Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: CUCCIOLA_83    21/12/2007    3 recensioni
[...] La piccola Elizabeth guardò fuori dal finestrino, osservò la città che da lassù le sembrò così piccola, in quel momento si ricordò del pacchetto che Spencer le aveva dato, lo aprì e dentro una scatola bianca emerse una copia di “Orgoglio e pregiudizio”, lo aprì e vi trovò una dedica “alla mia Lizzy nella speranza che si ricordi sempre di me. A presto, tuo S.R. o Mr. Darcy”. Elizabeth guardò ancora fuori dal finestrino, «un giorno tornerò» sussurrò. [...]
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Visto che sono una persona buona, (se certo come no) ho deciso di pubblicare un capitolo anche oggi, così da lasciarvi per tutte le feste in sospeso. Vi prego non fatemi male! Prometto che mi farò perdonare con il regalo di Natale che vi ho preparato.

Buona lettura, ci vediamo in fondo al capitolo come sempre


ps: se è venuto così cattivo sappiate che è colpa di Nonna Minerva ;;)







Quando arrivò a casa trovò Lizzy intenta a lavorare sul suo pc portatile, le si avvicinò e si sedette anche lui sul divano,

«mi dispiace per la cena» si scusò,

«non ti preoccupare, ce ne saranno altre» rispose la ragazza,

«a cosa lavori?» chiese lui,

«niente di particolare, uno dei miei racconti» disse Lizzy,

«li scrivi in italiano. Per leggerle in anteprima l’ho persino imparato» disse ridendo Spencer,

«sì, mi ricordo. Sbaglio o stai cercando di sviare il discorso sul tuo lavoro? Sapevi che lo stavo per chiedere» disse Lizzy, senza distogliere lo sguardo dal monitor,

«senti, domani ti andrebbe di venire in ufficio con me?» chiese, infine Reid,

«come mai? Pensavo non fosse permesso durante delle indagini» affermò stupita per la richiesta,

«sì, ma credo che si possa uno strappo alle regole» si affrettò a dire,

«Spencer Reid, lo fai per tenermi sotto controllo? T’informo che sono perfettamente in grado di badare a me stessa. Dovresti saperlo che non amo sentirmi in trappola» lo informò,

«lo so benissimo. È solo che..non voglio che ti succeda qualcosa» disse Reid,

«io lo apprezzo ma non voglio essere segregata in casa o nel tuo ufficio» disse guardandosi in giro,

«ti prego, vieni con me domani» le disse al limite della supplica,

«ok, verrò per qualche ora. Scusami, sono stanca. Me ne vado dormire. Buonanotte» disse gelida, alzandosi e andando in camera sua, sbattendo la porta.

Rimasto solo, Spencer, vagò per la casa, aprì il frigorifero e vi trovò parecchi contenitori con del cibo mai toccato. Lo richiuse, ormai non aveva più fame, quindi, andò anche lui in camera .

La mattina seguente si ritrovarono in cucina, entrambi avevano l’aria di non aver dormito molto, ma nessuno dei due emise una sola sillaba fino al momento della partenza,

«pronta?» chiese Reid,

«ho altra scelta?» chiese a sua volta lei, Spencer non rispose e fissò la porta, «andiamo» disse ancora Lizzy.

Arrivati in ufficio, Lizzy si guardo in giro,

«ciao Elizabeth, è bello rivederti» disse JJ andando verso di loro,

«ciao JJ. Avrei preferito rivedervi in altre circostanza» disse lanciando un’occhiataccia a Spencer, per poi andare a salutare gli altri,

«ma che le hai fatto?»chiese JJ,

«niente, sto solo cercando di proteggerla da quel pazzo che gira là fuori» rispose Spencer,

«segregandola qui? Pessima idea Spence» commentò,

«perché siete tutte fissate con la parola “segregazione”?» chiese Reid,

«dovrai escogitare qualcosa di molto, molto, sorprendente per farti perdonare» disse la ragazza allontanandosi,

«ma per cosa?» le chiese ancora ma non ottenne risposta.

Nel frattempo Lizzy si era sistemata in una scrivania vuota, e non rivolse più la parola a Spencer per tutto il resto della giornata.

Tutta la squadra si dava da fare in torno a lei, Derek ed Emily erano alla ricerca di testimoni, JJ passò buona parte del tempo al telefono per cercare di limitare la fuga di notizie, Hotch e Reid, invece, erano in sala riunioni, al piano di sopra, ad osservare delle lavagne trasparenti su cui erano state appese molte fotografie. Lizzy li osservò per parecchi minuti,

«sono interessanti?» chiese una voce alle sue spalle, la ragazza si voltò e si trovò davanti a Jason Gideon, in persona. Lizzy schizzò in piedi, come se fosse stata sorpresa da un professore a copiare il compito di un compagno,

«mi scusi, non volevo. È solo che, sembrate tutti così impegnati» rispose,

«sì, è così. Hai scoperto qualcosa?» le chiese facendola riaccomodare sulla sedia,

«in che senso» chiese confusa,

«li hai osservati a lungo. Cosa ne pensi di loro?» le chiese, Lizzy ci pensò per qualche istante,

«vediamo, Derek è molto brillante e persuasivo, sia al telefono che di persona. Infonde molta sicurezza, e questo gli permette di ricevere “confidenze” dai famigliari o dai testimoni. Emily è molto distaccata, anche osservando le foto dei delitti, ma conosce il suo lavoro e ci sa fare con la gente. JJ, è abilissima a trattare con i media, ha molto autocontrollo e non si scompone mai nemmeno davanti al giornalista più invadente, e oggi al telefono ne deve aver sentiti parecchi, non so davvero come faccia. Hotchner è il classico capo, si sobbarca di tutte le responsabilità, è severo ma ha un grande cuore» disse Lizzy continuando a guardasi in torno,

«acute osservazioni. E di Reid cosa mi dici?» chiese ancora Gideon

«beh lui lo conosco da tantissimi anni. Sembra fragile, ma nasconde una grande forza, basti pensare a tutto quello che ha passato nella sua vita, tra la madre e tutto il resto. Spesso sembra insensibile e privo di tatto, ma è solo perché non si sente a suo agio con le persone, probabilmente perché in molti lo prendono per un fenomeno da baraccone o per un’enciclopedia vivente. È un ragazzo dolce» disse guardando verso la sala riunioni, Gideon sorrise,

«proprio così, ma hai dimenticato di dire che è anche molto iperprotettivo» disse allontanandosi.

Lizzy, affacciata alla finestra guardò il sole scendere dietro ai palazzi,

«tutto bene?» le chiese Emily,

«sì, voglio direi, a parte il sentirmi in gabbia. Stavo pensando di tornare a Las Vegas» rispose, continuando a guardare fuori,

«di già? Reid ci resterà male» affermò la donna,

«dici davvero? Io non credo. Mi sembra di essere solo d’intralcio alla sua vita. Non è più abituato ad avermi in torno. Tanto vale che me ne vada. Come amici andiamo più d’accordo a chilometri di distanza. Se trovo un posto in aereo me ne andrò domani, così non si dovrà più preoccupare di me» disse tornando alla scrivania.

Spencer guardò fuori da una delle finestre della sala riunioni che guardavano verso il resto dell’ufficio,

«qualcosa non va?» chiese Hotch

«no, niente. Se ne vuole andare, l’ho capito da come si comporta» rispose, abbattuto, «ma forse è meglio così. A Las Vegas sarà più al sicuro» continuò

«ne sei davvero sicuro?» chiese l’uomo, Reid annuì, «io ne dubito, almeno che lì non viva in una palla di gomma antiproiettile» disse ancora Hotch,

«cosa vuoi dire?» chiese Reid confuso,

«non puoi controllare quello che fanno ogni secondo della loro vita» rispose,

«ma ci posso provare» affermo. Hotchner, vista la determinazione del ragazzo non trovò altro da dirgli, e continuò a lavorare.

Poco dopo qualcuno bussò alla porta,

«scusate il disturbo. Spencer, vado a casa» disse Lizzy, voltandosi per uscire, e lasciarli lavorare, il ragazzo guardò Hotch il quale annuì, infondo anche lui non voleva che la ragazza girasse da sola di notte,

«ti accompagno» disse Reid, seguendola fuori,

«non ti preoccupare. Qui avete molto da fare e io conosco la strada» rispose la ragazza,

«lo so. Ma ti accompagno lo stesso» insisté il ragazzo,

«fa come ti pare» rispose gelida, «a presto ragazzi» disse ancora congedandosi dal resto della squadra.

Appena sparirono dietro le porte dell’ascensore i membri della squadra si guardarono, sconcertati,

«questa volta Reid l’ha combinata grossa, lei sembra un tipetto deciso» commentò Derek,

«sono certa che si risolverà» disse Emily,

«speriamo, vi ricordate com’erano carini l’altra sera?» chiese JJ, tutti gli altri annuirono.

Sul taxi che li riportava a casa nessuno dei due parlo, fino a quando,

«dovevi rimanere lì, hanno bisogno di te» disse Lizzy,

«anche.. tu» disse Spencer, Lizzy fece un mezzo sorriso,

«sono anni che me la cavo da sola» rispose, infine.

Arrivati davanti al palazzo dove si trovava l’appartamento di Reid, Lizzy si fermò improvvisamente,

«parto domani pomeriggio. Torno a Las Vegas» disse con voce piatta,

«lo immaginavo. La prossima volta verrò io da te» disse lui, un sorriso amaro le si dipinse in volto,

«già, ci avrei scommesso. Ok, sono arrivata. Ora puoi tornare al tuo lavoro, io preparerò le valige» disse voltandosi per entrare,

«no, aspetta cosa volevi…» Reid non riuscì a finire la frase, perché cadde a terra, al suo posto, Lizzy, trovò una figura vestita di nero con i capelli lunghi e scuri

«oddio Spencer!» urlò inginocchiandosi vicino al ragazzo,

«ferma!» disse la figura strattonandola, e portandola via con sé,

«no! Lasciami!» urlò ancora Lizzy, «Spencer!!», continuò ad urlare.

Reid, non riuscì a fermarlo, intontito com’era dal colpo ricevuto e poco dopo perse i sensi.







Eccomi!Non fatemi Male! Ricordavi che mi volete tanto bene, e che ho un regalo di Natale per voi. E poi se mi fate male come faccio ad aggiornare questa FF?

Ok da bravi, posate i bastoni... così, ecco. Ok allora vi do appuntamento al 23 Dicembre per il regalo.

tao tao!

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: CUCCIOLA_83