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Autore: Serenella88    12/06/2013    3 recensioni
[Che Dio ci aiuti]
La mia versione di Che Dio ci aiuti 2, è diversa da come si è conclusa quella andata in onda. Infatti nel mio racconto ci sono degli eventi che non abbiamo visto ed il finale della serie è differente (non c’è la caccia al tesoro). Durante il matrimonio di Margherita, Paolo Marino confessa a Guido che Davide è suo figlio naturale e che quando Manuela aveva cercato di dirgli la verità, il marito si era sempre rifiutato di ascoltarla. Guido è fuori di sé, in una conversazione con suor Angela e con Azzurra, il professore mostra tutta la sua rabbia, la sua delusione, il suo dolore e quando lei si offre di crescere insieme Davide come una vera famiglia, lui le scarica addosso la sua frustrazione, non riesce a credere di non aver visto crescere suo figlio. Non vuole Azzurra accanto a lui! Aveva amato Manuela più di ogni altra cosa al mondo e lei lo aveva tradito due volte, con un altro uomo e nascondendogli un figlio, stavolta non avrebbe messo in gioco il cuore. Stavolta avrebbe pensato solo a Davide, al meglio per lui, aveva Beatrice accanto, era una donna pratica, razionale, sarebbe stata la scelta più idonea.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12. Il tempo passa ma tu non passi mai

Capitolo 12. Il tempo passa e tu non passi mai


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Pochi giorni dopo.

Da quando suor Angela e Davide erano partiti, la vita di Guido era quasi completamente dedicata al lavoro, spesso prendeva un aperitivo con i colleghi oppure faceva qualche uscita con i vecchi amici di un tempo, quelli che frequentava quando raggiungeva Beatrice a Milano anni prima.

C’era anche qualche collega o vecchia amica che non nascondeva un interesse per lui, ma nella sua testa e nel suo cuore ora più che mai c’era una sola persona.

Erano l’una, l’una e mezza di notte, aveva bevuto un po’ e non aveva nessuna intenzione di andare a casa “lei cosa starà facendo?” “Naturale sarà con lui” quella constatazione lo colpì come una frustata e quasi senza rendersene conto si ritrovò sotto casa di Azzurra ed Elisa, avevo letto l’indirizzo nel fascicolo relativo al caso Pèrez. “Avrà pure il suo anello al dito, ma non vivono insieme” si ricordò del sollievo che aveva provato a quella considerazione.

Poco dopo, si fermò un’auto davanti all’ingresso del condominio, lui intuì che i due nell’abitacolo si baciassero e poi scese dalla vettura Azzurra, proprio lei. Scese dalla macchina anche Guido e sentì Lorenzo dirle “vuoi che ti accompagni?” lei rispose “No, grazie” si avviò al cancello e dopo aver armeggiato con le chiavi, accedette al porticato del condominio. L’auto di Lorenzo se ne andò e lui istintivamente raggiunse il cancello ed entrò seguendola.

Azzurra accelerò il passo, non aveva sentito il cancello chiudersi dietro di sé e questa cosa le mise agitazione, arrivò al secondo portoncino che permetteva l’accesso alle scale era aperto e si affrettò ad entrare per chiuderlo velocemente, ma qualcuno glielo impedì, il neon delle scale doveva essersi fulminato, era buio e la fioca luce dei lampioni in strada che penetrava illuminava poco o nulla.

“Ahhhh!” urlò lei spaventata.

“Azzurra”

“Guido!” gridò ancora lei “Ma sei impazzito? Mi stava prendendo un colpo!”

“Si, lo so, scusami, hai ragione, scusami”

“Ma da dove sei spuntato? Che ci fai qui, sotto casa mia?”

“Ho letto il tuo indirizzo in questura, ti aspettavo e quando sei rientrata ti ho seguito”

“Com’è giudice di giorno e molestatore di notte?”

Lui rise alla sua battuta “Eccola la mia Azzurra, irriverente, divertente, schietta, sincera”

“Ignorante, superficiale, inconcludente, inaffidabile, era questa la “tua” Azzurra. Che poi non siamo mai stati insieme quindi non sono mai stata tua” rabbrividì per il freddo e lui l’abbracciò per riscaldarla, per proteggerla, per tenerla vicino.

Lei rimase di stucco, inizialmente era rigida come il tronco di un albero, poi si sciolse e ricambiò l’abbraccio.

Successivamente si staccò “Forse è meglio se entriamo in casa, dai, ci prendiamo una cosa da bere e poi ce ne andiamo a letto, magari mi spieghi anche cosa avevi di così urgente da attraversare tutta la città e venire a casa mia alle due di notte. Davide mi ha detto che abiti in tutt’altra zona”

Quando entrarono nell’appartamento, Guido notò subito l’ambiente accogliente, ordinato, ma fresco, colorato, vissuto eppure rilassante.

“Bello qui, ci vivi sola?”

“No con Elisa, la sorella di Kate, l’amica di suor Angela”

“Non volevo disturbare non credevo che ci fossero altre persone, starà dormendo”

“Eli è a Londra, convegno internazionale di farmacia, è socia di una farmacia nel centro di Milano ed anche dottore di ricerca all’università”

“Cosa prendi?”

“Vorrei un caffè, ti dispiace? Ho bevuto un po’ e non sono molto abituato”

“Ah, ecco, ora ho capito! Ma l’integerrimo professor Corsi dov’è finito?”

Lui rise ancora e poi rispose amaro “Spero di averlo sepolto da qualche parte, non voglio essere mai più così, quell’integerrimo lì ha fatto molti danni al mio cuore, ci sono stati morti e feriti e tu sei stata uno di quelli”

Lei si voltò dopo avergli porto il caffè fumante che era appena uscito dalla macchinetta espresso “Mi devo preoccupare?” chiese con sincera apprensione “C’è qualcosa che non va con Beatrice, vero?”

Lui rise ancora annuendo

“Guido fa parte delle storie d’amore avere degli alti e bassi, è così per tutte le coppie, poi avete un bambino piccolo, ora tu sei lontano da tua moglie, mi sembra normale che sia difficile. Comunque, io non sono proprio la persona adatta con cui venirne a parlare. Tre o quattro anni fa tu mi hai rifiutato per Beatrice ed anche se ora le cose sono cambiate radicalmente il ruolo dell’amica consigliera, credimi, non mi si addice”

“Azzurrina mia, quanto hai ragione! Quante cose sono cambiate radicalmente, ma i miei sentimenti per te mai, mi spieghi perché nonostante tutto io ho continuato ad amarti? Sempre! Ogni giorno, qualunque cosa sia successa dentro di me, c’eri tu! Mi spieghi perché quando ti ho rivisto la settimana scorsa io credevo di avere un infarto? E’ passato tutto, è finito tutto, ma tu non sei mai passata Azzurra Leonardi”

“Si, infatti, avevo ragione a dovermi preoccupare, penso che tu non abbia bevuto un po’, ma troppo, devi essere sbronzo forte! Non sei consapevole delle cose che mi hai appena detto, se vuoi ti chiamo un taxi, te ne vai a casa, ti fai una bella dormita, domani sarai come nuovo ed io mi dimenticherò pure di averti incontrato stasera”

“Io, invece, non voglio dimenticare un bel niente, io non ti dimenticherò mai”

“Guido, adesso basta!” si infervorò lei “Tu non mi hai voluto, ti sei sposato, hai dei figli, una famiglia e tra poco ne avrò una anche io con Lorenzo, non voglio più sentire nulla, smettila”

“Mi hai mai pensato in questi anni? Dopo quel giorno, quel bacio al chiostro del convento, sono passati tre anni e nessuno ha mai saputo più niente dell’altro, non sono entrato mai, nemmeno per una volta, nei tuoi pensieri?”

“No! Non ti ho mai pensato, va bene? Sono andata avanti!” gli disse mostrandogli l’anello all’anulare “e tu l’hai fatto prima di me, questo discorso non ha senso”

“Io e Beatrice non ci siamo mai sposati e non abbiamo avuto figli insieme”

Azzurra stava rimettendo a posto le tazze del caffè quando le caddero da mano e si frantumarono in mille pezzi.

“Maledizione!” disse chinandosi a raccogliere i cocci, ma lui la fermò.

“Lascia stare” ed ora erano uno di fronte all’altra con gli occhi lucidi e una marea di interrogativi che mandavano in subbuglio i loro cuori.

“Ma come… com’è possibile?”

“La gravidanza di Beatrice era extrauterina, qualche settimana dopo fu ricoverata d’urgenza e non c’è stato nessun bambino, tra di noi le cose quando tornammo a Berlino andavano anche benino, ma quando ritornammo a Modena la situazione precipitò notevolmente. Beatrice cercava un figlio a tutti i costi convinta di avermi deluso per non avermene dato uno, il matrimonio veniva sempre rimandato per un motivo o per l’altro, i convegni, gli anni accademici, i falsi allarmi di una gravidanza, i medici che abbiamo girato in Italia e nel mondo alla ricerca di un’eventuale infertilità insistente. Quante volte abbiamo reagito, abbiamo avuto delle fasi di speranza, di impegno reciproco e poi il baratro le incomprensioni, le rivendicazioni, le liti, le lontananze. Successivamente, abbiamo rotto, non ce la facevo più e credo che quel clima anche per Davide fosse diventato dannoso. Lì è cominciato un altro dramma. Beatrice non ha mai accettato che fosse finita, in facoltà era diventato impossibile, avevo fatto il concorso in Magistratura quando stavano ancora insieme, i risultati sono arrivati quando ci eravamo già lasciati e questo incarico di lavoro è diventato un’occasione da non perdere, la spinta a ricominciare”

“Mi dispiace Guido, lo dico davvero, io non credevo, io non lo sapevo che ci fosse stato tanto tormento, tanto dolore. Ma ora tu e Davide avete ancora tante possibilità davanti a voi. Io credo in te. Tu sei un uomo bello, attraente, interessante, un professionista infaticabile, una persona competente, attenta ed un padre speciale, non ti manca proprio niente.”

“Lo pensi davvero?”

“Si” rispose lei sinceramente

“Anche se ti ho rifilato una delusione enorme? Ti ho umiliata davanti alle persone più care che avevi al matrimonio della tua migliore amica, ti ho offesa, derisa, maltrattata”

“Guido ti prego” lo interruppe lei “adesso basta rinvangare il passato. Non servirà a nulla, riporterà alla luce solo cose spiacevoli. E poi anche io avrò le mie colpe”

“A tal proposito” rise lui “Quante bugie mi hai detto l’ultima che ci siamo visti?”

Rise anche lei “Era una piccola vendetta, volevo solo continuare a farti credere quello che pensavi di me, che ero una buona a nulla, un’incapace, purtroppo lo pensavo anche io, ero molto insicura  e non credevo nelle mie possibilità. Poi è arrivata Milano, Kate, Elisa, i nostri amici, l’università, la moda ed anche Lorenzo ed ora mi sento una persona migliore”

“Eri già la migliore, peccato che chi avessi accanto prima non facesse altro che sottolineare i tuoi difetti, le tue lacune, i tuoi errori, senza accorgersi dello splendido dono che sei! Prima tuo padre, poi io, ci voleva Lorenzo per capire che sei speciale” sospirò “solo un pazzo ti avrebbe lasciato andare via ed io lo sono stato”

Lui tentò di baciarla e lei si scostò “Guido, per favore”

“Ho bisogno di te, amore. Non ho mai avuto bisogno di una persona in maniera così disperata come di te”

“Ci faremo solo altro male” rispose Azzurra fissandolo

“Dimmi che non provi quello che sto provando io adesso, ti prego, dimmelo ed io me ne vado, non mi rivedi mai più”

“Guido…” disse flebile lei

“Dimmi che non vuoi baciarmi anche tu, che questa carica erotica soffocante che sento io non la senti anche tu, dimmi che non mi desideri, che non mi vuoi, che non mi hai mai amato, che non mi ami, dimmi qualsiasi cosa che mi permetta di andarmene. Dimmelo”

Ma lei rimase muta a fissarlo

“Se non me lo dici e resti ferma così a fissarmi, io non rispondo più di me” si baciarono con foga, quasi con rabbia, ma fu un’esplosione di passione e desiderio

“Azzurra se non lo vuoi, me lo devi dire adesso” le disse mentre continuava a baciarla, ad accarezzarla, a toccarla

“Ti voglio Guido, ti voglio” ammise anche lei

E il loro desiderio esplose, non ci furono più parole, quelle hanno uno strano potere a volte basta una parola per toccare il cielo con un dito o sprofondare all’inferno, non ci furono promesse, ne confessioni, ne respingimenti.

Fu una notte di passione, di dolcezza, di foga, di delicatezza, di gioia, di tenerezza, fu tutto ma condito con il niente, perché quando due persone si amano nel corpo come nell’anima non c’è bisogno di null’altro che di loro stessi.

Al risveglio le trasgressioni che la notte concede, le evasioni che il sesso permette, le incognite che il buio dissolve, ritornarono più prepotenti che mai…

Quando Guido si mosse nel letto, non la trovò accanto a lui, si alzò ed Azzurra aveva indossato la biancheria ed una camicia molto più grande della sua taglia, era seduta sul davanzale della finestra e stava fumando.

“Buongiorno” le augurò lui

“Ciao”

“Tu fumi?” le chiese Guido sorpreso.

“In verità, non lo faccio quasi mai, solo quando sono molto nervosa, in questo momento potrei fumarmene un pacchetto intero”

“Sei così nervosa per colpa mia, vero?”

“No, per colpa mia, tu non hai legami attualmente, non hai tradito nessuno, quella ad un passo dall’altare sono io e mi faccio schifo!”

Lui si avvicinò per abbracciarla e lei si spostò “Guido lascia perdere, inutile girarci intorno, inutile cercare di indorarti la pillola, meglio essere sincera e dirtelo chiaramente, quello che è successo tra di noi stanotte, è stato un errore, un enorme errore”

“E perché?”

“Perché Lorenzo non se lo merita, lui mi è stato accanto sempre, negli ultimi quattro anni è stato la mia vita, mi ha consolata, mi ha incoraggiata, mi ha amata, mi ha aiutata, non mi ha mai abbandonata ed io questo non dovevo farglielo”

“Io lo so che ti ho ferita, che ti ho lasciata sola, che ho distrutto tutto quello che poteva esserci tra di noi, ma ti prego Azzurra, dammi una possibilità, dammene una sola ed io non ti deluderò, cercherò di meritare il tuo amore”

“Io amo Lorenzo e per noi non c’è futuro, non c’è stato 4 anni fa e non ci sarà ora”

“No, non è così noi ci siamo ritrovati, anche stanotte noi ci siamo amati, ci amiamo ancora”

“Guido è inutile, se fai così rendi solo tutto più penoso, per favore vattene, stanotte non è mai esistita”

“No, io non me ne vado perché tu mi ami ed io amo te, tu questo non puoi negarlo”

“Si, invece, perché… perché…”

“Perché siamo stati insieme allora? Perché ti sei abbandonata a me? Noi siamo stati felici, tu mi sei mancata troppo per poterti perdere di nuovo.”

“Volevo vendicarmi, va bene?”

“Vendicarti?’”

“Si, volevo farti provare cosa significa essere usata e poi gettata come tu hai fatto con me, io ti amavo Guido, io volevo solo te, io avrei fatto di tutto per avere una famiglia con te, ma non ero all’altezza, c’era Beatrice era di buona famiglia, sapeva comportarsi, non era mai sopra le righe, era sempre adatta alle occasioni, sempre composta, sempre così perfetta Miss Moscetta, aveva i master, due lauree. Ora perché vorresti me, Guido? Perché ho la laurea anche io? Perché sono una dirigente di un’azienda? Adesso ho i requisiti per essere la tua donna? Per entrare nel tuo esclusivissimo club? Non mi interessa più, grazie! Se sono questa oggi non è merito tuo!”

Lui non aprì più bocca, asciugò una lacrima e se ne andò.

E quando richiuse la sua porta alle sue spalle sbattendola, anche lei pianse a dirotto.

 

  
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