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Autore: _Colours_ of the _Music_    08/06/2013    2 recensioni
Dia duit~
Salve a tutti, io sono Irlanda, e questa è la mia storia...
La storia di una colonia inglese che ha dovuto sopportare un fratello piuttosto movimentato, (il cibo di Inghilterra), carestie, Guerre d'Indipendenza e altro ancora...
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altri, America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest, Incompiuta
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Capitolo 4 - Nuova casa, nuova vita


Premesse: scusate per l'enorme ritardo ma in questo periodo ci sono un sacco di problemi :c Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo la fic, comunque. Inoltre, in questo capitolo non ho seguito la storia precisa dell’Irlanda, solo perché altrimenti avrebbe stravolto troppo ciò che avevo in mente. Quindi scusate se la fic non corrisponde alla realtà dei fatti.


Alla fine non ho potuto fare altro che scegliere di andare per un po’ a stare con i Nordici. Pensavo che non mi sarebbe dispiaciuto più di tanto lasciare Inghilterra e America, ma dopotutto sentivo che mi sarebbero mancati, e anche molto.
I Nordici si erano messi d’accordo, e avevano deciso che sarei stata a casa di Danimarca. Ero felice, perché lui era quello con cui ero più legata quando ero più piccola, e tra l’altro casa sua non era così distante da quella di Inghilterra.
Ciò di cui avevo più paura era il fatto che Danimarca poteva essere cambiato da quando era “il mio fratellone”, come lo chiamavo da piccola, e poteva anche essere completamente diverso da come lo conoscevo. Certo, da quello che avevo potuto vedere fino ad ora non sembrava poi cambiato tanto, era rimasto il solito Danimarca allegro, solare e un po’ infantile.
Forse mi stavo solo preoccupando troppo. E poi non sarei dovuta restare molto con loro, no?
O questo era quello che pensavo…

I giorni passavano senza che me ne accorgessi, e pian piano mi dimenticavo i momenti passati con America e Inghilterra. Cominciai a pensare che fossi da sempre rimasta con i Nordici, ed ero molto influenzata dalle storie avvincenti di Danimarca, che mi parlava dei Vichinghi e delle loro fantastiche avventure. Di come avevano vissuto ai tempi in cui anche loro lo erano, e andavano in giro per il mondo a saccheggiare e a conquistare terre.
Senza che me ne rendessi conto, stavo crescendo anche io. Tutto ciò che avevo vissuto con Inghilterra e con America scivolava via dalla mia mente. I miei unici ricordi appartenevano alla mia vita con i Nordici, ma non perché loro cercassero di farmi dimenticare Inghilterra.
Non sapevo che le Nazioni fossero molto influenzabili, e che i ricordi della loro vita con altre Nazioni fossero molto fragili. Lo stare così tanto tempo con i Nordici aveva fatto sì che credessi sempre di più nella mia idea, cioè che io ero da sempre stata con loro. Non ricordavo quasi nulla di Inghilterra, né di America. Quando fui abbastanza grande, i Nordici decisero di portarmi alle Conferenze Internazionali. Io non ero molto convinta, ma ero felice di poter vedere come lavoravano le altre Nazioni tra di loro, e volevo conoscere chi non avevo mai visto. Abitando nel nord dell’Europa ed essendo rimasta sempre lì erano molte le Nazioni di cui non avevo neanche sentito parlare.
I Nordici avevano saltato molte riunioni, avevano deciso di stare un po’ con me, ma ormai ero cresciuta, e li avevo rassicurati che non sarei morta o nient’altro se fossi andata con loro una volta tanto.
Così, avrei partecipato alla mia prima Conferenza Mondiale. L’edificio in cui si tenevano le riunioni era molto grande e vistoso, dopotutto era lì che si discuteva dei più importanti problemi che riguardavano tutto il mondo.
Appena arrivai, Finlandia decise di portarmi in giro per farmi vedere ogni angolo o quasi del palazzo. Ogni cosa mi affascinava, e non potevo non guardarmi intorno. C’erano tante Nazioni che non conoscevo, altre che avevo visto solo di sfuggita quando andavano a trovare Danimarca. Una cosa che mi stupì fu il fatto che quando qualcuno vicino a me parlava di Inghilterra avvertivo una strana sensazione, quasi di malinconia. Ricordavo veramente poche cose di lui, lo stesso valeva per quell'America di cui sentivo parlare.
-Va tutto bene, Iri-chan?
Stando ai miei ricordi, quel soprannome me l'avevano dato i Nordici quando ero più piccola, ma non mi piaceva molto, non sapevo perché. Mi metteva di nuovo quella strana malinconia addosso.
-Mh? Certo!
Cercavo di essere – o di sembrare – più allegra possibile, ma non riuscivo a non pensare a Inghilterra. Perché non riuscivo a pensare ad altro? E poi perché mi sentivo così male se non riuscivo ad immaginarmelo?
“Dopotutto non l’ho mai visto, no?” era quello che pensavo.
Finalmente arrivò il momento della riunione. Io e Finlandia entrammo nel grande salone, in cui c’era un tavolo enorme, con moltissime sedie. Ad ogni Nazione era assegnato un posto ben preciso, ed ero sorpresa che fosse stato scritto anche il mio. Leggere “Ireland” sul cartellino che segnava il mio posto è stato così emozionante che quasi mi dispiaceva il fatto che non lo potessi portare a casa. Sarebbe stato comunque molto strano… Ero molto felice in ogni caso, Danimarca mi aveva detto che avevano avvertito tutti che sarei arrivata anche io, perciò avevano fatto preparare un cartellino apposta.
Lessi i nomi dei miei vicini. Alla mia destra si sarebbe dovuto sedere Danimarca, che si era segretamente scambiato di posto con Francia. Voleva a tutti i costi stare vicino a me. “Dopotutto è una giornata importante per te! Devo stare al tuo fianco!” continuava a dire, quasi per giustificarsi.
Avrei voluto tanto che alla mia sinistra ci fosse il cartellino con il nome di un altro Nordico, ma sospirai quando mi accorsi che era impossibile. C’erano così tante Nazioni che non sapevo neanche dove fossero finiti gli altri.
Così mi volsi sconsolata ma quello che vidi mi fece quasi saltare dalla sedia. C’era veramente scritto “England” o me lo stavo solo immaginando?! Non capivo se ce l’avessero con me o se volessero farmi venire la malinconia a tutti i costi.
Per fortuna non era ancora arrivato, così potei prima riflettere un po’. Cosa mi stava succedendo? Ero forse diventata pazza? No, non lo trovavo possibile. Ero ancora me stessa, c’era solo questa strana sensazione ogni volta che sentivo “Inghilterra” o “America”.
-Ehi, Igirisu! Finalmente sei arrivato, cos'è successo??
Il biondino con gli occhi azzurri, che a quanto pare era Francia, aveva parlato in direzione della porta, così molti si voltarono.
Colui che era appena entrato era una Nazione con i capelli biondi spettinati e gli occhi verde acceso, con lo sguardo basso segnato da profonde occhiaie di cui la maggior parte ignoravano l’esistenza, ma di cui mi ero accorta quasi immediatamente. Ero quasi preoccupata per lui. Perché sembrava così stanco? Ero così pensierosa che non mi accorsi neanche che si sedette vicino a me. Ignorando tutto ciò, compreso il cartellino che contrassegnava il suo nome, gli chiesi:
-Va tutto bene?
Lui in un primo momento non alzò neanche lo sguardo, quasi come se non mi avesse sentito.
-Ehi?
Mi avvicinai leggermente. Sembrò accorgersi di me, perché alzò finalmente gli occhi e mi guardò. La sua espressione sembrò cambiare, anche se di poco.
-Chi sei…?
Mi chiese, con una punta di speranza nella voce.
-Sono Irlan-
Non feci neanche in tempo a finire di dirlo, che lui mi abbracciò. Sentivo che stavo diventando sempre più calda, e non capivo più niente. Mi sentivo strana, come se i ricordi venissero a galla. Alla fine, non riuscii a ricordare più di tanto.
-Sei così cresciuta, Iri-chan…
Era così diverso quel soprannome detto da lui.. Così bello… Perché?
In quel momento entrò anche un’altra Nazione, anche questa con i capelli biondi, ma più scuri, alto, con gli occhiali e un hamburger in mano, e..
-America, ti stavamo aspettando tutti, perché sei sempre in ritardo?!
A parlare era stata una Nazione dai capelli neri raccolti in un codino, evidentemente Cina. Aspettate, ma…
-America?!
Come faceva quello ad essere America?! Era evidentemente cresciuto, ma mi sembrava molto diverso da quel poco che mi ricordavo. Forse era colpa mia, e il piccolo bambino che conoscevo io era tutto frutto della mia immaginazione, ma anche quando il presunto Inghilterra era entrato, mi erano balenate davanti agli occhi immagini e ricordi che avevo dimenticato. E America era lì, piccolo ma già grande, colui che io consideravo… un eroe.
Danimarca mi guardò. Sembrava leggermente contrariato dall'arrivo della Nazione.
Io mi sentivo ancora più strana, piano piano mi stavo ricordando tutto, e non mi accorsi che America mi si era avvicinato.
-Ehi, ma tu sei..
Quella frase mi svegliò dai miei pensieri. America si era piazzato proprio davanti a me, e mi fissava. Distolsi subito lo sguardo, incapace di sostenere il suo. Volevo...
-S-Scusate…
Mi alzai e corsi fuori dalla stanza.
Volevo solo…
Andai in bagno, e mi guardai allo specchio. Chi ero io? Perché tutti quei ricordi confusi? Cosa c'entravano Inghilterra e America con me?
-Iri-chan...
Mi voltai.
-I-Inghilterra..?
Volevo solo ricordare.
  
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