Film > La bella addormentata nel bosco
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Autore: BlackPearl_uaooo    27/12/2007    17 recensioni
[La bella addormentata nel bosco] Cavolo... ma come ha fatto a venirmi in mente una cosa del genere?? Se volete una fiaba assolutamente fuori dal comune, questo è quello che fa per voi... E lasciatemi un commentino pliiiiis!!!! 1bacio Fede
Genere: Romantico, Commedia, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Fuga

 

 

 

Ore 5.35 del mattino: tutti gli invitati se ne stavano andando, e nel salone da ballo i servitori già correvano di qua e di là per mettere a posto... per il party successivo, che avrebbe avuto luogo il giorno dopo.

Ariel abbracciò la sua migliore amica.

“Ciao Aurora.... quando ci vediamo?”

“Che ne dici se vengo da te stasera? Per una volta voglio fare l’ospite...”

“Ma che dici? Da me non sei un’ospite.... casa mia è casa tua”

“Grazie, Ariel... Ora scusami devo andare a salutare anche gli altri ospiti....”

La abbracciò di nuovo e poi si allontanò.

Ariel le disse da dietro: “Alle otto, eeeh?”

“Sì sì, sarò puntuale!! Ciao!!”

“Ciao!”

 

 

Un’ora dopo, Aurora era seduta su una delle comodissime poltrone della sua camera, in vestaglia.

Filippo entrò nella loro camera: “Ciao tesorino piccino puccioso”

“Ciao Filippo”

“Ma uffa perchè non mi dici mai cose carine, cucciolina birulina ciccina?”

“E perchè tu non mi chiami mai col mio nome?”

“Ma uffa che vuoi ancora? Sei passata dall’essere una contadinotta a una principessa, vivi nel lusso, circondata da lacchè che ti riveriscono, hai un marito perfetto, modestia a parte, che vuoi ancora dalla vita?”

“Niente... che posso desiderare ancora?”

“Ah ecco brava... pentolina mia”

“PENTOLINAAAA??”

“Perchè, uffa, non ti piace?” chiese Filippo avvicinandosi a lei e cominciando ad accarezzarla e baciarla sul collo.

“Ma lasciami in PACE!”

Detto questo, Aurora se ne andò, lasciando Filippo davanti allo specchio a guardarsi. Sembrava non avesse nemmeno capito che lei se n’era andata.

“Che pezzo di deficiente...”

Aurora passeggiò un po’ nel suo amato giardino.

“Cosa ci faccio qui?”pensò la ragazza “Io non sono per questa vita! Party, ipocrisia, etichetta... No, io non appartengo a questo mondo... stavo meglio nel bosco con le mie ziette.... Ora loro sono con i miei genitori... nel nostro regno... mentre io sono qui nel regno di Filippo... nel suo castello... ma non è casa mia.... Cosa mi trattiene qui?” poi un’idea la fulminò “IO ME NE VADO!”

La ragazza corse verso la sua camera. Voleva scappare, andarsene da quel posto orrendo che non riconosceva... Avrebbe viaggiato, sarebbe andata in giro per il mondo, avrebbe scoperto e imparato tutto ciò che aveva perso in una vita di fuga da Malefica, sonno in una torre e... matrimonio combinato.

Sì, sarebbe fuggita.

Corse come una forsennata fino alla porta della sua camera.

Sulla porta trovò Filippo.

“Ciao cucciola. Perchè hai il fiatone? Non dovresti correre... non si addice a una brava principessa... e una brava regina, appena mio padre tira le cuoia!” concluse sorridendo.

“Vado... vado a farmi una passeggiata a cavallo... Anzi, per favore vai a dire allo stalliere di sellare il mio cavallo!”

“Ok mortadellina”

“Grazie!”

Appena Filippo se ne fu andato, Aurora si chiuse in camera e si guardò intorno.

Cosa poteva essere necessario in una fuga?

Decise di togliersi l’orrendo vestito a bomboniera che ancora indossava dalla sera prima.

Trovò una maglia blu molto semplice, con le maniche lunghe e larghe.

Le piaceva molto perchè aveva una fascia sotto il seno che le ricordava i vestiti degli elfi.

Infilò i suoi pantaloni da cavallerizza e gli stivali.

Poi prese un mantello nero di Filippo.

Lo indossò. In quel periodo dell’anno faceva molto freddo. Era probabilmente il dicembre più freddo degli ultimi 10 anni.

Prese una borsa a tracolla, la riempì di pezzi d’oro e d’argento e la nascose sotto il mantello.

Poi prese l’unico oggetto a cui era legata in quella casa.

Un piccolo carillon.

Era bianco con disegni blu.

E se si apriva, oltre alla melodia appariva un piccolissimo ritratto di Aurora con i genitori e Fauna, Flora e Serenella.

Lo aprì.

Come al solito la musichetta che ne scaturì sciolse ogni suo brutto pensiero, lasciandola serena e commossa. La magia delle fatine aveva reso quella melodia capace di calmare gli animi più tormentati.

Per questo Aurora la ascoltava ogni sera, prima di addormentarsi.

Ma ora era veramente stufa. Non poteva continuare a sprecare la sua vita.

Prese il carillon, lo nascose nella borsa e scese nelle stalle reali.

Lo stalliere aveva eseguito gli ordini.

Aurora vide il suo bellissimo cavallo nero che lo aspettava, perfettamente sellato, impaziente di fare la sua passeggiata.

Aurora gli si avvicinò e lo accarezzò sul muso.

“Ciao Leonida”

Il cavallo nitrì in risposta e Aurora sorrise.

Salì a cavallo con molta naturalezza, come un uomo, senza dover stare attenta ai suoi soliti abiti lunghi.

Con pantaloni e stivali era comodissima, e il mantello le avrebbe coperto i lunghi riccioli biondi.

Forse sarebbe riuscita a farsi passare per un maschio.

Leonida cominciò a trottare, impaziente di partire, ma Aurora si fermò quasi subito, sentendo una voce che la chiamava.

“VOSTRA ALTEZZA! PRINCIPESSA AURORA!”

Era lo stalliere.

“Sì, Victor?”

“Vostra Altezza, come vi siete vestita? Dove andate? Quando tornate?”

“Mi sono vestita come più mi sento comoda. Vado dove mi pare. Torno....” stava per dirgli mai, ma poi capì che se l’avesse detto, lo stalliere l’avrebbe detto a Filippo e sarebbero partiti alla sua ricerca.... “senti, Victor, voglio fare una lunga cavalcata. Dì a mio marito che tornerò stasera. Ho già preso da mangiare per il pranzo.”

“Ma vostra altezza... Lasciate che io venga con voi”

“No. Ho bisogno di un po’ di tranquillità... e di solitudine. Potete capirmi vero? Con tutte quelle feste...”

“Posso capirvi, altezza”

“Bene, allora lasciatemi partire. Ci vediamo stasera. Ci sarà un’altra festa stasera, vero?”

“No, no, la festa sarà domani sera. Un ballo in maschera.”

“Va bene, Victor. Grazie per aver sellato Leonida.”

“Di nulla Altezza”

“Arrivederci, Victor”

“Fate buon viaggio, Principessa”

E appena svoltò dietro una collina, appena lo stalliere non fu più in grado di vederla.... Leonida, incitato dalla sua bella padroncina, cominciò a galoppare, felice perchè la passeggiata oggi sarebbe durata più del previsto.

 

 

Ehi ragazze (e ragazzi, se ci sono)

me la lasciate una recensioncina?

Lo sapete che ne ho tanto bisogno...

e poi mi dovete far sapere se vale la pena continuarla o no...

Lasciate un segno del vostro passaggio....Un bacio, Fede

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