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Autore: Edoatar    13/06/2013    4 recensioni
Vi siete mai chiesti che cosa pensano i motri di noi? Io sì, questa mattina in macchina.
Quindi ho voluto scrivere questa raccolta di momenti nei romanzi di Percy Jackson, dove la narrazione passa dal protagonista ai mostri.
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Crono, Gli Dèi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I racconti di zio Edo'
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3: Mezzosangue


Maledetto me per essere scappato dal campo. Guarda in che situazione mi sono messo. Ho voluto entrare nel labirinto ed ora mi tocca combattere in questa stupida arena solo per assecondare Anteo. Ma l'avevo promesso a mia madre. Le promisi che sarebbe stata rispettata; non potevo mancare al mio giuramento. Guardai l'incontro precedente al mio: un ciclope adulto contro tre dracene. Il mostro ne distrusse due con un solo colpo di clava, ma la terza gli tagliò la gola con il giavellotto. Il ciclope non urlò nemmeno. Invece, non fece altro che barcollare e cadere sopra alla dracena rimasta, schiacciandola.

Ecco fatto; nessun vincitore.

-”Nakamura! Tocca a te!” Mi sbraitò un carceriere. Mi legai la benda, raccolsi l'elmo e impugnai la mia spada. Seguirono squilli di tromba e le grate si alzarono. Sembrava proprio di trovarsi nel Colosseo, nei duelli tra gladiatori. Guardai la tribuna d'onore, dove Luke sedeva sul trono di Anteo, con l'ospite accomodato al suo fianco.

Raggiunsi il centro dell'arena, dove mi attendeva un telchino armato di lancia. Anteo diede il via al combattimento.

Il demone cominciò a girarmi intorno, ma io rimasi fermo sul posto, seguendo i suoi movimenti con l'occhio buono.

-”Che peccato, mi dispiace dovermi sbarazzare di un giovane ragazzo come te.” Mi schernì ringhiando, “Ovviamente sei troppo inesperto. Sarai sicuramente il figlio di qualche dio minore. Beh, almeno avrai l'onore di finire all'altro mondo per mano mia.”

-”Ma non sei stanco di parlare a vanvera?” Gli domandai.

-”Cosa!? Brutto moccioso, ma chi ti credi di essere?”

-”Uno che non ha nessuna voglia di morire a causa di un idiota come te.”

-”Grrr, insolente! Io sono un feroce guerriero che ha già prestato servizio in battaglia. Tra la mia gente, io sono uno dei miglior...” Non terminò mai la frase. La lama della mia spada lo trapassò da parte a parte, polverizzandolo.

-”Ethan!” Sbraitò Luke, “Quante volte ti ho detto che devi aspettare l'ordine di Anteo?”

Guardai il gigante tatuato in perizoma nervosamente. Lui si voltò verso Luke.

-”Oh sta calmo, in fondo quel ragazzo mi piace.”

Subito dopo rientrai nell'armeria, seguendo gli scontri successivi. Mi battei ancora, questa volta contro un paio di dracene. Le eliminai senza troppa fatica, ma una riuscì a ferirmi di striscio sotto al braccio sinistro, proprio nello spazio non protetto dall'armatura. Rifiutai inconsciamente le cure mediche, forse perché volevo mettermi in mostra.

Cominciò un nuovo duello, un centauro contro un gigante. I due combatterono per molto, ma si capì subito che il ronzino era svantaggiato. Finalmente, il quadrupede finì al tappeto e Anteo diede il consenso al gigante di finirlo. Solo a quel punto mi resi conto che c'erano dei nuovi arrivati. Un manipolo di dracene con un'empusa e due Lestrigoni stava scortando un ragazzo e due ragazze. I mostri sugli spalti cominciarono a bersagliarli di sassi e altri oggetti.

-”Questo ti piacerà Anteo. Ti presento un tuo fratello, Percy Jackson, figlio di Poseidone.” Disse Luke.

-”Un figlio di Poseidone? Allora dovrebbe combattere bene! O morire bene!”

-”Come puoi essere figlio di nostro padre?” Gli urlò il ragazzo.

Me ne stetti lì ad ascoltare il loro animato discorso, fino a quando il cancello si sollevò e una dracena armata di tridente e rete mi superò, andando incontro al semidio. Il mostro tentò un affondo, che l'avversario schivò. Poi lanciò la rete, ma lui evitò anche quella. Subito dopo, il mezzosangue spezzò il tridente in due e conficcò la spada in uno spiraglio dell'armatura del demone, distruggendolo.

-”No!” Tuonò Anteo, “Troppo in fretta! Devi aspettare prima di uccidere. Solo io posso darti l'ordine!”

-”Nakamura!” Mi chiamarono da dietro, “Il padrone esige che sia tu a batterti con quel mezzosangue.”

Non me lo feci ripetere due volte. Se avessi sconfitto il figlio di uno dei Tre pezzi grossi mi avrebbero sicuramente preso in considerazione. Ma poi mi resi conto di essere anche ferito. Comunque avanzai deciso al centro dell'arena e mi infilai l'elmo.

-”Chi sei?” Mi chiese il mio nuovo sfidante. Avrà avuto appena un anno in meno di me.

-”Ethan Nakamura. Devo ucciderti.”

-”Perché stai facendo questo?”

-”Ehi!” Gridò un mostro dalle tribune, “Piantatela di blaterare e cominciate a combattere.”

-”Devo dimostrare il mio valore.” Gli risposi, “E' l'unico modo per unirmi a loro.”

Partii all'attacco. Era quello il mio piano, prenderlo di sorpresa. Ma non funzionò. Parò il colpo a mezz'aria, poi bloccai il suo fendente e cercai di colpirlo con lo scudo. Lui schivò. Era davvero bravo. Continuammo per altri cinque minuti a scambiarci serie di colpi con le spade. Mi voltai un attimo e alzai le braccia verso gli spalti e il pubblico esultò. Emisi un urlo da battaglia e caricai il mio rivale. Lui evitò la lama arretrando e mi ritrovai a doverlo inseguire.

-”Buuu!” Esclamò Anteo, “Combatti da uomo!”

Mi avvicinai e quando un sasso scagliato da un mostro lo colpì sul viso tentai un affondo. Lui però incastrò l'elsa della mia spada con la sua e piegò il polso. Persi la presa dell'arma e subito dopo il semidio mi investì con un colpo dritto al centro dell'elmo, sbalzandomi a terra. Mi puntò la spada al petto. Sospirai.

-”Finiscimi.” Dissi. Ecco, ero morto. Lui guardò Anteo, che decretò il pollice all'ingiù. Il mezzosangue mi guardò e poi rinfoderò la spada.

-”Scordatelo.” Disse.

-”Non fare lo stupido. Ci ammazzeranno entrambi.”

Mi porse la mano. Ero tentato di tagliargliela continuando lo scontro, ma non l'avrei mai battuto. Mi issai in piedi, scatenando l'ira di Anteo.

-”Nessuno disonora i miei giochi! Le vostre teste andranno in tributo a Poseidone!” Gridò.

-”Quando avrai l'occasione giusta, scappa.” Mi disse il ragazzo. Subito dopo si voltò per affrontare il gigante. Andai immediatamente a rifugiarmi sotto ad uno spalto; e lì rimasi a seguire lo scontro tra i due fino a quando Percy appese Anteo al soffitto con le catene dell'arena.

-”Fammi scendere!” Urlò.

-”Liberalo! E' il nostro ospite!” Aggiunse Luke.

-”E va bene.” Gli conficcò la spada nello stomaco e Anteo si svuotò di sabbia. Letteralmente.

-”Jackson!” Tuonò Luke, “Avrei dovuto ucciderti molto tempo fa!”

-”Ci hai provato. Ora lasciaci andare.”

Luke sorrise crudelmente e ogni singolo mostro sguainò le armi. Due carcerieri mi spinsero insieme al piccolo gruppetto. Poi successe una cosa incredibile e spaventosa allo stesso tempo. Percy Jackson estrasse dalla tasca un piccolo fischietto di quelli che si usano per i cani. Se lo portò alle labbra e soffiò. Non sentii niente. Forse ero diventato sordo. Il fischietto si sciolse.

-”E quello cosa avrebbe dovuto fare?” Luke rise.

Dietro di me si sentì un forte abbaio e un Lestrigone volò sopra di noi, schiantandosi contro il muro. Mi voltai e mi ritrovai a guardare il segugio infernale più grande che io abbia mai visto scaraventare in aria l'empusa e mettere in fuga le dracene.

-”Andiamo!” Disse Percy.

-”L'uscita in fondo.” Urlò la ragazza rossa.

Io colsi il suggerimento e li seguii. Alle nostre spalle udivo il fracasso prodotto dai mostri che ci inseguivano. Ero sicuro che sarei morto.

Fuggimmo all'interno del labirinto. Ad un certo punto la ragazza che ci faceva da guida urlò, “Giù!” appena in tempo per evitare un'ascia.

Ci fermammo a riprendere fiato in un'ampia stanza circondata da colonne. Mi sedetti pesantemente a terra e mi tolsi l'elmo.

-”Voi siete matti.” Dissi.

-”Mi ricordo di te!” Mi disse la bionda, “Eri uno dei ragazzi indecisi della casa di Ermes, anni fa.”

Ora che la guardavo meglio la riconobbi. Era la ragazza che insegnava greco ai primi arrivati, la capogruppo della casa sei.

-”Già, e tu sei Annabeth. Me lo ricordo.”

Restammo lì a parlare per un altro quarto d'ora, fino a quando pensai che se mi avessero trovato insieme a loro mi avrebbero ammazzato senza troppi complimenti. Decisi di tornare indietro.

-”Non vorrai andartene così da solo nel labirinto! E' un suicidio.”

Il ragazzo mi afferrò per il braccio.

-”Non avresti dovuto risparmiarmi, Jackson! Non c'è posto per la pietà in questa guerra.” Risposi. Forse ero in debito con lui ma, non so, qualcosa mi diceva che non era così. Sì insomma, sono il figlio di Nemesi. Queste cose le sento.

Ripartii seguendo i nostri stessi passi e dopo qualche svolta nei tunnel mi trovò un gruppo di demoni in ricognizione.

-”Hei tu! Sei quello che è scappato con i prigionieri!” Disse uno.

-”Posso mangiarlo?” Chiese un Lestrigone.

-”No. Non è come pensate voi. Mi hanno costretto a scappare con loro.” Mentii, “Infatti dopo volevo tornare ma gli altri capendo le mie intenzioni mi hanno sbarrato la strada e sono stato costretto a combattere per fuggire.” Cercai di avere un tono molto convincente.

-”Davvero?” Chiese qualcuno dietro al gigante. Quest'ultimo si spostò e sbucò Luke. Trasalii.

-”Se quindi sei così valoroso,” continuò, “Non rifiuterai l'offerta di essere l'ultimo pezzo per il risorgimento del nostro re.”

-”Certo che no, signore. Sono pronto.”

Ce l'avevo fatta.


* * *


E' passato più di un anno da quando, l'estate scorsa, riconcessi la vita al Signore del Tempo. Anche se il pensiero di quello che vidi mi spaventa tuttora. Luke, la sua voce. I suoi occhi.

-”Nakamura!” Il titano Iperione mi riportò alla realtà, “Crono vuole vederti.”

Mi alzai ed entrai nel negozio di zia Em. Quel luogo mi dava i brividi.

-”Ethan.” Luke/Crono era seduto sul suo trono dorato e mi fissava.

-”Mi ha mandato a chiamare, signore?”

-”Sì. Come ben sai io sono ancora “debole” in questa ridicola forma. Non sono ancora in grado di espandere il mio potere a mio piacimento e questo mi comporta dei limiti.”

-”Ne sono al corrente.”

-”Bene. L'altro giorno mi hai raccontato di aver fatto un sogno.”

Era vero. Tre notti prima avevo sognato di trovarmi sulla riva di un fiume nero. Letteralmente nero. E insieme a me c'erano Percy Jackson e il semidio figlio di Ade. Sognai Jackson che si immergeva nelle acque del fiume. Vidi le correnti concentrarsi contro di lui e attaccarlo. Poi ricordo di aver visto Percy tenere intensamente il dito puntato contro la sua schiena, all'altezza dell'ombelico. Non ci misi molto per capire cosa fosse accaduto. Percy Jackson si era bagnato nello Stige ed aveva ottenuto l'invulnerabilità. E io sapevo qual'era il suo punto debole.

-”Quindi?” Chiese Crono, “Di che cosa si tratta?”

-”Beh, ecco io...” Balbettai come uno stupido, “Io credo che fosse solo un sogno insensato.”

-”Attento Ethan. I sogni possono rivelare particolari importanti. Non bisogna mai sottovalutarli. Beh, se non c'è altro sei libero di prestare i tuoi servigi altrove. Ricorda che tra non molto muoveremo le truppe e il Minotauro alla conquista del ponte.”

Chinai il capo ed uscii dal quartier generale. Ancora poche ore e avremmo attaccato.

Feci in tempo a riposare giusto un po'. Sognai di essere ancora nella tenda di Crono, come se non fossi mai uscito.

-”Ti ha rivelato qualche informazione utile, fratello?” Domandò Iperione.

-”No.”

-”Puah!”

-”Semidei.” Crono analizzò la parola, “Semidei. Metà umani e metà dei.”

-”Non capisco dove vuoi arrivare.” Intervenne Iperione.

-”Sono ibridi!” Urlò Crono, “Sono un miserabile incrocio tra una delle razze che popolano la terra e i miei figli! E io sono costretto ad essere dipendente da loro! Zeus ha creato l'essere umano, con il quale a sua volta a creato il Mezzosangue. Parola mia fratello, intendo sterminare questa feccia. Cancellerò la loro minaccia dalla faccia dell'universo!”

-”Dunque li temi.” Osservò Iperione. L'altro gli rivolse un'occhiataccia.

-”Io estinguerò la loro razza. Verranno eliminati. Dal primo all'ultimo!”

Mi svegliai all'istante, con il viso imperlato di sudore.

Ecco la ricompensa per averlo riportato in vita. Ero certo che volesse sbarazzarsi di noi ma ho sempre avuto troppa paura per affrontarlo. Se solo avessi saputo quale fosse il suo Tallone d'Achille. Forse tutto questo sarebbe finito.

Raggiunsi le nostre postazioni sul ponte quando la battaglia era già cominciata. Io me ne stavo lì, sul mio cavallo scheletro al fianco di Crono, ad osservare le atrocità della guerra. I ragazzi di Apollo sopravvissuti erano molto pochi. Il mio sguardo si soffermò su una piccola macchia arancione, in mezzo ad un mare di mostri. Mano a mano che la figura avanzava il gruppo di demoni decresceva di numero. E riconobbi anche cosa fosse quella macchia arancione. Una maglietta del Campo Mezzosangue. Percy Jackson.

-”Cavalieri, andate!” Ordinò Crono.

Ormai avevo così paura di lui, che allontanarmi mi fece quasi sentire meglio. Ho detto quasi.

La seconda parte della battaglia cominciò con la mia caduta da cavallo. Jackson mi aveva sbarrato la strada. Mi rialzai e lo vidi combattere contro alcuni demoni. Quando finalmente lo raggiunsi ci guardammo. E dopo averlo fatto lui si voltò, come se non mi ritenesse un avversario abbastanza valido. E questo mi fece infuriare. Sentii nuovamente quella rabbia dell'anno prima incendiarmi il corpo. So che è un gesto vigliacco, ma lo feci. Estrassi il pugnale avvelenato e feci per conficcarglielo nel punto che avevo visto in sogno, dietro alla schiena. Era praticamente fatta quando...

-”AAAH!!!”

-Annabeth!”

Stupida ragazzina. Si era messa in mezzo. Non feci neanche in tempo a capire cosa fosse successo che mi ritrovai a terra, dopo aver preso una botta in faccia da Jackson. Restai semi-cosciente per qualche attimo. Quando mi ripresi, ricordo di aver visto i nostri soldati in fuga. Il ponte era stato spezzato. Senza pensarci due volte mi voltai e corsi verso la nostra estremità. Ero arrivato quando ad un certo punto mi ritrovai faccia a faccia con un altro mezzosangue, il quale non aveva nessuna intenzione di lasciarmi passare. Era un biondino della casa di Apollo. Ingaggiammo un duello, e per poco rischiai di venir fatto a fette dalla sua spada. Poi lui commise l'errore di menare un fendente troppo ampio e lasciò scoperto il corpo. E io purtroppo ne approfittai. Caricai un affondo col pugnale e glielo conficcai tra le costole, proprio sul cuore. Ricordo che lasciò cadere la spada. Ricordo che vidi i suoi occhi verdi spegnersi. E ricordo di essere diventato un mostro. Il suo corpo cadde al suolo, privo di peso e ormai privo di vita. Guardai la lama della mia arma tinta di quel rosso che nessun pulitore specializzato sarebbe mai riuscito a togliere. Vidi anche la mia anima, tingersi di nero. Un nero che non sarei mai riuscito a purificare.

Osservai ancora il corpo del giovane al quale avevo appena strappato la vita. E piansi.

Oh miei dei! Oh miei dei!” Le immagini sfocavano mentre l'unico occhio che mi era rimasto si colmava di lacrime.

Oh miei dei, no! No, no, no, no!” Pensai, “NOOO!!! Oh miei dei, no! Sono diventato un mostro. Io sono un Mostro!”



* * *


Angolo Autore: Allora, che ne dite? Vi sembra riuscito bene? So che è da molto che dovevo aggiornare ma la scuola tiene impegnati. Beh, almeno ora ce l'ho fatta! Yeee...

Il protagonista di questo capitolo (credo che sarà l'ultimo di questa ff) è niente poco di meno che Ethan Nakamura. So di aver descritto il figlio di Nemesi come un cattivo. Ma è così che anche i mezzosangue possono diventare mostri. Inoltre ho dato una mia interpretazione di come facesse Ethan a conoscere il punto debole di Percy nel libro. Spero vivacemente che il lavoro vi sia piaciuto e poi, niente. Recensite!!!


PS: Un saluto va a tutti quelli che hanno seguito questa mia idea e naturalmente alla mia pazza sorellina Chutch

  
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