Capitolo 12. Il tempo passa e tu non passi mai
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Pochi giorni dopo.
Da quando suor Angela e Davide erano partiti, la vita di Guido era quasi completamente dedicata al lavoro, spesso prendeva un aperitivo con i colleghi oppure faceva qualche uscita con i vecchi amici di un tempo, quelli che frequentava quando raggiungeva Beatrice a Milano anni prima.
C’era anche qualche collega o vecchia amica che non nascondeva un interesse per lui, ma nella sua testa e nel suo cuore ora più che mai c’era una sola persona.
Erano
l’una, l’una e mezza di notte, aveva bevuto un
po’ e non aveva nessuna
intenzione di andare a casa “lei cosa starà
facendo?” “Naturale sarà con lui”
quella constatazione lo colpì come una frustata e quasi
senza rendersene conto
si ritrovò sotto casa di Azzurra ed Elisa, avevo letto
l’indirizzo nel
fascicolo relativo al caso Pèrez. “Avrà pure il
suo anello al dito, ma non
vivono insieme” si ricordò del
sollievo che aveva provato a quella
considerazione.
Poco dopo, si fermò
un’auto davanti all’ingresso del
condominio, lui intuì
che i due nell’abitacolo si baciassero e poi scese dalla
vettura Azzurra,
proprio lei. Scese dalla macchina anche Guido e sentì
Lorenzo dirle “vuoi che
ti accompagni?” lei rispose “No, grazie”
si avviò al cancello e dopo aver
armeggiato con le chiavi, accedette al porticato del condominio.
L’auto di
Lorenzo se ne andò e lui istintivamente raggiunse il
cancello ed entrò
seguendola.
Azzurra accelerò il passo, non aveva
sentito il cancello chiudersi dietro
di sé e questa cosa le mise agitazione, arrivò al
secondo portoncino che
permetteva l’accesso alle scale era aperto e si
affrettò ad entrare per
chiuderlo velocemente, ma qualcuno glielo impedì, il neon
delle scale doveva
essersi fulminato, era buio e la fioca luce dei lampioni in strada che
penetrava illuminava poco o nulla.
“Ahhhh!” urlò lei
spaventata.
“Azzurra”
“Guido!” gridò
ancora lei “Ma sei impazzito? Mi stava prendendo un
colpo!”
“Si, lo so, scusami, hai ragione,
scusami”
“Ma da dove sei spuntato? Che ci fai qui,
sotto casa mia?”
“Ho letto il tuo indirizzo in questura,
ti aspettavo e quando sei
rientrata ti ho seguito”
“Com’è giudice di
giorno e molestatore di notte?”
Lui rise alla sua battuta “Eccola la mia
Azzurra, irriverente, divertente,
schietta, sincera”
“Ignorante, superficiale, inconcludente,
inaffidabile, era questa la “tua”
Azzurra. Che poi non siamo mai stati insieme quindi non sono mai stata
tua”
rabbrividì per il freddo e lui
l’abbracciò per riscaldarla, per proteggerla,
per tenerla vicino.
Lei rimase di stucco, inizialmente era rigida come
il tronco di un albero,
poi si sciolse e ricambiò l’abbraccio.
Successivamente si staccò
“Forse è meglio se entriamo in casa, dai, ci
prendiamo una cosa da bere e poi ce ne andiamo a letto, magari mi
spieghi anche
cosa avevi di così urgente da attraversare tutta la
città e venire a casa mia
alle due di notte. Davide mi ha detto che abiti in tutt’altra
zona”
Quando entrarono nell’appartamento, Guido
notò subito l’ambiente
accogliente, ordinato, ma fresco, colorato, vissuto eppure rilassante.
“Bello qui, ci vivi sola?”
“No con Elisa, la sorella di Kate,
l’amica di suor Angela”
“Non volevo disturbare non credevo che ci
fossero altre persone, starà
dormendo”
“Eli è a Londra, convegno
internazionale di farmacia, è socia di una
farmacia nel centro di Milano ed anche dottore di ricerca
all’università”
“Cosa prendi?”
“Vorrei un caffè, ti dispiace?
Ho bevuto un po’ e non sono molto abituato”
“Ah, ecco, ora ho capito! Ma
l’integerrimo professor Corsi dov’è
finito?”
Lui rise ancora e poi rispose amaro “Spero di averlo sepolto da qualche parte, non voglio essere mai più così, quell’integerrimo lì ha fatto molti danni al mio cuore, ci sono stati morti e feriti e tu sei stata uno di quelli”
Lei si voltò dopo avergli porto il
caffè fumante che era appena uscito
dalla macchinetta espresso “Mi devo preoccupare?”
chiese con sincera
apprensione “C’è qualcosa che non va con
Beatrice, vero?”
Lui rise ancora annuendo
“Guido fa parte delle storie
d’amore avere degli alti e bassi, è
così per
tutte le coppie, poi avete un bambino piccolo, ora tu sei lontano da
tua moglie,
mi sembra normale che sia difficile. Comunque, io non sono proprio la
persona
adatta con cui venirne a parlare. Tre o quattro anni fa tu mi hai
rifiutato per
Beatrice ed anche se ora le cose sono cambiate radicalmente il ruolo
dell’amica
consigliera, credimi, non mi si addice”
“Azzurrina mia, quanto hai ragione!
Quante cose sono cambiate radicalmente, ma i
miei sentimenti per te mai, mi spieghi perché nonostante
tutto io ho continuato
ad amarti? Sempre! Ogni giorno, qualunque cosa sia successa dentro di
me, c’eri
tu! Mi spieghi perché quando ti ho rivisto la settimana scorsa
io credevo di avere
un infarto? E’ passato tutto, è finito tutto, ma
tu non sei mai passata Azzurra
Leonardi”
“Si, infatti, avevo ragione a dovermi
preoccupare, penso che tu non abbia bevuto
un po’, ma troppo, devi essere sbronzo forte! Non sei
consapevole delle cose
che mi hai appena detto, se vuoi ti chiamo un taxi, te ne vai a casa,
ti fai
una bella dormita, domani sarai come nuovo ed io mi
dimenticherò pure di averti
incontrato stasera”
“Io, invece, non voglio dimenticare un bel niente, io non ti dimenticherò mai”
“Guido, adesso basta!” si
infervorò lei “Tu non mi hai voluto, ti sei
sposato, hai dei figli, una famiglia e tra poco ne avrò una
anche io con
Lorenzo, non voglio più sentire nulla, smettila”
“Mi hai mai pensato in questi anni? Dopo
quel giorno, quel bacio al
chiostro del convento, sono passati tre anni e nessuno ha mai saputo
più
niente dell’altro, non sono entrato mai, nemmeno per una
volta, nei tuoi
pensieri?”
“No! Non ti ho mai pensato, va bene? Sono
andata avanti!” gli disse
mostrandogli l’anello all’anulare “e tu
l’hai fatto prima di me, questo
discorso non ha senso”
“Io e Beatrice non ci siamo mai sposati e
non abbiamo avuto figli insieme”
Azzurra stava rimettendo a posto le tazze del
caffè quando le caddero da
mano e si frantumarono in mille pezzi.
“Maledizione!” disse chinandosi
a raccogliere i cocci, ma lui la fermò.
“Lascia stare” ed ora erano uno
di fronte all’altra con gli occhi lucidi e
una marea di interrogativi che mandavano in subbuglio i loro cuori.
“Ma come… com’è possibile?”
“La gravidanza di Beatrice era
extrauterina, qualche settimana dopo fu
ricoverata d’urgenza e non c’è stato
nessun bambino, tra di noi le cose quando
tornammo a Berlino andavano anche benino, ma quando ritornammo a Modena
la
situazione precipitò notevolmente. Beatrice cercava un
figlio a tutti i costi
convinta di avermi deluso per non avermene dato uno, il matrimonio
veniva
sempre rimandato per un motivo o per l’altro, i convegni, gli
anni accademici,
i falsi allarmi di una gravidanza, i medici che abbiamo girato in
Italia e nel
mondo alla ricerca di un’eventuale infertilità
insistente. Quante volte abbiamo
reagito, abbiamo avuto delle fasi di speranza, di impegno reciproco e
poi il
baratro le incomprensioni, le rivendicazioni, le liti, le lontananze.
Successivamente,
abbiamo rotto, non ce la facevo più e credo che quel clima
anche per Davide
fosse diventato dannoso. Lì è cominciato un altro
dramma. Beatrice non ha mai
accettato che fosse finita, in facoltà era diventato
impossibile, avevo fatto
il concorso in Magistratura quando stavano ancora insieme, i risultati
sono
arrivati quando ci eravamo già lasciati e questo incarico di
lavoro è diventato
un’occasione da non perdere, la spinta a
ricominciare”
“Mi dispiace Guido, lo dico davvero, io
non credevo, io non lo sapevo che
ci fosse stato tanto tormento, tanto dolore. Ma ora tu e Davide avete
ancora
tante possibilità davanti a voi. Io credo in te. Tu sei un
uomo bello,
attraente, interessante, un professionista infaticabile, una persona
competente, attenta
ed un padre speciale, non ti manca proprio niente.”
“Lo pensi davvero?”
“Si” rispose lei sinceramente
“Anche se ti ho rifilato una delusione
enorme? Ti ho umiliata davanti alle
persone più care che avevi al matrimonio della tua migliore
amica, ti ho
offesa, derisa, maltrattata”
“Guido ti prego” lo interruppe
lei “adesso basta rinvangare il passato. Non
servirà a nulla, riporterà alla luce solo cose
spiacevoli. E poi anche io avrò
le mie colpe”
“A tal proposito” rise lui “Quante bugie mi hai detto l’ultima che ci siamo visti?”
Rise anche lei “Era una piccola vendetta,
volevo solo continuare a farti
credere quello che pensavi di me, che ero una buona a nulla,
un’incapace,
purtroppo lo pensavo anche io, ero molto insicura
e non credevo nelle mie possibilità. Poi
è
arrivata Milano, Kate, Elisa, i nostri amici,
l’università, la moda ed anche
Lorenzo ed ora mi sento una persona migliore”
“Eri già la migliore, peccato
che chi avessi accanto prima non facesse altro
che sottolineare i tuoi difetti, le tue lacune, i tuoi errori, senza
accorgersi
dello splendido dono che sei! Prima tuo padre, poi io, ci voleva
Lorenzo per
capire che sei speciale” sospirò “solo
un pazzo ti avrebbe lasciato andare via
ed io lo sono stato”
Lui tentò di baciarla e lei si
scostò “Guido, per favore”
“Ho bisogno di te, amore. Non ho mai
avuto bisogno di una persona in maniera
così disperata come di te”
“Ci faremo solo altro male”
rispose Azzurra fissandolo
“Dimmi che non provi quello che sto
provando io adesso, ti prego, dimmelo ed
io me ne vado, non mi rivedi mai più”
“Guido…” disse
flebile lei
“Dimmi che non vuoi baciarmi anche tu,
che questa carica erotica soffocante
che sento io non la senti anche tu, dimmi che non mi desideri, che non
mi vuoi,
che non mi hai mai amato, che non mi ami, dimmi qualsiasi cosa che mi
permetta
di andarmene. Dimmelo”
Ma lei rimase muta a fissarlo
“Se non me lo dici e resti ferma
così a fissarmi, io non rispondo più di
me” si baciarono con foga, quasi con rabbia, ma fu
un’esplosione di passione e
desiderio
“Azzurra se non lo vuoi, me lo devi dire
adesso” le disse mentre continuava
a baciarla, ad accarezzarla, a toccarla
“Ti voglio Guido, ti voglio”
ammise anche lei
E il loro desiderio esplose, non ci furono
più parole, quelle hanno uno
strano potere a volte basta una parola per toccare il cielo con un dito
o
sprofondare all’inferno, non ci furono promesse, ne
confessioni, ne
respingimenti.
Fu una notte di passione, di dolcezza, di foga, di
delicatezza, di gioia,
di tenerezza, fu tutto ma condito con il niente, perché
quando due persone si
amano nel corpo come nell’anima non c’è
bisogno di null’altro che di loro
stessi.
Al risveglio le trasgressioni che la notte concede,
le evasioni che il
sesso permette, le incognite che il buio dissolve, ritornarono
più prepotenti
che mai…
Quando Guido si mosse nel letto, non la
trovò accanto a lui, si alzò ed
Azzurra aveva indossato la biancheria ed una camicia molto
più grande della sua
taglia, era seduta sul davanzale della finestra e stava fumando.
“Buongiorno” le
augurò lui
“Ciao”
“Tu fumi?” le chiese Guido
sorpreso.
“In verità, non lo faccio
quasi mai, solo quando sono molto nervosa, in
questo momento potrei fumarmene un pacchetto intero”
“Sei così nervosa per colpa
mia, vero?”
“No, per colpa mia, tu non hai legami attualmente, non hai tradito nessuno, quella ad un passo dall’altare sono io e mi faccio schifo!”
Lui si avvicinò per abbracciarla e lei
si spostò “Guido lascia perdere,
inutile girarci intorno, inutile cercare di indorarti la pillola,
meglio essere
sincera e dirtelo chiaramente, quello che è successo tra di
noi stanotte, è
stato un errore, un enorme errore”
“E perché?”
“Perché Lorenzo non se lo
merita, lui mi è stato accanto sempre, negli
ultimi quattro anni è stato la mia vita, mi ha consolata, mi
ha incoraggiata,
mi ha amata, mi ha aiutata, non mi ha mai abbandonata ed io questo non
dovevo
farglielo”
“Io lo so che ti ho ferita, che ti ho
lasciata sola, che ho distrutto tutto
quello che poteva esserci tra di noi, ma ti prego Azzurra, dammi una
possibilità, dammene una sola ed io non ti
deluderò, cercherò di meritare il
tuo amore”
“Io amo Lorenzo e per noi non
c’è futuro, non c’è stato 4
anni fa e non ci
sarà ora”
“No, non è così noi
ci siamo ritrovati, anche stanotte noi ci siamo amati,
ci amiamo ancora”
“Guido è inutile, se fai
così rendi solo tutto più penoso, per favore
vattene, stanotte non è mai esistita”
“No, io non me ne vado perché
tu mi ami ed io amo te, tu questo non puoi
negarlo”
“Si, invece,
perché… perché…”
“Perché siamo stati insieme
allora? Perché ti sei abbandonata a me? Noi
siamo stati felici, tu mi sei mancata troppo per poterti perdere di
nuovo.”
“Volevo vendicarmi, va bene?”
“Vendicarti?’”
“Si, volevo farti provare cosa significa
essere usata e poi gettata come tu
hai fatto con me, io ti amavo Guido, io volevo solo te, io avrei fatto
di tutto
per avere una famiglia con te, ma non ero all’altezza,
c’era Beatrice era di
buona famiglia, sapeva comportarsi, non era mai sopra le righe, era
sempre
adatta alle occasioni, sempre composta, sempre così perfetta
Miss Moscetta,
aveva i master, due lauree. Ora perché vorresti me, Guido?
Perché ho la laurea anche
io? Perché sono una dirigente di un’azienda?
Adesso ho i requisiti per essere
la tua donna? Per entrare nel tuo esclusivissimo club? Non mi interessa
più,
grazie! Se sono questa oggi non è merito tuo!”
Lui non aprì più bocca, asciugò una lacrima e se ne andò.
E quando richiuse la sua porta alle sue spalle sbattendola, anche lei pianse a dirotto.