Meravigliosa paura
di averti accanto.
[Azzurra]
Non manca proprio più nessuno!
Siamo sicuri che sono ancora a Modena?! Sì, sono a Modena,
dico a me stessa dopo aver visto miss moscetta guardarmi male.
- Ciao Paolo, che ci fai tu qui? – gli chiedo avvicinandomi
a lui.
- Sono venuto a vedere come stavi…
- Paolo… - gli dice anche Lucia che si è alzata dal tavolo,
per saltargli in braccio.
- Ciao pulcetta!! Come stai? Dio quanto sei bella! Molto più
bella della mamma…
- Grazie. – gli dico facendogli una smorfia.
- Prego, è la verità lo sai anche tu.
- Certo che lo so, ora ti ripeto la domanda, cosa ci fai
qui? – insisto perché non mi convince per niente, lo conosco, lo conosco bene.
- Ho saputo, mi dispiace, volevo sapere come stavi.
- Grazie, sto... Non ci penso molto al momento.- dico
indicando con la testa, Lucia, la mia salvatrice, lo squadro da capo a piedi e
parto all’attacco – però ti conosco, hai la tua borsa… cosa ci fai qui?
- Perché questa fretta di sapere, ti avrei fatto la corte,
regalato un fiore, - dice passandomi una margherita tutta sgualcita - lodato il
tuo fiore più splendido, promesso una cena, e poi ti avrei chiesto un favore.
[Guido]
Chi diavolo è questo deficiente nemmeno troppo originale o
simpatico? Perché tieni in braccio mia figlia? Perché sembra che le conosca
bene?
- Visto? Abbiamo risparmiato tempo. Spara. – brava Azzurra
decisa, non dargli corda, penso come un cretino.
- Pochissimi scatti, possiamo farli al parco pubblico, o in
questo convento, nel chiostro, dove ti pare…
- Se vuoi fare scatti qui, paghi l’affitto della location … -
mi piace la decisione di Azzurra, è una di quelle cose di lei che mi ha sempre
fatto impazzire, quella stessa decisione che mi ha fatto prendere la patente…
- Sei una arpia. – le dice lui accarezzandole una spalla.
- Sei tu che mi vuoi. – dice lei scrollando le spalle, ma
con una nota maliziosa nella voce, me lo ricordo bene quel tono.
- La mia croce, ti voglio troppo. – brutto maiale, hai la
mia bambina in braccio.
- Smettila… foto per cosa? – dice Azzurra dopo
un’occhiataccia.
- Ti ricordi quelle fatte il mese scorso?
- Trucco, vestiti, capelli?!
- Sono qui fuori!
- Mi fai schifo!
- Lo so, però mi vuoi bene.
- Mi chiedo perché? È evidente che ho un debole per i
cattivi ragazzi. Prima laviamo i piatti, e tu sparecchi… - dice lei lanciondimi
uno sguardo che scorgo solo io.
- Dobbiamo sbrigarci… la luce… - dice lui mentre la segue
come un cane.
- Sparecchia velocemente. – risponde Azzurra fermandosi
davanti a noi.
- Bello, bello… foto, foto. – dice Lucia che è stata rimessa
giù dal cretino, che ormai ho capito essere un fotografo.
- Hai fatto la pasta ncasciata… ne è avanzata?
- Per te no! – dice rivolta a lui, per poi rivolgersi a me e
Beatrice – scusatemi per l’interruzione, non vi preoccupate, alla tavola
pensiamo noi.
E piuttosto ricalcitrante mi alzo dal tavolo con Beatrice,
cercando però di non perderli mai di vista.
- Ria quanto mi costerebbe l’affitto della location? –
chiede lui mentre continua a portare i piatti ad Azzurra che li sta lavando.
- Non lo so, Guido… - dice lei chiamandomi per la prima
volta da quando è qui.
Approfitto del fatto che Bea è uscita per rispondere al telefono,
per avvicinarmi a loro.
- Ditemi.
- Paolo Mirti – dice Azzurra indicando il tipo – vorrebbe
usare parti interne del convento per un set fotografico, quanto gli costerebbe
l’affitto?
La guardo per dire, che diavolo ne so, e lei mi fa una
faccia adorabile della serie, spara… improvvisa…
- mi… - Azzurra scuote la testa, e fa cenno di salire.
- due… - Azzurra scuota ancora la testa – Per quanto tempo
avete bisogno del chiostro? – chiedo allora io, per temporeggiare.
- Non lo so, dipende dalla sposa. – dice indicando Azzurra,
e mi manca il fiato all’idea di vederla vestita di bianco.
- Idiota. Quanti vestiti sono?
- Tre.
- Guido, credo che ci metteremo tutto il pomeriggio…credo
che 5000€ euro sia una cifra più che adeguata. – dice fissandomi mentre gli
occhi mi escono fuori dalle orbite.
- Sei matta? Da che parte stai?
- Ovviamente non dalla tua, vuoi che chiami Nina?
- No, no, accidenti. Vi va bene un assegno? – mi chiede poi
guardandomi.
- Certo. – gli rispondo io tranquillo.
Bea ritorna e mi sposto al bar con lei, mentre Azzurra, il
cretino e Lucia lavano i piatti. La piccola è molto divertita da tutta la
situazione, il tipo la solleva ogni volta che c’è da posare un piatto, e lei si
spancia dalle risate, è davvero dolcissima.
Li vediamo tornare al bar, e mentre Azzurra sale in camera
sua con Lucia e tante altre persone, il simpatico fotografo si ferma con noi.
- Scusate, non mi sono nemmeno presentato. Paolo Mirti.
- Guido Corsi, lei è Beatrice Nanetti.
- Piacere, carino il vestito, un po’ demode, ma molto
elegante.
Beatrice lo guarda male, e lui alza le mani.
- Mi scusi, non volevo essere indiscreto, lavoro da troppo tempo
nel mondo della moda.
L’arrivo di Lucia distrae tutti, soprattutto lui.
- Hey pulce, perché non andiamo fuori che ti faccio qualche
foto? Tu giochi e io scatto come al solito?…
- Si... – e li vedo sparire di fuori, lui che la fotografa,
lui che lo fa da chissà quanto…
- Guido che sta succedendo? – mi chiede Bea non appena siamo
soli.
- Mi dispiace, tu sei splendida… - dico voltandomi verso di
lei.
- Per piacere, non offendermi dicendomi ancora che sono
bellissima… - ma lei scatta, allontanandosi di un passo.
- Tu sei una bella persona Beatrice, ma la situazione non è
così semplice. – provo a dire io con calma.
- Certo, quella torna, e tu non ci pensi nemmeno un attimo, vero?
– mi chiede lei quasi indignata.
- No, non perché Azzurra è qui, perché i miei sentimenti per
lei non sono cambiati, perché io e lei dobbiamo parlare… - in effetti è vero,
mi è bastato vederla, sentire la sua voce, per capire quanto vivi fossero i
miei sentimenti per lei… forse dormienti, ma
mai mai cancellati davvero.
- Che stai dicendo? – mi chiede Bea che ancora non ho capito.
- Lucia è mia figlia! – le dico senza nemmeno rifletterci.
- Te l’ha detto lei? – mi chiede lei, più indignata che
sconvolta.
- Figuriamoci, no, no! Lo so, lo so e basta. – le dico subito,
perché è vero, io lo so, io la sento.
[Azzurra]
Mentre scendo le scale sento Beatrice dire una cosa che non
pensavo, di sentirle dire mai.
- È finita Guido, stavolta è finita davvero.
La vedo uscire, e trovo Guido ancora seduto al bar.
Non sembra triste, non quanto dovrebbe esserlo, ma che m’importa
a me.
[Guido]
Dio, è bellissima con l’abito bianco, si avvicina per andare
verso il giardino.
- Posso partecipare?
- Certo che puoi, anzi devi, devi supervisionare i tuoi
beni.
Ed io penso subito a lei e a Lucia…
- Eventuali danni, ti saranno interamente rimborasati.
- Danni? – oddio che danni può farvi il polipo?
- Sì, nel chiostro. Chiedigli i soldi anche se rompe un vaso
solo. – mi dice lei come se fosse ovvio quello di cui sta parlando.
- Certo, certo. – dico io nel tentativo di darmi un tono,
quanto è in grado di farmi sembrare un cretino.
La seguo in giardino.
Quando tornano le suore e trovano un set fotografico nel chiostro
mi allontano per dare loro delle spiegazioni, la capo suora non sembra
contenta, quando le consegno l’assegno per l’affitto della location che Azzurra
ha estorto al fotografo, rimane spiazzata e ci concede un vago cenno di
assenso… non faccio in tempo a tornare che trovo il polipo con in braccio MIA
figlia, parlare fitto con Azzurra.
- Smettila Paolo… sono stanca, davvero. Non avevo
programmato questo per la giornata… - dice lei, mentre lui gioca con il velo
che lei ancora indossa.
- Appunto, farti portare a cena fuori. – insiste il cretino.
- No dai… - dice Azzurra, che non sembra proprio volerne
sapere.
- Pulce, che dici tu? Ci vieni a cena fuori con me? – dice il
polipo, vile vigliacco manipolatore, parlando a mia figlia.
- Si, si, si. Pizza! – dice lei entusiasta. Mi ricorda
Davide quando gli dissi che avrei dato l’esame per la patente, peccato che
quella volta li lasciai andare.
Vedo Azzurra coprire le orecchie alla bambina.
- Sei un bastardo! - dice con voce ferma, per poi togliere
le mani dalle orecchie alla piccola - Va bene, mi vado a cambiare, ma tu te ne
torni stasera a casa. – dice decisa.
- Ma?... – prova a ribattere lui, ma Azzurra lo fulmina con
lo sguardo.
- Certo, sicuro. – dice cedendo le armi.
Azzurra e Lucia spariscono di sopra, e a me tocca ancora
aspettare per parlare con lei.
Dannazione.