Va
bene, organizziamo
Era
aprile, un altro anno era passato nella vita di Ali, aveva compiuto
trentatrè
anni e in quel periodo lei e Dana erano impegnate ad organizzare il
loro matrimonio.
Naturalmente non da sole, perchè le loro mamme, Taylor e
Tracy, erano sempre
presenti, o in carne ed ossa, quando si presentavano a casa nei momenti
più
inaspettati oppure al telefono. Ali naturalmente era contenta che sua
madre
fosse così positiva ed accettasse con tanto entusiasmo il
suo matrimonio. Però
una piccola parte di lei avrebbe voluto che non fosse interessata e la
lasciasse in pace. Però era bello pensare che si stava
comportando esattamente
come avrebbe fatto nell’organizzare il suo eventuale
matrimonio con Josh. Poi
loro due non erano le uniche ad aiutare. Anche Kim e Faith, in quanto
giovani
spose, spesso facevano parte del consiglio matrimoniale. La sorella di
Dana si
portava spesso dietro Leah che aveva cominciato a gattonare e non era
da perdere
d’occhio perchè non si sapeva dove si poteva
infilare. Una volta per esempio
l’avevano trovata nel ripostiglio incastrata nel secchio
delle pulizie che
guardava la scopa tutta interessata. Oppure un’altra era
riuscita non si sa
come ad arrampicarsi nella lavatrice e si era chiusa dentro, per
fortuna subito
prima che Kim la trovasse. Erano giornate intense, ma comunque
piacevoli, piene
di fiori, fotografie di abiti da sposa e biglietti da visita di
ristoranti
oltre agli innumerevoli consigli da parte delle donne sposate. Faith di solito entrava in
casa, si sedeva
sul divano e non si muoveva da lì, fino al momento di andare
a casa. Mancavano
meno di due mesi al parto e ormai lei era incredibilmente stanca, tutto
il
giorno. Tra la foto di una composizione floreale e quella di un abito
da sposa,
chiedeva alle altre se Michael, come nome, fosse più o meno
adatto di Sean. Quattro
settimane prima aveva saputo di aspettare un maschietto e da quel
momento non
passava giorno senza che comprasse qualche indumento o decorazione per
la
camera da letto che non fosse bianco e azzurro. Nessuno si era sorpreso
da
quella notizia: era ovvio che Faith sarebbe diventata madre di un
maschio,
anche se era il padre in un certo senso, a decidere il sesso. Il punto
era che
l’opzione alternativa era impensabile.
«Okay allora sentite questo»
annunciò Faith.
«Howard. Che ve ne pare?»
«Howard?»
esclamò Ali con un verso disgustato.
«Assolutamente no, è un nome da ‘800!
Scegli un nome più attuale, Harry o Alex. Cosa pensi dei
gigli per il mio
bouquet?»
«Sì però non da soli.
Gigli e qualche fiore
più piccolo, per alleggerire. Poi i fiori piccoli non
bianchi, sceglili tipo
rosa chiaro, un colore così». Ali annuì
e prese un appunto sul suo bloc-notes. Taylor
comparve all’improvviso da un’altra stanza e disse:
«Gli abiti? Avete detto che
non volete vestirvi di bianco. Che ne dite del color panna?».
Ali e Dana si
scambiarono un’occhiata e annuirono.
«Sì perchè no?»
commentò quest’ultima. «Sì
è
una bella idea il color panna. Non è bianco, ma è
comunque un colore chiaro,
delicato». Ali si disse d’accordo con lei.
«Ragazze, ho parlato con il proprietario di
quel parco dove vorremmo fare la cerimonia»
annunciò Tracy chiudendo una
telefonata. «Dice che l’unico giorno che ha
disponibile è il 15 settembre alle
11. Va bene? Perchè se non va bene cerchiamo un altro posto.
Non è l’unico
parco quello».
«No il 15 settembre mi sembra perfetto,
Tracy» osservò Ali. Prese un altro appunto, poi
chiuse il blocchetto e lo
appoggiò sul tavolo. Poi sedette sul divano accanto a Faith
e le appoggiò una
mano sulla pancia. «Oh, non si muove» disse un
po’ delusa.
«Sì sta dormendo» le
spiegò Faith. Alla fine
si sedettero con loro anche le altre quattro, Kim con Leah al sicuro
tra le
braccia. Dana si mise accanto ad Ali e le passò un braccio
attorno alle spalle.
Continuarono a parlare delle nozze finchè Kim, Faith, Tracy
e Taylor decisero
di tornare a casa. A quel punto, rimaste sole, Dana chiese ad Ali:
«Hai mai
pensato a come sarebbe la tua vita se stessi ancora con Josh e non ti
fossi mai
innamorata di me?»
«Sì...» rispose Ali.
«Sì ci ho pensato. Penso
che... a quest’ora probabilmente starei organizzando il mio
matrimonio con lui
oppure saremmo già sposati».
«Quindi vi sareste sposati»
osservò Dana in
tono neutro. Ali annuì. «Sì quasi
sicuramente. E tu ci hai mai pensato? Credi
che avresti sposato Lisa?»
«Non lo so...» rispose Dana
pensierosa. «Però
penso di sì. Magari ci saremmo fidanzate fra un
po’ di tempo però probabilmente
l’avrei sposata. Comunque non importa perchè
adesso sto per sposare te e non
potrei essere più felice. Ti
amo». Le diede un bacio sulle labbra e andò in
camera da letto e poi in bagno
per farsi una doccia. Quasi dopo ogni sessione di organizzazione
matrimoniale,
Dana doveva farsi la doccia. Ali non aveva voglia di seguirla
perciò mentre la
aspettava decise di cercare altre fotografie di abiti da sposa su
Internet.
Aveva una vaga idea di come lo voleva, ma era sicura che quando avesse
trovato
quello giusto qualcosa le si sarebbe mosso dentro e avrebbe pensato:
«Eccolo».
Il problema era che non aveva idea di quando ciò sarebbe
successo. Erano mesi
che guardava e provava vestiti su vestiti, ma nessuno riusciva a
convincerla.
Nemmeno Dana l’aveva ancora trovato, ma lei almeno doveva
fare la scelta
definitiva tra un campione di dieci. Stampò qualche
fotografia poi controllò la
sua pagina su Facebook. Alla fine chiuse anche quella e andò
in cucina a
controllare cosa c’era di commestibile in frigorifero.
Però anche se era ora di
cena non si azzardò a toccare niente: Dana sarebbe andata
fuori di testa, lo
sapeva. Primo perchè nessuno poteva toccare la sua preziosa
cucina e secondo
perchè era meglio per tutti che Ali non toccasse nessuna cucina.
«Che stai facendo?» chiese Dana con
voce
secca, arrivandole alle spalle. «Allontanati dal frigorifero
lentamente e non
toccare niente. Ti chiamo io quando puoi venire ad apparecchiare la
tavola».
«Va bene, va bene» replicò
Ali
indietreggiando. Sbuffò e aggiunse: «Comunque non
volevo fare niente di male,
ho solo aperto il frigorifero e
l’ho
richiuso». Dana annuì e indicò il
soggiorno con il dito.
«Fuori. Da. Qui» scandì
lentamente. Ali annuì
e uscì a passi pesanti dalla cucina. Crollò sul
divano e accese la televisione.
Il programma che le si presentò davanti era American
Bake Off.
«Ma, sì, prendetemi in giro anche
voi,
signori della TV» mormorò tra sè e
sè, mettendo su Extreme Makeover. Qualche
storia strappalacrime poteva distrarla.
Quando Dana le disse che poteva raggiungerla in cucina, spense il
televisore e
andò ad apparecchiare la tavola. Poi cominciarono a mangiare
e a certo punto
Dana le disse: «Scusa se ti ho cacciata dalla cucina, ma lo
sai, tengo alle
nostre vite e anche alla casa. Quindi... non prendertela, lo faccio per
noi».
«Sì lo so» fece Ali.
«Scusa, non entrerò più
in cucina senza il tuo permesso, va bene?»
«Va bene» rispose Dana. «Ti
ringrazio». Per
il resto della cena andarono avanti a parlare del matrimonio e una
volta che
ebbero finito andarono in soggiorno a guardare le ultime fotografie
degli abiti
che Ali aveva scaricato da Internet. Si consultarono a lungo e decisero
di
andare su un sito specializzato in torte nuziali. Ne guardarono a
decine, ma
ancora non sapevano decidere quale poteva essere quella giusta.
Avrebbero preso
solo la forma, poi Dana l’avrebbe commissionata a qualcuno
del ristorante. Si
fidava ciecamente di loro e in più avrebbero risparmiato non
poco. Passarono
tutta la serata a parlare di quello, mancavano cinque mesi, ma
all’improvviso
le nozze sembrarono dietro l’angolo. Avevano
l’impressione che non sarebbero
più riuscite a fare niente: gli abiti di entrambe, i bouquet
e la torta. Ali
tentò di farsi prendere dal panico, ma Dana la
fermò prima. Le prese entrambe
le mani e disse: «Ali, guardami. Guardami negli occhi e
respira profondamente.
Ti devi calmare, va tutto bene. Mancano cinque mesi al matrimonio,
risolveremo
tutto vedrai. Sai adesso cosa facciamo?»
«Che cosa?» le chiese Ali ancora
sull’orlo
delle lacrime. Dana sorrise e la abbracciò.
«Prendiamo tutte le foto dei tuoi possibili
abiti da sposa e quelli delle torte e le guardiamo tutte. Non dico che
faremo
la scelta definitiva, ma almeno elimineremo gli abiti e le torte che
davvero
non ci piacciono. Anche perchè io non devo sapere quale
vestito sceglierai e
nemmeno tu con il mio. E soprattutto non ci potremo vedere prima della
cerimonia perchè porta sfiga. Però adesso ti do
una mano a eliminare quelli che
di sicuro non scegli. La torta invece la scegliamo insieme e non ti
preoccupare
perchè controllerò personalmente la sua
preparazione. Va bene?»
«Sì va bene. Allora prendo tutte le
foto e le
controlliamo» disse Ali. Andò vicino alla credenza
e prese la cartelletta
trasparente in cui c’erano tutte le fotografie e si risedette
sul divano
accanto a Dana. Tirarono fuori tutte le foto e le guardarono una per
una. A
fine serata avevano eliminato una trentina di abiti e una decina di
torte. Ali
si sentiva soddisfatta di ciò che erano riuscite a
concludere. Adesso si
sentiva un po’ meno preoccupata quando pensava che mancavano
cinque mesi al
matrimonio.
Un
paio di settimane dopo, di sabato, Ali era andata con sua madre e Faith
in un
negozio di abiti da sposa. Stava decidendo quale prendere e aveva
bisogno di
vederli dal vivo. Dana sarebbe andata un altro giorno con Tracy e Kim.
La clausola
era che non dovevano andarci insieme, per non rischiare di vedersi con
l’abito
addosso. In quel momento stava girando per la boutique insieme a Taylor
esaminando i vari abiti, mentre Faith stava seduta su una poltrona e si
faceva
portare i vestiti da guardare. Come erano entrate nel negozio era
crollata a
sedere e per un po’ si era lamentata dei piedi gonfi. Ormai
Ali era quasi
sicura del vestito che avrebbe comprato, per quello che era passata nel
negozio. Aveva eliminato a priori tutti quelli bianchi e quelli
colorati,
concentrandosi solo su quelli color panna che non erano più
una mezza dozzina.
Non ne voleva uno con troppi pizzi e decorazioni. Aveva una strana
sensazione:
era sicura che quel giorno avrebbe trovato il suo vestito. Insieme alla
commessa mise su uno stesso appendiabiti tutti gli abiti che le
piacevano e
cominciò a provarli. Erano tutti belli, ma nessuno la
convinceva fino in fondo.
Ognuno aveva un qualche problema che alla fine le faceva cambiare idea.
Poi
arrivò lui. Come lo
prese in mano Ali
capì che sarebbe stato quello giusto. Naturalmente era del
colore che voleva
lei, poi il corpetto per metà di pizzo e per metà
di seta e la gonna ampia e
dritta sempre di seta. Lo indossò e come aveva previsto
sentì una stretta allo
stomaco e disse ad alta voce: «Ci siamo. È questo,
sono sicura. È il mio
vestito».
Taylor e Faith si voltarono di scatto verso
di lei. Sua madre si avvicinò a lei e la squadrò
attentamente. Le girò intorno
e alla fine sorrise e annuì. «Hai ragione,
piccola. È bellissimo. È
assolutamente perfetto. Tu che ne pensi Faith?»
«Mi piace. È stupendo, Ali.
È sicuramente il
tuo abito» rispose la sua migliore amica alzandosi e
avvicinandosi a lei. Ali
sorrise nervosa, ma aveva un ultimo dubbio.
«Credete che a Dana
piacerà?» chiese con voce
ansiosa. Faith la guardò attentamente. «Non sono
nei pensieri di Dana, tesoro»
rispose. «Però io credo di sì. Penso
proprio che le piacerà».
«Non potresti non piacerle,
obbiettivamente»
rispose Taylor con gli occhi un po’ umidi. «Sei
bellissima. Aspetta che ti veda
tuo padre, sarà così felice». Ali
annuì, poi si rimise i suoi vestiti. Alla
fine vide il prezzo dell’abito che aveva scelto e per poco
non le venne un
infarto.
«Mamma» disse. Taylor le si
avvicinò. «Io non
posso spendere una cifra del genere. Cosa faccio?»
«Possiamo chiedere alla zia Jill se ti
può
fare lei il vestito. Ti fai dare il modello e lo fai fare a lei,
così non deve
spendere troppi soldi. Va bene?»
«Va bene, farò
così» disse Ali. Perciò si
fece dare il modello e alla fine tornarono a casa. Ali era felice e si
sentiva
totalmente soddisfatta. Quando aprì la porta di casa sua
vide che Dana era già
tornata e in quel momento stava leggendo un libro. «Tesoro,
sono tornata!» la
salutò ad alta voce. Dana si alzò dal divano
mettendo giù il libro, le sorrise
e le andò
incontro. La baciò lievemente
sulle labbra e le disse: «Bentornata!
Com’è andata oggi la prova del vestito?»
«Bene! Anzi benissimo!»
esclamò Ali tutta
esaltata. «Non ci crederai ma l’ho trovato!
Ovviamente non te lo faccio vedere,
ma sappi che è stupendo! Però non l’ho
comprato».
«Tesoro è fantastico!»
replicò Dana
abbracciandola. «Ma perchè non l’hai
comprato?»
«Costava un patrimonio, Dana. È vero
che non
abbiamo problemi di soldi, ma non volevo spendere così tanto
per un vestito che
verrà usato una volta sola, o al massimo due o tre. Quindi
ho deciso che me lo
faccio fare da mia zia. Ho preso il modello così me lo fa
uguale».
«Hai ragione» convenne Dana con un
cenno del
capo. «Ma cosa intendi dire che verrà usato solo
una volta o al massimo due o
tre?»
«Non so quante figlie avremo... però
non
credo più di due. Magari avremo figli maschi, quindi non lo
useremo mai più».
Restò in silenzio per lasciare che le sue parole facessero
effetto e non fu
delusa.
«Figli? Sul serio? Vuoi ricominciare a
parlare di figli? Te l’ho detto un milione di volte, Ali,
ogni cosa a suo
tempo. Adesso pensiamo a sposarci, poi per i figli si
vedrà». Ali scoppiò a
ridere.
«Dana, lo so! Ti stavo solo prendendo in
giro! Quando sarà il momento giusto arriveranno dei figli,
sono d’accordo con
te. Il matrimonio è già abbastanza stressante di
suo». Dana sorrise.
«Non vedo l’ora che arrivi il gran
giorno»
disse. «Intanto lunedì vado a fare la prova del
vestito e spero di riuscire a
trovarlo anch’io».
«Sì infatti...» fece Ali
pensierosa. Poi si
riscosse. «A proposito, che libro stavi leggendo prima,
quando sono entrata in
casa?». Dana lo prese dal mobile accanto al divano e glielo
mostrò.
«Al ristorante abbiamo parlato della torta e
loro mi hanno sottoposto un’idea. Ti farò vedere
una foto, ma dimmi se ti piace
anche solo così. Dovrebbe essere a tre o quattro piani,
dobbiamo decidere,
bianca con dei decori sulla glassa e la forma dei piani esagonale
invece che rotonda.
Che ne pensi?»
«Penso che...» rispose Ali
riflettendo.
«Dovrò vedere la fotografia per capire bene, ma da
come me l’hai descritta
sembra bellissima. Soprattutto i piani esagonali! Ma poi ci mettiamo su
le
bamboline a forma di spose, vero? Dai non puoi deludermi!»
«Va bene, mettiamo le bamboline»
concesse
Dana fingendo di fare un grosso sforzo, quando in realtà
l’aveva deciso fin
dall’inizio. Ali strillò felice e
l’abbracciò di slancio facendola cadere sul
divano.
«Dana, ci sposiamo!! Te ne rendi
conto?»
strillò. Dana ricambiò l’abbraccio,
ridendo poi la baciò.
«Sì mi rendo conto»
rispose. «Ma mi sembra
ancora incredibile e non riesco ad aspettare».
Erano
passati quasi due mesi dal giorno in cui Ali aveva trovato il suo abito
da
sposa e ormai quasi ogni cosa era a posto. Anche Dana aveva trovato il
suo e la
torta sarebbe stata pronta in tempo per la cerimonia. Quel giorno erano
a casa
con Taylor, Tracy, Faith e Kim come spesso succedeva. Stavano
discutendo della
cerimonia, delle decorazioni del posto dove si sarebbe tenuta e tutto
il resto.
All’improvviso si sentì un’esclamazione
angosciata venire dal lato di Faith.
«Oh mio Dio!»
«Faith! Che è successo?» le
chiese Ali
correndo verso il divano dov’era seduta. E vide quasi subito
cos’era successo. Faith
era in piedi e una piccola pozza di liquido si allargava sotto i suoi
piedi.
«Dobbiamo andare in ospedale»
mormorò lei.
«Mi si sono rotte le acque». A quelle parole le
altre quattro si fecero intorno
a loro. Dana prese il comando della situazione.
«Okay, io prendo la macchina,
muoviamoci!»
esclamò. Prese le chiavi e uscirono tutte quante. Visto che
erano troppe per
un’auto sola, Kim e Tracy presero la loro, mentre Ali, Dana,
Taylor e Faith
salirono sull’altra. Mentre viaggiavano arrivarono le prime
contrazioni. Ali e
Dana erano sedute davanti e dal sedile posteriore arrivò un
lungo gemito. Ali
si voltò di scatto.
«Fay?» chiese. L’amica aveva
la testa girata
all’indietro ed era sudata. Taylor le stringeva una mano con
fare rassicurante.
«Le sono venute le contrazioni» spiegò
tranquillamente. Intanto Dana continuava
a guidare. Ali si ricordò improvvisamente di Daniel e lo
chiamò al cellulare.
«Pronto, Ali? Che succede? È
Faith?» fece lui
con voce piena d’ansia.
«Sì siamo in macchina, stiamo andando
in
ospedale. Raggiuncici subito, Fay sta per avere il bambino!»
rispose lei.
Daniel fece uno strillo di sorpresa.
«Che cosa?! Arrivo subito! Sto per diventare
padre!» esclamò. Ali scoppiò a ridere e
riattaccarono. «Ha detto che ci
raggiunge subito» spiegò alle altre tre. Poco dopo
arrivarono all’ospedale.
Dana parcheggiò e Taylor portò subito Faith
all’interno. Dietro di loro c’erano
Tracy e Kim e qualche minuto più tardi arrivò
anche Daniel. Uscì di corsa dalla
sua auto e si precipitò verso di loro.
«Ali!» la chiamò ancora ansimando.
«Lei
dov’è? Va tutto bene?»
«Sì tutto bene Dan» rispose
lei. Lo abbracciò
e aggiunse: «Mia madre l’ha già portata
dentro, fossi in te le raggiungerei. Noi
andiamo adesso, va bene? Aspettiamo che torni mia madre e torniamo a
casa». Lui
annuì e raggiunse la moglie all’interno
dell’ospedale. Pochi istanti dopo
arrivò Taylor e tornarono tutte a casa. Non smisero di
parlare di quello che
era successo per tutto il viaggio in macchina e quando arrivarono a
casa dopo
aver accompagnato Taylor, Ali e Dana ne discutevano ancora.
«So a cosa stai pensando, tesoro»
osservò
Dana togliendosi la giacca. Ali la seguì e chiuse la porta
d’ingresso. «Hai
visto che anche Faith ha avuto un figlio e pensi quando
toccherà a te».
«Già...» rispose Ali
sedendosi sul divano.
«Sì ci sto pensando. Ma mi rendo conto anche che
è meglio se prima ci sposiamo.
Sia tua sorella che Fay sono sposate del resto. Non vedo
l’ora di vedere come
sarà Michael. Dici che Daniel ci avviserà quando
sarà nato?»
«Sì io credo di
sì» disse Dana sedendosi
accanto a lei e passandole un braccio attorno alle spalle. «E
credo anche che
la prossima ad avere un figlio sarai tu. O io. Insomma noi... devi solo
avere
pazienza».
«Lo so. Grazie Dana» fece Ali con un
leggero
sorriso. Ora si sentiva meglio. Sapeva che qualunque cosa fosse
successa se lei
e Dana stavano insieme avrebbero potuto risolverla.
La
mattina dopo, sul tardi, Daniel telefonò ad Ali per dirle
che Michael
finalmente era nato e che se volevano le aspettavano in ospedale. Loro
si
precipitarono là e Ali tornò con la mente a
quando, quasi un anno prima, era
nata la nipote di Dana, Leah. Chiesero della stanza di Faith Donovan,
anzi
Edwards e salirono subito al piano. L’ospedale era sempre lo
stesso e anche il
nido con tutti i bambini sdraiati nelle culle. Quella volta
però non furono
interrotte da nessuna mamma troppo suscettibile e prima di andare a
trovare
Faith dettero un’occhiata al suo bambino. Era davvero carino
e Ali sentì un
stretta al cuore. «Ammettilo che ne vuoi uno anche
tu» disse a Dana.
Quest’ultima sospirò e scosse la testa con aria
rassegnata.
«È inutile parlare con te,
l’ho capito»
osservò Dana. «Dai, andiamo da Faith».
Si incamminò verso la sua stanza e Ali
la seguì, determinata a ricevere una risposta soddisfacente.
Faith era seduta
al tavolo davanti al suo letto. Quando le vide sorrise e
andò loro incontro. Le
abbracciò entrambe e disse: «Immagino che abbiate
già visto Michael. Ali ha
ancora gli occhi che le brillano. Quando ne avrete uno voi? Dopo
sposate? Prego
che questo giorno arrivi in fretta, lo dico per la tua
serenità Dana». Quest’ultima
alzò gli occhi al cielo. «Ogni volta che vediamo
un bambino» replicò, «mi dice
sempre: “E se ne avessimo uno noi? Avanti Dana, so che ti
piacerebbe”. È un
tormento».
«Che ci posso fare?» disse Ali,
alzando le
spalle. «Ho l’istinto materno. E Michael
è stupendo, Fay. Daniel dov’è? Voglio
fare le congratulazioni anche a lui». In quel momento Daniel
entrò nella
stanza, vide le due amiche e fece un gran sorriso.
«Ali! Dana! Che bello vedervi!»
esclamò. Anche
lui le abbracciò e alla fine andò dalla moglie,
le passò un braccio attorno
alle spalle e la baciò. Ali sorrise. Pensò che
insieme erano davvero perfetti.
Era sicura che una volta sposate anche lei e Dana sarebbero state come
loro.
Faith e Daniel erano stati la sua coppia modello negli ultimi dieci
anni e
sperava di finire così anche lei. Entro tre mesi si sarebbe
sposata poi sarebbe
finalmente riuscita a convincere Dana ad avere un figlio. Si
voltò verso di
lei, le prese una mano e la baciò sul dorso. «Ti
amo» sussurrò.
«Ti amo anch’io»
mormorò Dana con un sorriso
dolce. Non l’avrebbe mai ammesso con Ali, ma una parte di lei
voleva sposarsi
per poter finalmente pensare ad avere un figlio. Non voleva dirlo alla
sua
fidanzata, ma non sapeva bene perchè. Forse
perchè non voleva vedere il suo
sguardo ironico che era sicura le avrebbe lanciato oppure
perchè non si fidava
ancora del tutto di se stessa e prima di parlarne voleva essere
definitivamente
legata ad Ali. In quel momento Dana Rogers era sicura di due cose. Lei
amava
Ali Donnell e Ali amava lei. “Tanto basta, per ora”
pensò.
NdA:
Lo so, lo so, sono in ritardissimo, ma capitemi. Sto studiando per due
esami e
ho finito da poco di scrivere una storia, quindi prima non ce
l’ho fatta.
Comunque grazie a tutti e... Have fun!