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Autore: Shora    08/06/2013    2 recensioni
Sakura deve cominciare il primo anno scolastico del liceo. Accompagnata da Tomoyo, iniziera così un viaggio tra il suo primo grande amore (un ragazzo conosciuto durante la cerimonia d'inizio anno,Syaoran) e una losca figura che non sembra essere contenta di ciò.
Genere: Avventura, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Li Shaoran, Nuovo personaggio, Sakura, Tomoyo Daidouji, Touya/Toy | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La verità:

Sakura aprì lentamente gli occhi. Si ritrovò legata ad una sedia. Si guardò intorno. Aveva un gran mal di testa e non riusciva a mettere bene a fuoco gli oggetti. Capì solo che si trovava in uno spazio angusto che puzzava di legno marcio e muschio. Poi come se stessa vedendo un film le tornò in mente tutto quello che era successo la sera, poiché a giudicare dalla luce presente, doveva essere mattina, la mattina di Natale. Cominciò a spaventarsi. Era stata rapita, suo fratello non ne sapeva niente e lei non aveva la più pallida idea di quello che di li a poco sarebbe potuto accadere. Sentì dei passi e l’uomo incappucciato fece irruzione nel capanno dove aveva sistemato la ragazza. Nessuno dei due parlò. La castana si limitò a guardare il suo rapitore con cattiveria.
“Parlare è da persone civili, perché lui non lo fa?” si chiese la ragazza.
Il tizio si sistemò su una sedia di fronte alla sua.
-Vedo che ci siamo svegliati.- disse. Aveva una voce calma e calda come quella di un padre.
-C-Chi sei??- chiese Sakura.
Il tizio si tirò un po’ giù il cappuccio che gli copriva il volto. Era un uomo sulla mezza età, dai capelli neri, molto scuri. Due occhi verdi brillante la fissarono in modo cattivo. Poi la ragazza notò che l’uomo aveva una lunga cicatrice sul volto, che gli segnava tutta la guancia sinistra. Il mantello con il cappuccio copriva il resto dell’abbigliamento dato che era lungo, un po’ come quello che usano nei film per indicare logge e robe simili.
-E’ strano che non ti ricordi di me!- disse lui con voce calma quasi terrorizzante.
-A quanto pare non ti conosco, mi vuoi dire chi sei??- sclerò la castana, ormai presa dal panico.
L’uomo fece un mezzo sorriso che alla ragazza fece venire i nervi. Il tizio fece un passo verso di lei.
-Sono certo che tuo padre ti avrà menzionato di me, altrimenti hai sentito di me al telegiornale!- sorrise soddisfatto.
-Certo che ho sentito di te al TG! Stai uccidendo un sacco di ragazzini e ragazzine, perché?-
L’uomo si irrigidì e il sorriso scomparve dal suo volto.
-Vendetta.- disse solo allontanandosi.
-Tu sei l’ultimo tassello del puzzle. L’ultima vittima che mi rimane…- disse poi piano.
-Ma perché lo stai facendo?- chiese di nuovo Sakura.
-Sei insistente ragazzina!- disse il tizio.
-Perché tu non rispondi alla mia domanda! Avanti, dimmelo!-
Il moro sospirò.
“Tanto morirà, dov’è il problema!” si disse.
-Dieci anni fa…- cominciò senza voltarsi verso la castana -… un rapinatore entro in casa mia. Io ero appena tornato dal lavoro e mi appettavo di trovare Mary, mia moglie, pronta con la cena e Sarah, mia figlia di 5 anni, ad accogliermi con il solito sorriso. Appena ho parcheggiato l’auto però, ho visto la porta aperta e per precauzione ho chiamato la polizia. Sono entrato e ho trovato Mary ha terra con un profondo taglio sul collo, ormai morta. Spaventato sono andato a cercare Sarah. La trovai nella cucina, il rapinatore la stava minacciando. Nono feci in tempo a dire nulla che la polizia fece irruzione nella stanza. Così il rapinatore preso alla sprovvista prese mia figlia e la tenne per ostaggio. A capo della squadre di 6 uomini c’era tuo padre. L’uomo disse che non si dovevano avvicinare o avrebbe ucciso la bambina. Tuo padre pensando fosse tutto un blef andò avanti di qualche passo dei poliziotti. Il ladro tagliò la gola di Sarah prima che qualcuno potesse fermarlo. Non ho mai perdonato quella squadra di polizia, soprattutto tuo padre perché il giorno dopo l’accaduto ha lasciato il lavoro per fare il professore, come se si volesse lavare le mani di quello che era successo. Ho pensato molto alla mia vendetta e tutti quei ragazzi che ho ucciso erano figli di quella squadra di polizia, ho fatto ciò per fargli capire cosa si prova ha perdere il proprio figlio. Siete rimasti solo tu e tuo fratello che verrà subito dopo di te.-
-Ma non capisci che così ti stai mettendo al livello del rapinatore che ti sei trovato in casa?!- urlò Sakura.
-Non mi importa più ormai, ho deciso di vendicarmi, il perdono non fa per me, altrimenti tutto ciò non sarebbe successo.-
La ragazza notò una lacrima colare per la guancia con la cicatrice dell’uomo. Le si strinse il cuore.
Poi di scatto l’uomo si girò. Impugnò una pistola e la puntò verso la ragazza.
-Ma ora è il momento di farla finita! Tra poco il mio compito sarà concluso e così potrò morire in pace, sapendo di aver vendicato Sarah!-
“Ti prego, Syaoran vieni a salvarmi!” pensò intensamente la ragazza chiudendo chi occhi e strizzandoli per paura che l’uomo le sparasse da un momento all’altro. Si sentì una sgommata fuori dalla porta del capanno e dei passi di molti uomini che si muovevano verso il casotto.
-La polizia!- disse tra i denti il tizio. La ragazza sorrise, ma l’uomo non scappò come previsto. Si limitò a caricare l’oggetto.
-Se provano ad entrare ti troveranno già morta…- sogghignò.
Sakura deglutì forzatamente.
  
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