D’un tratto sbattei contro qualcosa di caldo e quasi caddi, ma quel qualcosa, o meglio qualcuno, mi trattenne. Dallo spavento avevo chiuso gli occhi, gli riaprii e mi ritrovai faccia a faccia con il ragazzo sconosciuto. Mi staccai bruscamente da lui e mi piegai a raccogliere le mie cose, che erano cadute nello scontro.
«I’m so sorry!» disse il ragazzo piegandosi a sua volta per aiutarmi.
Quindi era pure straniero, perfetto. Adesso come potevo insultarlo ben bene?