s’incamminarono seguendolo veloci, dopo
poco si trovarono
davanti ad una piccola flotta di barchette dove salirono a 4 a 4,
sfidando la
tempesta. Il lago era estremamente agitato e la traversata non fu
semplice ma
nonostante questo i ragazzi rimasero incantati
all’apparizione dell’imponente
castello che riluceva delle sue mille finestre, tentando di cogliere
con lo
sguardo ogni torretta e ogni guglia… era così
bello. Anche Sirius rimase
imbambolato a guardare, mai si sarebbe aspettato qualcosa del genere
anche se
sapeva benissimo che Hogwarts fosse molto molto grande.
Le lunghe finestre
ogivali,
molte delle quali bifore o trifore, sembravano occhi di un gigante, un
grande
rosone si apriva appena sopra il portone e splendeva della luce che lo
illuminava dall’interno. Dopo alcuni minuti arrivarono sotto
una caverna che
sembrava incanalare il vento costringendoli a tenersi forte gli uni
agli altri
in una lunga fila che faceva capo all’omone
il quale avanzava imperterrito avvolto in un cappotto di
pelliccia
inzuppato d’acqua.
Presto, per fortuna,
raggiunsero il grosso portone di quercia, il Guardiacaccia
bussò tre volte e
subito i due battenti si mossero verso l’interno aprendosi; i
ragazzini
entrarono al cenno di una strega alta e sottile con un lungo vestito
verde
smeraldo, apparentemente anziana, un’espressione severa in
viso, di quelle che
non ti verrebbe mai di contraddire.
Dopo che
l’omone fu andato
via la strega li portò in una piccola aula e mentre li
faceva schierare lungo
il muro per asciugarli almeno un po’ con la bacchetta gli si
rivolse “Tra poco
sarete accolti nella Sala Grande, verrete smistati nella vostra Casa
d’appartenenza… la vostra Casa sarà la
vostra famiglia… ogni azione meritevole
le farà guadagnare punti, mentre ogni infrazione alle regole
le farà perdere
punti. Dopo lo Smistamento avrà inizio il banchetto
d’inizio anno. Vado ad
avvertire che siete pronti, tornerò fra poco…
sistematevi per bene” la voce era
austera e tranquilla e dopo avergli tolto del tutto almeno
l’acqua di dosso la
strega uscì silenziosa.