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Autore: MadAka    05/06/2013    2 recensioni
"Hei no! E' solo il mio coinquilino..."
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I capelli viola di Tess erano ipnotici. Me ne resi conto perché ero ferma da minuti interi a fissarli come inebetita. Quella mattina ero assente e spaesata, avevo aperto il negozio per inerzia e sempre per inerzia continuavo a rimanere al mio posto, a provare a lavorare. Non riuscivo a stare concentrata, avevo ancora in testa la notte precedente, quel quasi-bacio con Taylor che in realtà era tale solo per me, pensavo ancora ai sentimenti che mi avevano frastornata dentro dopo che lui mi aveva lasciata ai miei pensieri sul divano.
-Che c’è?- mi chiese improvvisamente Tess dopo essersi accorta che continuavo a fissare la sua testa.
-Che cosa c’è?- ripeté un po’ scocciata pochi istanti dopo, grattandosi la spalla scoperta, notando che non l’avevo degnata di una risposta e che continuavo imperterrita a osservare la sua chioma violacea.
Alzai lo sguardo sugli occhi di lei e con voce monotonale e chiaramente pensante dissi:
-Ieri sera avrei voluto che Taylor mi baciasse…-
Mi resi conto di quello che avevo detto non appena Tess sgranò i suoi scurissimi occhi e li puntò su di me, mentre un leggero sorriso le spuntava sul volto. Contemporaneamente a quella scena la tranquillizzante voce di Chris mi disse:
-Jane, avremmo dei clienti…- come per farmi capire che a loro, dei miei flirt, non interessava assolutamente niente.
“Buongiorno Jane Ryan, sorgi e splendi, hai appena pronunciato la frase della tua quotidiana rovina”.
Bastava guardare la faccia della mia migliore amica per capire che avevo ragione.
Chris si liberò frettolosamente, ma in maniera incredibilmente educata, delle due ragazze che stava servendo quando, pochi minuti prima, mi era uscita di bocca quella frase infelice. Appena le due uscirono dal negozio e si chiusero la porta alle spalle, i miei colleghi si voltarono a guardarmi. La prima a parlare fu Tess:
-Cos’è successo ieri sera?!- chiese scandendo accuratamente ogni singola parola.
Io alzai le spalle:
-Niente…- mi limitai a risponderle, infondo era vero. Dopo aver recuperato Taylor in quel locale e averlo riportato a casa, effettivamente non era successo nulla, anche se mi sarebbe piaciuto accadesse qualcosa.
-Come sarebbe niente?- riprese la mia amica, poi Chris le diede manforte:
-Sì, Jane, infatti. L’uscita di prima su Taylor cosa doveva essere?-  rimase immobile a fissarmi con i suoi occhioni celesti.
Io li guardai per un po’ di tempo entrambi, pensando a come formulare le informazioni sulla sera precedente in modo accurato, senza creare visioni distorte del tutto. Mentre continuavo a pensarci entrò uno dei clienti abituali di Tess e lei, anche se visibilmente contrariata perché era più interessata a me che all’universo in quel momento, dovette sorridere e servirlo.
Chris invece mi rimase accanto e prese a parlarmi all’orecchio:
-Seriamente, c’è qualcosa che dovremmo sapere anche noi?-
Risposi con lo stesso volume di voce:
-Chris, fidati di me, non è successo niente, sul serio. Adesso ve lo racconto, sto solo cercando il modo corretto per farlo senza che voi due pensiate male…-
-Perché dovremmo pensare male?-
-Tess pensa sempre male-
Lui mi diede ragione con un cenno della testa e un’esilarante espressione e rimanemmo ad aspettare che la nostra amica si liberasse dal suo impegno per riprendere la nostra conversazione, che sapevo già avrebbe assunto tutta l’aria di una vera e propria confessione davanti a quella che mi sarebbe parsa la corte d’inquisizione.
Non appena l’uomo girò i tacchi e uscì salutandoci, Tess si voltò verso di noi:
-Che due palle, proprio ora!- esclamò esasperata, poi mi guardò: -Non credere che mi sia dimenticata di quello che devi dirci, eh?-
Mi venne da ridere e iniziai a spiegare loro cosa era successo la sera prima, dopo che li avevo lasciati soli al pub per andare ad aiutare Rusty e di cosa era accaduto non appena avevo avuto modo di recuperare Taylor e riportarlo a casa.
 
I miei due migliori amici rimasero ad ascoltarmi dall’inizio alla fine. Mi interruppero poche volte, solo per chiedere precisazioni o sincerarsi da aver capito bene. Dissi loro tutto quanto, incluse le sensazioni che avevo provato mentre ero immobile quando non sapevo se Taylor mi avrebbe baciata o meno e il modo in cui mi ero sentita non appena lui si era alzato dal divano per andarsene nella sua stanza. Parlare con loro due mi era incredibilmente semplice, un po’ perché i loro sguardi mi rassicuravano, un po’ perché sapevo che alla fine mi avrebbero consigliato nella maniera corretta, come erano sempre riusciti a fare. Appena il mio racconto terminò loro due rimasero in silenzio per qualche istante prima di prendere parola contemporaneamente:
-Io dico che gli piaci- disse Chris, mentre la voce da maschiaccio di Tess copriva il tutto con un sonoro:
-Ma che cazzo!-
Loro due si guardarono e il ragazzo, da gentiluomo qual era, lasciò la parola alla sua amica:
-Non hai fatto niente?- mi chiese.
Feci no con la testa, sapevo che, quasi sicuramente, avrebbe iniziato a dare di matto, dicendomi che ero un’idiota e che dovevo approfittare di queste situazioni al volo, ma non lo fece. Si stropicciò i capelli viola e guardò Chris, come in cerca di aiuto. Lui le venne incontro posandomi una mano sul braccio e guardandomi con infantile tenerezza:
-Non sapevi cosa fare?-
-Ero bloccata, vi giuro. In un certo senso ho quasi preferito che sia stato lui a fare tutto… intendo, alzarsi dal divano e andare via…-
Tess sospirò prima di dire:
-Jane, secondo me hai sprecato una buona occasione… Personalmente penso che ormai sia palese che gli piaci-
Rimasi un momento ad analizzare la seconda parte della frase per poi dire la prima cosa che mi venne in mente:
-Ma se era ubriaco!- l’esclamazione non sortì l’effetto desiderato.
La mia amica fece un cenno con la mano e poi disse:
-Appunto, era ubriaco. Avresti dovuto approfittarne. Se gli avessi detto che ti interessava magari lui ti avrebbe detto se ricambiava o no… difficilmente si riesce a mentire quando si ha bevuto troppo, noi due lo sappiamo bene- la risposta le uscì chiara e convincente, con un tono di voce tranquillo che faceva chiaramente intendere che lei sapeva il fatto suo.
Mi voltai verso Chris in cerca di sostegno morale, ma anche lui diede ragione a Tess.
-Non ne combino una giusta, vero?- chiesi guardandoli.
Tess riprese parola in maniera rassicurante:
-Non se ne combina mai una giusta, con il tipo che ci piace, credo che sia destino…- l’affermazione si riferiva, probabilmente, anche alla sua situazione con Justin.
-Be, puoi sempre provare a rimediare- disse Chris dopo un po’
-E come? Lo fa ubriacare di nuovo e poi gli chiede di limonare? Non funziona così-
Il ragazzo la guardò di traverso:
-A parte che potrebbe funzionare benissimo, non era questo che intendevo io. Jane, dovresti semplicemente parlargli. Magari tornando sull’argomento di ieri sera potrebbe uscire qualcos’altro, potresti chiedergli effettivamente come stanno le cose con Denise, se ci esce ancora o meno. Non è nemmeno detto che lui non si ricordi niente di ieri, a volte si beve troppo ma ciò non vuol dire che ci si dimentichi tutto…-
-Ne sai qualcosa tu, eh?- chiese Tess scherzando e riportando alla mente un vecchio aneddoto che vedeva protagonisti Chris, una donna un po’ troppo matura per lui e un dopo-sbornia che non aveva rimosso correttamente i ricordi. Il ragazzo rabbrividì visibilmente e sollevò il dito medio all’altezza del naso di Tess, che di tutta risposta si piegò in due dal ridere.
Aspettai a rispondere finché non si ricomposero:
-Comunque, ragazzi, ci ho provato, sul serio. Avrei voluto chiedergli di Denise, di perché avesse detto “quando uscivo” e tutto il resto, ma mi sono bloccata-
-Perché ce l’avevi davanti- attaccò Chris, Tess gli diede ragione con la testa, poi disse:
-È vero. Se averlo davanti ti blocca, per ovvi motivi, basta semplicemente che tu eviti di guardarlo…-
-E cosa dovrei fare? Parlargli mentre è chiuso nel cesso?!- esclamai
-Se la cosa può funzionare…- acconsentì lei
-Per carità!- intervenne Chris: -Jane, ma l’ascolti per davvero? Ok, la parte del “non guardarlo” può anche funzionare, ma non puoi certo chiederglielo mentre è al cesso-
-Guarda che scherzavo- fece Tess, ma Chris alzò gli occhi come a dire “Certo, come no” e riprese a parlare:
-Le alternative sono due: o gli telefoni, o glielo chiedi oggi, appena torni a casa. Non devi posticipare troppo oltre la cosa, sarebbe stupido e non avrebbe senso- lo ascoltai attentamente, pensando che avesse ragione.
-Sono d’accordo con te, caro mio- disse l’altra, appoggiandosi meglio con i gomiti al bancone, dietro il quale ce ne stavamo seduti io e il nostro amico.
Ci fu qualche istante di silenzio, in cui i miei due colleghi continuarono a guardarmi:
-Cosa?- chiesi dopo un po’
-Come sarebbe “cosa”?- iniziò Tess: -Dicci almeno cosa pensi di fare, no? Il consiglio buono oggi è quello di Chris-
Ci pensai un momento, capendo che avevano ragione. Posticipare le cose mi aveva sempre portato male, almeno stavolta volevo provare a fare qualcosa di sensato. Alzai le spalle e guardai i miei amici:
-Ci provo, stasera, quando torno a casa. Gli chiedo cos’ successo con Denise…-
-Brava, e magari prova anche a sondare il terreno per qualcos’altro, se capisci cosa intendo- disse Tess, con un tono che lasciava intendere esattamente a cosa si riferisse.
Tronammo in silenzio per un po’, finché la voce di Chris non disse:
-Allora, che ci fai ancora qui?-
Mi voltai a guardarlo:
-Cosa?-
-Vai a casa, raggiungi Taylor e parlaci, su! Siamo abbastanza grandi per gestire il tuo negozio da soli-
Lo guardai incredula. Apprezzavo che mi volessero aiutare, ma erano a malapena le undici di mattina:
-Non adesso, rientrerò un paio di ore prima, ma adesso  è troppo presto- infondo ero io il capo lì in mezzo.
Lui alzò le mani in segno di resa e disse:
-Va bene, ma sfrutta questa possibilità finché puoi, che se rimandi troppo poi te ne penti-
-Esattamente- gli diede ragione Tess.
Io sbottai qualcosa di incomprensibile e le espressioni che loro assunsero mi fecero capire che gli avevo dato ragione. 
  
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