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Autore: Agapanto Blu    15/06/2013    4 recensioni
Anno Domini 1234.
Chatel-Argent, feudo dei Montmayeur, Francia.
Quando Daniel Freeland decide, come ultimo tentativo di aiutare la figlia diciottenne, di portare la sua Alexandra nel passato, non si aspetta certo l'immensità di sciagure che, con più foga e sadismo del solito, Hyperversum gli scatenerà contro...
Tra un rapimento, segreti che tornano alla luce e giovani amori, sembra che tutto si stia rivoltando contro il gioco di maschere dei Ponthieu e perfino la morte potrebbe non essere così certa...
Ma chi si cela dietro tutto ciò?
**********
Quando i battenti furono aperti di nuovo, il Falco d’Argento non esisteva più e Ian Maayrkas veniva portato fuori dalla sala con i polsi incatenati dietro la schiena e due guardie ai fianchi.
Lo sgomento della corte francese fu totale.
*****
Daniel non voleva crederci, non riusciva a crederci.
Eppure davanti a lui, terribili nelle loro armature, l'una con un leone d'oro rampante in campo rosso e l'altra bianca con una croce nera centrale, stavano gli incubi più tremendi che Hyperversum gli avesse mai fatto incontrare.
Jerome Derangale sorrise.
"Chi abbiamo qui?"
Al suo fianco, il barone Gant rise.
"Una spia senza signore!".

Alcuni personaggi leggermente OOC.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Daniel/Jodie, Etienne/Donna, Geoffrey/Brianna, Ian/Isabeau
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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27. ‘Donna di Troia’ versus ‘The Continuum’

 
Quando Alex lo aveva richiamato, Jas aveva sentito un peso scendergli dal cuore. Voleva tanto bene a quella nanerottola bionda che credeva di poter spaccare le montagne, e con il passare del tempo si era pure convinto che se lei avesse voluto le Rocky Mountains non sarebbero state altro che un ricordo!
Ma sentire la sua voce così gelida lo aveva spaventato: non la sentiva così da due anni e di colpo lei tornava a fare l’indifferente per due volte in due giorni. La prima, quando il giorno prima avevano litigato perché lei fantasticava di tutto ciò che avrebbe potuto fare quando le avessero tolto le bende dell’operazione agli occhi e lui le aveva consigliato non troppo gentilmente di non farsi illusioni per non spezzarsi di nuovo il cuore –inutile dire che Alex non l’aveva presa bene, ma lui avrebbe dovuto immaginarlo e andarci più piano–; la seconda, quando aveva elencato con precisione assoluta i documenti che lui aveva trovato nel computer del padre.
Di qualsiasi cosa si trattasse, quindi, non era una bella cosa.
Jas parcheggiò sotto casa di Alexandra e scese dall’auto quasi di corsa.
Era più grande di lei di tre anni, era ventunenne, e stava per dare l’esame di laurea magistrale in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie. Contro il volere di suo padre, chiaramente. Probabilmente lui nemmeno sapeva che il figlio stava frequentando l’Università.
Jas sorrise all’idea di rovinargli tutto poi suonò il campanello.
Contò mentalmente fino a tredici e Alexandra gli aprì la porta, sorridente ma palesemente in ansia.
“Ehi?” le chiese entrando in casa e prendendole il viso minuto fra le mani.
Non gli ci volle molto per confermare la brutta notizia che Alex gli aveva dato per telefono tra le righe: non aveva funzionato e lei era ancora cieca, come dimostrava il suo sguardo vitreo e fisso sul nulla.
Diavolo, quant’è piccola!, si ritrovò a pensare, irritato. Sì, le voleva un mare di bene e ogni volta che la vedeva in ansia non poteva fare a meno di preoccuparsi.
“Che è successo?”
“Hai l’antivirus?” chiese lei.
Jas scosse la testa.
“Il virus di mio padre è progettato per abbattere le barriere di qualunque antivirus.” ammise, “Ho dovuto preparare un virus, ‘The Continuum’, capace di scovare il suo e farlo a pezzi: ringrazia il Cielo che Josh mi abbia mandato il modello base di un virus simile giusto tre settimane fa per farmelo studiare!”
Alex aggrottò la fronte.
“Studiate i virus?” chiese, confusa.
Jas scrollò le spalle –larghe il doppio se non di più rispetto a quelle di Alexandra–.
“Roba da cervelloni, non puoi capire!” la prese in giro poi, prima che lei potesse replicare, tornò all’argomento principale, “Dov’è il paziente?”
“Di sopra, la strada la sai…” gli disse, sorridendo forzatamente.
Lui annuì, ma mise comunque la mano sul gomito della ragazza per accompagnarla di sopra: sì, era protettivo, e allora?!
Nello studio di Daniel, Martin si era alzato in piedi e fissava il nuovo venuto con malcelato sospetto.
“Jas, mio zio Martin; zio Martin, Jas.” fece rapidamente le presentazioni Alex poi, senza neanche permettere ai due di stringersi la mano, afferrò il polso dell’amico e lo trascinò davanti al computer.
“Jas,” gli sussurrò mentre lo costringeva a sedersi, “ti prego, è davvero importantissimo per me. Fai conto che ne vada della vita della mia famiglia, d’accordo?”
Il ragazzo annuì poi puntò gli occhi verdi sul computer e non li spostò più da lì per un bel po’.
 
***
 
“Non è possibile che sia sparita nel nulla!” esclamò Daniel, ansioso, quando anche Martewall e Sancerre tornarono al campo, che consisteva in un fuoco in una piccola radura vicina alla strada, a mani vuote, “Dobbiamo trovarla! Potrebbe essere ferita!”
Luigi scambiò un’occhiata con il conte Guillaume poi si decise ad affrontare l’americano.
“Sir Daniel, sono ore che la cerchiamo.” esordì, “Io non credo che, a questo punto…”
“Non è morta!” urlò l’americano comprendendo al volo il pensiero, del sovrano ma anche di tutti gli altri ormai, e dimenticando totalmente l’etichetta e il rispetto.
A sorpresa, il conte Marc annuì e intervenne in suo aiuto.
“Se fosse caduta nel fiume, avremmo perlomeno dovuto trovare le orme del suo cavallo accanto al corso dell’acqua visto che il terreno è morbido” si intromise il ragazzo, serio, “ma invece non abbiamo trovato nulla. Anzi, a dire il vero tutte le tracce sono sparite… Forse si è semplicemente nascosta quando è riuscita a calmare l’animale: è cieca perciò non può capire chi la sta cercando. Forse le siamo anche passati vicini ma non si è fatta vedere per paura che fossimo ancora i soldati che l’avevano aggredita.”
Luigi sospirò. Cosa fare?
“Proviamo ancora, ma possiamo permetterci un’ora soltanto: sta per calare il sole, ormai, e non sarebbe prudente continuare con il buio.” ordinò, “Domattina, però, partiremo in ogni caso.”
 
***
 
“Allora?!”
“Alex, sono allo stesso punto di cinque secondi fa, quando me l’hai chiesto l’ultima volta: calmati!” esclamò Jas, esasperato, voltandosi verso di lei, che continuava a fare avanti e indietro sotto lo sguardo preoccupato di Martin.
“Avevi detto che c’eri quasi!” replicò lei.
Il ragazzo aprì la bocca per spiegarle, ma fu fermato da una voce metallica proveniente dal computer.
Caricamento ultimato.
Il ragazzo tornò a digitare un paio di cose, ignorando gli insistenti ‘Che succede?!’ di Alexandra, poi sorrise e si voltò ancora verso l’amica.
“Sono dentro!” annunciò, soddisfatto.
Alex gli si gettò al collo.
“Sei un genio!” esclamò schioccandogli un bacio su una tempia e facendolo ridere, “Allora? Hai vinto?”
Jas sorrise per un attimo a quella terminologia, ma poi sospirò e scosse la testa.
“Sono solo riuscito ad infilare il mio virus, adesso dobbiamo vedere che effetto ha…” spiegò, paziente, prima di controllare lo schermo.
Una lucina rossa si accese all’improvviso sulla mappa della terra.
“Cos’è?” chiese Martin, sorpreso.
Jas aggrottò la fronte.
“Un personaggio non giocante.” spiegò continuando a digitare, “Mio padre lo aveva bloccato sotto la dicitura: prigioniero. È la prima cosa che il mio virus ha disinfettato perché era poco protetto.”
“Ha un nome?” chiese Alexandra, confusa.
Jas cliccò con il mouse sulla figura rossa.
Principessa Margherita di Provenza.” lesse Jas, “Rinchiusa in una casa di boscaioli nei pressi di Amiens…”
Però la schermata del computer divenne improvvisamente nera.
“Che hai fatto?!” esclamò Martin saltando in piedi.
Jas imprecò.
“È l’altro virus!” spiegò quasi ringhiando, “Questa è praticamente la sua schermata d’inizio, la sua copertina quasi! Mi dà pure il benvenuto, il maledetto!”
Al centro dello schermo iniziò a lampeggiare una scritta rossa in caratteri gotici.
Donna di Troia?” chiese Martin, confuso.
“A quanto pare anche lui gli ha dato un nome!” bofonchiò Jas continuando a digitare.
Alex si irrigidì.
“Come si chiama il virus?” chiese, sorpresa.
Donna di Troia.” ripeté Martin, “Perché?”
“Niente…” sussurrò la ragazza, con scarsa convinzione.
“Se non vuoi che ti senta, potete parlare in corridoio.” le disse Jas, apparentemente a suo agio, “Non c’è problema, però io devo restare qui a controllare cosa succede.”
Alex annuì, si alzò e afferrò lo zio per trascinarlo fuori dallo studio.
“Che hai?” le chiese lui, irritato all’idea di lasciare solo il ragazzo con il computer dentro il quale stava suo fratello.
“È per questo che ha attaccato anche la corte francese!” sibilò Alex, “Non sono Derangale e Gant, è Carl!”
Martin aggrottò la fronte, confuso.
Donna di Troia, zio!” ribadì Alex, seccata, “Non Elena! DONNA! Carl vuole Donna!”
Martin sbiancò ma Alexandra continuò ad incalzarlo.
“Ce l’ha voluto dire esplicitamente: Elena di Troia causò una guerra perché invece di restare con il suo uomo fuggì con un altro di cui si era innamorata! Donna ha ‘lasciato’ Carl per Etienne! E lui la sta andando a riprendere come fecero i greci con Elena!... E al contempo si toglie la soddisfazione di darle della prostituta, perché ha avuto una figlia con un altro uomo!”
“Ma… L’ha lasciata sola e poi non erano fidanzati…” provò ad obiettare l’uomo, “Non sono mai stati insieme e le persone si lasciano ogni tanto… Non è una cosa logica che…”
“Carl non è più lucido da un bel pezzo, zio!” lo interruppe Alexandra, “Hyperversum l’ha sconvolto, anche papà l’ha detto, e non possiamo sapere quali effetti abbia avuto sulla sua mente! Ai suoi occhi, Etienne gli ha rubato la ragazza con la quale voleva uscire! E non sarebbe mai successo se papà e Ian non avessero voluto giocare a Hyperversum e soprattutto se non l’avessero portata a corte facendole conoscere il conte di Sancerre!”
“Donna era a palazzo, quando Derangale e Gant sono entrati?” chiese all’improvviso Martin, serio.
Alex si gelò ma, dopo un attimo, annuì.
“Allora il tuo amico farà bene a darsi una mossa!” sussurrò l’uomo tornando di corsa verso lo studio per rivolgersi direttamente al ragazzo in questione, “Abbiamo il tempo agli sgoccioli, perciò dovresti sbrigarti!”
“Già fatto, signore.” replicò lui, “Il mio virus sta smantellando quello di mio padre pezzo per pezzo.”
Alex tirò un sospiro di sollievo.
“Fra quanto potremo entrare di nuovo nel gioco?” chiese.
“Potete entrare anche subito a dire il vero.” le spiegò Jas continuando a cliccare con il mouse su varie schermate di numeri che apparivano, “L’accesso al gioco non è mai stato fermato, è l’uscita che è stata bloccata.”
Martin sgranò gli occhi.
“EH?!”
“È strano.” ammise Jas in quel momento, ignorandolo, “Qui segna due giocatori in partita che si muovono…”
Il ragazzo abbassò lo sguardo sulla porta USB: tre visori con i rispettivi guanti di fibra ottica giacevano per terra, attivi sì ma inutilizzati.
Aggrottò la fronte: perché il gioco segnalava due personaggi in movimento se nessuno stava toccando nulla? Tornò alla schermata: Daniel Freeland e Jodie Freeland stavano interagendo con lo scenario e con alcuni personaggi non giocanti, tra i quali però svettava anche un avatar costruito dai giocatori e usato come comparsa dal videogame, una certa Donna Barrat.
Jas aggrottò la fronte, ma poi fu costretto a pensare ad altro: una schermata con l’inquietante sfondo nero con la scritta rossa del nome del virus era apparsa davanti ai suoi occhi.
 

HYPERVERSUM
‘Donna di Troia’ vs ‘The Continuum’
 
Challenge is starting.
Please wait.

 

“Dannazione!” escalmò, furioso, “Non puoi farmi questo!”
“Che succede?” chiese Alexandra, confusa.
“Mi ha fregato!” esclamò Jas, “Ha previsto che qualcuno provasse a fermarlo e ha messo un blocco: il mio virus non può eliminare alcune cose create dal suo!”
“Cosa?!” continuò la ragazza, accostandosi a lui istintivamente.
“Ha protetto alcuni personaggi in modo che io non possa eliminarli dal gioco senza cancellare la partita…” spiegò il ragazzo ma Alex lo interruppe.
“NO!” urlò, “Non cancellarla!”
Jas sgranò gli occhi ma annuì.
“Non lo faccio!” la rassicurò, “Sono riuscito a creare uno spiraglio, ma davvero è minuscolo!”
Alex prese un respiro profondo e tacque per un attimo ma alla fine fece cenno a Martin di avvicinarsi, si sedette sulla sedia di sua madre accanto a Jas e poi attese che suo zio si mettesse dietro di loro.
“In cosa consisterebbe?” chiese, quindi.
“Mio padre ha reso praticamente inattaccabili alcune comparse che il suo virus ha aggiunto nel gioco.” spiegò il ragazzo digitando, “Vediamo… Ah, ecco!”
Sullo schermo si aprirono due immagini di uomini che giravano pigramente su se stessi sopra ad una serie di dati.
“Uno sceriffo inglese, Jerome Derangale, e un crociato mezzo inglese e mezzo francese, un certo Adolphe de Gant.” lesse ancora il ragazzo, “E poi una quindicina di soldati senza nome. Per farla breve: il mio virus non può eliminarli ma può indebolirli e dare loro un punto debole, tanto per restare in tema una specie di ‘tallone d’Achille’.”
Alex annuì, esortandolo a continuare.
“Si tratta di una vera e propria missione di gioco creata per Hyperversum, obiettivo della quale è eliminare questi due e i loro seguaci.” spiegò allora Jas, gesticolando, “Il problema è che sono personaggi realmente esistiti e quindi, perché questo avvenga, devi ucciderli nello stesso modo in cui sono morti nella storia.”
Martin si irrigidì, ma Jas parve non accorgersene, troppo intento a digitare per fornire ad Alex le informazioni che le servivano.
“I quindici soldati sono relativamente più semplici da sconfiggere perché non sono mai esistiti, sono come dei mostriciattoli sparsi per il livello.” continuò, “Sono solo questi due che sono i boss di fine gioco, i più difficili… Allora, ecco, a quanto pare Hyperversum è davvero accurato nel suo archivio di informazioni storiche perché spiega tutto nei minimi dettagli! Dunque: Derangle è stato ucciso in battaglia con una ferita di spada al ventre dal conte cadetto Jean Marc de Ponthieu… Mmm?! Come fa a saperlo con certezza?!”
Alex sentì nella voce dell’amico quella nota che indicava che si stava insospettendo e iniziava a farsi delle domande e decise di sviarlo il prima possibile.
“Ma se lo sarà inventato per rendere tutto più realistico!” mentì, “Oppure l’ha immesso tuo padre! Ti prego, possiamo andare avanti?!”
Jas annuì, ma Alex era certa di non averlo convinto.
“Il barone Adolphe de Gant invece è stato ucciso da una freccia al cuore scoccata da…”
Silenzio.
Alex ne fu sorpresa e allungò una mano per posarla sulla spalla dell’amico.
“Cosa c’è? Una freccia scoccata da…?”
“Daniel Freeland?!” soffiò il ragazzo, sgomento, “Il cavaliere Daniel Freeland, scudiero sassone del conte cadetto?!”
Alex si irrigidì.
Maledizione!, pensò: Jas era il suo angelo custode, ma aveva anche l’indole da storico! Se si era già posto tante domande prima, a quel punto era chiaro che il suo cervello avrebbe cercato delle risposte e che fossero ben più che esaurienti!
E adesso?!, si chiese la ragazza mordendosi il labbro inferiore ma non dovette darsi risposta perché Jas riprese a parlare, fingendo di non aver notato il nome del padre dell’amica tra le informazioni storiche di un personaggio milleduecentesco.
“Se entri nel gioco e riesci a portare dalla tua parte i due personaggi che ti servono, loro dovranno uccidere i due ‘mostri’ come c’è scritto qui. Allora il virus verrà espulso automaticamente.”
Alex annuì e si alzò, prese il visore e se lo mise in testa nella fretta di allontanarsi da Jas e dai suoi sospetti, ma stava infilandosi i guanti in fibra ottica quando Martin la fermò.
“Che c’è?!” sibilò lei, “Devo dirlo a papà!”
“Non puoi, zuccona!” la bloccò lui accennando al ragazzo con il capo, “Non vorrai sparire nel nulla sotto i suoi occhi?!”
Alexandra esitò. Come poteva sbarazzarsi di Jas in quel momento?! E se fosse accaduto qualcosa al gioco mentre lei era dentro?! Se il Donna di Troia avesse ripreso a funzionare?! Doveva trovare una scusa!
Ma cosa gli racconto?! Ehi, Jas, io adesso sparirò nel nulla ma sta’ tranquillo: vado solo indietro nel tempo di ottocento anni con un videogioco per salvare mia madre e mio padre che ci sono rimasti bloccati dentro a causa del virus di tuo padre che…
“Figlio di…!” la voce furibonda di Jas che imprecava fermò il suo sarcastico monologo mentale e la fece voltare verso di lui.
“Che succede?!” chiese.
Ma possibile che i guai non finiscano mai con quest’affare?!, pensò invece.
“Si è accorto di me!” ringhiò il ragazzo alzando gli occhi sul viso dell’amica, “Si è accorto di stare perdendo il controllo e…”
“Cosa?!”
“…è entrato in partita.” soffiò Jas, “È dentro. Come personaggio giocante.”




Lo so, lo so, sono incorreggibile: appena mi fanno i complimenti perché aggiorno regolarmente, ecco che perdo un giorno di pubblicazione :( Scusatemi...
Comunque, lo so che come capitolo sembra abbastanza inutile ma vi assicuro che mi serve!
Adesso si inizia davvero a giocare, Carl è entrato in partita!
Alla prossima!
Ciao ciao!

  
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