Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: illmarryniall_    10/06/2013    12 recensioni
"And what did your heart decide?"
"He decided to help a boy to breathe."
________________________________
«E il tuo cuore cos’ ha deciso?»
«Ha deciso di aiutare un ragazzo a respirare.»
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
trailer della storia.
_____________________________________________________________________________________________________________

Dormimmo per quasi l’intero giorno. Al nostro risveglio Justin chiamò per farci avere la colazione in camera, e mentre io mi rilassavo un altro po’, lui andò a farsi una doccia.
La colazione prevedeva dei croissant con cioccolata bianca e del tè alla pesca, qualche fetta biscottata con la marmellata e della nocciola confezionata.
Ottimo direi.
Mancava qualche giorno al Natale oramai e Londra in quel periodo era spettacolare.
Eppure Agosto sembrava essere iniziato qualche giorno fa. Come passa veloce il tempo a volte.
 «A cosa pensi?» m’interruppe Justin.
«Tra qualche giorno è Natale e non riesco a capacitarmi di ciò. Insomma, sembra solo ieri che ci siamo incontrati. Tutti questi mesi sono passati in un batter d’occhio.»
«Io pensavo fossimo ancora ad Agosto.» ci scherzò un po’ su.
«Mh, okay.» iniziammo a ridere entrambi.
«Comunque» iniziò lui «Che ne dici se dopo la colazione ce ne andassimo un po’ girovagando per Londra?»
«Direi che è un’ottima idea. Voglio comprare qualcosa.»
«Guarda un po’, lo immaginavo già.» sorrise lui.
Finimmo di mangiare le ultime cose e ci sistemammo per uscire.
L’Hotel era strapieno di turisti che arrivavano da tutto il mondo.
Mi stupii nel vedere gente addirittura italiana o giapponese, per esempio.
Salutammo alla reception e uscimmo fuori.
«Prendiamo un taxi?» chiesi.
«Oh no, no signorina. Oggi andremo a piedi.» mi sorrise.
«E se mi stanco?»
«Vorrà dire che ti prenderò in braccio, ma tu sai già che non lo farò davvero.»
Gli feci una smorfia e lui iniziò a ridere.
Incrociò la sua mano con la mia e c’iniziammo a incamminare.
Non faceva freddo, di più.
Fu un bene portare l’intero guardaroba invernale, menomale che avevo con me la solita giacca pesante.
Justin indossava un cappellino di cotone rosso, era adorabile.
Passammo a vedere il Big Ben e Justin sfoggiò la sua meravigliosa Canon.
Iniziò a fare qualche scatto e poi la rivolse verso di noi.
«Fai una faccia buffa.» disse in tono ironico.
Lo presi sul serio e i vari scatti immortalarono i vari momenti.
Fece qualche foto ai nostri volti e come sfondo c’era l’immensità del Big Ben illuminato, favoloso.
«Ti piacciono?» mi mostrò la schermata digitale e le foto in modalità riproduzione.
Iniziai a ridere come un’ebete, le amavo e non perchè c’eravamo solo io e Justin, ma perchè erano delle foto naturali e si vedevano i nostri veri sorrisi.
«Sono bellissime Justin. Ne faremo altre oggi?»
«Certo piccola, ho intenzione di tornare in Hotel con la memoria piena.» mi sorrise.
Oh, adorabile.
L’aria Londinese era bellissima.
Le strade erano perennemente affollate e se non facevi attenzione, rischiavi di finire sotto a un bus, ma tralasciamo.
C’erano parecchi quartieri addobbati con gli oggetti natalizi, altri invece alquanto spogli.
Con Justin girovagammo un po’ per poi arrivare al London eye.
Non si può andare a Londra e non salire sulla London eye, è un obbligo.
«Cosa c’è, hai paura dell’altezza?» Justin mi osservò mentre riflettevo davanti alla grandezza stratosferica di quella ruota panoramica.
«No, affatto. Ho solo un po’ di mal di pancia, ora passa.» risposi sinceramente.
Tutta quella strada percorsa a piedi aveva solo aggravato la situazione.
«Probabilmente ti ha fatto male qualcosa che hai mangiato a colazione.» si avvicinò Justin e mi fece sedere su un muretto lì vicino.
«Probabilmente hai ragione.»
Mi massaggiai leggermente la pancia, cercando invano di risolvere qualcosa e il dolore si alleviò leggermente.
Non volevo far rimanere Justin ancora lì impalato per colpa mia e così gli dissi che mi sentivo meglio.
Lui cercò di convincermi a non salire e di tornare in Hotel ma io, testarda, negai.
«E se ti sentirai male?» mi chiese un’ultima volta.
«Sto benissimo, saliamo.» gli sorrisi entusiasta e un uomo ci aiutò a entrare nella nostra cabina.
La vista da lassù era strabiliante.
Nella nostra stessa cabina c’erano all’incirca altre venti persone, chi si cimentava nella foto, chi rimaneva spiaccicato davanti al vetro per guardare ogni minima cosa e chi, invece, piangeva per l’altezza.
Si poteva vedere l’intera città, il Big Ben, il Buckingham Palace, il Tamigi ricco di piccole barchette, il Tower Bridge, il Palazzo di Westminster, tutto, qualsiasi cosa sembrava piccolissima.
Era come fare un giro turistico dell’intera Londra in soli trenta minuti.
Il giro panoramico durò all’incirca quei minuti, di tanto in tanto si fermava a mezz’aria per permettere a tutti di salire e riempire le cabine, anche ai signori più anziani.
Era bellissima, e pensare che la costruzione dell’Occhio di Londra durò sette lunghi anni.
«E’ bellissimo, non è vero?» Justin bloccò i miei pensieri.
«A dir poco. Guarda lì, c’è un gruppo di persone lì sotto che scatta foto verso la ruota.» indicai con un dito in modo che Justin riuscisse a vedere meglio.
«Oh sì, l’ho visto. Beh, saranno turisti anche loro. A proposito, ti senti meglio?» mi chiese sfiorandomi la guancia con la mano.
«Benissimo.» mi avvicinai ad abbracciarlo e insieme continuammo a guardare fuori.
L’atmosfera tra di noi era ormai perfetta, avevamo legato tantissimo e stare con Justin era sinonimo di felicità.
Il giro panoramico purtroppo terminò e noi fummo obbligati a uscire dalla cabina per permettere ad altre persone di entrarci.
«Che ne dici di andare al Regent’s Park?» mi chiese.
Annuii e lo seguii sicura.
Arrivammo difronte a degli immensi prati costellati da fontane e giardini; sul lago principale c’era la possibilità di muoversi in barca e inoltre c’erano anche diversi campi, dove poter giocare a tennis, cricket o anche rugby.
Dal lato ovest del parco si poteva vedere anche la London Central Islamic Centre & Mosque.
«Proporrei di fare un giro in barca ma non credo che ne venga fuori qualcosa di bello, fa parecchio freddo.» disse.
«Quoto.» gli feci il segno ‘peace’.
«Oh, ferma così.» mi obbligò Justin.
Sfoggiò nuovamente la sua Canon e si cimentò in qualche scatto, per un attimo divenni la sua modella.
Iniziò a esserci qualche filo di vento e lui volle immortalare i miei capelli ‘volanti’, come diceva lui.
«Può bastare.» sorrisi a causa dell’imbarazzo.
«Sì, mi da fastidio il fatto che tutti qui ti stiano osservando.»
«Probabilmente perchè ti sei atteggiato come un fotografo nel bel mezzo di un set fotografico.»
«Probabilmente.» sorridemmo entrambi.
«Andiamo allo zoo?» chiesi euforica.
Come se fossi una bambina da portare in giro per le attrazioni più belle.
«Mi dispiace dirti che lo zoo di Londra è chiuso proprio in questo periodo.»
Accidenti, altri periodi no eh.
«Oh, e ora che facciamo?» chiesi fingendo una faccia cucciolosa.
Sapevo bene che quella smorfia era il punto debole di Justin e mi piaceva usarla a mio favore.
«Andiamo a mangiare.» urlò ma allo stesso tempo si tappò la bocca immediatamente quando notò che tutti si voltarono a guardarlo sottocchio.
Effettivamente l’ora di pranzo era alquanto vicina, erano quasi le due e il mio stomaco supplicava di ricevere cibo.
Annuii all’idea brillante di Justin e questa volta cercammo un taxi per andare in un ristorante.
«Dove vi porto?» ci chiese il taxista.
«Tower 42, 25 Old Broad St, London EC2N 1HQ.» rispose Justin.
«Perfetto.»
«Che luogo sarebbe?» chiesi.
«Un ristorante, appena arriveremo, vedrai con i tuoi occhi.»
«Va bene Justin, va bene.»
 
«Santi lumi, questo lo chiami ristorante? Potrebbe costarci una fortuna mangiare qui.» rimasi a bocca aperta non appena varcammo la porta d’entrata.
«Pago io e lo sai, ormai mi conoscono qua, sono un cliente fisso ogni volta che vengo a Londra.»
«Sì, okay.»
Entrammo e tutto sembrò meraviglioso, in realtà lo era veramente.
Una donna alquanto cordiale ci venne incontro e ci fece accomodare al nostro tavolo.
«Non hai nemmeno bisogno di prenotare?» chiesi sorpresa.
A quanto pare la donna sapeva già del nostro arrivo e aveva sistemato un tavolo per noi due.
«No, ho mandato un messaggio a un mio amico che ha avvisato e prenotato questo tavolo.»
«E questo tuo amico sarebbe?» lo incitai a dirmi il nome.
«E’ lo chef di questo ristorante.» mi sorrise.
Oh, ora divenne tutto più limpido.
Giusto, chi è che non ha un amico chef? Io, e chi altrimenti? Sempre io.
«Volete ordinare?» una ragazza si avvicinò a noi e osservò per una miriade di secondi Justin.
«Quali sono i piatti tipici di questo ristorante?» le chiesi cercando di farle smettere di fissare Justin.
«In questo ristorante non abbiamo piatti tipici, ognuno è tipico a modo suo. Sta a lei la scelta.» mi rispose in modo sfacciato.
«Lei cosa desidera?» si voltò dolcemente verso Justin.
«La solita bistecca con contorno di patatine e insalata, non dimentichi la salsa all’yogurt, porti lo stesso piatto per la mia ragazza.» sorrise lui.
La ragazza annotò tutto e si allontanò da noi.
Sbuffai e appoggiai il mio volto tra lei mie mani, mantenendomi con i gomiti sul tavolo.
«Avanti, che succede?» mi chiese Justin sorridendo.
«Ogni ragazza cerca di attaccare bottone con te, non l’hai notato? Accade spudoratamente davanti i miei occhi.» sbuffai un’altra volta.
«E allora? A me non importa io non ricambio.»
«Ma ci provano spudoratamente.»
«Che facciano quel che vogliono, io sto con te.»
«Mh.» gli sorrisi e alleggerii il mio nervoso.
«Dai su, ora mangiamo e poi nel pomeriggio vediamo cosa fare.»
«Andiamo al cinema? Ho visto che c’è Beautiful Creatures, deve essere bello.»
«Certo, perchè no? Ci andremo.» mi sorrise.
Le nostre ordinazioni arrivarono qualche minuto dopo e iniziammo a mangiare.
 
Il cinema era colmo di gente, a quanto pare ebbero tutti la nostra stessa idea.
«Credo che morirò di claustrofobia.»
«Justin, siamo appena entrati in sala e stiamo per sederci, smetti di fare il melodrammatico.»
Lui annuii sorridendo, capii sicuramente la mia battuta.
Il film fu preceduto da qualche minuto di pubblicità, poi le luci iniziarono a calare e il film incominciò.
Di tanto in tanto Justin mangiava qualche manciata di pop-corn.
Cos’aveva al posto dello stomaco quel ragazzo? Un pozzo senza fondo sicuramente.
Io continuai a sorseggiare la mia coca-cola, attendendo il ’fine primo tempo’ per poter andare in bagno tranquillamente.
A quanto pare il mal di pancia persisteva ancora e il cibo mangiato al ristorante aumentò il dolore.
«Vado un attimo in bagno, non mi sto sentendo molto bene.»
«Vengo anch’io.» appoggiò il pacco di pop-corn a terra e si alzò insieme a me.
 
«Va tutto bene lì dentro?» Justin era fuori la porta del bagno ad aspettarmi.
«Che cosa risponderesti tu dopo aver smesso di vomitare?»
«Che non va molto bene. Avanti esci, ce ne torniamo in Hotel.»
«Credo di aver preso un virus.» mi diedi una ripulita e uscii fuori.
«Prova a prendere una pastiglia per calmare il dolore e domani mattina andremo a fare una visita, okay?» mi prese sottobraccio e uscimmo dalla sala.
Annuii.
 
«Buonasera signore» la donna della reception fece cenno a Justin. «Signora.» si rivolse a me.
«Buonasera Lucy, potrebbe darci la nostra chiave?» chiese Justin.
«Certamente. Qualcosa non va Signora?»
«Ho solo un po’ di mal di pancia Lucy, nulla di preoccupante.»
Salutammo la donna e ci recammo nella nostra stanza.
Non sentii mai il bisogno di stendermi come in quel momento.
Justin si venne a sedere accanto a me e massaggiò delicatamente la pancia.
«Hai bisogno di qualcosa?» mi chiese.
«No, altrimenti vomiterei un’altra volta. Credo che riposerò un po’.»
«Sicura? Sono solo le otto di sera.»
«Sicura, sono parecchio stanca.»
Mi diede un bacio sulla fronte e si alzò per andare in bagno.
«Justin?» lo chiamai.
«Sì?» si bloccò a mezza strada.
«Ti stendi accanto a me appena esci dal bagno?»
«Certo piccola, aspettami, non ci metto molto.» mi sorrise.
 
Justin’s pov.
Uscii dal bagno ma la trovai già tra le braccia di Morfeo.
Mantenni ugualmente la promessa e andai accanto a lei, l’abbracciai e presi magicamente sonno anch’io.
_____________________________________________________________________________________________________________

CIAAAAAAAAAAAAO AMORI, ANCORA UNA VOLTA HO TARDATO A POSTARE.
SCUSATEMI MA SONO STATA DAVVERO IMPEGNATA.
BEH, UN ALTRO CAPITOLO EH? E LE VISUALIZZAZIONI LIEVITANO MAGICAMENTE.
VI RINGRAZIO PER LE TANTE RECENSIONI, VERAMENTE.
RINGRAZIO LE 64 PERSONE CHE HANNO MESSO TRA LE SEGUITE LA MIA STORIA.
RINGRAZIO LE LETTRICI SILENZIOSE E QUELLE CHE RECENSISCONO.
RINGRAZIO TUTTE :)
DITEMI COSA PENSATE DI QUESTO CAPITOLO EH, CI CONTO.
xx
   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: illmarryniall_