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Autore: aris_no_nami    10/06/2013    1 recensioni
e se un grande cantante fosse legato ad una comune VIP da un destino indissolubile, da un destino colore del cielo? e se questo cantnate fosse T.O.P.? e se questa comune VIP fosse una sempliccissima ragazza dallo strano nome di Ribiera? e se non fosse legata solo a lui ....
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"Non ci credevo. Non poteva essere vero. Non era possibile. Non poteva succedere a me. Era impossibile. Eppure …"
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niente ragazzi, questa FF la amo dal profondo del mio cuore, e vi prometto che sarà fantastica!
quindi....non vi resta altro che leggerla!
Genere: Comico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 settimana dopo -Muori bastardoooooo!!!!!!- Strillai con le lacrime agli occhi. Quel cretino! Ma perché doveva fare quella parte di merda in quel film? Il mio TOP! Alla fine era stato un sogno? Bo, non lo sapevo … Dopo che Jany e Austin mi avevano detto che … … be … si, ero scoppiata in un pianto straziante. Avevo cominciato a tirare tutto quello che mi capitava sotto mano. Sedie, vasi, fiori, coperte, cuscini, … tutto. Ci avevano impiegato quasi un’ora per calmarmi. Dopo essermi calmata avevo preso le mie poche cose e me ne ero tornata a casa, senza dire niente a nessuno. Ora mi ritrovavo sul NOSTRO divano con una scodella di gelato al cioccolato a guardare i film più deprimenti che avevaMO in casa. E tra i tanti me ne era finito in mano uno di TOP. -Stronzooooo!!!!- Urlai nuovamente. Il film era finito e io, nonostante tutte le lacrime che avevo versato, stavo piangendo ancora. Ma non per il film. Cazzo! Spensi la TV e mi diressi verso la finestra. La guardai per non so quanto prima di aprirla. Era una giornata di merda. Pioveva. Mi sedetti sul piccolo davanzale di quella che poteva essere la porta per raggiungere la mia amata Haruko Anoy. Già, il suo vero nome era Haruko. Però a lei non piaceva così si faceva chiamare Haruka … Feci dondolare le gambe fuori della finestra. La strada sottostante era deserta. Mi trovavo al nono piano e non avevo paura a starmene seduta su venti centimetri di marmo. Mi facevo quasi impressione da sola … Dopo un po’ mi accorsi di una ragazza affianco ad una porsche nera fiammeggiante che si stava sbracciando. Io le urlai -Sali! Sono al nono piano! Numero 270! Jany corse come una matta verso l’entrata. Però … con una macchina del genere doveva fare un bel lavoretto … eppure aveva solo 19 anni, due in più di me. Sentii bussare alla porta. No, non si poteva definire un “bussare” ma un “sfondiamo la porta”. Io la aprii e mi ritrovai una Jany col fiatone! Neanche avesse fatto la maratona di New York! Lei mi si buttò addosso, in ginocchio -TI PREGO RIBBY! NON TI BUTTARE! LO SO, TI MANCA LA TUA AMICA! MA NON BUTTARTI! Strillò lei. Io la guardai perplessa -Ma secondo te io mi sarei buttata?! Insomma Jany, mi conosci, no?! Secondo te mi sarei uccisa in una maniera così veloce e indolore?! No! Dolore, sofferenza, tristezza. Devo morire nella maniera peggiore che esista. Avevo pensato all’atrofizamento degli arti. Oppure di fame. O depressione. Secondo te?! Gli chiesi seria. Lei stacco la testa dalla mia felpona, in cui aveva affogato il volto. La alzò e fece una delle peggiori smorfie che io avessi mai visto. Ma purtroppo non mi venne da ridere. Non ridevo da quando avevo saputo che … JANY POV Lei non rise. Brutto segno … di solito rideva sempre. Era una tra le persone più solari che io avessi mai conosciuto. E la cosa più bella era che ti contagiava. Ti contagiava tremendamente. SE LEI NON RIDEVA IL MONDO PIANGEVA. SE LEI PIANGEVA IL MONDO MORIVA. Ormai era troppo tardi. Dovevo mettere in atto il piano. Era tutto predisposto. La stavano già aspettando. Era ora che lei entrasse in quel mondo. Era giunta l’ora di vivere di ciò che lei amava e che a lei veniva meglio di qualunque altra cosa. Era tempo! RIBBY POV Jany si alzò serissima, prese il cellulare e bofonchiò qualcosa con qualcuno riferito ad un altro qualcuno che doveva entrare da qualche parte e questo qualcuno era … bo. Sinceramente non ci avevo capito un’ acca! Dopo si girò verso di me -TU! – e mi puntò l’indice contro avvicinandosi sempre di più – Da quanto cavolo di tempo è che non ti lavi?! -Una settimana … -bofonchiai io. Lei fece uno strillo teatrale. Mi prese per il polso e in meno di un minuto mi stava già asciugando i capelli. Profumavo come una rosellina. -Potresti fare la mamma, sai?! E potresti anche vincere un premio, mi vedo già gli annunci per strada: “ madre che in meno di un minuto riduce il figlio in un fiorellino! Il piccolo dice, mia madre mi lava in un minuto circa! È una fantastica madre! Dissi io. Lei scoppiò in una fragorosa risata -Ma ti prego! I figli sono l’ultima cosa che vorrò mai avere! È solo che lavorando dove lavoro io impari a fare tutto di fretta! Mi rispose con le lacrime agli occhi. -A proposito del “tuo lavoro”: che lavoro fai per avere una porsche così figa! Lei non mi rispose e mi trascino in camera. Aprì i miei armadi, si mise le mani sui fianchi e mi osservò attentamente -Di solito tu che cosa indossi? … no, non rispondere! Proverò a leggerti nel pensiero! Detto questo di girò e cominciò a frugare nel primo armadio. In effetti non potevo mica uscire in accappatoio … ma io non volevo proprio uscire! Dopo un minuto giusto si girò e mi butto sul letto: pantaloncini corti di jeans neri e tutti rotti, maglia larga a maniche corte di Super Man, cappello nero dei Big Bang … quel cappello, quel concerto, quel … a ripensarci mi venne un conato di vomito ma cercai di non farlo notare. Io mi vestii. Poi mi ritrascinò in bagno -Truccati! Mi ordinò lei. Non me lo feci ripetere. Quando Jany ti impartisce le cose in maniera così decisa è meglio non contraddirla. Matita blu scuro dentro l’occhio, pochissimo rimmel e fondotinta per coprire quelle super occhiaie che mi ritrovavo e il resto ... Mi girai verso Jany che alzò i pollici con un sorrisone a 32 denti. 5 minuti dopo Sinceramente non so come ci sono finita in macchina sua … ah si! mi ha preso di peso e buttata dentro la macchina come un sacco di patate! Quella … dove cavolo mi starà portando?!
  
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