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Autore: Alfietta    07/06/2013    1 recensioni
il mio non è un bel lavoro, con le disgrazie degli altri noi ci guadagnano lo stipendio. Ma se non parliamo noi della verità chi lo farà? questa è la storia di una giornalista, che aiuta al polizia autostradale. In questa sua avventura, incontrerà non solo pericoli ma anche strane emozioni
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È impossibile. Ho accettato un invito a cena di uno sconosciuto. Sono diventata folle. Eppure quell’Ispettore, mi ricorda qualcuno, ma non riesco a capire chi. È folle. Sono arrivata da due giorni, ho un lavoro e anche un appuntamento. Mentre mi preparo mi chiama Andrea. La mia migliore amica qui. È grazie a lei che ho trovato l’appartamento giusto. Bello solare, e spazioso quanto basta. Ci sono già i mobili e ciò è meglio ancora. L’affitto non è cosi alto. Ma se tutto va come deve, potrò permettermi questo, e anche un taxi. Forse.
“Ma non dovevi telefonarmi o passarmi a trovare la piccola ti vuole vedere!” mi sgrida.                                                         
“Scusami Andrea, davvero e che ho ricevuto un invito a cena da un ispettore, per farmi spiegare cosa è successo oggi. Sai dell’incidente? Immagino di si. Semir c’era. Purtroppo non ho potuto salutarlo”                                                                 
 “Chi è l’ispettore?” chiede maliziosa                                                                                                                                                                 
  “Si chiama Ben Jäger, ma non farti film. Mi dice solo quello che voglio sapere”   guardo l’orologio. Sono le otto e mezza, eravamo rimasti che per le otto mi sarebbe venuto a prendere.                                                                   
“Ben?  Ahahah! Ben! Allora sta sicura che non arriverà prima delle nove, nove e mezza, Semir ritorna sempre a quest’ora. Se va bene. È il partner di Semir! Non te lo ricordi te l’ho fatto vedere in fotografia!” oh no. Non quel Ben. Che distrugge le macchine con Semir. No, non si può. Va be  tanto devo solo chidergli qualche informazione! Non facciamoci prendere dal panico.                                                                                         
“Andrea, ho fatto malissimo!” lei se la ride                                                                                                                                            
 “Non dirlo nemmeno per scherzo, lo hai detto anche tu che ti serve solo per lavoro e sottolineo lavoro” sento dei strani sottofondi della piccola che piange e una porta che sbatte.                                                           
“ti lascio è arrivato Semir! Un bacio domani ti voglio a pranzo! Non accetto no!” e cosi chiude. E io rimango ad osservare l’orologio.
Dopo dieci minuti, bussano alla porta. Apro e mi trovo davanti l’ispettore, con indossa una camicia bianca, un jeans e una giacca verde.                                                                                                                                                                   “Spero non sia troppo tardi, lo so voi giornaliste andate a letto  presto. Ma ho fatto una cosa che credo ti renderà felice! Tutto tranne una cosa. Non so dove portarti a mangiare. Non so nemmeno che tipa sei!” cerca di difendersi nemmeno entrato.                                                                                                                                                                    
 “Tranquillo lo avevo immaginato, però sai quella leggenda che andiamo a letto presto è cosi vecchia! I tempi sono cambiati! Comunque qui sotto c’è un venditore ambulante che fa degli ottimi kebab! dai scendiamo!” gli dico scendendo le scale. Attraversiamo il ponte con molta tranquillità e iniziamo a chiacchierare.
“ Allora cosa hai fatto?” gli chiedo.                                                                                                               
 “Ho preso il colpevole!” lo guardo speranzosa in un chiarimento. Ma lui non dice niente anzi ride della mia curiosità.
“Okok ti dico tutto” e cosi inizia un resoconto coon tutti i colpi di scena. L’assassino è un assessore corrotto che il povero Krof (nome del ragazzo ucciso) aveva scoperto, voleva denunciarlo. E quindi lui lo ha ucciso. Molto in sintesi. Lo guardo, raccontare di aver distrutto un'altra auto. Sembra che gli brillano gli occhi. Lui si che è pericolo pubblico. Sorrido mentre lo penso. Lui lo nota e mi dice                                                   
“Perché sorridi?!” Mi chiede mentre da un morso al suo kebab.                                                                                   
“Sto pensando che ti diverti di piu a distruggere auto che a vederti un film in santa pace” dico tra una risata e l’altra. Lui mi prende in giro, poi si fa serio.                                                                                                                               “Questo non lo scriverai nel tuo articolo vero? Dico il fatto che mi piace distruggere auto”                                            
“Sul mio articolo non posso scrivere che sono uscita con te! Posso solo scrivere che ho avuto una fonte, che mi ha detto qualcosa.” Lui mi guarda con un sorrisetto tra il bene e il male e mi dice                                               
“Sono la tua fonte?”                                                                                                                                                                                            
“Solo per questo giro, promesso! Non ti userò mai piu! “ dico ridendo. E lui mi segue.                                                   
“Sappi che se vuoi sapere qualcosa nei prossimi casi. Devi solo chiedere”                                                                         
“Sarebbe bello e davvero forte! Grazie!” dopo esserci finiti i kebab ci sediamo su una panchina controllo l’orario 11 e mezza. Andiamo in stampa alle 4 e alle sei il giornale deve essere in edicola. Ho ancora un po’ di tempo.                                                                                                                                                                                                                
 “Adesso basta parlare di lavoro. Raccontami un po’ di te” eh????                                                                                          
“Cosa vuoi sapere?” gli chiedo non prendendolo troppo sul serio.                                                                                        
“Chi è veramente Alexandra Sali?” mi chiede con sguardo curioso tipo un bambino che apre il suo regalo di Natale.                                                                                                                                                                                                         “Sono nata in italia. Ho vissuto un po’ in giro per il mondo. E finalmente forse ho trovato la strada giusta, il giornalismo. Anche se ti dico che ho provato di tutto. Ma credo che questa sia la cosa migliore per me. Mi sono trasferita qui circa due giorni fa, dopo aver vissuto per circa sei mesi a Barcellona. Per un corso di approfondimento, la mia famiglia è contraria a quello che faccio. Ma io ne sono sicura.” Mi guarda soddisfatto per qualche momento. Poi gli chiedo “ chi è invece Ben Jäger?”                                                                     
“Un ispettore di polizia sulla trentina che per fare il poliziotto ha deluso il padre, sono andato nelle migliori scuole e adesso finalmente mio padre mi accetta. Non credo di poter fare altro nella vita. Ho le mie idee a riguardo del mio futuro” hai capito il bell’ispettore! “ Solo contro tutti e tutto?” lui ride                                           
“Si ma non per troppo tempo” ride , ha una risata contagiosa, non molto fine ma neanche cosi squillante. Ha dei bellissimi occhi, anche se sono dei normali occhi castani. Rimaniamo per un po’ in silenzio guardando il fiume davanti a noi.  Poi il mio telefono squilla. Lui mi guarda e mi chiede “ ma dove abitano i tuoi parenti c’è il fuso orario?” rido prima di guardare lo schermo.
 torno seria. “Pronto?” Ben mi guarda strano  
  “anticipiamo l’uscita del giornale per motivi di burocrazia mi serve il tuo articolo entro le due” lo conosco da due giorni ma la voce del mio capo è già inconfondibile
“Le due?!?!?”
“Non dirmi che non hai ancora niente!”
“ No no ho il materiale, mi metto subito a lavoro all’una sarò li” riattacco inconscia di ciò che mi aspetta.
Guardo Ben che mi dice “ Abbiamo molti orario scomodi io e te eh?”
“Puoi dirlo forte il fatto è che questo caso è il caso della settimana quindi devo farlo alla perfezione, anche perché è il primo!”
“allora che stiamo aspettando su dai vieni andiamo a scrivere questo articolo!”
“Andiamo?” chiedo stupita,
“ Si certo, come fai a scrivere un articolo se non sai bene le cose, se avrai qualche dubbio te lo toglierò io!” lo guardo ammutolita
“ Allora da che parte è casa tua?”
Scriviamo l’articolo in un quarto d’ora, passo un altro quarto d’ora a riformularlo e poi un'altra mezz’oretta a formattarlo e a modificarlo. Poi a un certo punto. Ben lo  passa sulla pennetta e con la sua moto mi porta alla stampa. Consegno il lavoro e mentre il capo lo guarda, prego dentro me che sia perfetto. Lui lo scruta in modo ossessivo e poi mi guarda chiedendomi
“Le tue fonti sono attendibili?”
“S-si c-credo. No sono piu’ che attendibili” Spero.  Poi se ne va e la stampa inizia. Io esco fuori e invio un messaggio a tutti! Ben mi vede sorridente e mi chiede com è andata! “Meravigliosamente! Grazie davvero senza te non sarei riuscita in tutto questo!” gli sussurro mentre lo abbraccio.
Lui mi abbraccia e poi mi dice “Sai dovresti sorridere sempre. Sei piu’ bella!” eddai non con queste cretinate da ragazzi!                                                                       
“Non cadrò ai tuoi piedi per questa frase!” gli dico mettendomi a ridere lui ride con me e poi mi dice “Andiamo a casa che tanto lo so che non ti riesco a conquistare questa sera!” ne questa sera ne mai caro, penso mentre mi accopmagna a casa. Sulla porta ci salutiamo e gli dico, pentendomene subito dopo, che un giorno gli offrirò una colazione come si deve per quel che ha fatto con me questa notte. Meno male che pubblico un articolo solo una volta a settimana. Sai che stress se no. Penso metto mi metto a dormire.

Ecco il secondo capitolo spero vi piaccia!
Cosa succederà adesso??
Ben e Alexandra rimarranno semplici amici?
se c'è qualcosa che non vi piace ditemelo!
Recensite se vi va!
  
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