Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MariannaAle    11/06/2013    3 recensioni
Ho cambiato stile di vita, e tutto per una mia scelta.
" Perchè rimani sapendo che rischi la tua vita Vivi! " Urlò il ragazzo che ormai aveva preso il mio cuore senza neanche chiedermelo.
" Secondo te? perchè ti amo cazzo" Gridai con tutta la frustrazione che avevo in corpo. Lo avevo ammesso. Io lo amo.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'I hope a love story'
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CAPITOLO NOVE.
Vivian’s pow.


“ ehi, scusa è occupato?” attirò l’attenzione una ragazza , aveva i capelli biondi e gli occhi neri. Il suo viso era contornato da lentiggini.
“ ehm..no no siediti pure.” Esclamai sorridendogli.
“ piacere Leight sei nuova?” mi tese la mano e sorridendogli la strinsi.
“ si sono nuova mi chiamo Vivian. Sai il mio secondo nome è Leight” esclamai ridendo leggermente.
“ ah beh coincidenza” mi fece l’occhiolino e si mise a mangiare
“ come diavolo fai a mangiare questa schifezza Leight?” domandai con voce stridula. Mi guardai intorno per vedere che tutti mangiavano questa merda come se fosse cibo normale.
“ beh ne sono abituata. Anzi lo siamo tutto qui e ben presto lo sarai anche tu. Da dove vieni? Dall ‘America del sud? “ mi chiese incuriosita. Wow non pensavo si capisse tanto.
“ vengo dal Puerto-Rico è un’isola che appartiene agli Usa ma credo non sapesse quasi nessuno della sua esistenza.” Spiegai alzai lo sguardo per vedere che mi stava ascoltando con attenzione e squadrando ogni minima parte del mio corpo.
“ deve essere un posto meraviglioso. Mi piacerebbe visitarlo.” Già, meraviglioso gli si addice poco. Direi perfettamente meraviglioso.
“ già. “ esclamai posando lo sguardo sulla schifezza del c’era davanti  a me.
Parlammo del più e del meno e scoprii che lei è nata in Germania ma all’età di 10 anni si è trasferita qua. È una persona stupenda e simile a me.
Sentii che qualcuno mi stava picchiettando la spalla sinistra e Leight che aveva spalancato gli occhi quasi avesse paura. Mi girai molto lentamente fino a vedere la persona che in meno di due giorni odiavo più di me stessa buttarmi quella schifezza dritta in faccia. Non è possibile addirittura mentre si pranza lui deve rovinarmi la vita. Mi guardai intorno e vidi tutti ridere. Stavano ridendo di me. L’unica che si era degnata di proteggermi era Leight.
“ brutto figlio di puttana che cazzo hai fatto?” gridò avvicinandosi a me e cercando di togliermi quella cosa dai capelli. Io non dissi niente per la prima volta non sapevo come reagire a una cosa simile. Nessuno ha mai provato a sfidarmi. Mi ha resa debole. Sono debole ora.
Sentii gli occhi pizzicarmi e per non farmi vedere mi alzai e corsi subito in bagno.
Tutti mi prendevano in giro dicevano cose tipo “ è proprio una sfigata” oppure “ ora Bieber l’ha presa di mira. Sarà difficile non rovinargli la vita. Sfigata.”.
Fanculo lui. Fanculo tutti. Fanculo mio fratello. Fanculo la scuola e fanculo il giorno in cui lascia i miei amici.
Mi chiusi nel bagno. Qua dentro si sentivano solo i miei singhiozzi.
“ Vivi in quale bagno sei? Sono Leight tesoro.” Lei era l’unica che mi è stata vicino
“ esci dai che ti aiuto a pulirti.” Non risposi. Mi vergognavo troppo a farmi vedere.
“ ascoltami, so che per te è stata dura lasciare il tuo paese. Lo è stato anche per me. Non so come ci si sente a essere presi di mira da Justin Bieber ma ti prego devi essere forte tesoro. Tu sei forte ce la puoi fare. Puoi combatterlo e sta certa che io starò al tuo fianco pronta a proteggerti quando ne avrai bisogno. Sarò la tua spalla personale quando dovrai piangere. È una promessa Vivi. Tu però devi lasciarmelo fare. Ora esci e fai vedere a tutti chi è veramente Vivian Leigh Salvador!” è stato il miglior discorso che abbia mai sentito in vita mia. Io ce la posso fare.
Aprii la porta e automaticamente abbraccia Leight sussurrando tantissimi “ grazie”.
“ no so cosa farei ora se tu non ci fossi qua con me Leight. Ti adoro.” Sussurrai stringendo la forte.
“ ti conosco da poco ma già mi sono affezionata a te. Sei l’unica amica che ho. Non lasciarmi Vivi.”Era in lacrime anche lei. Non aveva amici tutti la consideravano una sfigata perfino i veri e propri sfigati.
“ mai Leight te lo prometto. Adesso sarò sempre al tuo fianco.” Le accarezzai la guancia asciugando con il pollice la prima e ultima lacrima che scorre nella sua guancia.
“ su andiamo a farci un bel giro per la scuola.” Disse prendendomi  a braccetto e arricciando il naso.
Uscimmo dal bagno con tutti gli occhi dei ragazzi di quella scuola. Alcuno si piegavano in due dal ridere. Abbassai automaticamente gli occhi dalla vergogna.
“guarda hai ancora un po’ di cibo tra i capelli.” Esclamò il ragazzo che mi ha rovinato la vita in meno di de giorni. Justin Bieber.
Sentii una forte stretta nella mano. Era Leight che mi faceva capire che era non me.
“ lasciami in pace cazzo! Mi stai rovinando la vita. Ti diverte vedere le persone soffrire eh? Cosa faresti se tu fossi al posto di tutti quelli che fai sentire delle merde. Ripigliati cazzo. Non dimostri di essere figo o forte facendo del male a delle persone. Il rispetto non si guadagna così beh se ne sei convinto fatti un’esame di coscienza.” Gridai. Avevo gli occhi lucidi. Lui mi guardava impassibile come se non gli avessi detto niente. Mi guardava e basta. I suoi occhi diventarono cupi e strinse i pugni lungo i fianchi. Si stava incazzando.
C’era una folla enorme intorno a noi che incitavano Justin e i suoi amici a colpirci. Così fecero. Ci avevano picchiate davanti a tutti. Grazie a me anche Leight è stata picchiata.
Non la finivano sentivamo pugni  calci schiaffi, le nostre urla disperate e la folla che se la rideva. Mi sentivo sporca. Un essere insignificante. Non posso stare ancora qui.
Raccolsi la forza che avevo e presi per mano Leight cercando di scappare lontano a quest’incubo.
Piangevamo tutte e due. Ci avevano rovinate.
“ Leight ce la dobbiamo fare noi siamo forti.” Dissi piangendo. Come potevo dare forza a lei se non  ne avevo per me?
“ ragazze. O mio dio sorellina. Vieni qui.” Disse una ragazza. Era la sorella di Leight. Mi aveva detto che aveva una sorella gemella ma non che erano identiche.
L’abbracciò forte per farla smettere di singhiozzare. Io invece piangevo silenziosamente. Nessuno poteva consolarmi. L’unica che poteva è stata picchiata per colpa mia. Solo e solamente mia.



Justin’s pow


“ lasciami in pace cazzo! Mi stai rovinando la vita. Ti diverte vedere le persone soffrire eh? Cosa faresti se tu fossi al posto di tutti quelli che fai sentire delle merde. Ripigliati cazzo. Non dimostri di essere figo o forte facendo del male a delle persone. Il rispetto non si guadagna così beh se ne sei convinto fatti un’esame di coscienza.” Gridò la ragazza. Come si permetteva di parlarmi così? Chi si credeva di essere?
Ero incazzato come non mai. La folla mi incitava a picchiarla. Lo feci , la picchiai. I miei amici picchiarono anche la sua amica. Mi facevano un po’ pena ma io non provavo pietà per nessuno. Sono fatto così.
“ che cazzo hai fatto! Come ti sei permesso di toccare mia sorella! Tu sei pazzo. Non dovevi toccarle. A no  mi sbaglio tu non provi pietà neanche per due ragazze indifese che stavano facendosi la loro vita tranquillamente. Fanculo” disse gridando per poi correre verso di loro.
Ma aspetta, lei è la ragazza che ho incontrato oggi quella con cui sono andata a sbattere. Non sapevo fosse sua sorella. Boh.
“ dai ragazzi andiamo abbiamo altro da fare in questo momento.” Spostammo la folla che si era creata e andammo verso la nostra classe. Ci aspettava solo un’altra ora di scuola dopodiché dobbiamo occuparci del nostro lavoro.


Finalmente quell’ora infernale di matematica era finita. ci alzammo di corsa e ci avviammo verso la porta.
“ sedetevi immediatamente o chiamo la preside.” Ci minacciò la professoressa.
“ mi scusa ma abbiamo altro da fare. Se permette a domani “ aprii la porta e feci uscire Chaz Chiad e gli altri componenti della nostra banda.
“ ragazzi andiamo al magazzino ora.” Ordinai prima di entrare ognuno nella propria macchina.


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