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Autore: FeBookworm    10/06/2013    5 recensioni
Farò rigirare Victor Hugo nella tomba parte 3!
Immaginatevi una Eponine stanca di essere invisibile per Marius e che vuole combattere. Aggiungetevi una Cosette che prende posizione e si unisce a Les Amis. Vedetevi davanti agli occhi un Marius disposto a tutto pur di proteggere la sua donna.
E infine, l'ingrediente necessario ed indispensabile a mio avviso, Enjolras. Un leader che però ha dei sensi di colpa, ma che continua a sognare perché sa che un giorno verrà e allora...
S'incamminò verso casa sua, ma si fermò quando Eponine parlò:”Sei un buon capo, Enjolras. Severo e protettivo quanto basta.
Enjolras le fece un mezzo sorriso:”Ma è un buon capo quello che porta i suoi uomini alla morte?”
[...]
Marius, davanti a lui gli rispose serio:”Io non combatto”.
Gli occhi blu di Enjolras lanciarono fulmini:”E potrei sapere come mai, di grazia?” gli domandò sempre più innervosito-
“A causa mia, Monsiuer” gli rispose una voce angelica di donna.
E davanti a lui apparve l'Alouette.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Enjolras, Eponine, Marius Pontmercy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'Autrice
Ciaooo a tutti!!!!!!!!!!!!!! So che è tardissimo, ma non ce la facevo più a non aggiornare. Mi sentivo quasi in colpa. E, visto che la scuola è finita e domani posso dormire un po' più del solito, ho resistito al sonno arretrato e ho finito il capitolo ottavo. Spero siate contenti ;)
mi scuso con saitou catcher, white mirror e billina97 alle quali non ho risposto alle fantastiche recensioni, ma nell'ultima settimana di scuola sono stata impegnatissima e non ho avuto proprio tempo.
Spero di farmi perdonare con questo capitolo ;)
Buona lettura e Buona notte :D

-Fé-


Capitolo 8.


Eponine continuava a tenere lo sguardo basso, osservando attentamente il suo vestito azzurro sporcarsi leggermente a causa dell'erba leggermente bagnata. Stava attenta ad ogni minima macchia sul tessuto pregiatissimo del suo vestito e i suoi occhi vagavano dappertutto tranne che in alto dove, e lei lo sapeva benissimo, avrebbe incontrato gli occhi blu notte di Enjolras.

Non che fosse pentita di quei baci rubati al chiaro di luna. Anzi...

Quello che però non riusciva a togliersi era quel continuo imbarazzo e quel continuo rossore sulle sue guance. Par Dieu, era Enjolras!!! Lo stesso Enjolras che, appena incrociava una ragazza per le vie di Parigi, abbassava castamente lo sguardo. Lo stesso Enjolras che pensava esclusivamente alla sua Rivoluzione e alla sua Repubblica.

Era lo stesso Enjolras che l'aveva baciata? Quello che continuava a dire che la Patria era la sua unica ragazza?

“Ponine...” la chiamò, una strana nota di sofferenza nella voce.

Lei alzò subito lo sguardo allarmata e, quando notò il suo colorito verdognolo, iniziò a temere il peggio.

“Non mi sento molto bene, 'Ponine...” ammise il giovane prima di vomitare l'anima sul prato dietro di loro.

Eponine urlò in preda al panico e si fermò solo quando sentì una mano di Grantaire sulla sua spalla.

“Ange? Va tutto bene, Ange. Sta' tranquillo” disse dolcemente Charles a suo fratello, mettendogli un braccio intorno alla vita per sorreggerlo.

“Mi gira la testa Charles...”

Il maggiore si mise un braccio di Enjolras attorno alle sue spalle e pian piano lo guidò dentro casa:”E' normale, Ange. Credo che ti sia tornata la febbre. Non saresti dovuto uscire, aveva appena finito di piovere.”

“Vi ho sentiti urlare...” disse debolmente Enjolras, cercando di giustificarsi.

“La curiosità uccise il gatto, non lo sapevi Ange? Avresti dovuto rimanere a letto al caldo. Lo sai che qui a La Rochelle, quando piove, la temperatura scende di almeno otto gradi rispetto al centro di Parigi. La sfortuna di essere in mezzo a un bosco.”

Pian piano Charles riuscì a fargli fare le scale e a riportarlo in camera. Lo infilò sotto le coperte e gli disse:”Dirò a Henriette di prepararti qualcosa per la nausea, va bene?”

Enjolras annuì debolmente. Avrebbe voluto fare qualcos'altro, ma la testa gli faceva troppo male e gli pesava come un macigno sul collo.

Charles aveva ragione. Uscire di casa dopo la tempesta, con solamente la camicia sbottonata addosso e tutto sudato non era stato il massimo. Ma, per la miseria, il ricordo delle labbra di Eponine valeva tutto quel dolore.

Nine...

 

 

Grantaire la portò in cucina e le fece preparare del latte caldo. Ci versò dentro un po' di Cognac prima di darglielo e si sedette di fronte a lei, sorseggiando un po' di quella bevanda ambrata.

Eponine bevve timidamente dalla tazza, ancora scossa da quello che era successo.

“Enjolras se la caverà, ragazza. Ha la pellaccia dura per morire a causa di una febbriciattola” disse il ragazzo, cercando di calmarla.

“Certo che il signorino Ange ce la farà. Non è morto quando a cinque anni ha preso una brutta bronco-polmonite, non morirà di certo adesso” rispose in modo burbero Henriette, la vecchia tata di Enjolras.

“Visto?” disse Grantaire facendole l'occhiolino.

Ma il colorito di Eponine non accennava a migliorare. Era tremendamente pallida e scossa, senza contare il fatto che continuava a guardare nel vuoto come spiritata.

“Eponine?? Si può sapere che cos'hai? Oh, per le mutande del vecchio Lamarque! Enjolras ti ha baciata, non è vero?”

Quando Grantaire disse quelle parole, Eponine non poté negare l'evidenza. Adesso che Grantaire l'aveva detto, non era più un sogno. Era realtà.

“Dal colore rosso delle tue guance deduco che ho ragione” disse ridendo il ragazzo:”Sai, Enjolras direbbe che il rosso delle tue guance è quello degli uomini arrabbiati. O di un mondo che sta sorgendo” continuò, ridendo.

“Smettila di prendermi in giro!” urlò la ragazza, la stessa determinazione che Grantaire aveva spesso visto in Enjolras negli occhi.

“Scusami, volevo solo ottenere uno straccio di reazione da te” disse, iniziando a bere dalla bottiglia.

“Come hai fatto ad indovinare?”

“Io e Prouvaire avevamo scommesso entro quanto vi sareste messi insieme. Siete una bella coppia, sapete? Se non fosse per il semplice fatto che siete gli ultimi ad aver capito che vi appartenete”.

“Lo dici come se ti dispiacesse”.

Grantaire ghignò, continuando a bere. Di certo al ragazza era sveglia.

“Beh, di certo sai che ho una certa ossessione per il nostro latin lover”.

“Ossessione è dire poco. Gavroche dice sempre che lui è l'unica cosa in cui credi.”

“Esattamente. Se mi chiedesse di rischiare di morire di nuovo, per lui o per la Francia, lo farei. Solamente per lui, ma lo farei. Enjolras riesce a infiammare anche gli spiriti assopiti da tempo, anche gli oggetti. E' una grande qualità, la sua.”

“Credi che ricomincerà con la sua Rivoluzione?” domandò preoccupata Eponine.

“Credo che, finché del sangue gli scorrerà nelle vene, continuerà a sognare una Francia migliore.”

“Credo che nel suo caso i sogni possano portare alla morte. O, peggio, alla distruzione totale di sé.”

Grantaire fece un sorriso triste:”E alla distruzione totale di tutto ciò che gli sta attorno. Ma Eponine credo che tu sia in grado di placarlo. Tu sarai la sua cura.”

Ne sei davvero certo, Grantaire?

 

 

Quella notte nessuno riuscì a dormire, tranne forse la coppia più bella dell'estate, Marius e Cosette. A La Rochelle in molti non chiusero occhio, ma non per i tuoni e i lampi di quello strano temporale di inizio estate, ma per quelle note di pianoforte che Enjolras continuava a suonare.

 

I dreamed a dream in times gone by
When hope was high
And life worth living
I dreamed that love would never die
I dreamed that God would be forgiving

 

Jacques si alzò dal suo lettino e, preso il piccolo soldato di pezza che lo zio Ange gli aveva regalato per Natale, si avviò verso la biblioteca, dov'era il pianoforte.

Spesso lo zio Ange si svegliava di notte, quando stava a La Rochelle dalla mamma, e si rifugiava in biblioteca e tra le note del suo pianoforte. Era più forte di lui, solo così riusciva a calmarsi.

Lo zio Charles diceva sempre che lo zio Ange pensava troppo, per questo si svegliava nel pieno delle notte. Il problema era che doveva dire in qualche modo ciò che pensava e ciò che lo teneva sveglio e allora andava dal suo pianoforte e trovava tutte le parole necessarie. E al diavolo il sonno altrui.

 

But the tigers come at night

with their voices soft as thunder

As they tear your hope apart

And they turn your dream to shame

 

Quando Jacques entrò in biblioteca però vide che lo zio Ange non era solo. 'Ponine se ne stava scalza e con un lume acceso in mano di fronte a lui e lo ascoltava cantare e suonare. Erano entrambi due testimoni silenziosi dell'angoscia e della disperazione di quello spirito infiammato che era lo zio Ange.

Non aveva capito esattamente che cosa lo turbasse, ma di sicuro c'entrava la sua Francia e la sua Repubblica. Lo zio Charles lo prendeva sempre in giro per questo.

 

But there are dreams that cannot be

And there are storms we cannot weather

I had a dream my life would be

so different from this hell I'm living

So diffrent now from what it seemed

Now life has killed

The dream I dreamed

 

La voce di zio Ange si spezzò quando pronunciò le ultime note. Solo allora 'Ponine gli si avvicinò. Appoggiò il lume sul pianoforte e abbracciò stretto al suo seno lo zio Ange. Lui nascose il volto tra il suo abbraccio e iniziò a singhiozzare.

“Ci credevo davvero, Nine. Ci credevo realmente.”

'Ponine gli accarezzò i capelli ricci sudati e gli disse dolcemente:”Ci credevamo tutti, Enjolras. Solamente perché ci credevi tu e con le tue parole lo rendi vero, lo rendevi possibile. Ma non ti devi disperare. La vita ti darà un altro sogno per cui lottare.”

“Ma non sarà mai come questo. Volevo fare qualcosa di grande, qualcosa di giusto. Volevo creare una Francia migliore, Nine.”

“Ci sarà un giorno, Ange.

Al sentire il suo nome pronunciato da Eponine sentì una nuova forza nascergli dentro il cuore. Come se adesso fosse diventata lei il suo sogno.

Alzò la testa dal suo seno e la fissò negli occhi illuminati dal lume. Poteva ancora vederci il fuoco della Rivoluzione che tanto amava di lei.

E se c'era ancora negli occhi di Eponine, voleva dire che poteva ancora crederci anche lui.

Enjolras annuì piano e le sussurrò vicino alle labbra:”Verrà un giorno per una nuova Rivoluzione, Nine.”

Eponine sorrise a quelle parole. Finalmente era tornato l'Angelo Vendicatore che aveva imparato ad apprezzare. Il suo sorriso venne subito spento dalle labbra di Enjolras sulle sue.

Rimasero così, stretti l'uno all'altra, finché l'alba non segnò l'inizio di un nuovo giorno.

Prima di tornare nello loro stanze, Enjolras prese tra le braccia il corpicino addormentato di Jacques e se lo strinse al petto. Suo nipote era la speranza per il futuro.

La sua generazione poteva anche fallire nella Rivoluzione, ma non quella di Jacques. Loro di sicuro avrebbero ottenuto qualcosa. *

 

 

 

*Lieve riferimento al fatto che nel 1848 col grande botto i Francesi ottennero una vera Costituzione. E facendo i miei soliti calcoli Jacques nel 48 avrà la stessa età di Enjolras nel 32. Lui è la nuova generazione che finalmente ottiene qualcosa ;)

   
 
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