Fanfic su artisti musicali > Union J
Segui la storia  |       
Autore: Nightshines    04/06/2013    2 recensioni
«Ricordami, anche in segreto,in un angolo del cuore. Non permettere che me ne vada per sempre.»
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ricordami, quando dimenticherai tutti.
(La maschera)


 

«Anche in segreto, in un angolo del cuore,
non permettere che me ne vada.
» 



 

« All’insegna della vita, in qualità di vita, ti dico: salvalo.
Perché è terribile il modo in cui sta gridando il tuo nome così forte da non riuscire a sentirlo nemmeno lui. Perché è disarmante la necessità che è riuscito a raggiungere di te.
Ha completamente, disperatamente bisogno di qualcosa che ti riguardi.
Il suo “vivere”  oramai, si è trasformato in un “sopravvivere” del quale, si è anche già stancato.
E non lo dà vedere, ma non lo darà mai a vedere, perché nonostante tutto, quello forte della coppia, non è mai stato lui. E’ stato tutto una prima volta, per lui, in termini di amore e la lacerazione che prova adesso non l’ha mai provata per nessuno, è nuova, non riesce a gestirla e probabilmente non imparerà mai a farlo perché, lo sai, non vuole. Ma lui non lo confesserà, oh no, non lo farà, perché ti ama troppo per poterlo fare. E’ troppo orgoglioso per poter ammettere che ha sbagliato tutto con te, per ammettere di sentirsi devastato dopo aver devastato te.
E quindi spetta (ancora e per l’ennesima volta) a te, decidere di stare male di nuovo per salvarlo, perché nessun buio potrà coprire la luce della luna, esattamente come nessun dolore potrà coprire il vostro amore.» 

 


Non vorrei, ma devo crederci. Che stia male, che debba essere salvato. Perché quella convinzione mi tiene ancora un po’ attaccata alla vita, forse è servito a qualcosa tutto quel dolore e il peso lo ha sentito più lui che io.
L’ha sentita più lui che io la mancanza della pelle dell’uno sull’altra, nemmeno lo sfiorarsi con lo sguardo, nemmeno l’essere vicini nei pensieri, negli angoli astratti della vita che continuavamo a riempire insieme, ma da soli. Il dolore, la ragione, le ferite impedivano di far trasparire qualunque spiraglio di quella che era la continuazione della nostra vita insieme, nella mente le immagini si posizionavano a piacere, seguendo i sentimenti, dove volevano, perché tanto andava tutto bene.
Avrei preferito che non avesse un cuore, si sarebbe semplificato tutto arrivato il momento di capire; di smettere di ragionare con il cuore e riabilitare il cervello ai suoi compiti oggettivi. Ovviamente, non avrei mai avuto la vita vita semplice, non mi si sarebbe mai semplificato nulla.


« C’è Mary, c’è Mary»
 
gioì il piccolo del gruppo vedendomi attraversare la soglia della porta, e seppure non avessi dolcetti in mano, si catapultò verso di me, facendo barcollare la sedia e provocando le risate degli altri. Sempre il solito. Non sarebbe cambiato, mai, per fortuna. « Hahahah giorno» al contrario di George salutai gli altri due in maniera un po’ più civile mentre con la mia inesistenze grazia mi adagiavo sul divano.
« Hhahah»            jhpuil « ouh, aiah JJ, non sei un peso piuma!»        jkgoughgbouybhgjnhòofSe prima avevo svariate file di costole simmetriche, bene, non le avevo più ormai. Ma mi voleva talmente bene, che non gli basta avermi rotto lo sterno, doveva ancora farmi alterare con la cosa che in assoluto odiavo di più: il solletico. Le sue grandi e morbide dita iniziarono a farmi contorcere dalle risate, e dal dolore, perché ero anche decisamente delicata e intanto qualche goccia si lasciava partire dai miei occhi per andarsi ad addormentare sulle guancie. « Basta, ti prego»  tra una risata e l’altra uscirono queste tre parole snaturate dalla mia bocca, che come al solito JJ non prese minimamente in considerazione. La mia posizione era alquanto ambigua, iniziavo a tirare calci ogni volta che qualcuno mi sfiorava la pancia solleticandola e in quel momento non so quanti calci si prese. Gli sta bene, in fondo. A lui, e a George che ogni tanto s’intrometteva senza sapere nemmeno lui cosa fare; ma una cosa la faceva e anche bene, dare fastidio. La loro espressione era divertita, mentre mi guardavano ridere come una scema, quasi fosse una cosa normale; diciamo che io non la pensavo allo stesso modo.
L’ambiente in quella stanza era tutt’altro che tranquillo, le risate e le suppliche rivolte a JJ non cessavano, lui gridava, George era euforico e Jaymi si limitava ad alzare il volume della musica a livelli stratosferici cimentandosi nell’azzeccare i testi delle nuove canzoni lanciandomi ogni tanto qualche sguardo di finta compassione; se qualcuno riposava, l’avremmo di sicuro svegliato.  Non sarei dovuta più entrare in quella casa, ogni volta facevamo un chiasso straordinariamente proporzionato alla nostra stupidità, il che non era poco, ma quei ragazzi erano l’unica ragione per la quale il mio sole riprese a sorgere tutte le mattine e fino a che  avremmo avuto la nostra amicizia, la certezza che il sole sorge si stabilì nuovamente in me.


« Lei odia il solletico, smettila»  forse anche Josh stava riposando e noi l’avevamo svegliato, o forse, aveva solo trovato il coraggio di ricordarsi che quando si avvicinava lui per farmi il solletico, iniziavo a scappare e diventavo una bambina, che si calmava solo con qualche bacio una volta che riusciva a prendermi. Ma non avrebbe mai voluto che qualcun altro provasse a rioccupare il suo posto, non avrebbe lasciato che qualcuno si riprendesse le libertà delle cose che faceva lui, perché quello era lui, e quella ero io.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Union J / Vai alla pagina dell'autore: Nightshines