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Autore: Pandora86    04/06/2013    6 recensioni
Spoiler quinta stagione.
Artù e Merlino. Il re e il mago. Due facce della stessa medaglia.
Due anime legate da un filo indissolubile che finisce, inevitabilmente, per spezzarsi in ogni tempo e in ogni luogo.
Ma forse, era finalmente giunto il tempo in cui le due facce della medaglia avrebbero potuto riunirsi, portando a termine il proprio destino.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Nel futuro
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Ecco a voi il nuovo capitolo.
Grazie per le bellissime recensioni e a chi continua a inserire la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Ovviamente, grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
Ci vediamo a fine capitolo per le note.
Per adesso, buona lettura!
 

Capitolo 5. Seconda Tappa: L’arrivo di Merlino a Camelot
 

I tre Guardiani camminavano veloci per i corridoi del Palazzo.

I loro mantelli svolazzavano, dando loro un’aria imponente e regale.

Tutti, al loro passaggio, si scansavano.

In quei giorni, i sentimenti verso i tre Guardiani erano mutati.

Coloro che si aspettavano il loro fallimento, li osservavano basiti.

I Saggi erano stati presi in contropiede; chi mai poteva prevedere che tre ragazzini, del tutto inesperti, avrebbero avuto il coraggio di mutare in modo simile gli eventi?

Come se ciò non bastasse, le loro decisioni, oltre a essere piuttosto originali, si erano anche rivelate, fino a quel momento, esatte.

Le loro analisi sui personaggi di Camelot si erano rivelate giuste; i tre ragazzini avevano mosso le fila della storia di Camelot facendo sì che l’uomo innescasse una reazione a catena, rendendo quindi inutile il loro intervento.

La Prima Tappa aveva suscitato lo sconcerto generale; chi mai avrebbe potuto pensare di rendere Igraine sterile?

Eppure, non solo tutti i personaggi erano nati, ma adesso stavano per arrivare alla Seconda Tappa senza alcuna difficoltà.

Il pensiero dei Saggi era solo uno; possibile che nonostante la loro età millenaria e la loro esperienza, avessero sbagliato i loro calcoli su quei tre?

L’ombra del sospetto serpeggiava tra loro, che però avevano ancora una consolazione; la storia era ancora lunga.

Quanto quei tre sarebbero durati con le loro stramberie?

Invece, la grande maggioranza dei Guardiani che non faceva parte del complotto, li guardava ammirati.

I Saggi avevano riposto la fiducia nelle persone giuste, questo era il loro pensiero.

Certo, la guerra che avevano innescato faceva pensare ma tutti i Guardiani sapevano che non c’è una storia senza guerra.

I tre entrarono velocemente in una stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

“Non ne posso più di sentirmi così osservato!” esordì Lenn sedendosi su una poltrona.

Le stanze di Gabriel erano diventate il loro rifugio, nonché base di tutti i loro piani machiavellici.

Inoltre, oltre a essere gli appartamenti più grandi erano anche i più forniti considerando la quantità di scartoffie riposta in ogni angolo della stanza.

Il Guardiano, dal canto suo, sembrava aver preso bene l’invasione degli altri due nei suoi appartamenti privati.

Di solito, non amava chiunque entrasse in quelle stanze; tutti a palazzo sapevano quanto fosse riservato.

Eccetto la sorella, che faceva come le pareva, gli altri se ne tenevano alla larga.

Forse ci considera pezzi del mobilio, pensò Lenn con un sorriso.

“Abbiamo preso tutti in contropiede. Anche se molti di loro, comunque, ci guardano ammirati” rifletté Merlìha.

“Ciò non ha importanza!” li interruppe Gabriel. “Ora dobbiamo prepararci per la seconda Tappa” esclamò, facendo svolazzare teatralmente il suo mantello.

“Per quando è previsto l’arrivo del ragazzo a Camelot?” domandò Lenn.

“Giorni fa sua madre ha scritto la lettera a Gaius. Essendosi messo in viaggio poco dopo, conto che arrivi tra qualche ora!” rispose Gabriel sicuro.

“Parli in tempi umani?” domandò Lenn.

“Parlo anche in tempi dei Guardiani, Lenn” gli chiarì l’altro.

“Quando un uomo si avvicina a una Tappa, o in altri casi particolari, è necessario rendere il nostro scorrimento temporale uguale. Così, riusciamo a essere più precisi nelle nostre osservazioni”.

“Per questo molti Guardiani scelgono di vivere gran parte del tempo nel secolo che guidano” gli diede ragione Merlìha.

“Nel nostro caso, invece, non è opportuno. Abbiamo bisogno di continue consultazioni dei nostri testi. E poi, sarebbe stato inutile passare vent’anni a Camelot!”concluse Gabriel.

“Anche se non l’escudo per il futuro!” aggiunse poi, dopo essere stato qualche istante sovrappensiero.

“Il Mago, essendo così giovane, sarà la nostra variabile impazzita” gli diede corda Lenn.

“Sono sicuro che ci sorprenderà in molte occasioni” aggiunse pensieroso.

“Dobbiamo stare sempre all’erta” convenne Gabriel. “Siamo ancora all’inizio e oserei dire che qui comincia il difficile” terminò riflessivo.

“Comunque, dobbiamo andare a parlare con la creatura magica, se il Mago sta per arrivare” intervenne Merlìha.

“Ci andremo solo dopo il suo arrivo, sorella” la corresse Gabriel.

“Allora possiamo riposarci per qualche ora!” esultò Merlìha stendendosi sul divano, con le braccia incrociate dietro la testa.

“Nessun riposo, sorella!” la riprese Gabriel. “Dobbiamo studiare cosa dire esattamente alla creatura e non possiamo sbagliare” terminò severo.

“Uffa! Sei uno schiavista!” lo riprese guardandolo storto.

Il Guardiano non rispose, riservandole però la sua occhiata truce migliore.

“Ha ragione, Merlìha” intervenne Lenn. “Quello che la creatura dirà sarà la profezia del futuro e deciderà del cammino del giovane Mago”.

“Non dimentichiamoci, infatti, che sarà il Drago a guidarlo con le profezie. A lui abbiamo concesso la conoscenza dei tanti futuri possibili. O, se preferite, delle tante storie che già sono avvenute e che dobbiamo evitare che si ripetano”aggiunse Gabriel.

“Proprio per questo è rimasto nelle segrete del castello” aggiunse Lenn. “Aspetta il Mago da vent’anni. Lui sarà il punto cardine nella storia che stiamo guidando” concluse sorridendo.

Gabriel annuì dandogli ragione; non dimenticava che era stata sua l’idea del Drago.

Un’idea che poteva rivelarsi vincente se avessero giocato bene le loro carte.

Molti uomini percorrevano la propria strada senza sapere cosa sarebbe avvenuto nel corso della vita e i Guardiani, per fare sì che portassero a termine il proprio cammino, dovevano intervenire in molti modi.

Loro invece avevano scelto di usare una creatura magica come intermediario per il loro mondo.

Avevano dato, vent’anni prima in tempi umani, a questa creatura la conoscenza.

Una conoscenza che andava oltre le profezie.

Avevano illustrato a essa tutti i passati falliti. L’avevano istruita su cosa fare e la creatura aveva accettato di buon grado.

Per coloro che andavano a guidare tempi con esseri mitologici, questo era sempre un vantaggio.

Le creature magiche erano molto simili a loro per l’essenza, essendo parte di uno degli elementi fondamentali del mondo.

Percepivano subito la loro potenza, capendo immediatamente chi si trovava loro dinanzi e sentendosi onorate per essere state scelte.

I Draghi poi, con la loro saggezza millenaria, sapevano perfettamente chi fossero i Guardiani.

Se all’uomo doveva essere preclusa la loro conoscenza, per i Draghi era tutto un altro discorso.

Erano saggi e la loro intelligenza, nonché conoscenza, superava quella umana.

Kilgharrah aveva accettato di buon grado di portare a termine il suo compito.

Lui, come tutti quelli della sua specie, aveva un’ampia visione del mondo, molto più ampia rispetto a quella così ristretta dell’uomo.

Sapeva che c’era in ballo molto di più di una semplice morte o di una piccola guerra.

Piccola, se paragonata al caos che il Mago, fuori controllo, avrebbe potuto creare.

L’equilibrio del mondo, era questo che c’era in ballo.

Il Drago lo aveva capito immediatamente accettando di fare tutto quanto fosse in suo potere per evitare ciò.
Avrebbe istruito lui il Mago, facendo sì che portasse a compimento la sua storia insieme a quella del futuro re.
 

***
 

Un ragazzo dall’aria semplice camminava sereno.

Il suo bagaglio era tutto sulle sue spalle.

Umile d’origine ma con una perspicacia molto sviluppata.

Troppo sviluppata per il piccolo villaggio in cui era nato.

Proprio per questo sua madre aveva deciso di mandarlo a Camelot.

Per questo, e anche per il suo dono fuori dal comune.

Perché il ragazzo era un mago.

Un grande mago, anche se questo ancora non lo sapeva.

A Camelot, sua madre gli aveva detto che avrebbe trovato un uomo, di nome Gaius, che si sarebbe preso cura di lui.

Era strano che sua madre lo mandasse proprio nel posto più pericoloso per uno con i suoi poteri.

Tuttavia, sembrava aver molta fiducia nell’uomo che lo avrebbe accolto, per cui non si era fatto domande.

Il suo villaggio gli era sempre sembrato troppo stretto e aveva accolto di buon grado il cambiamento.

Eccola, Camelot; riusciva a vederla in lontananza.

Il ragazzo si fermò ad ammirare con un sorriso quella che sarebbe stata la sua nuova casa.

Sì, Camelot era magnifica anche vista da lontano.

Si sarebbe trovato bene.

Questo pensava accelerando il passo.

Passò accanto a tre figure senza notarle.

Non avrebbe potuto farlo, in realtà.

“Finalmente è arrivato” parlò la più alta delle tre in tono solenne.

“Comincia l’avventura!” sorrise quella che aveva le fattezze di una ragazza.

“Buona fortuna giovane Mago!” aggiunse l’ultima con sguardo serio.

La storia stava per prendere forma.
 

***
 

La folla si era radunata di fronte al palazzo del re.

L’ilarità e l’allegria regnavano tra la gente.

Il motivo di tanto buon umore era semplice; gran parte della gente di Camelot, che fossero uomini, donne o bambini, erano impegnati nel loro divertimento preferito: il lancio della frutta e degli ortaggi.

Solo un ragazzo sembrava non condividere l’allegria comune e il perché era presto detto; si trattava del povero malcapitato bloccato alla gogna.

Tre figure erano mescolate tra la gente e osservavano la scena basiti.

O meglio, due di loro osservavano mentre la terza era piegata in due dalle risate.

Non potevano essere visti e una di loro in particolare avrebbe anche preferito non vedere.

Gabriel, Merlìha e Lenn assistevano sbalorditi allo spettacolo.

Il Mago più potente di tutti i tempi e di tutte le dimensioni impegnato alla… gogna!

“Che il cielo ci aiuti” disse Lenn con un sospiro osservando ora Merlìha che non riusciva a smettere di ridere, ora Gabriel che guardava il tutto con un cipiglio scuro.

Se possibile, era ancora più bianco del solito. Gli occhi erano ridotti a due fessure e le labbra avevano assunto una linea dura.

Lenn temette che fosse troppo scioccato per parlare.

“Per l’amor del cielo, sorella, controllati!” sbottò severo.

“Non posso farci niente” riuscì a dire Merlìha tra le risate. “È troppo divertente!”.

“Diventeremo gli zimbelli del Palazzo” parlò Gabriel duro.

“Dai” cercò di consolarlo Lenn. “Mica potevamo prevedere che finisse così. Non siamo stati noi a
mandarlo alla gogna” disse non potendo però trattenere un sorriso.

“Il suo incontro con Artù passerà alla storia!” intervenne Merlìha ancora piegata in due dalle risate.

Il fratello le riservò un’occhiataccia.

“Come ha potuto essere così idiota?” domandò severo.

"È qui da un giorno ed è già diventato il buffone del Regno” parlò ancora sdegnato.

“Cerca di vedere il lato positivo” gli disse Lenn.

“E sarebbe?” domandò l’altro guardiano alzando un sopracciglio con sguardo scettico.

“Beh, innanzitutto ha dimostrato di avere un caratterino niente male. Anche dopo che ha saputo che Artù è il figlio del re non ha esitato a tenergli testa” valutò.

“Se Merlino a vent’anni è così, ci divertiremo un mondo. Il suo carattere non ha risentito minimamente dell’estirpazione del male. Ha dimostrato molto coraggio nel tenere testa al principe” parlò Merlìha cessando, solo per un attimo, di ridere.

“Ha dimostrato solo di essere molto stupido” rispose Gabriel saccente.

“In fondo è divertente!” s’intromise Lenn non facendo caso al successivo sguardo di Gabriel.

“Oh si!” intervenne Merlìha alzandosi in piedi.

“Così lo sarà ancora di più” continuò, adocchiando un pomodoro nella cesta che le stava di fianco.

I suoi occhi divennero d’oro e, dopo qualche istante, il pomodoro volò dritto in faccia al malcapitato.

A quello spettacolo, anche Lenn incominciò a ridere seppur in maniera meno plateale rispetto alla ragazza.

“Merlìha!” la riprese il fratello guardando anche l’altro che, invece di rimanere serio, aveva iniziato a ridere.

“E dai, fratello!” si giustificò la ragazza.

“Nessuno può vederci e di sicuro nessuno ha notato proprio il mio pomodoro fra tutti gli ortaggi volanti”.

“Questo non è un buon motivo!” sbottò duro.

“Non essere così serio, ti verranno le rughe” gli fece il verso la ragazza e Lenn mal celò la risata che gli provocarono quelle parole.

Gabriel lì osservò duro incamminandosi.

“Andiamo!” ordinò in un tono che non ammetteva repliche.

Gli altri due lo seguirono, non potendo però fare a meno di scambiarsi un’occhiata divertita.
 

***
 

Merlìha rideva, non riuscendo a fermarsi.

“Non puoi fare altro, vero sorella?” la riprese Gabriel severo.

Anche Lenn ridacchiava sotto voce.

“Dai fratello, ammetterai che questi due sono una sagoma” si giustificò Merlìha.

“E poi, stavolta, è stato Artù a provocarlo” intervenne Lenn.

“La scena del mercato è stata fortissima” parlò ancora Merlìha.

La gente camminava fra le bancarelle senza curarsi di loro.

Anche volendo, nessuno avrebbe potuto percepirli.

“È il loro secondo incontro, e va di male in peggio!” parlò nuovamente Gabriel.

“Abbiamo a che fare con due adolescenti fuori controllo!” sbottò non riuscendo a credere a quello che era avvenuto.

“Beh, ammetterai che Merlino a vent’anni è uno spasso. Sapevamo della sua cultura e della sua potenza, ma in nessun trattato letto è riportata la sua lingua biforcuta!” rispose Lenn ripensando a come avesse chiamato Artù babbeo.

“Non sapevo vi avessero anche addestrato a essere un babbeo, mio signore” parlò Merlìha, ripetendo le frasi del Mago e non potendo fare a meno di ridere.

“Cavoli, non sapevo che ci saremmo divertiti tanto!” parlò tra le risa.

“Tutto ciò è sconveniente!” rispose Gabriel.

“Dai, ci penserà il medico di corte a fargli una bella lavata di capo!” lo consolò Lenn.

“E poi” aggiunse, “il principe è rimasto colpito dal suo comportamento. Questa è buona cosa!” concluse con un sorriso.

“Andiamo!” si avviò quest’ultimo.

“Dove?” domandò la sorella, alzandosi e seguendolo.

“Nella casa del guaritore. Voglio essere certo che sia saggio abbastanza da guidare il Mago!”le rispose il fratello.

“Merlino non potrà sempre rivolgersi al Drago” s’intromise Lenn.

“Tra l’altro, ancora non ha fatto la sua conoscenza” intervenne Merlìha.

“Appunto” concluse Gabriel, camminando sicuro tra le bancarelle e facendo svolazzare il suo mantello.

Avrebbero potuto teletrasportarsi direttamente nella casa ma preferiva camminare.

Dovevano guidare il più grande Mago della storia e, con lui, Camelot.

Camminare nel regno, anche se invisibile agli occhi altrui, gli dava un senso di familiarità maggiore con il tempo che stava guidando.

E poi, non voleva osservare Merlino per tutto il tempo.

Proprio perché era il Mago fra i maghi, voleva dargli più libertà possibile.

Gli altri due lo seguirono in silenzio.

Gabriel, in quei giorni era più taciturno del solito.

Non si aspettava dei risvolti così strani dopo l’arrivo di Merlino a Camelot.

E non si parlava solo della magia così istintiva di Merlino, quanto della sua lingua tagliente e biforcuta.

Era una cosa inaspettata, anche se non era detto che fosse necessariamente un male.

Il Guardiano, infatti, non era tanto innervosito quanto pensieroso sull’intera faccenda.

Motivo per cui, quando era di quell’umore, considerato che era il più scaltro dei tre, Merlìha e Lenn preferivano lasciarlo riflettere in silenzio.

 
***
 

“Come hai potuto essere così sciocco?” disse con voce grossa il guaritore una volta entrato nella sua casa.

“Aveva bisogno di una lezione!” rispose sicuro il ragazzo non pentendosi minimamente di ciò che aveva fatto.

“La magia va studiata, padroneggiata e usata per il bene, non per scherzi idioti” parlò ancora l’anziano cerusico con voce severa.
 

Anche i Guardiani erano presenti in quella stanza e osservavano la scena con interesse.

“Bene!” approvò Gabriel sentendo le parole dell’anziano guaritore. “Finalmente qualcuno che ha un po’ di sale in zucca” disse con sdegno, assumendo un cipiglio severo.
 

“Se non posso usare la magia, cosa mi resta?” domandò il ragazzo esasperato.

“Sono una nullità e lo sarò sempre. Se non posso usare la magia, posso anche morire!” concluse ritirandosi nella sua stanza.
 

“Ahia!” parlò Merlìha. “Adesso il discorso si va serio”.

“Seguiamolo” disse Gabriel, scomparendo per poi riapparire nella stanza del giovane Mago.

Gli altri due lo imitarono.
 

“Voi non sapete perché sono nato così?” domandò il ragazzo mentre il guaritore gli curava la spalla ferita.

“No!” rispose semplicemente l’anziano.

“Non sono un mostro vero?” domandò titubante il ragazzo.


A quelle parole, i tre Guardiani si scambiarono un’occhiata significativa.

“Inizia a farsi domande” costatò Lenn pensieroso.

Gabriel annuì, continuando ad ascoltare.
 

“Questo non devi pensarlo neanche” rispose il medico con una nota sicura nella voce.

“Allora perché sono così? Vi prego, ho bisogno di sapere perché!” domandò ancora il ragazzo.

“Può saperlo” iniziò titubante l’anziano, “qualcuno che ha più conoscenze di me”.
 

“In pratica noi” intervenne Merlìha con un ghigno.

“Stai zitta, sorella!” la riprese Gabriel severo.

“È la verità” s’incaponì la ragazza.

“Certo!” sbottò il fratello. “Sai quindi che facciamo?” domandò alterandosi.

“Ci materializziamo nella stanza rendendoci visibili e, dopo aver fatto venire un infarto al vecchio medico di corte, stringiamo la mano al mago e gli diciamo: Ciao! Siamo i tuoi Guardiani e abbiamo creato noi il tempo in cui vivi. Il tuo compito è proteggere Artù fino alla sua morte a Camlann e poi aspettarlo nei secoli visto che sei immortale!” concluse con un tono che non prometteva niente di buono.

“Va bene, calmiamoci!” intervenne Lenn.

Merlìha sbuffò e Lenn pregò Gabriel, con gli occhi, di stare zitto.

“Merlìha” continuò Lenn gentile, “abbiamo messo a disposizione del Mago un drago proprio per questo motivo”.

La ragazza annuì con espressione imbronciata, continuando la sua osservazione.

“I tempi sono giunti!” parlò ancora Lenn.

Gabriel annuì.

“Stanotte il mago dovrà fare la conoscenza del Grande Drago” dichiarò uscendo dalla stanza.

Lì, per il momento, non avevano più nulla da fare.
 

***
 

È giunto il momento” parlò Gabriel, rivolto alla creatura.

Erano in una grotta buia, sotto le profondità del castello di Camelot.

I tre Guardiani, sospesi in aria, guardavano con interesse l’ingresso della grotta.

Il Mago sarebbe giunto da un momento all’altro.

Solo il Grande Drago poteva vederli, avendo loro stessi deciso di rendersi visibili alla creatura che avevano scelto.

Il drago, da parte sua, annuì con un cenno del capo aspettando il giovane stregone.

La storia stava per iniziare.
 

“Quanto sei piccolo, per un destino tanto grande!” parlò il Drago.

“Perché? Cosa intendi? Quale destino?” domandò il ragazzo.

“Il tuo dono Merlino, ti è stato dato per una ragione” parlò con voce calma il Drago.

“Quindi, una ragione c’è!”.

Il drago rise a quelle parole.

“Artù è l’unico e futuro Re che riuscirà a unire la Terra di Albion. Ma dovrà guardarsi dai pericoli; dagli amici così come dai nemici!”.

“Non vedo cos’abbia a che fare con me!” rispose il ragazzo.
 

“Che lingua lunga che ha” non riuscì a trattenersi Lenn.

“Prima che finisca la storia, potrei decidere di farlo diventare muto” assottigliò lo sguardo Gabriel.

Il Drago, anche se li aveva sentiti parlare, continuò come se nulla fosse.
 

“Senza di te, Artù non potrà mai avere alcun futuro. Senza di te, non esisterà mai alcuna Albion”.

“No, ti sbagli di sicuro” rispose con veemenza il ragazzo.

“Non c’è giusto o sbagliato; solo quello che è e che non è!” rispose il drago tranquillo.

“Parlo sul serio, se qualcuno vuole ucciderlo si accomodi pure, potrei anche dargli una mano!”.
 

A quelle parole Gabriel si coprì gli occhi con una mano.

“Perché è così idiota?” ringhiò.

Merlìha invece scoppio a ridere, accompagnata da Lenn e anche il Drago non poté trattenere una risata.

“Questo ragazzo è proprio forte!” disse asciugandosi gli occhi.


“Nessuno di noi può conoscere il proprio destino Merlino, e a nessuno di noi è concesso sfuggirgli” parlò ancora il Drago.

“No! Non ci credo! Deve pur esserci un altro Artù, perché quello che c’è, è un idiota!”.

“Probabilmente, il tuo destino, è aiutare quello che c’è!” non si scompose il Drago e, detto questo, si sollevò in aria, allontanandosi.

 
Per il momento, aveva detto abbastanza.

Il ragazzo, dopo averlo richiamato, fu costretto a rassegnarsi e andare via.

I tre Guardiani lo osservarono mentre usciva dalla grotta e, sollevandosi in aria, raggiunsero il Drago.

“Hai compiuto un grande gesto oggi. I Guardiani ti sono riconoscenti” parlò Gabriel con tono solenne.

Il drago annuì, abbassando il capo con rispetto.

“Il destino che compierai, ti ripagherà dei vent’anni di prigionia” parlò Lenn, sorridendo alla creatura.

“La prigionia è poca cosa, rispetto all’onore ricevuto nell’essere guida del giovane stregone” parlò il drago.

Era un essere millenario dalla grande saggezza e, nonostante fosse a conoscenza del mondo dei
Guardiani, come tutti quelli della sua specie, mai avrebbe pensato do poter vedere un giorno qualcuno di loro.

Si erano presentati a lui come giovani ragazzi, ma Kilgharrah aveva subito percepito la diversa energia che emanavano.

Sapeva che erano esseri eterni con un’età non calcolabile in base al loro aspetto.

Sapeva anche che trovavano la morte solo in caso di fallimento, essendo, in base alle loro leggi, relegati nel mondo mortale.

Gli avevano chiesto di guidare la storia come loro intermediario, facendogli conoscere tutti i passati avvenuti e tutti i possibili futuri.

E lui aveva accettato di buon grado, onorato da un simile compito.

“Ti aspetta un compito molto grande e faticoso, vista la giovane età del Mago” parlò ancora Gabriel e Kilgharrah annuì con il capo.

“Tra l’altro, Merlino non mi sembrava molto d’accordo!” intervenne Merlìha.

“Dovrà proteggere Artù, che lo voglia oppure no!” dichiarò Gabriel.

Il drago li ascoltava, non intervenendo però in nessun modo.

Era un grande onore sentir parlare i guardiani, e ancor di più sentirli scambiarsi opinioni in sua presenza.

Lo stavano mettendo al loro stesso livello, motivo per cui ascoltava attento, sapendo che il compito affidatogli era di importanza fondamentale nello svolgersi dell’intera storia.

“Il problema è come” domandò dubbioso Lenn.

Gabriel assunse un’aria saccente.

“Avete notato dell’arrivo della strega a Camelot?” domandò.

“Intendi quella camuffata da cantante?” domandò Merlìha perplessa.

“Proprio lei” confermò il fratello.

“E con ciò?” intervenne Lenn.

“Gli esseri umani sono facilmente prevedibili” spiegò Gabriel.

“Soprattutto quelli accecati dall’odio. La strega, per arrivare ad Artù, ha già ucciso degli innocenti.

Lo farà ancora, fino a che non arriverà al principe. Merlino, nonostante, l’antipatia dichiarata verso il futuro re, non potrà fare a meno di intervenire. Vedrà la sua razza macchiarsi di crimini orrendi e interverrà sempre per salvare Artù, non solo perché rifletterà sulle parole del Grande Drago” e, a quelle parole, si voltò verso la creatura facendo un cenno del capo, “ma perché lo riterrà giusto. In questo modo, si avvicineranno senza il nostro intervento” concluse.

“Gli stregoni sono fuori controllo” ragionò Lenn. “Usano la magia solo per la vendetta, eccezione fatta per i druidi che si sono ritirati a vita pacifica”.

“Merlino è nato appunto per riportare ordine” concluse Merlìha.

“Bene! Andiamo” ordinò Gabriel e, facendo un cenno di saluto al Drago, scomparve.

Anche gli altri due, dopo essersi inchinati davanti alla creatura come segno di ringraziamento, lo imitarono.
 

***
 

“Che incantesimo banale” parlò Gabriel sdegnato, osservando le persone dormire sui tavoli.

“È così accecata dall’odio che non si è nemmeno accorta che qualcuno respinge il suo incantesimo grazie al suo sangue magico, non cadendo così addormentato” parlò Lenn, riferendosi alle parole del
Guardiano nel loro precedente discorso.

“Tra l’altro, questo fa molto pensare sulla sua magia” parlò Merlìha ragionando sulle differenze fra il Mago e l’anziano medico che, come tutti, era caduto addormentato.

“Anche la strega, nonostante il suo sangue magico e il suo dono di Veggente, non è riuscita a rimanere sveglia!” parlò ancora Lenn.

“Bene! Questo vuol dire che la magia del Mago deve solo essere modellata. È tutta lì, dentro il suo corpo.

E ora, voglio proprio vedere come interverrà” concluse Gabriel, riportando l’attenzione sulla sala.
 

***
 

“Meriti una grande ricompensa” parlò Uther rivolgendosi a Merlino.

“Avrai il titolo di valletto reale; sarai il servitore del principe Artù” dichiarò allontanandosi fra l’applauso generale della sala.

“Ma, Padre” protestò il principe, guardando con antipatia il suo nuovo servitore.

Antipatia apertamente ricambiata, visto lo sguardo che il Mago riservò al principe.
 

“Che vi avevo detto?” parlò Gabriel, guardando soddisfatto la scena.

“L’uomo si è mosso da solo. Merlino è intervenuto e poi ha fatto tutto Uther, senza il nostro intervento” approvò Lenn.

“Valletto reale, eh?” disse Merlìha.

“Ora sì che saranno realmente a stretto contatto” concluse con un sorriso.

“Bene, adesso possiamo ritirarci” dichiarò Gabriel, non potendo però fare a meno di rivolgere un impercettibile sorriso ai due che continuavano a guardarsi, non facendo nulla per nascondere la
reciproca antipatia.

Le due parti della stessa anima, le due facce della medaglia, si erano finalmente incontrate.

La storia si stava delineando.
 


Continua…
 

Note:
 

Ecco l’arrivo di Merlino a Camelot.

Le parti in corsivo sono pezzi e discorsi presi dal telefilm.

Trattandosi di una Tappa decisa dai Guardiani, in questo capitolo ho ripercorso gran parte della prima puntata.

Nei successivi capitoli andrò molto più veloce soffermandomi solo sulle altre Tappe e sugli interventi dei guardiani.

Per la scena della gogna ringrazio Erol89 che mi ha dato l’idea nella sua ultima recensione; grazie!

A questo proposito, vorrei dirvi che se avete parti del telefilm che vi piacciono particolarmente e che vorreste leggere in questa storia, fatemelo sapere; guardiani e trama della storia permettendo, cercherò di fare del mio meglio!

Come il solito, attendo i vostri pareri sul capitolo, sperando che vi sia piaciuto.

Alla prossima.

Pandora86
  
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