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Autore: Kuruccha    08/06/2013    4 recensioni
Ma tant'è: non sogna l'università, non ha ambizioni, non ha raccomandazioni per entrare in qualche azienda; finirà di certo a fare il facchino, o al massimo il netturbino. E allora che fretta c'è?
AU scolastica. Faye/Spike.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Faye Valentine, Spike Spiegel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fuori di qui



È marzo e fa dannatamente caldo.
Il sole gli brucia la pelle del viso anche attraverso le fessure tra le dita. Spike ha già capito che non sarà certo una contromisura come quella a salvare le poche ore di sonno che si è concesso, ma è comunque troppo stanco per muoversi.
È solamente marzo, eppure sopra la scuola splende un sole tropicale che gli fa desiderare di poter buttare via tutto quanto - divisa, scarpe d'ordinanza, cellulare, perfino le ultime sigarette che ha comprato dal distributore automatico con la tessera sanitaria di Vicious - e scappare via. Dove? Chissà. Eppure è troppo stanco anche per quello.
Prende un'altra boccata. Il fumo è stantio e il puzzo della nicotina gli si è già attaccato alle dita. Getta il mozzicone giù dal tetto e si gira sul fianco. Il mondo è ancora troppo dannatamente caldo e luminoso per i suoi gusti.
 
Si sveglia dopo qualche minuto, ancor più stanco di prima, senza rendersi neppure conto di aver dormito. Ha sognato Julia e i suoi capelli biondi intrappolati dentro il colletto della camicia la mattina in cui se n'è andata. Non ha più trovato nessuna a cui la divisa femminile stesse così bene addosso, e dire che di ragazzine ne ha viste tante, dal primo anno al terzo, e altre ne vedrà in quel quarto extra che ormai è certo che gli appiopperanno per le troppe assenze e i voti mediocri. Ma tant'è: non sogna l'università, non ha ambizioni, non ha raccomandazioni per entrare in qualche azienda; finirà di certo a fare il facchino, o al massimo il netturbino. E allora che fretta c'è?
Ha sognato Julia e la immagina ancora lì, mentre invece ci sono solamente i petali della prima fioritura dei ciliegi già bruciati dal sole, il loro puzzo dolciastro e il canto delle cicale. Anche loro si sono svegliate troppo presto.
 
Il secondo risveglio ha la forma di un'ombra scura che gli fa pensare per un momento che l'inverno sia tornato, mentre invece è solo una tipa - primo anno, con tutta probabilità - con delle trecce all'antica e degli occhialoni da capoclasse. Gli chiede di tornare in classe e lui si volta dall'altra parte. 
La scolaretta se ne va senza nemmeno fiatare, stretta nelle spalle, come se quella di riportarlo in aula fosse stata la missione della sua vita e non potesse reggere il peso dell'onta del fallimento. Forse ricorderà questa umiliazione per il resto della sua vita, o forse domani l'avrà già dimenticata, si ritrova a pensare. Non sa quale risposta sia quella esatta per lei; dopotutto, però, non sa darne una nemmeno per sé.
 
Il terzo risveglio gli fa pensare che, tutto sommato, tre tentativi siano già troppi per poter sopportare oltre, quindi decide che è il caso di arrendersi e rimanere sveglio. E sembra che la sua sia stata una scelta provvidenziale.
«Ehi. Quelle sono mie» mormora. Il sonno sembra avergli rubato la voce, e non è l'unica cosa ad essere stata sgraffignata.
La ladra di sigarette - cosce ben tornite, tre bottoni della camicia aperti al livello della scollatura - si volta impercettibilmente verso di lui, guardandolo da sopra la spalla; poi si allunga e inizia a rovistare nelle tasche della divisa di Spike. Più veloce di un lampo, ne estrae un accendino.
È solo dopo aver preso la prima boccata che si decide a parlare.
«Una in più o una in meno non farà certo la differenza.»
«Potrei risponderti la stessa cosa.»
«Potresti.»
Spike sospira, poi porta le braccia dietro la testa. In fondo non gliene frega un granché. Resta ad osservare quella ragazza che fuma senza fretta.
La conosce. Faye Valentine. Ovvio, chi non lo fa? Se anche qualcuno non l'avesse osservata per le gambe lunghe che spuntano dalla gonna arrotolata sui fianchi (per farla apparire più corta, ovviamente), non avrebbe potuto evitare di notare comunque quel suo modo di atteggiarsi con le persone - come se tutto le fosse dovuto, e come se allo stesso tempo non le importasse un granché di ciò che le viene dato. 
«In giro si dice che sarai qui con noi anche l'anno prossimo» gli mormora. La sua voce si è fatta più roca.
«E chi lo dice?»
«L'istituto è piccolo. Le voci corrono.»
«La gente è meglio informata di quel che credevo.»
«Poco male. Goditela finché dura - la scuola, intendo. Al mondo c'è di peggio.»
«Ma c'è anche di meglio» le risponde.
Faye prende l'ultima boccata, poi getta per terra il mozzicone e lo pesta. Le suole di gomma delle scarpe da interni non sembrano la scelta migliore per quel genere di azioni - non riesce a capire se ad essere del tutto fuori luogo siano quelle scarpette o la persona che le indossa.
«Allora forse non hai mai visto il mondo» replica lei, e se ne va.
 
Gli capita spesso, durante le vacanze primaverili, di ripensare a quella conversazione che ha avuto sul tetto della scuola e a come tutto quanto gli sembri davvero ironico. Chi si credeva di essere, quella, per fare la donna vissuta e sostenere che lui non sappia come vanno le cose?
«Ognuno vede il verme nella propria mela e pensa che sia il parassita più tremendo di tutti, senza accorgersi che dentro le mele degli altri ci sono vermi ancor più cattivi.»
Jet - un suo amico d'infanzia, spalle da rugbista e un cervello votato al profitto, che era riuscito a finire la scuola con un calcio nel sedere da parte dei professori e ora lavorava in una ditta di facchinaggio - risponde in quel modo alle sue perplessità.
E così, mentre accende la moto dopo una nottata trascorsa a spostare scatoloni per potersi pagare la benzina, Spike si ritrova a pensare anche che fosse Jet quello che aveva visto davvero il mondo, e non loro.
 
La mattina dopo inizia il suo quarto anno di liceo e si ritrova in mezzo ad un branco di sconosciuti. Chissà perché tutti quelli di un anno più giovani di lui gli sembrano immediatamente stupidi e frivoli e orribilmente infantili. Gli pare di essere invecchiato di colpo.
Il tetto rimane il posto migliore.
 
La incrocia spesso - nei corridoi, all'uscita, alla fermata del treno, sotto l'ombrello di qualche figlio di papà nei giorni di pioggia - ma non le parla mai. Probabilmente non avrebbe comunque niente da dirle. Non potrebbe nemmeno offrirle una sigaretta, dato che da quando Julia ha cambiato scuola lui e Vicious stanno ben attenti a non incontrarsi, e di tessere sanitarie per comprare nuovi pacchetti non ha mai avute altre oltre la sua. Fare di necessità virtù è stato più semplice del previsto, ma si scopre molto meno reattivo e più sonnolento di una volta. Una mente di un vecchio in un corpo da vecchio.
 
Ricomincia a fumare in un giorno cominciato con la solita routine e trasformato in tutt'altro nel momento in cui è lei ad offrirgli una sigaretta.
«Te la restituisco e basta» gli spiega nel vedere la sua espressione perplessa.
Spike le risponde con un'alzata di spalle.
«Una in più o una in meno non farà certo la differenza.»
Afferra la sigaretta nell'esatto momento in cui lei ritira la mano per riprendersela.
 
«È un bene che non siamo finiti nella stessa sezione.»
Spike aspira il fumo prima di risponderle. Dio, sembra passata una vita dall'ultima sigaretta. Una vita senza significato né piaceri, a quanto pare dalla goduria di quegli attimi.
«E perché?»
«Se manca una sola persona, i prof non si fanno certo dei pensieri. Se sono due, invece, ti vengono a cercare.»
Capisce subito che è un commento dettato dall'esperienza e non da una semplice congettura. Non gli dispiace.
«È un peccato che non siamo nella stessa sezione, allora. Scappare è più divertente.»
Su questo, almeno, sembrano entrambi d'accordo.
 
Scoprono di avere opinioni molto simili su alcune cose e molto diverse su altre. Faye gli spiega che ha intenzione di adagiarsi sugli allori per tutto l'anno scolastico e di frequentare poi anche il quarto da ripetente - come ha fatto lui, insomma, ma con una scelta consapevole. Dice di essersi resa conto che quella fosse la via migliore proprio quel mattino bollente di primavera, sul tetto, e che nessuno a casa sua avrà niente da ridire. Gli pare di capire che i suoi genitori siano sempre fuori, indaffarati col lavoro, e che lei non voglia fare la loro stessa fine.
Spike non ha bisogno di raccontarle di Julia. I pettegolezzi corrono, si sa, e una ragazza che cambia scuola è sempre sulla bocca di tutti. Non le racconta di Vicious.
Le presenta Jet e gli sembra che quei due vadano d'accordo, anche se in un primo momento teme che si ammazzino a vicenda e in maniera molto dolorosa. Jet, fortunatamente, è troppo pacato per portare avanti quella faida inutile. Faye gli fa conoscere Ed, che - a quanto Spike pare di capire - è una sua cugina di secondo grado o giù di lì che frequenta le medie nel loro stesso istituto (e indossa i pantaloncini sotto la gonna regolamentare). Quella mocciosetta gli si appiccica come una cozza, ma per lo meno lo fa ridere.
Sono giorni felici e Spike non può fare a meno di viverli come un sogno - una parentesi da cui dovrà svegliarsi per tornare alla normalità. Inizia a pensare che Julia non sarà più là ad aspettarlo, quando tornerà.
 
L'anno scolastico finisce e Faye riesce nel suo intento di farsi bocciare. Alla cerimonia del ritiro dei diplomi - in cui anche Spike ottiene il suo, ma solo per esaurimento nervoso dei professori, a quanto gli pare di capire - gli sembra felice come mai prima d'allora.
Fumano l'ultima sigaretta sul tetto della scuola e lui se la gode come fosse il giro di boa di un'epoca intera. Gli sembra di essere ringiovanito di colpo, come se l'avessero lanciato in un universo nuovo.
Faye gli dice che sentirà la sua mancanza, ma solo nei pomeriggi noiosi. Spike le sorride e la bacia.
«Non è mica la fine del mondo. Ci vediamo fuori di qui.»
Questa volta è lui che si alza e se ne va.





08.06.2013

Questa storia è stata scritta per il Logorrompt! di Piscina di Prompt con la traccia fornitami da Kuma_Cla: 

School!AU in cui i nostri cowboy sono degli studenti alle prese con la vita di un qualsiasi adolescente: compiti (pochi), feste, litigi, amori.
C'è Faye che non rinuncia a vestiti succinti e sogna di diventare ricca. C'è Spike che sonnecchia sul tetto della scuola, sigaretta e sguardo perso nel passato (o sta guardando al futuro?). C'è Jet che cerca in tutti i modi di far studiare i suoi studenti. E c'è pure Ed che scorrazza nel cortile della scuola. Se ci metti un po' di Spike/Faye potrei amarti a dismisura. Aggiungi poi un Vicious che mette i bastoni tra le ruote.
Non sono riuscita a trattare per bene alcuni dei punti (Vicious) e ne ho consapevolmente cambiati altri (Jet), ma sono davvero soddisfatta del risultato. E' la mia prima AU e ha un'atmosfera che mi piace molto. E' il mio compleanno e sono felice. :)
Grazie mille a Manubibi per il betaggio, a Kuma_Cla per il prompt, e a voi per aver letto.
Buona serata!
Kuruccha
   
 
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